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Autore: Elwing Lamath    06/08/2014    1 recensioni
ATTENZIONE!!!!! Spoiler episodio 9x23!
Se non avete visto l'episodio, non continuate a leggere...
DAL TESTO: "Non sono già più un uomo, ma quando giungerà quel momento, smetterò anche di essere Dean Winchester.
Sono diventato tutto ciò che ho sempre odiato e che ho giurato di distruggere. Sarei dovuto morire. Avrei voluto morire. Perché non sono morto come qualsiasi altro dannatissimo figlio di puttana?"
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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ATTENZIONE!!!!! Spoiler episodio 9x23! ..... Se ancora non avete visto il finale della 9° stagione, non leggete assolutamente!... Come si dice, uomo avvisato, mezzo salvato.....




Disclaimers: These characters don’t belong to me. Eventual issuing gets me no profits. All rights reserved to the legitimate owner of the copyright.

 

NOTE DELL’AUTRICE: Salve a tutti! Questa è la prima storia che pubblico nel fandom di Supernatural, anche se ho iniziato a seguire la serie da un bel po’ di tempo… Ieri ho riguardato l’ultima puntata della 9° serie, e di nuovo sull’orlo delle lacrime, mi è venuta l’idea per questa breve one shot. Tutti siamo stati male (penso XD) nel vedere la trasformazione di Dean, ma come si sarà sentito lui nel realizzare di essere diventato ciò che ha combattuto per tutta la vita? Nell’attesa che la 10° stagione ci dia la risposta, vi lascio ciò che ha partorito la mia testolina…

Il tema è complesso, me ne rendo conto, perciò sarei molto felice se mi lasciaste la vostra opinione! Spero che possa piacervi…

A presto,

Elwing…

 


Fade to Black


 

Emptiness is filling me
To the point of agony
Growing darkness taking dawn
I was me, but now He’s gone


(Fade to Black, Metallica)


 

 

Sento questo cuore che mi martella nel petto. È mio, ma non mi appartiene più. Batte come un tamburo, ma non so più quale sia veramente il suo suono. È il tamburo dei tamburi, ma io non riesco più ad afferrarne il ritmo. Il nero, e poi il nulla. Potrebbe cadere la pioggia, potrebbe cadere la luce, e a me continuerebbe a non importare.

È questo dunque ciò che sono diventato? Una macchia di nero nella quale alberga e brucia la sete e l’odio più terribile che abbia mai conosciuto? Rabbia e odio hanno sempre accompagnato la mia vita, anche troppo. Eppure tutto questo è completamente nuovo. È una rabbia cieca e assolutamente calcolata allo stesso tempo. Non è qualcosa destinato a bruciare e spegnersi con un’esplosione violenta dopo la quale si potranno ricostruire i pezzi, è una fiamma che langue lenta e mi consuma. Sento che diventerà tutto ciò che sarà in grado di alimentarmi un giorno, ne sono perfettamente consapevole. Quel giorno arriverà, ed io avrò dimenticato ciò che ero un tempo. Non sono già più un uomo, ma quando giungerà quel momento, smetterò anche di essere Dean Winchester.

Sono diventato tutto ciò che ho sempre odiato e che ho giurato di distruggere. Sarei dovuto morire. Avrei voluto morire. Perché non sono morto come qualsiasi altro dannatissimo figlio di puttana?

Invece ho aperto gli occhi con la consapevolezza di essere qualcosa che mi disgusta. Mi fa schifo anche il solo pensiero del sapore che quella parola potrebbe avere sulle mie labbra, o su quelle di coloro che amo. Amore. Mi domando se anche questa non sia diventata per me un’altra parola senza significato, ora che tutto sta scivolando via, e giorni sempre più bui sembrano essere ciò che mi abiterà da qui fino alla fine dei tempi.

La seconda volta che ho riaperto gli occhi, ho visto i suoi puntarsi in me con quell’intensità imperscrutabile che mi ha sempre ammutolito. Avrei voluto nascondermi e sparire, schiacciato dal peso del briciolo di umanità rimastomi, che risvegliato dall’azzurro delle sue iridi gridava odio verso ciò che aveva scoperto esserci sotto la mia pelle.

“Dean.” Mi ha chiamato, calmo come al solito.

Non ho risposto, e ho nascosto il volto nel cuscino.

“Dean, guardami.”

Non volevo che mi vedesse, non avevo il coraggio di voltare lo sguardo. Ero consapevole che oltre al verde dei miei occhi avrebbe visto tutto il nero, il sudiciume, l’ammasso maciullato di rabbia e oscurità che sono ora. L’ennesimo moto di odio verso me stesso. Ho alzato lo sguardo nel suo.

“Uccidimi Cass.” La mia voce ferma e calma come non avrei pensato.

“Non posso.” La sua invece ha tremato appena.

“Cazzate! Non puoi o non vuoi?” gli ho urlato, tutto il mio controllo andato a farsi fottere.

“Non posso e non voglio. Ti ho già salvato, e ti salverò ancora Dean.” Una promessa. Quante promesse sono state fatte e infrante in questi anni?

Non gli ho risposto, ma il marchio, bruciando sul mio braccio e sulla mia anima, ha dato un responso tutto suo. Non questa volta, non mi lascerà andare. Ogni momento che passa gli appartengo sempre di più, e il mio nero lo abbraccia sedotto, crescendo e diffondendosi in me come una malattia. La mia umanità mi ha quasi abbandonato totalmente, ma sono sempre più indifferente alla cosa.

Sam. L’unica cosa che a volte mi fa percepire un battito di quello che era il mio cuore, è il suo pensiero.

“Sono orgoglioso di noi.” Di lui sicuramente. È diventato un uomo migliore di quanto avessi mai sperato di diventare io stesso. Ha imparato a camminare sulle sue gambe, e non grazie a me, come tante volte ho avuto la presunzione di pensare: grazie alla sua forza e al suo spirito. Io sono un soldato, costantemente spinto dal richiamo della lotta. È stata proprio questa mia dannata indole guerriera a condurmi qui, a farmi prendere il marchio, che si è alimentato della mia rabbia, mutandola in sete di violenza. Sono solo un guerriero. Mentre lui è molto più di questo. Un ragazzo che ho visto diventare uomo imparando dai propri sbagli. Un uomo saggio, forte, compassionevole, che nonostante tutto il marcio che questo mondo gli ha scaricato addosso ha mantenuto quella degna inflessibilità degli spiriti puri.

“Sammy, ti prego.” L’ho supplicato di mettere fine a questo mio supplizio che non è più degno di essere chiamato vita.

Lui non ha detto niente. Mi ha abbracciato, e mi ha stretto con quanta forza aveva in corpo. Neanche lui mi ha lasciato andare.

Sammy e Cass non mi hanno lasciato andare, non si sono arresi, per me. So che non servirà a niente, il nero ha già irretito la mia anima e sconfitto ciò che faceva di me un uomo.

Sono convinti di trovare un modo per riportarmi indietro: ma indietro da cosa, se tutto quello che vedo attorno è il buio più assoluto? Mi hanno rinchiuso per paura che potessi uccidermi da solo. Quei figli di puttana! Avevano ragione, l’avrei fatto. Sempre meglio che rimanere qui e sentire questo abominio spandersi nella mia anima e offuscare quel poco che ancora rimane di me.

Sono Dean Winchester, ma a breve sarò solo un mostro dagli occhi neri.



  
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