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Autore: Samuele    11/09/2008    9 recensioni
“Che cos’hai? Sonno arretrato?”
“Oh…” Il ragazzo distolse lo sguardo. “Già.” Dopo un istante di esitazione, continuando a non guardarla, estrasse la mano dalla tasca e le porse una busta. “Tieni. Ho una cosa per te.”
Genere: Romantico, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Li Shaoran, Sakura Kinomoto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ti parlerò d’amore

Ti parlerò d’amore

 

 

Notte. Tempo di pensieri, di sogni; tempo di segreti, di confessioni.

Ogni notte non faccio che pensare a te.

Spalle al cuscino, alla luce della lampada e dei riflessi lanciati dal televisore a volume azzerato, guardo la pioggia scorrere fuori dalla finestra, seguo le scie lasciate dalle gocce sui vetri. E in loro vedo solo l’immagine del tuo profilo.

Questa stanza non fa che parlarmi di te. Qualsiasi cosa, in questo dannato mondo, mi parla di te. Anche la notte, anche il silenzio. Anche la musica.

Sospiro, mentre torno con gli occhi sulla chitarra ai piedi del mio letto, l’ultimo regalo di mio padre. Il segreto delle mie notti solitarie. Mi viene da sorridere. Se tu mi vedessi adesso…

Ricordo quel giorno in cui scopristi che, nella scuola che frequentavo prima di trasferirmi qui, facevo parte di un coro.

Ricordo che dicesti che ti sarebbe piaciuto ascoltarmi cantare.

Ricordo di essere arrossito. Quella volta come un’infinità di altre volte.

Sorrido ancora, scuotendo piano la testa. Chissà cosa diresti se mi vedessi ora, se sapessi che quella musica che non ho voluto condividere con te è in realtà il mio piccolo segreto, il mio stupido appiglio, in queste notti passate a sognarti ad occhi aperti.

Se solo tu sapessi tutto quello che non so dirti…

 

 

Potrei provare a scriverti, è vero

Ma questa notte resto qui a farmi male

 

 

Cosa non darei per riuscire a trovare le parole. A volte ci ho provato, ho fatto di tutto per mettere insieme quelle più giuste. Ma quelle maledette riescono sempre a sfuggirmi. Non posso farci niente, non riesco a tenerle ferme, né nella voce, né sulla carta… Neppure nelle note di una canzone, sembra sussurrarmi stanotte questa chitarra a poca distanza dai miei piedi…

Sospiro ancora, serro le dita intorno al telecomando. Devo distrarmi. Pensare a te fa troppo male.

Non ne posso più di soffrire in silenzio.

 

 

Non più di tre secondi a canale

Quegli scemi ridono, non li posso più guardare

C’è sempre una speranza banale

Che dentro quello schermo, per puro incanto

Invece che squallore e rimpianto

All’improvviso arrivi tu e mi vieni a prendere

 

 

Vado da una trasmissione all’altra, senza riuscire a concentrarmi. Mi fermo distrattamente, c’è un programma comico… Che idioti… Mi sembrano soltanto insulsi, vuoti. Non c’è alcuna speranza che in una televisione, a quest’ora della notte, io possa trovare una via di fuga a tutti i pensieri e i sogni che mi tormentano.

Non c’è speranza di non pensarti, perché per me sei tu la speranza.

Mi sembra quasi di vederti, proprio adesso, apparire all’improvviso, con lenta dolcezza, tra le immagini più scialbe e renderle all’istante colorate, allegre, vive.

Tu sei così, sei il fascio di luce che rende il mondo degno di essere vissuto.

Sei tutto ciò che vorrei…

Spengo il televisore, lancio con furia il telecomando in un angolo della stanza. Affondo le mani tra i capelli e il viso tra le ginocchia. Perché deve fare così male? Perché pensare ai tuoi occhi e al tuo sorriso mi fa battere così dolorosamente il cuore? Perché non so come dirtelo?

Eppure sembrerebbe così facile pronunciare un piccolo Ti amo

Alzo di nuovo la testa e fisso la chitarra. Se ne sta sempre lì ai piedi del letto, ricordandomi che c’è un mondo chiamato musica in cui le parole non servono. E ancora una volta tendo la mano verso quel rifugio, con la solita speranza di trovarci un conforto, un modo per evitare di impazzire…

Ma sto ingannando me stesso, lo so. È impossibile non pensarti. È impossibile non amarti…

E adesso mi ritrovo qui a suonare nella mia stanza quasi buia, contendendo il silenzio alla pioggia che fuori continua a cadere, e ogni nota che vibra nell’aria è un momento vissuto insieme a te.

 

 

Io sarò un romantico, e anche uno che sogna

Sembrerò ridicolo, ma ormai sono così

 

 

Do

La prima volta che ti ho vista sentivo di non dovermi fidare di te.

Re

Senza rendermene conto, già sapevo che mi avresti fatto del male.

Mi

Del male, sì, perché entrando nel mio mondo mi hai fatto crollare tutto.

Fa

Tutto ciò che credevo di essere e di volere non ha avuto più senso.

Sol

Davanti a quel tuo sorriso, all’improvviso per me è cambiato tutto.

La

E adesso mi sento così stupido, così stupidamente innamorato di te!

Si

E non sai quanto io adesso senta il bisogno di dirtelo…

Dirti che ti amo…

 

 

No, non posso fingere, e quando ti vedrò

Coraggio, sì, ne troverò, ci riuscirò

 

 

Mi fa paura. Il modo in cui sei entrata nella mia vita, il modo in cui sento di dipendere da te… Fa paura. Allora lo sopprimo, nascondo tutto, persino a me stesso, mi ostino a chiudere gli occhi, pur di non vedere quanto mi hai cambiato…

Ma non posso continuare così.

Non devo.

Non voglio.

Apro lentamente gli occhi e mi ritrovo seduto sul letto ancora intatto, riemergendo da un’armonia, tornando alla realtà di una stanza semibuia e al silenzio rotto solo dalla pioggia sui vetri.

Ti sento così vicina a me. Ho la sensazione chiarissima della tua presenza qui, anche se so benissimo che a quest’ora dormi tranquilla nel tuo letto… È più forte che mai il bisogno di smettere di fingere…

Tutto ciò che vorrei stanotte è poterti parlare d’amore…

 

 

Ti parlerò d’amore, come non fosse un’illusione

Sesso e passione e vuoto immenso, oscura voglia di tradimento

Ti parlerò d’amore, mi sembrerà così normale

Senza mistero né dannazione, lasciarmi andare insieme a te

 

 

Parlarti di quello che sento, di quello che sogno, ma farlo come di qualcosa di reale, perché non posso sopportare che tutto sia solo un’illusione, non sopporterei di svegliarmi da un sogno così bello…

Parlarti dei contrasti che mi fai sentire, tra il tutto e il niente, la voglia e la paura; e del bisogno che ho di uscire da questo mio essere, cambiare, tradire me stesso, e farlo perché sei tu a trasformarmi giorno dopo giorno

Parlarti liberamente, senza più paure, senza nascondere né maledire queste emozioni…

Tutto ciò che vorrei stanotte è guardarti negli occhi e poter essere me stesso…

 

 

Potrei provare a scriverti, è vero

Ma non mi basterebbe un romanzo intero

Così mi stendo e chiudo gli occhi

Guardo bene dentro me, e ci trovo solo te

 

 

Mi lascio cadere disteso, spalanco le braccia. Chiudo gli occhi con un sospiro.

Vorrei farlo, davvero. Vorrei essere in grado di dirtelo. Vorrei sapere affrontare questo amore.

Ma mi sembra così difficile.

E cosa dovrei dirti? È come se… una parola fosse troppo, e mille troppo poche.

È così che mi fai sentire. Mai all’altezza della situazione. Sempre irrimediabilmente sbagliato.

Eppure non so come vivrei senza di te.

Così ad occhi chiusi, mi rivedo ancora, in ogni occasione in cui mi fermo a guardarti, ad ammirarti non visto, senza che tu ti accorga minimamente di ciò che mi fai…

 

 

Col sorriso timido, in piena confusione

Io resterò lì un secolo in tua contemplazione

Mi farò guidare dalla mia emozione

E coraggio, sì, ne troverò, ci riuscirò

 

 

Ogni volta è così, io che cado in confusione e continuo a fissarti all’infinito, dimenticandomi di tutto ciò che ci circonda, perché quando sono con te sei tu tutto il mondo, e intorno non c’è più nulla…

Sorrido lievemente tra me e me. Se solo tu te ne accorgessi, probabilmente ti preoccuperesti per la mia salute mentale…

Chissà, forse sarà in una di queste occasioni che troverò il coraggio di farlo. Seguire l’istinto, smettere di essere semplicemente il tuo migliore amico e confidente, muovere piano qualche passo verso di te, affidarmi alle parole più sincere che possano venirmi alle labbra e riuscire a dirtelo…

Chissà, forse…

Sento la chitarra scivolare dalle mie ginocchia e cadere morbidamente sul tappeto…

Un’altra notte sta passando, un altro tempo di sogni…

Chissà, forse un giorno riuscirò a parlarti d’amore…

Forse domani stesso…

 

 

Ti parlerò d’amore, non avrò più nessun pudore

Non amicizia e non saggezza, ma tenerezza diretta al cuore

Ti parlerò d’amore, in mezzo a tutta l’altra gente

 

 

La ragazza si guardò intorno nella piazza affollata per via della festa del paese. Che strano, lui le aveva promesso di raggiungerla in tempo per i fuochi d’artificio. Non capitava mai che lui fosse in ritardo e lei in orario… Era una cosa contro natura!

Finalmente lo vide: camminava verso di lei con gli occhi bassi e le mani in tasca; i capelli castani gli nascondevano il viso, allontanandolo dal mondo, proprio come era suo solito fare. La ragazza non ci diede peso; sorrise e corse incontro al suo migliore amico.

“Finalmente sei arrivato!”

Lui alzò la testa nello stesso istante in cui lei si fermava ad un soffio dal suo viso, e trovandosela così vicina arrossì. Aveva il viso vagamente segnato, e fu su questo che lei si concentrò.

“Che cos’hai? Sonno arretrato?”

“Oh…” Il ragazzo distolse lo sguardo. “Già.” Dopo un istante di esitazione, continuando a non guardarla, estrasse la mano dalla tasca e le porse una busta. “Tieni. Ho una cosa per te.”

“Per me?” Colta alla sprovvista, lei nascose l’imbarazzo dietro un nuovo sorriso. “Grazie! Ma non dovevi…” Tese le mani verso quella di lui, sfiorandola appena e sentendolo stranamente teso. “Che cos’è?”

Finalmente il ragazzo tornò a guardarla. Era visibilmente paonazzo, ma l’espressione era seria.

“Una canzone.

Lei sostenne il suo sguardo, senza capire.

Attorno a loro il brusio di voci lasciò il posto ai primi sibili pirotecnici, ma la ragazza, turbata dall’aria di segreti svelati che sembrava gravare sul suo amico, era già immersa nel semplice foglio bianco che aveva estratto dalla busta.

Mentre leggeva le parole di quella che era davvero una canzone per lei, il ragazzo si chinò a sussurrarle all’orecchio le parole che, anche se lei non lo sapeva, gli erano costate una notte di decisioni, rinunce, paure e musica.

“Ti amo.”

 

 

Fino a che il mondo sarà distante, fino a che tu non mi amerai

T’innamorerai

 

 

E per lei non esistette più nient’altro al di fuori di quella canzone.

 

 

 

 

 

Note:

La canzone “Ti parlerò d’amore” è cantata da Massimo Ranieri.

Se Shaoran e Sakura non vengono mai chiamati per nome in questa songfiction è perché questa storia (ad eccezione della fine, che si è svolta in modo diverso…) è una storia vera, vissuta in prima persona, interamente soggettiva. Quella notte passata a suonare e a prendere decisioni l’ho vissuta davvero, e tutti i pensieri di Shaoran erano i miei pensieri. E spero solo che la mia Sakura la legga…

  
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