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Autore: TheBlindGuardian    09/08/2014    2 recensioni
Un missing moment che continua ALO dall'ultima scena, dove lo stormo di fate si avvicina al castello volante di Aincrad. Ho voluto con questa storia dare un maggiore senso di compieutezza alla trama, cercando di ricreare la magia delle prime puntate di SAO. Ho amato la coppia Asuna-Kirito fin dal primo istante e ho voluto regalarle questa ultima scena prima che il sipario calasse. Spero possiate apprezzare anche voi!
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Asuna Yuuki, Kirito Kirigaya
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Un Giorno Voleremo Insieme

Lo stormo si avvicinava sempre di più alle porte di Aincrad, in tutta la sua gioiosa composizione: i colori e le araldiche di tutte le razze e i clan di ALfheim erano lì, a danzare tra le nuvole, ridendo e scherzando mentre l’eccitazione per la nuova avventura scuoteva il cuore di ogni videogiocatore. Quel volo, quella sera, sarebbero stati l’inizio di un nuovo sogno. Un nuovo inizio.
Gli occhi dei presenti erano puntati sulle figure in testa allo stormo. Un ragazzo vestito in nero, teneva la mano di una ragazza dai lunghissimi capelli blu, vestita in una uniforme bianca. Non c’era nessuno quella sera che non li conoscesse: i vincitori di Sword Art Online e ALfheim Online, il beater che gioca sempre da solo e la vicecomandante dei Knight of Blood, Kirito e Asuna il fulmine. C’era già chi si spingeva a definirli re e regina dei Virtual MMORPG, coloro che avevano contribuito alla loro rinascita, e boom incredibile, dopo il crollo provocato dagli ultimi scandali riguardo alla sperimentazione umana praticata in ALfheim. Dopo la diffusione del seed nella rete i giocatori di giochi di ruolo a realtà virtuale era aumentato esponenzialmente, passando da decine di migliaia a centinaia di migliaia, numero in continuo aumento.
Lo stormo era quasi arrivato alle porte della città volante, che oramai aveva coperto la luna, abbagliando i giocatori con la luce dei suoi cento piani pieni di promesse di combattimenti, quest e amicizie.
Questa volta avrebbero finito SAO, anche per coloro che non erano più con loro, per vedere quella abbagliante meraviglia. Circa quattromila giocatori avevano perso la vita nella precedente versione del gioco, e quelle vite non sarebbero potute tornare indietro. Mai più.
Era a loro che Kirito stava pensando, mentre le porte di Aincrad si mostravano sempre di più nella loro magnificenza. A Sachi, ai Moonlit Black Cats, ai compagni e ai nemici che aveva visto morire davanti ai suoi occhi. Per loro, lui doveva vincere il gioco, per scrivere il loro nome sulla centesima stanza del boss, per portare avanti il loro sogno, per cercare un senso al loro sacrificio. Glielo doveva.
Sachi. Era lei che gli aveva dato la forza di proteggere Asuna, di non darsi mai per vinto e di ritrovarla, alla fine. E adesso lei era a fianco a lui, ancora, e mai il giovane avrebbe permesso che gli fosse portata via. La ragazza si voltò verso di lui sorridendo, come se avesse sentito i suoi pensieri. – Guarda dove siamo arrivati, Kirito-kun. – Il giovane ricambiò il sorriso, annuendo. – Te lo avevo detto Asuna. Per sempre. – Lacrime di gioia comparvero nel volto di Asuna, rigando il suo viso che si accendeva del più dolce dei sorrisi. – Sai, Kirito-kun, quando ho scoperto che nel nuovo gioco mi erano spuntate le ali ero felicissima, e, anche se ero in gabbia, sapevo che un giorno avremmo volato insieme. E quel giorno è arrivato, e io sono la persona più felice sulla terra. Grazie, Kirito. – A questo punto nemmeno lui trattenne le lacrime cominciando a scendere bollenti lungo il volto, felici, liberatorie, mentre il suo cuore volava insieme al suo corpo, finalmente libero da preoccupazioni.
I due giovani atterrarono davanti al portone di Aincrad, mentre lo stormo lentamente li seguiva, formando una moltitudine di giocatori in attesa di quel nuovo inizio. Vicino a loro, arrivarono i compagni che li avevano accompagnati nella loro precedente avventura, e avevano condiviso con loro momenti che la vita reale non avrebbe reso possibili. Kirito si avvicinò al portone, appoggiando la mano sulla liscia lastra di marmo bianco, poi si voltò verso la folla. – Che voi veniate da SAO o da ALO, sapete esattamente cosa vi aspetta oltre queste porte. Difficoltà, conflitti e lotta per la propria sopravvivenza. Ma più di tutto vi aspetta una nuova vita. Aincrad: Adventure Start! – A queste parole le porte della mastodontica città voltante si spalancarono, mentre migliaia di giocatori si fiondavano all’interno, ansiosi di accaparrarsi i migliori posti per cacciare o per riposare. Kirito restò fermo, non avrebbe commesso di nuovo quell’errore. Asuna gli si affiancò, prendendogli la mano, e lentamente si avviarono anche loro verso la città dell’inizio. – Hei Asuna. Finalmente credo di averlo trovato. – La ragazza lo guardò perplessa, senza capire quello che intendeva. – Il castello volante di Kayaba Akihko. E’ qui. Ma non mi sto riferendo ad Aincrad. Siete voi. Tu, Yui, Sugou, Liz, Silica, Klein, e tutti i compagni che hanno deciso di stare al mio fianco nonostante tutto. Il mio castello volante, il luogo dove posso essere me stesso, il sogno che ha portato alla creazione di questo universo e che ci ha fatti incontrare. Credo che lo scopo di Kayaba fosse proprio questo: creare una società e guardarla evolvere, osservando legami nascere anche nella più disperata delle condizioni. – Asuna sorrise. – Si, credo tu abbia ragione. –
Stettero per lungo tempo in silenzio, camminando uno di fianco all’altro, mentre attraversavano la piazza della Città dell’Inizio. Attorno a loro la folla si apriva, parlando con deferenza e acclamandoli. Ma in quel momento non esisteva nessuno al di fuori di loro due, e continuarono a procedere verso la porta della città, tenendosi per mano.
Raggiunsero i portoni e lasciarono il caos della città, inoltrandosi nella campagna circostante mentre il sole già sorgeva dietro le colline. Yui emerse dal taschino di Kirito, riassunse la dimensione originale e affiancò i genitori in quella passeggiata dove il silenzio valeva di più di ogni parola.
In lontananza scorsero un albero, solitario vicino ad una staccionata. Kirito sorrise, mentre lo assaliva la valanga di ricordi. Si stese sull’erba ai piedi dell’albero, riparato dall’ombra delle fronde dai raggi del sole nascente. Asuna sorrise e si sedette vicino a lui, con Yui in braccio, la schiena appoggiata al tronco nodoso. Sul volto di Kirito si dipinse l’espressione beata che aveva il giorno del loro primo significativo incontro.
Stettero in silenzio, per un po’, ciascuno cercando le parole per dire all’altro quanto fosse importante per lui e quanto fosse contento di averlo ritrovato, alla fine. Yui si addormentò, e Asuna la distese al fianco del padre, sull’erba soffice come un cuscino. Poi lentamente con una mano, scostò una ciocca dal viso di Kirito. – Hei, Kirito-kun. Ora cosa faremo? –
Per un po’ non giunse risposta, tanto che Asuna temette che il ragazzo si fosse addormentato. – Vivremo –
Asuna si chinò e lo baciò dolcemente. Forse aveva ragione. Forse, dopo tutto, non gli restava altro che vivere.
  
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