Nel libro di Paolini, Eragon, é un contadino che lavorava nella fattoria dello zio. Un povero orfano...

A mala pena riesce a procurarsi del cibo cacciando e, a mio parere direi che è un vero zotico...

No, la mia storia non sarà come tutte le altre. Con gesti sdolcinati verso Arya e epiche lotte, ci saranno, sì ma giusto accennati. 

Quindi vediamo... Potrei cambiare innanzitutto la trama della storia. Poi magari modificare qualche altra cosa.

OK, ce l'ho iniziamo!

 

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Eragon si alzò dal letto dopo una nottata di sonno. Si mise seduto,ancora mezzo sotto le coperte, e si stropicció gli occhi con entrambe le mani. Poi si mise in piedi e con sua sorpresa notò che il letto era un po più basso del solito di circa 5-6 cm. Ma nulla di speciale.

Si avvicinò alla finestra e fuori non c'erano il pollaio con due galline contate, ma file e file di palazzi che si susseguivano all'infinito. Tutti colorati, tutti rettangolari, ma tutti diversi. Tutti la stessa esplosione combinata tra la LEGO e la Monocromo. Ma lo zotico era talmente assonnato che non si accorse di nulla. Non si era accorto nemmeno che non aveva il suo pigiama ma abiti di seta estremamente lavorati. Scese al piano di sotto con un grande scalone di marmo bianco, lo accompagnava un corrimano dorato con piccoli leoncini incastonati anch'essi dorati.

Su un divano era sdraiato Roran intento a seguire una partita di rugby con in mano un bicchiere di birra. Poi si accorse di Eragon e si girò verso di lui.

- Ben svegliato, hai la minima idea di che ore siano?-

- No e non voglio saperlo- si affrettò a dire Eragon.

- Guarda che la mia era una domanda! Il fatto é che non ho l'orologio-

La faccia di Eragon assunse questa espressione: -_-.

Poi si sedette vicino a Roran sul divano e con molto interesse cominciò a seguire anche lui la partita di rugby.

- Prima che ti svegliassi sono andato al supermercato e ti ho comprato questo.-

Porse ad Eragon un uovo di drago, ma sconosciuto a tutti e due.

- Non so cosa sia, ma mi piaceva e l'ho comprato.-

Lui lo prese, lo girò e lo rigirò. Sembrava quasi che volesse ricordarne ogni minima striatura.

Lo teneva con una forte stretta in modo tale che non si sarebbe mai potuto rompere se sotto la sua custodia. Ma aveva fame. E decise di cuocerlo. Si mangiarlo, mangiare un drago, da pazzi. Stupido zotico!

Non gli era venuto in mente che il draghetto in quell'uovo stava aspettando da forse più di un millennio il cavaliere giusto per lui? E che ora lo stava per cuocere? Non lo immagini questo? Stupida mente umana. No aspetta... stupido zotico!

Nessuno lo fermò, prese una padella, ci mise l'uovo e accese il fuoco. Il resto potete immaginarlo voi.

 

Il giorno dopo Eragon si svegliò con uno strano mal di pancia, ( hai solo mangiato un drago,capirai! ) scese al piano di sotto e lo disse a Roran. Lui rispose

- Non preoccuparti, ti farò un bel pranzetto e vedrai che tutto si sistemerà-

Eragon non aveva fatto colazione e aspettava con ansia le leccornie che gli avrebbe preparato Roran. 

Finalmente il tempo era giunto e Roran portò in tavola i piatti coperti.

Quando li scoprì, Eragon sussulto. Erano altre uova di drago. Non poteva essere così.

- Perché quella faccia?- gli chiese Roran.

La risposta fu uno sguardo fulminante. Senza aspettare un momento di più si vestì con i regali abiti e scappò da quella casa.

Visto che aveva ancora fame decise di comprare un pacco di Pringols, quindi le aprì e infilò la mano nel tubo. Quello che ne tirò fuori fu... drago a fettine? Lasciò cadere il cilindro e scappò il più lontano possibile.

Turbato dall'accaduto si avviò in per un sentierino dove incontrò Arya, lei gli propose di fare un viaggio. Tornare ad Ellesmera per visitare la città e fare una bella passeggiata. Accettò. 

Fatte le valigie, partirono. 

Arrivarono ad Ellesmera verso le 10:00 e disfarono i bagagli. 

Il giorno dopo selezionarono i luoghi da visitare e si prepararono per la prima tappa: -luogo impronunciabile- che assomiglia tipo a Ehacicxeum o meglio a Hdjscsddsca. In quel luogo dal nome impronunciabile sorgeva una specie di monumento che aveva la forma di un arco di trionfo, adornato di glifi e triglifi a volontà. Solo che non aveva il compito di celebrare elfiche vittorie, ma era a fine turistico, era un ristorante.

Salirono sull'arco e ordinarono da mangiare. Questa volta niente uova di drago per Eragon. Stavano mangiando felici e contenti quando un qualcosa oscurò il cielo limpido, l'ammazza draghi si girò pronto per replicare ad un eventuale disturbatore. Ma in quel momento vide Durza, a cavallo del suo drago che si lanciava in picchiata verso di lui.

- E mo' che ci fa qui questo, non l'avevo ucciso?- sussurrò piano ad Arya

Dopo un breve momento l'elfa rispose - a quanto pare no...-

Durza si avvicinava sempre di più quando Eragon si accorse di aver lasciato la sua spada a casa. "Che fortuna" pensò. Lo spettro era oramai a pochi metri e con maestria sfoderò la spada per poi conficcarla i pieno petto ad Eragon.

Cadde a terra, sanguinante e stordito. Mezzo morto.

 

Eragon si risvegliò nel suo letto, ma non nel letto regale, nel SUO letto.

Fuori dalla finestra il pollaio e le galline erano tornate ai loro posti. La casa era quella che chiamarla catapecchia era fargli un complimento. Eragon si alzò la maglietta e controllò la pelle, nessun buco. Tutto normale. Tutto risolto. Tutto un sogno.

 

 

Angolo... come dovrei chiamarlo, autrice? No...

 

Angolo quasi-autrice

Okay, ciao a tutti. Grazie per aver letto questa pazza fan fiction e magari anche recensito.

Non sapevo se pubblicare questa one-shot oppure no, per via della trama, ma ora l'ho pubblicata e spero che vi sia piaciuta!

Non sono abituata a scrivere su Eragon ma voglio sapere se è di vostro gradimento, magari con una bella recensione! Le hanno inventate per questo giusto?

Alla prossima ciao!

 

MIKAECHIARA