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Autore: mikyintheclouds    16/08/2014    4 recensioni
Brevi scorci della vita quotidiana di Kensi e Deeks, dopo che lei scopre di essere incinta del ragazzo e decidono, quindi, di formare una loro famiglia.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kensi Blye, Marty Deeks, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Deeks, uscito rapidamente dall’edificio in cui si trovavano i suoi compagni e il figlio del suo migliore amico, prese la macchina di Kensi, rilesse brevemente l’indirizzo sul cellulare e partì in quarta in direzione di quel luogo.
Voleva arrivare in tempo, doveva farlo! Molto probabilmente Ray era in pericolo, anzi ne era sicuro perché se lo sentiva dentro, aveva quella strana sensazione che ti prende quando sta per accadere qualcosa di brutto e lui doveva correre, doveva trovarlo e salvarlo, rendergli il favore.
Aveva spento l’auricolare per non essere disturbato da nessuno, ma così non aveva più contatti con Eric e non sapeva bene dove cercare, avrebbe dovuto affidarsi solo al suo istinto, che per altro raramente sbagliava.
Dopo una manciata di minuti arrivò in una zona industriale. Era troppo vasta, piena di edifici abbandonati in cui potersi nascondere indisturbati. Sperò che fossero ancora all’indirizzo fornitogli dal tecnico informatico e che non si fossero mossi, altrimenti non l’avrebbe più trovato.
-Dove sei, Ray?- Pensò –Aiutami. Mandami un segnale, così che posso trovarti.-
Iniziò a correre cercando di non fare rumore, attraversò un vicoletto poco accogliente e che odorava di urina, mentre calpestava siringhe usate e finalmente riuscì a vedere Ray e i due fratelli Ramones.
Erano in un vicolo cieco, Ray appoggiato al muro, spaventato, ammaccato e insanguinato e gli altri due sopra di lui che lo prendevano a calci e pugni.
“Ragazzi, ve l’ho già detto. Non sono più in contatto con Max, non so nemmeno dove sia. Probabilmente si è trasferito. Chi vi dice che sia ancora qui a Los Angles? Avanti, ridatemi mio figlio!”
Deeks riconobbe subito la voce del suo migliore amico. Era debole, ma canzonatoria come sempre e sentì una stretta al cuore nell’udirla. Gli era mancato davvero.
Un sorrisino spuntò agli angoli della sua bocca riflettendo sulle parole appena pronunciate da Ray. Lo stava proteggendo, di nuovo e nonostante tutto.
Era grato a Dio, al mondo, al destino, a qualunque cosa fosse ciò che li avesse fatti incontrare perché non aveva mai avuto un amico come lui.
Si erano sempre voluti bene e protetti come due fratelli, sempre insieme a combinare guai, sempre insieme a pagarne le conseguenze.
Nel buio del suo passato, Ray era stata l’unica luce che gli aveva permesso di andare avanti, non mollare, non arrendersi.
Ray, però, non avrebbe resistito ancora per molto questa volta, doveva elaborare un piano e in fretta anche.
Quello che gli balzò in mente, tuttavia, era tutto fuorché un bel piano, ma doveva guadagnare un po’ di tempo. Era sicuro che da un momento all’altro sarebbero arrivati i suoi compagni; Kensi a quell’ora avrebbe già sicuramente notato la sua assenza.
“Hey signori, mi stavate cercando?” Disse con la migliore voce alla Max Gentry che potesse usare, uscendo dal suo nascondiglio, dopo essersi levato il distintivo e il giubbotto antiproiettile.
“Guarda, guarda, il nostro amico Max.” Esclamò con tono ironico uno dei due, girandosi verso Deeks e richiamando l’attenzione del fratello con una gomitata.
“Sei arrivato, finalmente. Che piacere rivederti.” Lo accompagnò l’altro.
“E così tu volevi farci credere di non essere più in contatto con lui, o sbaglio?” Ruggì il primo in faccia a Ray, assestandogli un pugno ben piazzato nello stomaco.
“Lascialo stare, bastardo!” Intervenne prontamente Deeks in tono rabbioso, spintonando l’energumeno lontano dall’amico.
Per un breve istante Deeks e Ray ebbero tempo di scambiarsi un’occhiata, leggendoci chiaramente la felicità di essere insieme, la paura di non farcela, il rimorso di Deeks per tutti i problemi che aveva causato a Ray, il rimpianto di Ray per essersi sempre cacciato in situazioni scomode e averci trascinato anche Deeks.
Di fronte alla provocazione del poliziotto, però, il secondo fratello reagì prendendolo da dietro e scaraventandolo contro il muro, vicino a Ray.
“Per te si mette male, ragazzino.” Abbaiò il primo fratello, rialzandosi. “Questa me la paghi, insieme agli anni che mi hai fatto perdere in galera. So che sei stato tu a fare la soffiata alla polizia.”
Caricò il pugno, pronto a sferrarlo sul bel viso del biondo poliziotto quando, con uno stridio di freni, l’auto di Sam si fermò bruscamente in mezzo a strada, in orizzontale, in modo che i due malviventi non potessero scappare, ma gli agenti potessero ripararvisi dietro.
“Fermi, Agenti Federali!” Gridò Callen puntando l’arma contro i due fratelli.
Quello che stava per sferrare un pugno a Deeks cercò di completare la sua opera, ma il detective, approfittando del tempo concessogli dai colleghi, gli diede un calcio in uno stinco e poi si avventò con tutto il suo corpo su di lui, buttandolo a terra. L’altro tentò di scappare, ma venne raggiunto dalla mira infallibile di Kensi e stramazzò al suolo.
Deeks e il fratello superstite stavano ancora lottando per terra, Callen s’intromise tra loro, dando il tempo a Deeks di sgusciare fuori da sotto il corpo dell’uomo, alzarsi in piedi, prendere la pistola e sparargli.
Finita.
Era finalmente finita.
Almeno quella battaglia.
Kensi, nel frattempo, aveva raggiunto Ray e stava controllando le sue condizioni fisiche.
“È davvero bello rivederti, Wikipedia.” Disse Ray, esausto ma sorridente.
“Anche per me, Ray.” Rispose, sorridendogli a sua volta.
“Dov’è mio figlio?” Chiese, poi, l’uomo, preoccupato.
“In auto, al sicuro. Ora chiamiamo un’ambulanza e vi portiamo entrambi in ospedale.” S’intromise Callen mentre un’infuriata Kensi si avventava su Deeks.
“Tu!! Stupido idiota! Avresti potuto morire! Come ti è saltato in mente di venire qui da solo e senza avvertirci?” Gridò guardandolo con il suo sguardo assassino e assestandogli un pugno sulla spalla.
“AH! Kensi, scusami, davvero, mi sono fatto trasportare dalle emozioni e dovevo fare qualcosa.”
“Avevamo detto che avremmo risolto insieme la questione!”
“Infatti siete arrivati…giusto in tempo, devo dire.” Tentò di smorzare la tensione, beccandosi, tuttavia, un’altra occhiataccia dalla sua fidanzata.
“No, hey, hey, hai ragione, scusami, vieni qui.” Rimediò Deeks, abbracciandola.
Lei si lasciò cullare da quelle braccia ormai conosciute, appoggiò la testa sul suo petto e annusò il suo profumo famigliare.
Aveva avuto davvero paura quando non l’aveva più visto e non aveva ricevuto alcuna risposta all’auricolare. Ora lui non era più solo il suo partner, era il suo compagno, il padre di sua figlia, non voleva perderlo e lui doveva capirlo.
“Avevo ragione su di voi, allora!” Intervenne giocosamente Ray. “C’era qualcosa.”
“Beh, in effetti…” Iniziò Deeks avviandosi verso l’auto di Kensi che, celere, gli rubò le chiavi di mano.
“Non t’azzardare, guido io.” Disse, poi, secca.
“Ma vedo che comanda ancora lei.” Concluse Ray ridendo e facendo ridere anche gli altri.
 
Deeks accompagnò Ray e Sean, il figlio, all’ospedale, si accertò che stesserò entrambi bene e poi li portò a casa sua, per un ultimo saluto prima di separarsi di nuovo.
Quando Deeks aprì la porta di casa, Ray si aspettò di essere salutato da Monty, come di solito accadeva ai vecchi tempi quando s’incontrava con il suo amico. Il cane, in effetti, andò da lui, lo annusò, lo riconobbe e iniziò a saltargli attorno nella speranza di ricevere una grattatina dietro l’orecchio che non mancò.
Ray, però, fu anche accolto da un altro suono, ben diverso dall’abbaiare del cane, il pianto di un neonato.
Guardò stupito Deeks che sorrideva con una gioia in volto che non gli aveva mai visto prima, gli occhi che brillavano di orgoglio e soddisfazione.
“Accidenti, amico! Congratulazioni! Lo sapevo che quella brunetta faceva al caso tuo, l’ho sempre detto.” Disse Ray sorridendo e dandogli una pacca amichevole sulla spalla.
I due uomini e il piccolo Sean entrarono in casa e videro Kensi, appena rincasata dopo essere passata a prendere Rory da sua madre, che cullava la piccola con fare amorevole, cercando di calmare il pianto.
“Prova a girarla a pancia in giù.” Disse Ray con fare esperto, avvicinandosi alla donna e alla bambina. “A Sean piaceva e lo aiutava a calmarsi. Ma di sicuro saprai come trattarla, Wikipedia sa sempre tutto.” Continuò prendendola in giro giocosamente.
“Cavoli, è una meraviglia!” Affermò, guardandola. “Ottimo lavoro, amico, ma speriamo prenda tutto dalla mamma.” Aggiunse facendo ridere sia Kensi sia Deeks, che si finse offeso.
“Vi volete fermare per cena?” Chiese Kensi, ospitale.
“No, grazie, meglio se torniamo a casa. A questo ometto manca la mamma e al suo papà pure.” Rispose prendendo in braccio il bambino.
“Guarda, Sean, tra qualche anno voi due potrete uscire insieme.” Disse al piccolo, indicando Rory.
“Scordatelo, amico! Prima che qualcuno possa anche solo avvicinarsi alla mia bambina deve affrontare un bel terzo grado.” Ribatté all’istante Deeks, geloso, facendoli ridere.
 
 Kensi salutò Ray con un abbraccio che l’uomo ricambiò calorosamente mentre le sussurrava all’orecchio: “Te l’avevo detto che gli piacevano le brune. Sei una ragazza fortunata. Tienimelo sempre d’occhio, mi raccomando.”; poi andò a posare Rory nella culla, accompagnata da Sean e, successivamente, si diresse in cucina per preparare la cena mentre i due amici rimasero in soggiorno a parlare.
“Grazie per oggi, Marty. Scusa se ti ho messo di nuovo in pericolo, ma avevano mio figlio.”
“Non dirlo nemmeno per scherzo. Io ti ho messo in situazioni scomode tante di quelle volte che ormai ho perso il conto. Dici che la supererà?”
“Sean dici? Di sicuro, è tosto.”
“Come suo padre. Come sta Sandra?”
“Benissimo, ma starà ancora meglio quando arriveremo a casa entrambi sani e salvi. C’è ancora una cosa che non ti ho detto…ora lei è mia moglie. Ci siamo sposati poco dopo la nascita di Sean.”
“Congratulazioni Ray! Te lo meriti proprio. Ti meriti la famiglia che non abbiamo mai avuto.”
“Già. Nonostante tutto ce la siamo cavata, Marty, e guarda dove siamo ora. Tu uno sbirro che sta insieme a una splendida ragazza e ha una bimba incantevole, io sposato, con un figlio e finalmente un lavoro fisso e onesto.”
“Ce lo siamo meritati entrambi.”
“Siamo stati proprio fortunati. Kensi è splendida, non farle nulla o dovrai vedertela con me.” Lo prese in giro.
“Tranquillo, non ci penso nemmeno. Non ho mai amato nessuno come lei.”
“Si vede, lo capisco dai tuoi occhi. T’illumini quando parli di lei o sei in sua compagnia e, credimi, è stato così fin dall’inizio e lo stesso vale per lei. Siete fatti l’uno per l’altra.”
Deeks sorrise guardando la sua bella fidanzata in cucina che si dava da fare tra i fornelli.
“Non conosco bene Sandra, ma sono sicuro che lo stesso vale per voi.”
Questa volta fu Ray a sorridere.
“Bene, amico mio, ora dobbiamo proprio andare.” Disse pochi minuti dopo. “Sean, tesoro, vieni che andiamo.”
Il bambino arrivò dal padre correndo nel modo sghembo e dolce dei bambini e subito si gettò tra le sue braccia che lo lanciarono in aria, facendolo volteggiare.
“Ciao campione.” Lo salutò Deeks scompigliandogli i capelli, poi si avvicinò all’amico e lo abbracciò stretto.
“Fatti sentire qualche volta, Ray.”
“Puoi contarci.”
“Fratelli?”
“Sempre.”




Rieccomi! Questa volta molto prima del previsto, ma ho l'ispirazione e la devo sfruttare. Con questo capitolo si conclude l'arco dedicato a Ray (un personaggio che mi è piaciuto particolarmente) e dal prossimo ci saranno nuovi avvenimenti, magari ci sarà uno scorcio di vita famigliare deliziosamente Densi...non so...vedremo! Intanto, se vi va, ditemi cosa ne pensate di questo! Baci!

 
  
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