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Autore: Sheelen_    15/09/2008    0 recensioni
Premessa: Questa Fiction è nata durante una nottata insomnie a fantasticare sull'esito della saga della Meyer. Pensando e fantasticando ho ideato un mio finale e l'entrata in scena di un nuovo personaggio Violet. Lei sarà la protagonista delle mie vicende. Una nuova Licantropa nel territorio di La Push che avrò molto a che fare con Sam, Jacob e il resto del Clan. Ovviamente lo svolgimento del brano va al di là di ciò che scriverà la Meyer in Breaking Down, è tutto frutto della mia fantasia il seguito.Premetto che questa è la mia prima Fan Fiction: Siate clementi.
Genere: Triste, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Nuovo personaggio, Quileute
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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{SIXTH Chapter} » Swim Of Midnight


Era una serata strana: nel cielo non vi erano tracce di nuvole, né accenni di un lieve venticello. Era tutto dannatamente tranquillo ma nell’aria sentiva una certa pressione invadente.

I ragazzi si stavano divertendo sotto i miei occhi e io non potevo far altro che ammirare la loro spensieratezza: erano consapevoli del fardello che stavano portando; la cosa che mi faceva rabbrividire era pensare che in ogni caso abbracciavano la loro situazione, anzi la nostra, con un gran sorriso, anche divertito azzarderei.

Strofinarsi tra la sabbia fredda mi faceva rilassare: al contrario di molta gente io adoravo toccarla, farla scivolare fra le mie dita e il mio corpo. Ero seduta a pochi metri dalla riva e scrutavo pensierosa le acque scure misteriose, smosse soltanto dai tuffi scomposti di Jared, Paul ed Embry. Il piccolo Seth, che poi così piccolo non era, era ancora indeciso da quale punto gettarsi; alla fine aveva optato per la parte più bassa. Gli unici che avevo perso di vista erano Quil e quel Jacob ma poco importava: stavo troppo comoda lì dov’ero per cercarli.
Questo fu un altro dei miei tanti errori imprudenti.
“Credo che c’è ne farà pentire ma ne vale la pena.”
Furono le ultime parole che sentiì dopo le mie urla disperate implorando di mettermi giù. Qualcuno dei due mi aveva caricato sulla spalla; le mie grida furono soffocate soltanto dal contatto gelido con l’acqua che come uno schiaffo di poco conto mi aveva invasa completamente e il cui dolore era piacevole da provare.
Io e il mio sciocco disinteresse: avrei dovuto capire che stavano tramando qualcosa alle mie spalle e io li avevo lasciato elaborare quell’ idea contorta con tranquillità.
Senti’ di sbieco delle risate soffocate mentre risalivo in superficie. Non avrei mai augurato a nessuno di trovarsi in quella situazione, ad avere a che fare con me. Quil era già sparito codardamente dietro agli altri mentre Jacob se ne stava seduto nel posto che fino a qualche minuto fà mi aveva ospitato. La sua espressione era compiaciuta eppure si tratteneva dal ridermi in faccia giocosamente.
“ E’ appena tornato e già vuol farsi male” disse una voce in sottofondo mentre avanzavo pesante nell’acqua ormai tiepida al contatto con il mio corpo la cui temperatura era abbastanza sopra la norma. La voce un po’ infantile era quella di Seth e aveva pienamente ragione: non tanto per Quil ma per Jacob. Non sapevo come spiegarmi il fatto che ogni sua azione fatta sul mio conto mi dava fastidio, anche un semplice scherzo come quello.
“Non mi sembrava di aver chiesto di fare un bagno” dissi mentre lo raggiungevo.
“ Appunto. “ rispose contenendo a stento la propria goduria alla mia reazione.
Io invece non riuscivo proprio ad arginare quella voglia di rispondergli male.
“Ah,Ah!. Mi spiace Jacob ma ho perso la voglia di ridere per strada” Adesso c’era soltanto la voglia di rompergli la mascella e l’avrei fatto senza alcun intralcio. Era assurdo come anche se ci conoscevamo da poche ore, la voglia di irritarci a vicenda era un pensiero irremovibile.
Il resto fu la conseguenza tragica di ciò che non avrebbe dovuto fare.
Rincorsi Jake per quasi tutta la sponda della piccola spiaggietta della riserva senza mai raggiungerlo, colpa anche del vestito troppo bagnato che mi rallentava ogni movimento. Lo raggiunsi soltanto quando fu lui a fermarsi, ormai stanco della continua corsa; lo raggiunsi in pochi istanti.
“Basta correre come dei bambini” disse imperioso emarginando un’espressione calma.
“Perché ti reputi un uomo?" Ok. Avevo un po’ caricato la battuta in maniera pesante. Lui non rispose ma quel silenzio arrivò come uno schiaffo al volto. Mi accorsi in fretta che dovevo rimediare, per lo meno in parte, a quella battutina di troppo.
“Ehm ….scusami” dissi in un tono vulnerabile che lo stesso Jacob non riuscì a percepire, infatti portò una mano alle orecchie facendo segno di non aver compreso le mie parole. Mi strinsi nelle spalle increspando le labbra.
“Ti ho chiesto scusa e non farmelo ripetere” Replicaì con una certa vena cortese che lui colse in pieno rispondendomi con un sorrisino facile. Dopo qualche secondo Jake parlò di nuovo; sembrava che stesse cercando di controllare il timbro che sentivo più cordiale nei miei confronti.
“Scusami per il tuffo non gradito ma..” Lo frenaì prima che continuasse, avevo già accettato le sue scuse. Per lo meno adesso non avevamo più nulla da perdonarci.
Sorrise questa volta in maniera più sincera e per la prima volta io ammiraì il suo sorriso, uno dei più belli che avessi mai visto; scossì la testa.

“Allora cosa dovevi chiedermi?”
Ero rimasta chiusa nel mio alone silenzioso cercando di capire a quale domanda alludesse. Certo: dovevo domandargli della questione di Sam-Billy. Mi feci più seria di quanti già non fossi.
“Si. Bene. Quando eravamo a casa di Billy.. cioè a casa tua.." Risi. Lui mi guardò torvo perché voleva che continuassi; l’accontentaì.
“Sam si stava intrattenendo in una lunga conversazione con tuo padre e osservando le sue varie espressioni ho captato qualcosa di negativo. Non erano discorsi molto piacevoli e per questo vorrei sapere suppergiù qual’era la questione che stavano affrontando perché ho anche visto che tu stavi seguendo tutta la situazione. Non cercare scuse perché in un modo o nell’altro verrò a sapere la verità.”
La sua espressione si fece più composta; intrecciò le dita delle mani fra loro portandole dietro la nuca. Fece un leggero sospiro per replicare.
“Non ti sfugge nulla,eh?”Rise. “Ottima osservatrice. Si, adesso comincio un po’ a credere all’idea che tu e Sam siate parenti.” Tornò serio, simbolo che la questione d’affrontare era importante.
“Tu lo sai perché io sono andato via?” Chiese Jacob.
Quella domanda mi lasciò perplessa, non era la risposta che mi aspettavo. Mi grattaì il capo e con un mezzo sorriso gli feci capire che non ne sapevo nulla.
“Bene.” Disse per poi voltarsi e incominciare ad incamminarsi verso la boscaglia di fronte a me.
“Se ti interessa saperlo vieni con me”. Tese il braccio verso di me.
“Centra qualcosa con la questione di Sam?” Reclamaì titubante.
Lui annuì. “Sì, è la base di tutto”.
Non riuscì comunque a convincermi ma posaì la mia mano sulla sua morbida e calda come la mia. Chiudendola in una stretta dolce, mi spinse verso la boscaglia.
“Ma cosa…??!?!??” Non riuscì nemmeno a chiedergli che cosa avesse intenzione di fare perché quella situazione mi stava facendo confondere, e se io ero confusa non riuscivo più a trovare le giuste parole per esprimermi.
Per lo meno si degnò di rispondermi.
“E’ una lunga storia, troppo lunga per raccontarla; non preferisci vederla?”.

Lo persi di vista. Il tempo di rigirarmi su me stessa che mi ritrovaì davanti un figura enorme dalle sembianze animalesche: un lupo dal pelo rossiccio che mi stava puntando i suoi occhi marroni addosso.
Avevo capito soltanto adesso che cosa stava aspettando che facessi, in che modo voleva farmi capire tutta la situazione. In effetti era davvero un’ottima idea ma che in realtà mi intimoriva un pò: vagare nei pensieri altrui era sempre un rischio, esplorare emozioni che non erano le tue poteva farti stare male a lungo perché una volta venuta a contatto con esse era come se ti lasciassero un segno permanente. Jake mi avrebbe permesso di entrare nella sua testa e vedere il mondo con i suoi occhi. Annuì davanti alla sua figura e corsì dietro ad un albero: la mia intimità andava comunque rispettata.


Brividi.
Fremiti.
Sensazioni d’assoluto.

Adesso di fronte a Jake vi era un altro lupo con un folto pelo color ruggine: Me
   
 
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