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Autore: lulubellula    20/08/2014    4 recensioni
Post 3x22, Reginacentrico.
"Lei ha riportato indietro la moglie di Robin, ma è stato lui a fare una scelta, lui a correre incontro a sua moglie, senza curarsi del fatto che tu stavi morendo lentamente a pochi passi da lui.
Una morte metaforica, ma non meno dolorosa, non meno devastante.
Stavi vedendo la tua felicità sgretolarsi davanti ai tuoi occhi, di nuovo".
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Regina Mills
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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He was supposed to be my happy ending

 

“Il fatto è che tu mi hai travolta all'improvviso, senza che io potessi fermarti. Ti sei infilato nella mia testa come se ci fosse la porta aperta, come se qualcuno ti avesse detto di entrare. Il fatto è che però nessuno ti aveva invitato, ma tu lo sapevi che dovevi arrivare. E in fondo lo sapevo anch'io”.
(P.s. I love you)
 

Sei rientrata in casa, hai abbandonato le scarpe con il tacco poco oltre l’uscio di casa, lasciando che esse stonassero con il candore e la perfezione degli arredi.
Tuttavia non te ne importava nulla.
Dopotutto che cosa che ne saresti fatta di un’abitazione perfetta e immacolata quando al contrario la tua vita era un totale disastro?
Uno specchio all’ingresso ad immortalarti, il tuo volto riflesso all’interno, due occhiaie profonde e scure, il trucco sbavato, gocce di lacrime nerastre a rigarti gli occhi e a scendere lungo le tue guance marmoree.
I collant smagliati, un filo sottilissimo che si è lacerato e ha rovinato tutto, li osservi e li togli di mezzo, non prima di averli strappati ancora di più, infilando le tue unghie perfette nella carne, come a far sì che il dolore fisico, seppur lieve, per un momento potesse far diminuire quello che avevi, opprimente, nel cuore.
Li getti senza pietà nel cestino, o forse era il portaombrelli?
Non ti interessa.
Li hai gettati con forza, come se fossero stati loro a farti del male, ma non è così.
Robin, è stato lui a farti del male.
Con quello sguardo e quel nome pronunciato a voce alta, voce strozzata.
"Marian".
Lui ti ha fatto male, qualcuno di cui fidavi, ancora una volta ti ha ferita, qualcuno a cui avevi confessato eventi di vita passata che avevi lasciato a prendere polvere per anni in un angolo dimenticato del tuo cuore, non più così nero, non più così malvagio.
Non è colpa sua, pensi.
“Maledetta Swan!” dici a denti stretti.
In fondo non la biasimi, non riesci a dare tutta la colpa a lei.
Lei ha riportato indietro la moglie di Robin, ma è stato lui a fare una scelta, lui a correre incontro a sua moglie, senza curarsi del fatto che tu stavi morendo lentamente a pochi passi da lui.
Una morte metaforica, ma non meno dolorosa, non meno devastante.
Stavi vedendo la tua felicità sgretolarsi davanti ai tuoi occhi, di nuovo.
Hai fissato più e più volte la scena nella tua mente, prima alla tavola calda, poi solamente nella tua testa.
L’hai ripercorsa in un modo quasi ossessivo, disperato, un modo che ti lacera il cuore in tanti piccoli pezzi.
Questo sarebbe dovuto essere il tuo lieto fine, lui, l’uomo che non aveva esitato nemmeno istante a correre a riabbracciare sua moglie Marian, lui che aveva stretto a sé il frutto del loro amore, il piccolo Roland.
Sarebbe dovuto essere il tuo lieto fine, il tuo migliore amico, il tuo amante, la tua anima gemella e forse un giorno anche il padre dei tuoi figli, di tua figlia.
Non c’è l’hai fatta a restare oltre in quel luogo, l’aria era divenuta irrespirabile, sei corsa fuori, faceva buio e faceva freddo.
Ti sei persa in un groviglio di strade, finché, con gli occhi annebbiati per la rabbia, il dolore e le lacrime, ti sei ritrovata a casa tua.
Quel maniero così grande e così vuoto che, in fondo, altro non era che una schifosissima gabbia dorata.

 

   
 
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