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Autore: Defiance    24/08/2014    4 recensioni
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Emma e Hook trascorrono la notte insieme, ma qualcosa farà nuovamente scappare la donna, la quale tornerà a New York.
Cosa farà Killian? Cos'ha fatto fuggire Emma?
Leggete per scoprirlo!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: i personaggi e OUAT non mi appartengono. La storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.





 
 
Stop Running
Away











Emma prese due bicchieri e li posò sul tavolo, per poi allontanarsi e tornare con una bottiglia di amaro.
Hook la osservava in silenzio, spoltronito su una sedia, studiando ogni suo movimento.
Henry era rimasto a dormire da Regina, perchè sosteneva che lei avesse bisogno della sua compagnia dopo... beh, dopo quello che sua madre aveva combinato.
"Lo sai che ora non hai bisogno di farmi ubriacare per sedurmi, vero?" la provocò il pirata, esibendo uno dei suoi sorrisetti maliziosi in grado di disarmare un intero esercito di amazzoni. 
"Forse ne hai bisogno tu" accolse la sfida lei, scolandosi il liquido ambrato in un sorso.
Killian fece altrettando, poi si alzò e le si avvicinò.
"Io scommetto di no" asserì convinto, assumendo tuttavia un'espressione seria, la mano che le sfiorava dolcemente il braccio.
Emma fece per ribattere ma non ne ebbe il tempo, perchè il contatto delle labbra dell'uomo con l'incavo del suo collo le mozzò il fiato; chiuse gli occhi e si lasciò scuotere dai continui brividi che i baci del pirata le provocavano.
Era con la schiena contro il muro e cercava di aggrapparsi disperatamente alle spalle del capitano, onde evitare di cadere.
Hook sorrise.
"Dicevi?" mormorò contro la sua pelle e lei inspirò profondamente, poi lo spinse via, ribaltando le situazioni.
Lo squadrò con gli occhi socchiusi, poi si avventò sulle sue labbra e iniziò a spogliarlo dei suoi abiti.
Si baciavano ardentemente, con passione, seminando i loro indumenti nel tragitto che divideva la cucina dalla camera di lei.
Quando caddero sul letto erano già seminudi; Killian si fermò e la guardò negli occhi per diversi istanti, voleva imprimere ogni dettaglio di lei nella sua mente. E voleva che lei fosse sicura di ciò che stava accadendo.
Lentamente, ricominciò a baciarla, sfiorando ogni centimetro del suo corpo con l'unica mano su cui poteva fare affidamento... mai aveva desiderato di averle entrambe come in quel momento. 
Aveva sostituito l'uncino con la mano finta poco prima di avvicinarsi a lei, non voleva rischiare di ferirla per sbaglio, non era sicuro di riuscire a mantenere il controllo, non con Emma.
Non era abituato ad avere quel genere di dominio con la biondina, ad essere lui a condurre il gioco... di solito riusciva sempre a spuntarla, a capovolgere tutto e a prendere le redini della situazione.
Ma quella volta non lo fece.
Lasciò che Hook la travolgesse e vi si abbandonò completamente, in quella che si rivelò essere l'unica volta in tutta la sua vita in cui si era concessa ad un uomo e questo non l'aveva trattata come una sgualdrina.
Persino Neal non era mai stato così dolce e attento quando avevano fatto l'amore. 
E di certo, quando era riuscita ad accettare i suoi sentimenti per lui, non aveva immaginato che un pirata fosse capace di amare in quel modo; credeva che non avrebbe mai incontrato qualcuno che l'avesse toccata e accarezzata come se fosse fatta di un metallo prezioso, specie considerando il genere di uomini da cui era attratta... ma Killian l'aveva sorpresa, di nuovo.
Non si era mai sentita così parte di qualcuno prima.


La sveglia suonò alle sei del mattino, un irritante promemoria dell'ufficio che attendeva solo lei per gli ultimi controlli dopo la disfatta di Zelena.
Killian dormiva tranquillo accanto a lei, come se quel suono non si fosse mai insinuato nel suo sonno.
Emma sorrise; si sporse verso di lui, per svegliarlo con un bacio, ma il ciondolo della collana di Neal, quella che non toglieva mai, ricadde sull'avambraccio del pirata, mettendo in evidenza il tatuaggio su cui era inciso indelebile il nome di Milah.
E poco contava quanto tempo fosse passato, vederlo fu come ricevere una coltellata nello stomaco; le fece ricordare che, in ogni modo, erano entrambi la seconda scelta dell'altro e il Vero Amore non poteva di certo essere quello. 
Lei non sarebbe mai stata importante come Milah. 
Aveva tentato di non pensarci, ci aveva provato davvero, ma quella consapevolezza che si stava facendo rapidamente strada dentro di lei, la stava soffocando.
Chiuse gli occhi e lasciò che una lacrima silenziosa rigasse la sua guancia.
Lo guardò un'ultima volta, poi si rivestì e afferrò la sua valigia, già pronta visto che prima del suo viaggio nel tempo aveva deciso di non restare a Storybrooke; raggiunse il suo maggiolino giallo e si diresse immediatamente verso New York.
Aveva bisogno di schiarirsi le idee.


Quando Hook riaprì gli occhi, tese il braccio presso l'altro lato del letto, nel tentativo di accarezzare la donna che amava... ma tutto ciò che toccò fu il freddo lenzuolo stropicciato dalla notte.
Gli sembrò di precipitare nel vuoto e di non avere nulla cui aggrapparsi per salvarsi.
"Swan" mormorò, non con rabbia nè rancore, ma con un misto di delusione e dolore.
Sembrava proprio il rantolo di un cucciolo ferito.
Controllò ogni armadio, ogni cassetto della casa, ma vi trovò solo gli oggetti di Henry, qualsiasi traccia di Emma pareva essere sparita.
"Perchè?" ringhiò, tirando un pugno contro il muro e maledicendosi subito dopo: voleva perdere anche l'altra mano per caso?
Non riusciva a capire dove avesse sbagliato.
Possibile che preferisse scappare alla felicità? 
Ad ogni modo, gli doveva una spiegazione, così decise che andare a parlare con David fosse la cosa migliore da fare: certamente, lui sapeva dove poteva trovarla.


"Emma è andata via?" domandò sorpresa e rammaricata Mary Margaret, cullando tra le braccia il piccolo Neal e tirando su col naso per ricacciare indietro le lacrime.
David afferrò Hook per il colletto e lo sbattè contro la parete.
"Che accidenti le hai fatto, pirata?"
"Se per te amare una persona è un reato, principe, allora sono colpevole. Perchè questo è l'unico crimine di cui mi sono macchiato" ribattè lui, e l'uomo lasciò immediatamente la presa.
"Lascialo stare, David. è più confuso di noi, non lo vedi?"
Da quando Mary Margaret prendeva le sue difese? Aveva accettato i sentimenti che provava per la figlia o si era semplicemente arresa davanti al fatto che il suo Vero Amore fosse un pirata?
Un amore che non avrebbe mai avuto un futuro, se Emma non avesse smesso di correre via da lui.
"Di sicuro è tornata a New York" asserì una vocina alle loro spalle.
"Henry!" esclamò sorpreso suo nonno, "ti ha lasciato qui?"
"Non mi ha neanche salutato" aggiunse, "per questo credo che tornerà"
Hook ne era certo, sarebbe tornata per figlio, ma non era sicuro che lo avrebbe fatto per lui.
"Sai che dovresti andare a cercarla, vero? Tu non sei sotto l'effetto del sortilegio, puoi uscire da qui" disse il ragazzino.
"E se non riuscissi a trovarla?"
Henry sorrise.
"è figlia loro" gli fece notare, "vuole essere trovata"


New York lo aveva affascinato già dalla prima volta in cui ci era stato, ma non aveva mai avuto la possibilità di visitarla. 
E a lui piaceva esplorare le terre che raggiungeva, ma Emma veniva sempre al primo posto... magari, un giorno, sarebbe stata lei la sua guida, proprio come lui aveva fatto a Neverland.
L'aveva cercata per ore, ma sembrava svanita nel nulla; non era neanche nel suo appartamento, nè in quello di Neal.
Alla fine, si arrese e scelse un locale poco raccomandabile per farsi un goccetto prima di ritornarsene a Storybrooke.
Una donna se ne stava seduta lì, col capo appoggiato sulla mano destra e il gomito sopra il bancone.
"Rum" ordinò al barista e vide la figura a pochi centimetri da lui irrigidirsi non appena aprì bocca.
Istintivamente, la bionda si voltò verso di lui.
"Swan!"esclamò con l'aria di chi aveva cercato qualcuno a lungo e avesse perso le speranze di ritrovarlo.
"Hook" lo salutò lei, rassegnata, facendo cenno al barman di portarle un altro cocktail.
Killian scosse la testa.
"Ehi, ehi, vacci piano" la rimproverò impedendole di bere ulteriormente, "sei mezza sbronza"
"Che c'è? Credi che voi pirati abbiate il monopolio sull'alcol?"
Il tizio che preparava i cocktail corrugò la fronte.
"Hai visto? è ubriaca, non preparare l'altro" gli disse lui, fingendo che la battuta sui pirati fosse frutto dell'ubriachezza della donna.
"Non sono ubriaca e voglio il mio..."
"Tu" tuonò una profonda voce alle loro spalle ed Emma si interruppe.
"Oh merda"
Si voltò rapidamente, poi afferrò Killian per il braccio e lo trascinò via urlando di correre.
"Swan, che accidenti..."
"Sta' zitto e corri" sbottò lei, trafficando con le mani nella borsetta.
Ne tirò fuori degli strani aggeggi che Hook non riconobbe a causa del buio.
La donna si avvicnò a un'auto e iniziò ad armeggiare con lo sportello, che finalmente si aprì.
"Sbaglio o quelle non sono chiavi?"
"Una specie" replicò lei, mettendo in moto e partendo come un razzo.
Doveva mettere una certa distanza tra loro e quell'uomo.
"Stai rubando un auto?" 
"Ti prego, non dirmi che un furtarello ora è un problema per il pirata più temibile di tutti i mari" lo prese in giro, svoltando con un po' troppa energia ad una curva e facendolo sbattere contro il finestrino.
Si allacciò la cintura.
"Potevamo batterlo anche ad occhi chiusi"
"Sì, ma così è più divertente" asserì la bionda, esibendo un sorrisetto soddisfatto.
"Ti presento la Emma del passato"
Quando le aveva detto di sapere che in lei c'era un po' del pirata, non immaginava che ci fosse così tanto.
"Chi era quell'uomo?" cominciò ad indagare Hook, ma rimase zitta finchè non ripetè la domanda una seconda volta.
"Lavoro" rispose evasiva a quel punto, abbandonando l'auto in un vicolo e dirigendosi con nonchalance verso il suo appartamento.
"Lavoro?"
"Ero una cacciatrice di taglie prima di arrivare a Storybrooke. Trovavo le persone" spiegò la donna, "lui è un tizio che ho costretto a prendersi le sue responsabilità, una volta"
Hook metabolizzò le informazioni, che erano troppe in un colpo solo e la seguì in casa.
"Quindi" riassunse dopo un po', "hai passato la vita a cercare persone e ora intendi finire scappando da loro?" 
Era una frecciatina, un doppio senso, che la colpì in pieno.
"Sarei tornata"
"Emma" sussurò l'uomo con aria stanca, "Come pensi che mi sia sentito quando mi sono svegliato e non ti ho trovata al mio fianco? Mi sono scervellato per cercare di capire dove potessi aver sbagliato perchè... perchè onestamente non me lo aspettavo proprio" confessò poi e lo sguardo che le rivolse fu tremendamente doloroso, tant'è che, per la prima volta, non riuscì a reggerlo.
Chiuse gli occhi, sospirò e si lasciò cadere pesantemente sul divano, dove rimase in silenzio per diversi minuti, con le mani sul volto.
Non poteva dirgli cosa l'avesse fatta fuggire. Era una motivazione egoista e lo sapeva, perchè anche lei aveva amato prima di incontrarlo.
C'era stato Neal, il suo grande amore, con il quale avrebbe sempre avuto un legame più profondo di un tatuaggio: un figlio; c'era stata la cotticella per Graham, che probabilmente si sarebbe evoluta se non fosse morto; per non parlare poi del fatto che stesse pensando di sposare il mago di Oz, alias scimmia volante al servizio di Zelina, la lucer... strega verde.
E glielo aveva pure sbattuto in faccia. Insieme all'indissolubilità del sentimento che provava per Neal e che ora le sembrava solo un sogno remoto.
Era abituata al concetto di amore degli umani, da quando desiderava una storia come quella dei suoi genitori?
Era Emma Swan, la ragazzina che aveva sperato fino alla fine di essere accolta e di trovare una famiglia, quella che per amore aveva trascorso undici mesi in prigione. 
Aveva rubato, non sempre per necessità come sua madre, tal volta anche per puro divertimento; si era data all'alcol e a tipi sbronzi incontrati per caso in qualche pub di pessima nomina... e non era mai stata molto brava a prendersi le proprie responsabilità.
Una persona che scappava dai sentimenti non meritava di trovare il Vero Amore. Lei non era come sua madre e suo padre, non era pura come loro.
Non che Hook lo fosse, comunque.
"Non avrei mai abbandonato la mia nave per lei" mormorò all'improvviso lui, sedendole accanto. 
Emma si irrigidì. 
"Io non..."
"Sei un libro aperto per me, ricordi?" disse Killian, abbozzando un sorriso e facendole l'occhiolino.
"è una cosa stupida" si arrese alla fine lei, "essere gelosi del passato di qualcuno"
Se ne rendeva conto, anche se non poteva farne a meno.
"Eppure lo siamo tutti. Anche io" ammise l'uomo, soffermandosi per un momento con lo sguardo sulla catenina che aveva appesa al collo, "Ma ascoltami. So che hai sempre paura di non essere abbastanza, ma non credi che tra noi quel timore spetti a me?"
La donna scoppiò a ridere.
"E perchè? Perchè sei un pirata?" 
La guardava confuso e un po' ferito: 'sei un pirata', eppure aveva rinunciato a quella parte di sè per lei. 
"Credi che sia molto diversa da te? Che il mio passato sia molto differente dal tuo? Non sono una principessa, Killian. E non sono sicura che mi piacerebbe esserlo" 
"è proprio questo il punto, Emma. Non mi importa che tu sia una principessa o qualcos'altro, mi importa che tu sia Emma. Che tu la smetta di scappare da me, perchè ti amo e onestamente credo di non avere più mezzi a disposizione per fartelo capire" 
La bionda lo guardò per la prima volta da quando erano entrati in casa.
Aveva i capelli scompigliati e gli occhi stanchi, sembrava disarmato e disperato.
E aveva tutte le ragioni per esserlo; anzi, avrebbe dovuto essere arrabbiato, dato che lei continuava a dimenticare tutto ciò che lui aveva fatto per amor suo.
"Perdonami" mormorò, "avere qualcuno a cui importi di me accanto, è un concetto che mi è nuovo. Non so come gestirlo, come comportarmi"
Killian sorrise, ma senza alcuna malizia... solo con affetto.
"Allora impareremo insieme, Emma. Ma basta scappare, ti prego" 
La donna annuì e sospirò; si strinse a lui, posando il capo sul suo petto e chiuse gli occhi.
Le sue braccia avevano un non so chè di confortevole.
Alzò il viso e lo avvicinò lentamente a quello del pirata, azzerando poi le distanze tra loro e suggellando quella promessa con un bacio.
Per Emma Swan era arrivato il momento di restare.
E di amare davvero.











Angolo Dell'Autrice
Sì, sono ancora qui... 
a scrivere su Hook ed Emma,
ovviamente. 
Non vi annoierò con le mie parole, 
mi auguro soltanto che la storia vi sia piaciuta!
Se vi va fatemi sapere cosa ne pensate, una
recensione mi renderebbe molto contenta!

Alla prossima,

Bell :)


 


  
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