Film > Batman
Ricorda la storia  |      
Autore: Nocturnia    24/08/2014    8 recensioni
"Un po' ci sperava, vero?"
Annuisce Selina e fissa una tomba che ha raccolto tutte le sue speranze - ora solo terra marcia e debiti mai pagati.

[Quinta classificata al contest "Reverse!Canon" indetto da Setsy sul forum di EFP]
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alfred Pennyworth, Batman aka Bruce Wayne, Catwoman aka Selina Kyle, James Gordon, John Blake aka Robin John Blake
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Senza riscatto
Disclaimer: Selina Kyle, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.

"La speranza, al contrario di quanto si crede, equivale alla rassegnazione.

E vivere non è rassegnarsi."
- Albert Camus -



Senza riscatto


#1

"Un po' ci sperava, vero?"
Annuisce Selina e fissa una tomba che ha raccolto tutte le sue speranze - ora solo terra marcia e debiti mai pagati.
"Anche io lo credevo impossibile." mormora Gordon "Anche io pensavo che Batman fosse..."
"Bruce." lo interrompe lei, fredda come il respiro di Gotham "Bruce era il suo nome. Ed è morto perché era solo un uomo. Come me. Come lei."
Gordon china il capo e tace.

#2

Lucius le regala una stretta di mano comprensiva e morbida, facendola sentire ancora più fuori luogo.
"Signorina Kyle."
Selina non distoglie lo sguardo dall'orizzonte, catturando le luci di Gotham e tutte quelle patetiche vite che avevano distrutto la sua.
"Voleva che le avesse lei."
Non cambia posizione la gatta e continua a dargli la schiena, le braccia strette al petto e una furia trattenuta negli occhi.
"Selina. La prego. È stato il suo ultimo pensiero."
Attorno al suo collo - nel suo cuore - quel filo di perle pesa più di una catena.

#3

Selina è una macchina da guerra e John non riesce a trattenerla quando incrina quattro costole al criminale e gli spacca tutte e due le gambe.
Lo fa in silenzio, le labbra stirate in un sorriso crudele e il pugno che colpisce e colpisce e...
"Selina."
Blake le ferma il polso, facendola sbattere contro la parete opposta del vicolo.
"Non devi ucciderlo. Lui non l'avrebbe voluto."
Quando l'alba strapperà Gotham dalla sua oscena veglia, John Blake ricorderà ancora gli occhi assolutamente vuoti di Selina.

#4

All'inizio c'era stato il dolore, un pugno che le aveva stretto il cuore fino a farlo sanguinare e gemere.
Aveva sentito un plotch ributtante nel proprio petto e si era ritrovata a fissare lo specchio con l'occhio vacuo dei folli - o degli innamorati.
Era tornata alla baia ogni giorno da allora e ancora si illudeva di poter scorgere qualcosa, anche solo uno scampolo di nero - anche solo un corpo da abbracciare e sul quale piangere.
Si era poi alzata una mattina con un urlo rattrappito giù per la gola e la rabbia aveva sostituito la sofferenza, regalandole una paralisi emotiva e un vuoto annichilente nella mente - click: abbiamo spento l'interruttore.
Colpisci le gridava la coscienza Colpisci uccidi smembra vendica.
Selina guarda se stessa e vede solo un mostro che brucia.

#5

Selina prova a ricordare com'era prima, quando correva sui tetti e usava l'ironia come arma e scudo.
Scivola al fianco di Blake e vorrebbe strappargli la maschera dal volto, urlandogli che no, lui non è il protettore di Gotham e mai lo sarà - perché Bruce era unico; come me.
"Sei pronta?" le chiede John, sfiorandole la spalla ed estraendo il rampino.
Annuisce Selina, spostando il peso sul piede sinistro e preparandosi allo scatto.
"Sarebbe orgoglioso di te. Ha sempre saputo che c'era qualcosa di più sotto quelle orecchie a punta e quel sorriso beffardo."
Selina azzera i pensieri e nasconde le lacrime dietro le lenti del visore notturno.

#6

"Sei diventata una di loro, alla fine." le sorride Jen, indicando con il pollice alle sue spalle "Pipistrelli e gatti. Che strano connubio."
Selina alza un sopracciglio, fissando la tazza di caffè con maggiore intensità e piegando le labbra in una strana smorfia.
"Com'è lavorare con Batman?" le chiede poi Jen, addentando una ciambella "Deve essere una figata."
Selina si scopre incapace di rispondere.

#7

È passato un anno e nulla è cambiato.
Gotham si è rialzata, splendida e decadente come una puttana un po' sgualcita, ma ancora capace d'illuderti e farti innamorare.
Gotham si è rialzata e ha offerto nuovi motivi a Gordon per tornare a fumare, qualche cicatrice in più a Blake e la spinta definitiva a Fox per finire quei prototipi sui quali stava lavorando.
Selina accarezza la notte e scruta l'orizzonte, una massa nerastra e priva di stelle, cercando di capire se stessa - quello che aveva fatto, il perché l'aveva fatto.
Perché sei migliore di così le avrebbe detto Bruce, ma al ricordo non poteva chiedere null'altro che polvere e briciole.
Perché glielo dovevi  replica allora la coscienza, ma i gatti non hanno obblighi, se non quelli del proprio cuore.
Perché non vuoi lasciarlo andare mormora la pioggia - Gotham - e questa volta sa che è la risposta giusta.

#8

"Viene qui ogni anno?"
"Sì. È sempre stato il mio posto preferito."
"Sarebbe piaciuto anche a Bruce."
"Non ne dubito, signorina Kyle."
Selina ascolta il quieto rumoreggiare dell'Arno, cercando le dita di Alfred e stringendogliele.
"Io... io non volevo che..."
"Lo so, signorina Kyle. Lo so."
Selina piange per tutto il futuro che non potrà più avere.

#9

"Tu non sei Batman."
John contrae la mandibola, divaricando le gambe e rafforzando la posizione.
"Cosa te lo fa pensare?"
Il Joker sorride - apre la bocca e mostra i denti, arricciando le labbra in un morso asimmetrico e sgradevole - e indica Selina.
"Ce l'hanno portato via, eh gattina?"
Tace Selina, fissandolo senza paura.
"Conosco quello sguardo." continua il clown "È uguale al suo. Ma lui... oh, lui no." e ride, danzando in punta di piedi e di lama "Lui è solo una ragazzino, glielo leggo negli occhi. Un piccolo e sperduto rimasuglio di Gotham, ancora attaccato al seno della mamma. Dimmi un po', uccellino..." l'acciaio riflette solo biacca e sangue - follia e veleno "è stato bello il funerale di papino?"
Selina colpisce per prima.

#10

Cos'è che davvero spaventa della morte?
Il dolore? La velocità? La crudeltà con la quale vieni strappato da ogni prospettiva possibile? L'improvvisa consapevolezza d'essere niente, solo un grumo di carne in preda ai capricci del destino?
Selina se lo è chiesto innumerevoli volte negli ultimi mesi, soprattutto quando ha dovuto trasportare un Blake ferito e incosciente fino alla grotta - da sola.
Lo osserva riposare e si porta le mani al volto, lasciandosi sfuggire un sospiro spezzato - esausto.
Gli sta strappando la giovinezza Gotham e nuove rughe gli solcano gli angoli della bocca, occhi che inseguono un incubo spietato e mutevole.
"Grazie." le mormora debolmente, voltandosi poi nella sua direzione "Mi hai salvato la vita."
Selina vorrebbe tanto averlo fatto anche con Bruce.

#11

"Sei dimagrita."
Selina alza lo sguardo dal computer e lo posa su quello di John.
"Sarà lo stress."
"Ti ricordavo più divertente."
"E io meno invadente."
"Sono passati due anni, Selina. Due anni sono tanti per dimenticare."
"E tu?" gli domanda irritata "Hai già dimenticato Bane e tutto il resto?"
"No. Ma non lascio che questo mi consumi."
"Non c'è niente qui che non mi sia già stato portato via." replica la gatta "Solo carne e sangue."
"Lui... "
"Lui è morto!" grida Selina "E usare il suo fantasma per farmi ragionare non funzionerà più, John."
"Eppure tu ne sei prigioniera."
"Lo ero già prima che Gotham me lo portasse via. Che loro..." e indica lo schermo davanti a lei nel dire questo, cittadini e ombre "ne chiedessero l'anima."
Blake fissa la maschera del pipistrello in silenzio.

#12

È troppo cupa. è stata la prima cosa che ha pensato quando ha visto la statua in suo onore, un riflesso pallido e sbiadito sul fondo della sala del municipio.
Trattiene le mani in tasca Selina, perché se non lo facesse la distruggerebbe, spargendone i pezzi per Gotham e bagnando l'acciaio con la sua memoria - perché il sangue è già stato versato e bevuto fino all'ultima goccia.
"Ha salvato la città."
Selina rimane immobile, regalando un'occhiata in tralice al ragazzino al suo fianco.
"È un eroe. Ed è tornato."
"Così ti hanno raccontato."
"Io l'ho visto. Giù nell'East End, con la gatta."
"Leggende metropolitane."
"Io l'ho visto." insiste il ragazzo, fissandola con tutta la sua arroganza di adolescente e sopravvissuto "Lui è vivo."
Selina ride senza alcuna allegria.

#13

Molti hanno pianto la morte di Batman, quasi nessuno quella di Bruce Wayne.
Selina osserva Jen salutarla dal terminal dell'aeroporto, un biglietto di sola andata tra le dita e sulle labbra un nuovo nome.
Alza la mano e le sorride, concedendosi un momento solo per loro, quasi certamente l'ultimo.

"Berlino, eh?"
"Non ho mai visto la Germania. Non ho mai visto niente, a essere sincera."
"Credo sia giunto il momento di rimediare."

Jen si perde tra la folla e Selina scuote la mano ancora per un po', perché non è mai stata brava a dire addio - nemmeno a lui.

"Bruce Wayne è morto? Di nuovo? Vedrai che tra qualche anno salterà fuori e tornerà a tediarci con le sue patetiche barzellette e la sua boria."

Si amplia il sorriso di Selina e sfigura un viso già magro e pallido - pelle tesa sugli zigomi e occhi scavati.

"Batman è un eroe ed è a lui che dobbiamo la vita, tutti quanti. Senza di lui oggi Gotham non sarebbe qui. Signori, un applauso per questo silenzioso guardiano che ha vegliato sulla nostra città da quando ne abbiamo memoria. Che sia da esempio per le generazioni presenti e future."

John le ha detto di andare avanti, di guardare a un futuro per il quale Bruce si era sacrificato senza dubbi e senza rimorsi.
John le ha anche detto che il suo supporto alla causa è importante e che è felice di averla con lui, sebbene i rapporti non siano stati sempre facili.

"Vieni via con me. Hai già dato tutto a questa città, tutto."
"Non tutto. Non ancora."

Ma John non era lì.
John non l'aveva visto spezzarsi, cadere tra le braccia di Bane come una bambola disarticolata e ridicolmente leggera.
John non aveva annusato la paura sulla sua pelle, saggiando  in punta di lingua il rimpianto d'una vita mai vissuta appieno.
John non aveva visto la rassegnazione incupire il suo sguardo, non aveva sentito le sue dita scivolare via dalle proprie, non aveva pianto fino a diventare un deserto sterile e asciutto d'ogni speranza.
John non l'aveva amato.

"Eppure anche tu sei tornata. E sei rimasta."
"Si vede proprio che siamo due idioti."

Nessuno vuole ricordare Bruce Wayne, tutti consacrano Batman al mito e alla leggenda.
Selina piange due uomini che ha amato con la stessa forza dei disperati.

#14

È facile smettere di sperare.

Hai voluto qualcuno che ti facesse ridere e hai partorito un clown crudele e spietato.  

È facile ammutolire il proprio cuore, spegnerlo e lasciarlo morire - braci che diventeranno cenere e infine polvere.

Hai cercato la giustizia e Harvey Dent ti ha teso la mano, una libra sbagliata e spezzata.

È come chiudere una porta, far girare il meccanismo della serratura e cominciare a camminare - un grumo al centro del petto e nessuna parola da regalare al cielo.

Hai bramato l'innocenza e Rachel ti ha sorriso, una bocca che ha poi conosciuto solo la paura e il fuoco.

Ti spegni.
Non c'è altro modo di spiegarlo, nessuna retorica da romanzo, nessuna allegoria raffinata e poetica.

Volevi un esercito e una regina che lo comandasse, perché la noia di una vita tranquilla ti stava uccidendo, e Talia e Bane sono stati il tuo desiderio segreto e perverso.

Ti spegni e nulla importa più, perché chi vive nel ricordo è già solo una labile impronta - un alone sbiadito dietro un quadro rubato.
Ti spegni e tutto diventa una nebbia nella quale mangi vivi combatti muori.
Ti spegni e....

Ti incuriosiva la paura e Crane si era staccato dal suo trespolo marcio e putrescente, raccontandoti fiabe grondanti sangue e veleno - incubi di cui non eri mai sazia.

La verità è che vivere è faticoso.
Ti spingono verso il basso e aspettano il punto di rottura, facendoti ingoiare a forza speranze e illusioni - tutte l'anticamera del dolore.
Ti convincono che un cuore senza nulla in cui credere è vuoto - morto - e che allora cos'è la vita, se non struggimento e passione?

Silenzio. Pace.  Tranquillità. Bianco. Nero.

"Da quant'è che non dormi decentemente?"
"Il sonno è l'ultima cosa di cui m'importa."
"Vorrei tanto darti un pugno quando fai così. Quando mi rispondi con queste stronzate che solo a Bruce sarebbero andare in verso. Vi meritavate proprio."

E quando è nato lui cosa volevi?
Cosa, se non prendermi in giro per l'ennesima volta?
Un compagno? Un amante? Un protettore? Un figlio?

"Non ti ho fatto io domande scomode, uccellino."
"Selina."
"Devi ancora lavorare sullo sguardo se vuoi intimorire qualcuno. Quell'occhiata da cucciolo non fa paura a nessuno."

Fa male, vero?
Fa male ora che è un uccellino a perdersi tra le tue ossessioni e non lui, l'uomo che hai forgiato quando eri ancora qualcosa - non solo acciaio temperato e vapori tossici.

"Sei proprio insopportabile."
"Non è il mio lavoro essere simpatica."
"Ti ucciderai."
"I gatti hanno nove vite, non lo sapevi?"
"E quante ne hai lasciate a Gotham quel giorno?"

Hai voluto tutto e l'hai avuto.
Dimmi adesso, madre, cosa mai resta per me?
Cosa, se non rimpianti e ombre - luci che hai avuto la crudeltà di farmi intravedere e poi togliermi come candele morenti?
Cosa, se non il sapore amaro di una vedovanza precoce e un amore mai vissuto?

"John..."
"Non mi chiami mai per nome."
"È una cattiva abitudine che non voglio prendere. Questa, tuttavia, è un'occasione speciale."
"È un addio?"
"Non lo so."

L'incoscienza del cuore è così morbida che è quasi come annegare.
Mi chiedo se anche lui ha provato questo prima di morire, un fitta in gola e poi il nulla, un galleggiare quieto e inerte - rassegnato.

Selina alza lo sguardo e cerca quello di Blake, ma prova solo una devastante sensazione di...

Silenzio.

#15

Sono sul tetto del commissariato e John sta ridendo con Gordon, mentre Fox gli illustra le nuove armi non letali che la WayneTech donerà alla polizia il prossimo autunno.  
Selina li osserva con attenzione, trovandosi a sorridere quando Blake ricorda il modo assurdo con il quale avevano catturato il Cappellaio Matto, un piccolo maniaco di Carroll e Alice nel Paese delle Meraviglie.
È quasi l'alba e un vento tiepido le sfiora il volto, trasportando con sé l'odore delle strade di Gotham, sudore e polvere.
Gordon si accende l'ennesima sigaretta della giornata e dà una pacca sulle spalle di John - è il suo ragazzo, in fondo - orgoglioso di questi tre anni passati assieme a combattere il crimine.
È stanca Selina, e si appoggia contro il muro del palazzo, togliendosi i guanti e la maschera.
Il sole sta già bagnando l'orizzonte e pensa che dormire non le farebbe poi così male, che tre notti consecutive di ronda per rintracciare Crane sono state abbastanza e che...

Bruce?

#16

John era stato il primo a capirlo.
Aveva sentito il suo ultimo respiro con la stessa chiarezza con cui ora ascoltava le sirene dell'ambulanza in arrivo, ringhiando poi un insulto a Gordon quando gli aveva detto di andarsene.
"Non puoi farti trovare con la tuta addosso." lo calma Fox "Ce ne occupiamo noi, tu vai: Batman non può essere scoperto."
Blake le stringe il polso in una morsa implorante, sfiorandole la fronte con la punta delle dita e soffocando un singhiozzo.
"Selina... lui non l'avrebbe mai voluto. Io non posso permettertelo. Selina: resta."
Il sole pare quasi irridere le sue parole.

#17

Ha un bel viso, Selina.
Gordon si ritrova a fissarne il profilo da una foto che la ritrae nel cortile del Manor, il braccio di Alfred che si intravede a malapena sulla sinistra, dove hanno dovuto tagliare l'immagine per adattarla alla cornice della lapide.

"Non ha qualche parente sparso per lo Stato?"
"No." aveva mormorato Fox "Era un'orfana dell'East End."
"Proprio nessuno?"

Non ha mai usato il Clean Slate - a che scopo? aveva risposto a Gordon La mia casa è Gotham, ora - e il suo nome attraversa il marmo come una crepa ingorda e mortale - l'ennesima aperta da quella città di fantasmi e mostri.

"Una ferita da taglio al fegato."
"Sì."
"E non me ne sono accorto."
"Era difficile, John. La tuta copriva bene l'emorragia ed è stata una cosa lenta, graduale. Non ha sofferto, se può interessarti."
"Però lo sapeva."
"Come?" ribatte Gordon, leggermente stordito dagli ultimi eventi.
"Lei lo sapeva e non ha detto niente. Sapeva che il colpo poteva esserle fatale e ha preferito tacere, piuttosto che chiedermi aiuto."
"John..."
"NO." bercia verso il commissario "No." mormora poi "Lei sapeva. L'ha sempre saputo. Sono stato solo uno stupido a non capirlo prima."
Jim storna lo sguardo e Bruce gli sorride dall'ombra dei ricordi.

"Dici che è felice adesso?"
"Non credo nell'aldilà, se è questo che mi stai chiedendo."
"Non era quella la domanda."
Gli occhi di John rispondono per lui.

#18

John ha finalmente capito l'essenza del pipistrello, quel nucleo pulsante che gli permetteva d'essere uomo e simbolo.
Sono passati cinque anni e Gotham continua a vomitare arlecchini folli e femmine velenose, ma Blake non cede, perché non è per quello che l'ha scelto Bruce.
Lo ha maledetto, Wayne.
Lo ha maledetto con una condanna a vita di rimorsi e perdite, lutti che lo spezzeranno e vittorie che saranno solo sconfitte rimandate.
Eppure non si arrende Blake, perché nei gesti di Bruce c'era anche la speranza.
C'era un sogno che chiamava giustizia e un'ossessione che apparteneva solo a lui e ai suoi ricordi.
C'erano tante cose ed è per ognuna di loro che John si alza ogni notte e inizia la sua lunga ronda, sanguinando e lasciando che Gotham gli strappi ogni illusione rimasta.
E allora alzati John, ricuci le tue ferite e mostrati nuovamente, incendiando il cielo con il tuo simbolo.
Alzati e afferra il braccio di quella libra spezzata, chiamando per nome ciò per cui hai scelto di non arrenderti.
Alzati e liberati dalle maglie del sogno, perché la realtà è ancora tutta lì, tra un pugno rocce che chiami casa e una città a cui dovrai dare tutto.
Alzati; alzati e combatti, John Blake.

John apre gli occhi e ricomincia a respirare.

#19

"Tutto questo non è reale, vero? Sono in coma e sto sognando."
"Dipende." le risponde Bruce, posando lo sguardo sull'Arno e osservandone la superficie, tamburellando poi con le dita sul tavolino "A me sembra proprio la realtà."
"Tu sei morto."
"È  un punto di vista."
Selina alza un sopracciglio, sfiorando il filo di perle che porta al collo.
"Ti ho visto morire."
"Pilota automatico."
"Hai detto che non c'era."
Bruce sorride in tralice, socchiudendo gli occhi e spiando oltre la sua spalla.
"Aspetti qualcuno?" gli chiede poi, ringraziando il cameriere e cominciando a mangiare la sua brioche "Firenze è un po' lontana da Gotham."
"Non ho rimpianti, se è questo che mi stai chiedendo."
"Meglio così." gli ribatte "Non voglio certo passare l'eternità con un brutto pipistrello musone."
"L'eternità è un periodo di tempo molto lungo. E poi credevo che fosse quello il mio fascino."
"Oltre al conto in banca."
Le labbra di Bruce hanno lo stesso sapore di allora.
   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Batman / Vai alla pagina dell'autore: Nocturnia