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Autore: MV_Raven    25/08/2014    3 recensioni
“Lo farò per Bulma e per Trunks... Per chi mi ha voluto bene.”
Piccola one shot dedicata ai pensieri del Principe dei Saiyan poco prima di sacrificarsi durante lo scontro con Majin Boo.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quello che non vi ho detto...

 

Il buio.

Ecco l’elemento che, forse, più mi rappresenta.

Non sono mai stato una persona socievole, ne un’anima pura e candida.

Io sono e sarò sempre, solamente, un assassino ed i miei peccati non possono essere purificati perché troppo gravi... la redenzione, per me, è cosa negata.

È solo colpa mia se ora siamo in questa situazione, più precisamente il merito è del mio orgoglio. Forse non sono mai riuscito a trovare davvero la pace, nemmeno grazie a Lei, che mi ha dato tanto e mi ha amato per ciò che sono, senza mai pretendere troppo da una persona schiva, perennemente sulle sue e costantemente il lotta. Contro tutto. Contro tutti. Ma soprattutto contro quella dannata “terza classe” che mi sta sempre un passo avanti.

Con Lei, mi sono lasciato andare ed ho scoperto di saper amare. Buffa la vita, quando ogni tua convinzione cambia dal nero al bianco; quando tutto ciò in cui credevi altro non era che un muro, una barriera opprimente che ti schiaccia ogni giorno che passa… ma tutto questo non lo ammetterò mai. Questo mio piccolo segreto, morirà con me. Oggi stesso.

 

Non sono mai stato un buon compagno. Non ti ho mai detto che ti amo, né mai te lo dirò, ma l’amore che ho fatto con te quasi ogni notte, da otto anni a questa parte, è la mia unica forma di dimostrazione di questo forte sentimento e so che tu l’hai capito. Troppo scaltra e caparbia, intelligente e bella per non comprenderlo. Ti è bastato davvero poco per capire quanta tristezza si celava dietro quel muro e hai saputo scavare in me, fino a penetrarmi dentro come una lama affilata, eppure hai saputo solo farmi del bene. All’inizio mi hai concesso solo una mera distrazione dal mio ottuso mondo, poi sei divenuta una droga.

Il tuo corpo mi attraeva più di quanto volessi e lentamente mi hai incatenato a te con un filo dorato, sottile... e a me, sotto sotto, stava bene. Sono stato più principe fra le mura di casa tua, fra te tue esili braccia, che per la mia intera vita dopo i cinque anni, quando -ancora bambino- ho visto perdere tutto ciò che avevo. Sono stato costretto a prostrarmi davanti a colui che più di tutti odiavo. Però il mio orgoglio cresceva giorno dopo giorno, incapace di arrendersi ad una vita di sottomissioni, di umilianti sconfitte e gloriose battaglie all’insegna del sangue e della morte, mia fedele compagna.

Poi… sei arrivata tu e mi hai stravolto l’esistenza, con la tua isterica voce da gallina! Ero incapace di non darti ascolto e, mesto, facevo quello che volevi, anche se ti rispondevo male. E, poi, quella sera, tutto cambiò fra noi… e te ne sono enormemente grato, davvero.

Tuttavia, non mi sono mai sdebitato nei tuoi confronti e nemmeno nostro figlio, che tu ritieni il regalo più prezioso che potessi farti, è stato abbastanza da sopprimere la disparità delle piccole e grandi cose che mi hai regalato. Sebbene non te l’abbia mai detto, fare un figlio con te è stata forse la cosa migliore che io abbia mai fatto in vita mia, eppure...

Non sono mai stato un buon padre. Non ne sono nemmeno capace.

Mio figlio l’ho solo saputo allenare, per prepararlo al duro mondo che ci circonda e, per quanto la pace possa durare, arriverà sempre il momento in cui, saper combattere, diviene la tua unica fonte di sopravvivenza.

Certo, sono conscio del fatto che lui non è come me; lui, per sua enorme fortuna, non ha conosciuto l’oblio più oscuro, non ha conosciuto il sangue sulla propria pelle e l’eterna solitudine in un mondo ostile ed avverso ad ogni forma d’amore, talmente grande da farlo sembrare una cosa per deboli, per esseri patetici.

Non sai quanto mi sono sentito patetico nell’averlo provato per te, per voi, la mia famiglia.

 

Le mie credenze mi hanno portato a provare comunque remore e rancore verso la Terza classe che mi aveva negato la vendetta, unico motivo per cui era valsa la pena di vivere per trentadue anni. Ne ero così accecato, fino a qualche ora fa, che mi sono persino lasciato sottomettere nuovamente ad un entità malvagia, pur di divenire il migliore per riuscire a battere Kakaroth.

E lì ho combinato tutto questo casino.

Mi sento tremendamente in colpa per avervi messo in pericolo. Dopo tutto ciò che mi avete dato, ho saputo ripagarvi nel peggiore dei modi e si, mi dispiace.

Per questo voglio farvi quest’ultimo regalo: vi donerò la mia vita, la cosa più importante che possiedo e so che non me ne pentirò, ne sono certo!

Io sono un principe dannato, senza popolo e senza terra, che merita solo la morte e se questa potrà permettervi di continuare a vivere, ebbene sarà una morte giusta. Un pegno d’amore che non ho mai dato a nessuno, che custodivo gelosamente nel cuore per paura di non potermi vendicare, se non di Freezer, almeno di Kakaroth. L’odio che provo per lui non è nemmeno paragonabile a quel senso d’amicizia nascosta che covavo nel profondo, perché si, lo stimo. Perché combattere contro di lui, potermi misurare con un avversario sempre più potente, era il massimo dell’eccitazione che un guerriero Saiyan possa avere nella vita.

 

Ora sono qua…

Guardo gli occhi blu di mio figlio, che crede in me come fossi un Dio, e mi rendo conto di aver sbagliato tutto. Mi accorgo di essere stato ingiusto ancora una volta e lui deve sapere. Deve conoscere la verità, deve capire che questo mio sacrificio è solo per amor suo e di sua madre.

Gli dico che non sono stato un buon padre e… lo abbraccio.

Per la prima volta sento il suo calore ed il battito irregolare del suo cuore. Mi pento tremendamente di essermi accorto solo ora dei miei errori, ma lui deve sapere che non lo faccio per egoismo, ma per amore. Perentorio, gli affido la vita di sua madre.

Ora sei un uomo Trunks e devi imparare a prenderti cura delle persone care, ma lui non capisce e si ostina a seguirmi. Mi ricorda molto sua madre, insistente e testarda fino a farti perdere la pazienza.

Lo stordisco. Dopo di lui il figlio della terza classe lo segue: anche lui merita un mondo migliore.

Sono il futuro di questo mondo e io devo proteggerli.

Interviene Piccolo, ma già sa che non voglio il suo aiuto e prende i piccoli saiyan per portarli al sicuro, lontani dalla mia tomba.

In un'ultima illusione che mi concedo, chiedo al namecciano se, nell’aldilà, la mia anima avrebbe potuto trovare conforto, ma lui è chiaro, esplicito. E, purtroppo, già sapevo cosa mi aspettava…

L’inferno che mi sarebbe toccato di lì a poco iniziava a farmi paura, ma la giusta causa del mio gesto, estremo e fatale, è una forza indicibile che continua a ripetermi che quello che sto per fare è giusto e, per una volta, saggio.

Osservo con aria di sfida il mio nemico e preparo l’attacco, il più potente che io abbia mai sfoderato… ma il mio sguardo diviene triste.

L’orizzonte è chiaro e luminoso, mi ricorda i suoi occhi blu così puri e cristallini.

Sono pronto a morire.

“Lo farò per Bulma e per Trunks... Per chi mi ha voluto bene.”

 

Fine. 

   
 
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