Fumetti/Cartoni americani > Avatar
Ricorda la storia  |      
Autore: oO_Keira_Oo    25/08/2014    7 recensioni
Quando? Di notte, mentre tutti dormono e le strade sono libere.
Dove? Mi aggiro ovunque voglia... ovunque ci sia bisogno di me.
Come? Utilizzando il mio dominio dell'acqua.
Con chi? Con lo Spirito Blu.
Cosa? Rubo ai soldati l'indispensabile per sopravvivere e lo porto alle persone che non possono permetterselo.
Perché? Perché la gente è alla mercé dei soldati della Nazione del Fuoco e non può difendersi. Da quando l'Avatar è scomparso più di cento anni fa, nessun altro è disposto a dar loro protezione.
/AU (universo alternativo) in cui l'Avatar non è nato e Katara è scappata di casa per fare la paladina dei deboli con Zuko. All'interno la spiegazione :)
Storia partecipante al contest "Gli opposti si attraggono" di Red Wind
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katara, Zuko
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

NdA LEGGETELA SE VOLETE CAPIRCI QUALCOSA : allora, si può dire che si svolga durante il Libro 3: Fuoco; la guerra è in corso, ma Aang non è mai apparso. Così Katara ha deciso di andarsene da casa per imparare il dominio dell'acqua da sola. Durante il suo viaggio conosce lo Spirito Blu con cui decide di fare squadra diventando la Signora Dipinta per dare un aiuto ai bisognosi. Detto questo aggiungo che la storia è una rivisitazione de “I Predatori Meridionali” concorde ai miei cambi. Spero vi attiri ^^

Finché mi vorrai al tuo fianco.

Fidarsi di qualcuno è come tenere dell'acqua nelle mani chiuse a coppa: è facile perderla irrimediabilmente.

-Ken Follet.

 

Devo smettere di pensare: porta l'emicrania. O forse è l'emicrania che porta i pensieri? Ecco ora sto dicendo delle sciocchezze, meglio riprendere daccapo.

Come succede in questi casi, mi faccio cinque domande semplici, per provare a mettere un po' d'ordine nella mente.

Quando? Di notte, mentre tutti dormono e le strade sono libere.

Dove? Mi aggiro ovunque voglia... ovunque ci sia bisogno di me.

Come? Utilizzando il mio dominio dell'acqua.

Chi? Magari dovrei dire con chi? però forse ora è meglio sorvolare: non vorrei mi ritornasse il mal di testa. Allora, lui è uno Spirito... detto così è assurdo, ma lasciate che vi spieghi: lui non è uno Spirito vero e proprio, ma una persona normale – ammesso che quello che facciamo lo si possa considerare normale – travestita da un certo Spirito chiamato lo Spirito Blu. Non so molto su di lui, solo il suo nome e che è un dominatore del fuoco.

Perché? Perché la gente è alla mercé dei soldati della Nazione del Fuoco e non può difendersi. Da quando l'Avatar è scomparso più di cento anni fa, nessun altro è disposto a dar loro protezione; hanno bisogno di aiuto ed io non volterò le spalle alle persone che hanno bisogno di me.

Forse a questo punto dovrei aggiungere un'altra domanda.

Cosa? Rubo il cibo ai soldati e lo porto alle persone che non possono permetterselo; così come medicine, coperte e l'indispensabile per sopravvivere.

 

Il vento mi scompiglia i capelli e credo che sia ora di abbandonare le mie fantasie e darmi una mossa: lo Spirito Blu mi starà già aspettando. Percorro le strade di Caldera passando per i tetti; l'ultima volta che ci siamo visti – praticamente una settimana fa – mi ha detto che il nostro prossimo incontro si sarebbe svolto nella capitale della Nazione del Fuoco. Sono curiosa di sapere come mai abbia scelto questa città: non credo che ci sia bisogno di noi – la gente di qui è oltremodo ricca, a quanto ho sentito.

La distanza tra due palazzi si nota; sbuffo prendendo la rincorsa – potrei costruire un ponte di ghiaccio, ma l'orgoglio m'impone di tentare con le mie forze – arrivata al bordo salto e grazie a La riesco a darmi uno slancio abbastanza forte da arrivare sul tetto difronte; purtroppo l'atterraggio mi coglie diciamo di sorpresa... giusto in faccia. Scuoto la testa per cercare di riprendermi dallo choc; i palmi fanno male e alla luce della luna vedo che sono spellati, infatti bruciano. Ma non è tutto: sento qualcosa colarmi sul labbro superiore e poi su quello inferiore. Passo la mano e posso vederla: una goccia di sangue caduta dal naso e ne sento scendere altre.

Faccio una smorfia e mi rialzo decidendo di utilizzare la strada più semplice e costruire i suddetti ponti di ghiaccio... e al diavolo l'orgoglio.

Procedo per altri cinque edifici prima di scorgere la sua figura, nera tranne che per la maschera da demone e le spade lucide. Mi avvicino, ma lo Spirito Blu non distoglie lo sguardo da un punto preciso, anche se, sinceramente, non ho idea di cosa stia guardando; forse il gruppo di guardie con cui giocheremo stanotte “Visto qualcosa d'interessante?”.

Le pupille a stento si vedono dietro la maschera da demone, mentre si gira a guardarmi. Evidentemente il mio naso, anche se ha smesso di sanguinare un paio di palazzi fa, è rosso e contuso.

“Cosa hai fatto al naso?”.

“Un incontro ravvicinato con un terrazzo.” Alzo anche i palmi in modo che possa vedere la pelle strappata. Lui non parla e si gira verso lo stesso punto che stava guardando prima, ma non gli risparmierò il solito sproloquio “Perché viaggiare per le strade deserte è pericoloso!” brontolo “Perché noi dobbiamo saltare di tetto in tetto! D'altronde cos'è che fa la gente normale se non saltare di tetto in tetto?” sarei felice di continuare, ma lui mi ammonisce.

“Zitta! Sto cercando di sentire!”.

“Sentire cosa?! Qualunque punto tu stia fissando, siamo troppo lontani!” Quasi grido... ansi leviamo il quasi.

“Voi donne siete insopportabili! Possibile che non sappiate stare zitte per due minuti?” Sbuffa per poi saltare a terra, in strada... dal terrazzo. Non chiedetemi come quel ragazzo faccia a cadere praticamente in piedi dopo un salto di due piani; suppongo che i dominatori del fuoco abbiano una struttura muscolare particolare, o chissà quale alterazione genetica, oppure che facciano bere loro una qualche bevanda speciale.

Caccio l'acqua dalla sacca a tracolla e la uso per scendere dal palazzo creando uno scivolo – o almeno qualcosa di simile – e cerco di seguire lo Spirito Blu per la città. Il ragazzo è così gentile che non ha pensato due volte a lasciarmi là e correre senza aspettarmi.

Passiamo tra dei vicoli tenendo la sinistra, poi cambiamo direzione e svoltiamo due volte a destra, poi ancora a sinistra. Ci troviamo davanti una strada più larga delle altre, piena di negozi chiusi. Lì ci sono otto persone: sei che dall'armatura posso dire siano guardie, mentre gli altri non indossano alcun abito particolare; noto che questi sono decisamente più anziani degli altri. Lo Spirito, alla mia destra, sembra molto attento a quello che stanno dicendo; sinceramente non capisco cosa c'interessi quello che dicono. Noi dobbiamo solo metterli fuori gioco e prendere tutto quello che hanno, mica fare conversazione. Decido di stare al gioco e cercare di sentire.

Una delle guardia – per ora da me identificato come Il-più-giovane – si congratula con i due anziani per la “meritata e finalmente ricevuta pensione”; mentre un uomo sulla quarantina vicino a lui lo prende in giro su come la sua carriera sia appena iniziata. Ridono e poi uno di quelli in pensione propone di andare a festeggiare andando in un locale. La sua voce... è così familiare. Mi si blocca un groppo in gola e non so nemmeno perché. Lo Spirito Blu fa segno di seguirli.

Nel tragitto verso quella che sembra una locanda, noto che a parte una spada ciascuno e le loro armature, non hanno pesanti sacchetti di denaro – come molti altri – né viveri... ma allora perché il mio complice sta dimostrando tanto interesse?

Aspettiamo che loro entrino, sedendoci vicino ad una finestra da dove li possiamo vedere per bene, all'esterno.

“Mi vuoi dire perché siamo così interessati?” Sbotto all'improvviso dopo più di mezz'ora di silenzio.

“Lo vedi quello? L'uomo in pensione; non quello con la cicatrice, l'altro” Mormora.

Conosciuto come Quello-che-mi-fa-venire-i-brividi, però non lo dico, limitandomi ad annuire “E allora?”.

“Lui é Yohn Ra; era il capo dei Predatori Meridionali” Per un momento vorrei ripetere la domanda, poi... Mi sento come se non stessi più respirando, il mondo è immobile, o forse sono io ad essere congelata al posto. Mi torna alla mente quel giorno; uno come tanti alla Tribù dell'Acqua del Sud, da dove vengo io; stavo giocando con mio fratello Sokka, poi iniziò a cadere cenere; ne avevo ovunque, nei capelli, sui vestiti, sulla pelle. L'odore mi pungeva le narici. I miei ricordi sono molto confusi di ciò che accadde dopo; so che entrai nell'igloo della mia famiglia e c'erano mia mamma e il capo dei Predatori Meridionali. Si scambiarono delle parole ma sul momento non capii, ricordo che uscii fuori, ubbidendo a mia madre, per cercare papà; c'era la battaglia che infuriava, ma io avevo paura, non sapevo cosa fare. Pensavo solo a correre. Trovai mio padre e tornai all'igloo... la mamma se n'era andata. Solo dopo ho saputo che aveva detto di essere una dominatrice per proteggere me; non sarò mai in grado di ripagare il debito che ho con lei. Ho raccontato allo Spirito Blu questa storia durante uno dei nostri tet-a-tet a fine serata, non ricordo nemmeno più perché gliel'ho detto.

“Stai scherzando...” Mormoro prima di ricordare che quando indossa il travestimento, non scherza... mai, e l'occhiata, appena visibile da sotto la maschera, che mi rivolge mi convince a non dimenticare più questo particolare.

Guardo l'uomo. Voglio farlo a pezzi. Voglio vederlo morire, lentamente e dolorosamente. Voglio vedere lo sguardo nei suoi occhi nel momento in cui capisce che la sua ora è arrivata.

Mi alzo e muovo dei passi verso l'entrata, ma una mano mi blocca. Lo Spirito Blu si è alzato con me, le sue dita strette attorno al mio braccio.

“Cosa pensi di fare?” Percepisco la frustrazione nel tono.

“Tu cosa credi io intenda fare?” Cerco di scappare dalla sua presa, ma lui mi stringe ancora di più.

“Capisco che tu vorresti torturarlo e credimi, io ti aiuterei; perché è la stessa cosa che vorrei fare all'assassino di mia madre, se lo trovassi. Però ora non è il momento né il luogo giusto”.

Mi mordo il labbro e strattono a me il braccio, rimettendomi seduta e zitta.

Passa una buona mezz'ora di silenzio prima che gli uomini escano dalla locanda mezzi ubriachi. Ci alziamo e li seguiamo; dopo pochi metri fanno lo sbaglio di entrare in un vicolo cieco.

Sono spacciati. Li vediamo sbandare un po' e darsi la colpa l'un l'altro per aver preso la strada sbagliata.

Il mio compagno ed io ci scambiamo un'occhiata e decidiamo che questo è il momento giusto. Usciamo da dietro il palazzo in modo da farci vedere.

“Ehi, che volete voi due?” Il soldato di mezz'età non suona così spaventoso come, sono convinta, vorrebbe apparire.

“Fuji guarda! Non sono mica lo Spirito Blu e la Signora Dipinta?” Mormora il ragazzo più giovane.

“Ma che dici Ronk? A me quelli sembrano solo due teppisti in cerca di guai!” Ride un altro.

Sento la voce di Yohn Ra che probabilmente dice qualcosa a proposito di attaccarci, perché vedo i dominatori entrare in posizione; ma la rabbia e la voglia di vendetta mi offuscano i sensi.

Nemmeno mi accorgo di essere scattata in avanti e aver attaccato finché un getto d'acqua colpisce uno dei soldati, facendolo sbattere contro il muro alle sue spalle e cadere a terra. Meno uno.

Per un momento tutti gli uomini sgranano gli occhi, le loro espressioni piene d'incredulità; poi la vera lotta inizia. Lo Spirito Blu è vicino a me e crea lame di fuoco che escono direttamente dalle sue spade. Sono come un'estensione delle braccia, sono parte del mio corpo aveva detto; quando lo vedo usarle, è come se capissi ogni volta più a fondo cosa intendesse. Quattro soldati – tre giovani e quello più vecchio con la cicatrice – gli sono addosso, mentre io ho l'attenzione di restanti tre. Non m'importa degli altri e a dire il vero non tengo a far loro del male, ma Yohn Ra deve pagare. Mi arrivano varie palle di fuoco, che più che potenti sono molte e veloci; le respingo con degli scudi, ma per evitarne una finisco a terra, e il cappello che uso per coprirmi il viso rotola via.

Bene: un impiccio in meno.

Yohn Ra sgrana gli occhi e grida “È una puttana delle Tribù dell'Acqua! Fatela a pezzi!” questa affermazione non fa altro che aumentare la mia rabbia e cerco di alzarmi ma non ci riesco. Abbasso lo sguardo per vedere la mia caviglia: è gonfia e sta assumendo un colorito violaceo. Si spostano e riescono a creare una specie di formazione a triangolo attorno a me, mentre gli altri stanno spingendo il mio compare verso il muro, circondandolo. Siamo in difficoltà ma come dice lo Spirito Blu: mai arrendersi senza combattere. Mi rialzo provando a non dar retta alla fitta di dolore che dalla caviglia arriva alla coscia e al fianco. Stringo i denti e cerco una soluzione a questo svantaggio numerico che comprenda una fine indenne per me ed il mio amico. Lo sguardo vola ovunque; cassa vuota, contenitore dell'immondizia, oggetti vari. Avendo finito l'acqua che ho portato nella sacca, sono praticamente senza difese.

“Facciamola finita, ragazzina!” La voce del vecchio Mostro mi fa battere il cuore a mille, e lo ammetto: per un momento penso il peggio. Penso che morirò nell'unico modo in cui non vorrei morire: bruciata viva.

Dai rifletti, Katara! Qualunque cosa può aiutarti; soprattutto quel raccoglitore di acqua piovana lì giù.

Credo di essere impazzita ma è lì... e l'ho visto solo ora! Non aspetto due secondi e tiro l'acqua a me, formando una piovra tutt'intorno al mio corpo, muovendo le braccia e le gambe come fossero i tentacoli. Getto uno sguardo allo Spirito Blu e noto che la sua situazione è peggiore della mia; decido di aiutare prima lui perché so che farebbe lo stesso per me. Con un tentacolo tiro via due di loro, sbattendoli a terra. Lui usa a suo vantaggio lo sbalordimento degli altri per colpire e lanciare una grossa esplosione contro di loro; purtroppo il soldato vecchio con la cicatrice riesce – non chiedetemi come – ad aprire l'esplosione, lasciando che il fuoco gli passi vicino ma non addosso.

Lo Spirito ne approfitta per staccarsi dal muro. Seguirei la lotta in modo più approfondito se non fosse per un forte bruciore al braccio; lo stringo per vedere che in parte è bruciato. Per un secondo il panico prevale e non so cosa fare, ma delle grandi lame di fuoco spingono i due ragazzi che cercavano di attaccarmi – uno dei quali c'era appunto riuscito – contro i bidoni. Ancora nella mia mente la nebbia non si è diradata.

C'è dolore. Puzza di bruciato. So che a bruciare è la mia carne. La paura di non riuscire a difendermi. La consapevolezza di essere in balia dei suoi attacchi. Panico.

Calma Katara! Respira.

Dove? In una strada.

Quando? È notte.

Con Chi? Con il mio alleato.

Come? Con ogni mezzo necessario.

Cosa? Uccidere Yohn Ra.

La mia furia torna. Siamo io, la Signora Dipinta e lui, lo Spirito Blu contro Yohn Ra e il suo amico con la cicatrice. I miei occhi brillano di odio, tutto rivolto verso il Mostro.

Raccolgo l'acqua che avevo lasciato cadere e getto una grossa onda contro il mio nemico, che in risposta cerca di farla evaporare tutta; riesco solo a bagnarlo. Scambio un occhiata con il ragazzo a fianco a me e non c'è bisogno di parole: lascia cadere le spade Dao e, utilizzando i nostri domini, creiamo delle fruste.

È una cosa che, credo, piaccia ad entrambi: vedere come i nostri elementi così diversi e come noi spesso così discordi, riusciamo a creare qualcosa di talmente simile e fare un ottimo gioco di squadra. Io per esempio adoro vederlo in azione: il dominio del fuoco è aggressivo, feroce e potente; quello dell'acqua, invece, è fatto di movimenti dolci, è basato sulla sincronia di Tui e La – tira e spingi –, dove il corpo deve seguire il morbido movimento delle onde. A volte ho combattuto contro lo Spirito Blu, giusto per sport, e mi è sempre piaciuto. Quando ci imbattiamo in veloci scontri con i soldati di turno, spesso è da considerarsi un gioco; ma questo... questo è diverso. È spaventoso; il fuoco che mi viene contro, non mi sembra uno spettacolo come quello dello Spirito.

Cerco di concentrarmi: avrò altri momenti per pensare a come è affascinante, per me, vederlo combattere – forse solo per la disuguaglianza dei due elementi.

Le nostre fruste cercano di colpire le figure: acqua e fuoco si scontrano davanti ai miei occhi, dove uno dirada l'altro. Riesco, con un colpo abbastanza forte, a mandare Yohn Ra a terra.

Per un momento penso che sia fatta, ma credo di aver sopravalutato la situazione: proveniente da non so dove, una palla di fuoco mi viene addosso. Io non ho nemmeno il tempo di realizzare quello che sta succedendo che un dolore proveniente dal fianco si propaga per tutto il corpo, non è forte come quello al braccio, che non mi permette di fare i movimenti perfetti, ma comunque doloroso. Mi accascio sul pavimento.

Yohn Ra non si alza, non ancora almeno, penso di averlo stordito.

Lo Spirito Blu si gira verso di me, poi verso l'altro soldato in pensione e fa qualcosa che mi è completamente nuovo: scaglia contro di lui una specie di esplosione gigante – così forte che sono costretta a chiudere gli occhi, per non rimanere accecata. Quando li riapro, il corpo dell'uomo giace carbonizzato a terra.

Soffoco un grido. Per un momento il mondo è silenzioso, lento, tutto è fermo.

Il primo a muoversi è lo Spirito. Si avvicina a me. A causa quello che ho visto prima, ne sono spaventata, e quando s'inginocchia cercando di toccarmi mi ritiro terrorizzata. Lui chiude la mano a pugno e abbassa il capo, colpevole. Esita per un momento, poi si leva la maschera da demone, rivelando il volto dalla pelle chiara, il taglio degli occhi ambrati, i tratti duri del viso... la cicatrice sul lato sinistro.

Siamo scoperti, come siamo spesso dopo le imboscate che facciamo ai gruppi di guardie, quando ci sediamo attorno ad un fuoco e io levo il cappello che mi copre il viso e lui la maschera.

Lo guardo tendermi ancora la mano e so che con questo gesto vuole dire due cose:

Fidati di me e Lui non sopravvivrà per raccontare a qualcuno chi sono.

Lascio che lui mi tiri in piedi con delicatezza e cerco di dimenticare quello che è successo... devo: è l'unico modo per riuscire a fare quello per cui siamo venuti. Risulta più difficile del previsto, soprattutto con il corpo carbonizzato poco distante. Mi costringo a guardare Yohn Ra: è a terra, con il terrore dipinto in viso, usa un braccio come scudo davanti alla faccia.

“Cosa... cosa volete da me?” La sua voce è quasi rotta... non so come sia possibile che questo piccolo uomo spaventato possa essere lo stesso che mi incuteva tanta paura quando veniva a visitarmi negli incubi più bui... quando l'ho visto in azione pochi minuti fa. Ora è solo un vecchio, triste uomo in pensione.

“Prendete quello che volete, ma lasciatemi andare”.

Mi fa quasi pena... quasi, poi mi viene in mente tutto quello che ho dovuto sopportare: mio padre in guerra, mio fratello che deve prendere le redini di una tribù intera, io che vado via perché voglio dare un aiuto alle persone che, come me, non sono qualcuno di speciale, ma hanno perso molto in questa guerra.

Tutto per colpa di persone come il signore del fuoco Sozin – che ha iniziato la guerra – come l'Avatar Roku – che è sparito senza lasciare traccia di sé, né di un successivo Avatar – come uomini comuni che fanno piccoli mali comuni, ripetutamente, rubando, accusando ingiustamente, uccidendo senza rimorso perché stanno eseguendo degli ordini.

Io e – credo sia inutile chiamarlo lo Spirito Blu, visto che ormai la sua identità è svelata a tutti – Zuko ci aggiriamo nei villaggi cercando di portare un po' di giustizia in posti dove questa è sconosciuta.

“Perché lo state facendo, Pri-”.

“Fossi in te non parlerei se non interpellato” Zuko è in una posizione di attacco. Non so dire se questa sia pericolosa o meno, ma fa zittire l'uomo, e questo mi basta. Per un momento mi chiedo cosa stesse per dire e spero non sia quello che ho capito.

“Ti ricordi di lei?” Continua Zuko.

“No, mio signore. Giuro di non averla mai vista!” S'inginocchia, come intimorito di guardarci in faccia.

“Guardala bene!” Tuona.

Con una manica pulisco parte del trucco dal viso, mentre Yohn Ra mi esamina. Sento il suo sguardo vagare su di me, dagli occhi, alle guance, alle labbra “Tu... ricordi una donna... una dominatrice” le sue pupille si dilatano “Sei quella bambina! Ma com'è possibile? Non ci sono più dominatori nel Polo Sud. Io stesso ho estirpato l'ultima”.

“Non era lei. Stava proteggendo l'ultima dominatrice”.

Il ricordo di mia madre si fa vivo dentro di me; il suo sorriso, le sue carezze, il suo sguardo dolce... il suo affetto. Tutto questo mi è stato portato via dall'uomo che ho di fronte.

“Come...” Il suo sguardo si posa incuriosito prima su Zuko e poi su di me “...chi?”

Se prima avevo un briciolo di pena per l'uomo che ho difronte, ora non ve n'è rimasto un solo granello.

“ME!”.

Io e Zuko attacchiamo insieme, come sempre; acqua e fuoco s'intrecciano prima di andare a schiantarsi sull'uomo. All'ultimo congelo il ghiaccio, in modo che lo trapassi.

Chiudo gli occhi, per un secondo, prendo fiato e poi li riapro, lentamente. La vista è raccapricciante: il corpo di Yohn Ra è per metà carbonizzato – le ossa nere emanano puzza di carne bruciata – mentre l'altra metà è totalmente impregnata del liquido rosso – un grandissimo pugnale di ghiaccio è conficcato all'altezza dell'addome, mentre l'odore di sangue si fa pesante nell'aria.

Allora è questo quello che riusciamo a fare combinando i nostri elementi: causare una morte dolorosa in due orrendi modi. Contemporaneamente.

In silenzio ce ne andiamo, lasciando i due corpi alla nostre spalle, per ritirarci in un bosco vicino. Mentre lui accende il fuoco, io guarisco le mie ferite – un'altra tecnica di dominio che sto imparando – per poi stringermi nei vestiti. Sento freddo. Eppure le mie mani sono abbastanza calde. Forse è la febbre. Mi porto una mano a toccare la fronte, ma sembra fresca come sempre. Allora cosa c'è?

Lui è seduto dall'altra parte del fuoco, a contemplare le fiamme. I suoi begli occhi ambrati sembrano concentrati, i capelli scuri gli incorniciano il viso, ricadendo un po' davanti.

Riporto l'attenzione sul fuoco, stringendomi le gambe al petto “Perché non me l'hai detto?”.

Sa bene di cosa sto parlando. Sto parlando di Yohn Ra che gli da del voi. Sto parlando del titolo che gli stava dando.

“Lo ritieni importante?” Non si degna nemmeno di alzare lo sguardo.

“Sì, certo che lo ritrovo importante!” Grido “Noi combattiamo la Nazione del Fuoco, e ora tu mi vieni a dire che ne sei il Principe?”.

“Scusa ma non vedo quale sia il problema: lo ero anche prima, mentre combattevamo, cosa è cambiato?” Sembra che davvero non capisca.

“Te lo dico io cosa è cambiato: un giorno avrei visto i manifesti del nuovo Signore del Fuoco per strada con sotto una tua foto ed io ne avrei saputo praticamente nulla! Se non ne fossi venuta a conoscenza oggi, tu non me l'avresti detto!” Sbotto.

“Tu non sei molto informata di politica, vero Katara?” La sua voce è atona, poi gira il volto a mostrare meglio la sua cicatrice, che alla luce del fuoco sembra spaventosa “Tutti sanno del figlio esiliato del Signore del Fuoco, sfidato dal padre ad un Agni Kai per aver parlato fuori luogo ad una riunione, e bruciato dallo stesso per essersi rifiutato di combattere” i toni sono mano mano più aggressivi.

Sono ancora arrabbiata con lui, ma tutto questo mi sembra assurdo e non posso impedire ad una lacrima di scendere.

“Perché?” Mormoro asciugandola “Perché non me l'hai detto? Perché mi racconti questa storia solo ora?” mi viene un ultimo pensiero “Perché mi hai portato da Yohn Ra?”.

Quest'ultima domanda sembra scuoterlo particolarmente “Qualche sera fa mi hai raccontato di come hai perso tua madre, ricordi?” annuisco cercando di capire dove voglia arrivare “Pensavo che forse avremmo potuto trovarlo; quindi ho fatto delle ricerche, ho chiesto un po' in giro ed eccoci qui”.

Certo, la fa semplice, ma chissà quale grande rete di conoscenze e voci di corridoio c'è dietro. É come se non mi fidassi più di lui; non so spiegarlo, ma ai miei occhi il suo volto è diventato quello del nemico. Sono amareggiata, diffidente ed in parte disgustata. La figura che ho difronte non è più lo Spirito Blu o Zuko, ma il Principe della Nazione del Fuoco – e non m'importa se è bandito o meno.

Mi sento ferita “Non possiamo più lavorare insieme ... ” vorrei aggiungere un appellativo, ma non so se dovrei chiamarlo Zuko, Spirito o Vostra Altezza.

“Perché?” Dal tono offeso penso di averlo ferito.

“Ho tre buoni motivi: io non mi fido più di te, sono sospettosa ad ogni parola che esce dalla tua bocca e ho paura di dire qualcosa perché la potresti usare contro di me. Non so chi sei, come devo considerarti, se un Principe o se lo stesso Zuko con cui parlavo davanti al fuoco -”.

“Ti rendi conto di quello che stai dicendo, Katara?” Alza gli occhi al cielo, spazientito. Gli lancio una stilettata “Ti prego continua, voglio vedere dove va a finire questa idiozia”.

“E terzo, per quello che ho visto prima: io... non ho ucciso prima d'ora e sul momento non m'importava. Poi, quando ho visto quello che hai – che abbiamo fatto... è stato orribile, crudele”.

La mia voce esce dura ed impassibile, che persino … Lui cambia espressione “Per un momento ti ho visto, Katara: hai esitato. Avevi la possibilità di tirati indietro, ma allora, se ci stai tanto male, perché l'hai fatto?”.

Mi stringo e abbasso il capo, fa male. Non so dire cosa, ma chiudendo gli occhi posso sentire l'odore di carne bruciata, il sapore del sangue in bocca, l'adrenalina che corre nelle vene; posso vedere dall'esterno la scena e i miei occhi assassini.

Perché … che ironia: è l'unica domanda che lì, sul “campo” potrei dire, non mi sono fatta.

Per vendetta, certo, ma è come se ci mancasse qualcosa...

“L'ho fatto per mia mamma” Rispondo fissando il fuoco “ma, è come se avessi fatto qualcosa di malvagio, per cui meriterei di fare la stessa fine. Due anni fa, quando ancora vivevo al Polo Sud, non avrei nemmeno immaginato di riuscire a fare una cosa del genere ed ora...” lascio la frase in sospeso, dato che non so cos'altro dire.

C'è un momento di pesante silenzio, poi dopo un respiro continuo “Anche per questo non possiamo più lavorare insieme: i nostri elementi, insieme, sono in grado di fare cose orribili. Sono troppo diversi”. Mi alzo, prendendo il cappello da terra.

“Di cosa stai parlando, ora? Di loro – gli elementi – o ... di me e te?” Chiede guardandomi dal basso.

Evito di proposito la domanda “Sono pericolosi e vanno tenuti a distanza.” decreto “Addio Principe Zuko”.

Mi giro, indossando il copricapo. Sono contenta che il piccolo velo attaccato al bordo mi copra il viso: la manifestazione di quanto facciano male le parole scende lenta lungo le mie guance.

“Aspetta!” Sento la sua voce da dietro mentre mi prende il braccio, mantenendomi. Non ne capisco il motivo, ma quell'unica semplice parola, mi fa comparire il sorriso sulle labbra.

“Devi almeno ascoltarmi” Non muovo un muscolo; la presa sul mio braccio si fa più dolce, simile ad una carezza. “Io non sono d'accordo. Credo che nonostante tutto, possano fare grandi cose, se combinati insieme. Sono diversi... ma allo stesso tempo uguali...”.

Il mio sorriso si allarga ma cerco di nasconderlo “Di cosa stai parlando, ora?” gli rivolgo la stessa domanda che ha fatto a me.

“Pensaci, Katara: veniamo da due posti completamenti diversi, io sono il Principe della Nazione del Fuoco, tu sei quella che la mia gente chiama contadina” mi trattengo dal dargli una gomitata solo per la curiosità di sapere il fine di questo discorso “io sono un dominatore del fuoco, tu dell'acqua. Tu sei una guaritrice, io non penso due volte ad uccidere una persona se devo farlo. Io sono feroce, aggressivo ed irruento, tu calma, riflessiva e dolce. Tu hai una famiglia che ti aspetta e che sarà sempre lì, se dovessi decidere di tornare, io no”.

Segue un minuto in cui analizzo le sue parole, in particolare l'ultima frase, e mi vengono delle domande, le stesse che la sera tempestano la mia mente: Come sta la mia famiglia? Cosa succede al Polo Sud? Sokka si è già sposato? Papà è tornato a casa?

Vedo Zuko spostarsi e mettersi di fronte a me, in modo da potermi guardare negli occhi. Con la mano destra ancora sul mio braccio sinistro, usa la mancina per alzare il volto, così che non possa sfuggire al suo sguardo “Ma abbiamo anche tanto in comune. Entrambi abbiamo perso le nostre madri. Entrambi non abbiamo una casa, una vera casa, da tanto tempo. Entrambi abbiamo cose del passato che magari vorremmo dimenticare ed un futuro incerto. Entrambi ci preoccupiamo per le persone che patiscono una guerra che non hanno scelto di condurre. Siamo diversi Katara, è vero, ma siamo anche molto simili”.

Se anche volessi replicare, ormai mi sono persa nei suoi occhi ambra e non c'è speranza che riesca a produrre un pensiero concreto.

“Zuko...” Soffio come unica risposta.

“Cosa, Katara?” Chiede in tono dolce.

Mi costringo ad abbassare lo sguardo e dopo essermi schiarita la gola cerco di riprendere le idee “Quello che è successo questa sera, non deve più accadere. Me lo prometti, Zuko? Mi prometti che non faremo più qualcosa di così tremendo?”.

“Te lo giuro sul mio onore”.

Decido di credergli perché ho imparato che per gli abitanti della Nazione del Fuoco, l'onore è estremamente importante, e perché voglio fidarmi di lui, di nuovo, con tutte le mie forze “E che non mi mentirai più”.

“Non credo di essere nella posizione di potermi rifiutare: sei parecchio spaventosa quando ti sale l'adrenalina”.

Gli do un colpetto sul braccio; lui non scherza spesso, ma le rare volte sono davvero piacevoli. Sorride, e sento le sue mani sulla mia vita, che mi attirano per un abbraccio. Mi leva il cappello buttandolo ai nostri piedi e nascondo il viso nel suo petto, inspirando l'odore di legna bruciata e cannella mischiati a sudore. Non so per quanto tempo rimango così, tra le sue braccia con le mie mani che si aggrappano alla sua tuta; so che ad un certo punto, forse per il nervosismo della giornata, o chissà per quale motivo, verso qualche lacrima con dei singhiozzi giusto per sfogarmi. Mi accarezza i capelli con una pazienza che non è decisamente da lui.

Io non ho una casa fissa, mi muovo, anche perché col nostro lavoro non si rimane molto in uno stesso luogo; a volte affitto una camera, altre – a seconda di dove mi trovo – dormo nei boschi, o sulla spiaggia, vicino al mare. Altre ancora capita, di rado, che Zuko non debba subito iniziare il viaggio di ritorno – anche se, ora che so che è esiliato, mi chiedo dove vada – e allora stiamo seduti attorno al fuoco, chiacchierando o in silenzio, finché non ci addormentiamo. Amo il fatto che capiti sempre più spesso, come stasera, che sediamo vicini, un po' appoggiati l'uno all'altra...

“Zuko...” Alzo la testa dalla sua spalla dopo un po' e lui si gira a guardarmi “... cosa siamo?”.

Mi guarda incuriosito “In che senso?”

“Sai cosa intendo” Mi metto dritta, seduta sulle ginocchia “mi piace quando mi abbracci e quando chiacchieriamo e quando combattiamo insieme e quando ci alleniamo e quando...”

Mi zittisce poggiando le sue labbra sulle mie, prendendomi il volto tra le mani. Dapprima rimango sorpresa, ma immediatamente avvolgo le braccia intorno al suo collo. Le labbra sono morbide, calde e saporite, come un dolce appena sfornato. Tira via dopo pochi secondi, lasciandomi con gli occhi ancora chiusi e la voglia di un'altra fettina di quel dolce.

“Tu sei la mia Signora, sempre” Mormora con il viso ancora vicinissimo al mio “e io cosa sono per te?” si sposta sorridendo.

Poggio le mani sul petto “Tu... puoi essere il mio Principe senza corona”.

Mi attira in un abbraccio “Non hai idea del casino in cui ti sei cacciata”.

La mia testa appoggia sul suo petto, mentre le sue membra mi circondano.

Dove?” Inizio.

“Ovunque mi vorrai” Risponde.

Come?”.

“Insieme”.

“Come chi?” In quali vesti?” Specifico.

“Come Katara e Zuko”.

Cosa?”.

“Affronteremo tutto e tutti”.

Perché?”.

“Perché è quello che voglio: andare incontro alle difficoltà con te”.

Quando?”.

“Da oggi, finché tu mi vorrai al tuo fianco”.

“Per sempre?”

“Per sempre”.

Sorrido appoggiando il capo nell'incavo del suo collo, e non so come ma cado immediatamente addormentata, cullata dal calore della sua pelle contro la mia fresca, in un tepore calmante.

 

 

 

   
 
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Avatar / Vai alla pagina dell'autore: oO_Keira_Oo