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Autore: smartys ayane    26/08/2014    1 recensioni
«Li uccideremo tutti» sussurrò, con la voce spezzata dalle lacrime «Ognuno di questi soldati sarà vendicato. Il mio cuore non smetterà di pulsare fino a quando non avrò reciso la collottola dell'ultima di quelle bestie»
Il caporale si voltò a guardarlo. C'era un legame che lo univa a quel ragazzo, un legame che era nato già al loro primo incontro.
Lo aveva visto dentro. Aveva sentito tutto il suo dolore, tutta la rabbia, l'ardente desiderio che lo spingeva a continuare la sua battaglia giorno dopo giorno.
E c'era così tanto di lui, in quel ragazzo, che sembrava la personificazione della sua stessa anima.
Partecipante al contest Anime e manga "The sadness in tour eyes... or not?"
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eren, Jaeger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: smartys ayane
Fandom: shingeki no kyojin
Titolo: Courage
Rating: Verde
Pacchetti: Parigi - tristezza, ciclamino - LevixEren, cane - cielo, Mikasa, legame
Genere: Triste
Avvertimenti: //
NdA: Era da tempo che volevo scrivere qualcosa su Eren e Rivaille. Appena ne ho avuto l'occasione ho scritto questa flashfic che parla del legame che c'è tra i miei due personaggi preferiti del manga/anime. Buona lettura :)
Courage

Eren era inginocchiato di fronte alla tomba di Mikasa, con un mazzo di fiori tra le mani. Era passato un solo giorno dallo scontro, e le ferite dell'anima bruciavano molto di più di quelle sulla pelle. Gli occhi del ragazzo si alzarono verso l'immensa volta celeste, che adesso apparteneva un pò anche a Mikasa. Una lacrima gli rigò il volto, cadendo sulla fredda pietra ai suoi piedi. Il vento gli batteva addosso, ma il brivido che lo scosse fu causato dall'improvvisa consapevolezza di quanto piccola e insignificante fosse la sua vita.
Dietro di lui, poggiato al tronco di un albero, Rivaille lo guardava in silenzio. Era passato già abbastanza tempo da quando Eren si era unito alla Legione Esplorativa da non avere più dubbi su quanto quel ragazzo gli somigliasse. 
C'era un tempo per tutti, in quella Madre Terra generosa e crudele che li aveva generati. Si chiese quando sarebbe arrivato il suo.
Il caporale si avvicinò al ragazzo, fermandosi a un soffio dalla lapide. Eren dovette accorgersi della sua presenza, ma non proferì parola. Rimase a fissare immobile il nome inciso sul marmo, mentre le nuvole coprivano il cielo.
«Mi dispiace» disse in un soffio il caporale, distogliendo lo sguardo dalla tomba per posarlo sugli occhi del soldato «Non avrebbe sopportato vederti morire. Forse, per lei, è stato meglio così»
Eren gemette, prendendo un respiro profondo. 
L'aria diventava sempre più fredda, e sembrava dovesse piovere da un momento all'altro. Rivaille ripensò al corpo esanime di Isabel Magnolia, alla rabbia che lo spinse a unirsi alla Legione e a tutto ciò che aveva dovuto sopportare in quegli anni. Non aveva dimenticato neanche un soldato. Ognuna di quelle morti aveva indurito di più la sua corazza e alimentato la sua rabbia. E, in un mondo crudele come il suo, non c'era arma più temibile dell'ira nelle mani di chi ha perso tutto.
«Cosa hai intenzione di fare, adesso?» chiese il caporale, sedendosi sull'erba umida
«Ucciderli. Ucciderli tutti»
Rivaille annuì, lasciando vagare lo sguardo sul mare di tombe che si estendeva ai suoi occhi. Poi si alzò. Aveva cominciato a piovere, e il freddo era diventato gelo. Lanciò un ultimo sguardo al ragazzo, ma non disse nulla.
Stava per avanzare verso il cancello, quando Eren si alzò all'improvviso, con lo sguardo fisso sul pavimento.
«Li uccideremo tutti» sussurrò, con la voce spezzata dalle lacrime «Ognuno di questi soldati sarà vendicato. Il mio cuore non smetterà di pulsare fino a quando non avrò reciso la collottola dell'ultima di quelle bestie»
Il caporale si voltò a guardarlo. C'era un legame che lo univa a quel ragazzo, un legame che era nato già al loro primo incontro. 
Lo aveva visto dentro. Aveva sentito tutto il suo dolore, tutta la rabbia, l'ardente desiderio che lo spingeva a continuare la sua battaglia giorno dopo giorno.
E c'era così tanto di lui, in quel ragazzo, che sembrava la personificazione della sua stessa anima.
«Tu ci credi davvero?» 
«Quanto basta per essere ogni giorno più motivato a distruggerli!"
Rivaille accennò un mezzo sorriso, tornando vicino a lui. Con i suoi occhi grigi guardò quelli blu del soldato. I loro sguardi sembrarono fondersi così come le nuvole nel cielo.
«E io credo in te, Eren» rispose, mentre un lampo squarciò il cielo, seguito da un tuono che sembrò per un attimo far tremare la terra.
   
 
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