Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
Ricorda la storia  |      
Autore: smartys ayane    27/08/2014    0 recensioni
Cosa avevo fatto tutto quel tempo? Cosa avevo aspettato, chi avevo aspettato? Tutta la mia intera vita, fino a quel momento, era stata una fuga continua. Ero fuggito dagli affetti, ero fuggito dal dolore, ed ero fuggito anche dall'amore. Ma Petra mi aveva inseguito tutto quel tempo, mentre io fingevo di non rendermene conto. E, adesso che mi trovavo tra le sue braccia, avevo finalmente un posto dove fermarmi. Per sempre.
Partecipante al contest “On the run with no one to love. That was me before you came along.”
[A MULTIFANDOM CONTEST]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Petra, Ral
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Memories

16 Dicembre
Non era ancora sorto il sole quando mi alzai per andare a leggere i documenti sulla mia scrivania. La tempesta di neve era finita, ma, in compenso, sembrava esserci ancora più freddo. Presi la giacca dall'armadio, me la misi addosso e cominciai a lavorare.
L'inverno mi piace. Mi piace riscaldarmi alla luce delle lampade, stringermi nella coperta e guardare la neve che scende dal cielo. Niente a che vedere con il torrido dell'estate. Per me, dovrebbe essere sempre inverno.
Come tutte le mattine, non appena il sole fece capolino oltre le montagne, Petra bussò alla porta.
«Avanti» dissi con tutta la freddezza di cui sono capace
«Buongiorno, caporale» sorrise lei, come sempre «Ecco il suo caffè»
Senza risponderle, presi la tazza e cominciai a bere. Lei andò via, richiudendosi la porta alle spalle. Io respirai a pieni polmoni il profumo di calendula che aveva lasciato nella stanza.

23 Dicembre
Stavo ancora dormendo quando Petra bussò alla porta. Ero talmente stanco che non mi aveva svegliato nemmeno la luce del sole. Avrei voluto prendere la scopa all'angolo della stanza e scacciare via la ragazza urlandole contro. Ma con Petra non sarei mai riuscito a farlo.
Mi alzai quindi dal letto, aprii la porta e presi la mia tazza di caffè.
«Grazie» le dissi semplicemente, prima di richiuderle la porta in faccia.

Quel pomeriggio mi sentii in colpa. Fosse stato un altro soldato, avrei fatto anche di peggio senza pentirmene. Ma con Petra era diverso. Con lei era tutto diverso. Petra era l'innocenza fatta a persona, una di quelle poche persone autentiche e sincere come mai ne avevo conosciute in vita mia. Perciò andai a parlarle.
Era ancora presto, nella zona maschile del dormitorio stavano tutti dormendo. Raggiunsi la stanza di Petra, bussai alla porta e attesi.
«Un momento!» esclamò dall'altro lato della porta.
Io bussai di nuovo.
«Santo cielo, un pò di pazienza!»
Io sorrisi. Mi divertii a immaginare la sua faccia quando avrebbe aperto la porta.
«Quando fate così siete insopportabi...»
La frase le morì in gola. Io provai ad assumere un'espressione più seria possibile, ma non ci riuscii.
«Posso entrare?» chiesi, incrociando le braccia
«S-si» balbettò Petra, spalancando la porta.
Io entrai, e annusai quel suo odore di calendula.
«Dovevo dirti una cosa riguardo a stamattina» dissi, poggiandomi con la schiena a un muro
«Si»
La guardai. Le sue gote erano rosse come il golfino che indossava. Non si era aspettata quella visita, ed era molto agitata. Avrei dovuto porgerle delle scuse, come avevo deciso prima di arrivare, ma non ci riuscii. La guardai quindi alzando un sopracciglio, e sforzandomi di tornare alla mia solita, glaciale freddezza.
«Il caffè era annacquato» dissi infine, sotto lo sguardo confuso di lei
«Chiedo scusa, caporale! La prossima volta starò più attenta!»
Io annuii, dirigendomi verso la porta. Lei mi seguì con lo sguardo, fino a quando non mi fermai davanti all'uscio.
«Un'ultima cosa» dissi «Avvicinati»
Petra, come sempre, eseguì il suo ordine e si avvicinò. Io le alzai il mento con una mano, e, senza esitare, le posai le labbra su un angolo della sua bocca.
Poi uscii, e mi pentii subito di non essermi voltato indietro per vedere la sua espressione.

25 Dicembre
Se c'è un giorno che odio più di tutti, è quello del mio compleanno. Chi mi conosce bene ha infatti smesso di farmi gli auguri da molto tempo. E, solitamente, il giorno del mio compleanno non faccio che restare chiuso nella mia camera a non far nulla, a meno che non ci sia una missione da svolgere.
La mattina del mio trentaquattresimo compleanno, stavo sdraiato sul letto e fissavo il soffito, quando Petra bussò. Come al solito, le dissi di entrare. Il giorno prima non avevamo scambiato neanche una parola: probabilmente lei era ancora sconvolta da quello che era accaduto.
«Poggia la tazza sul tavolo» le ordinai, senza alzarmi dal letto
Lei obbedì, ma appena i suoi piedi cominciarono a muoversi per spostarsi verso la porta, io la richiamai di nuovo.
«Si?» rispose lei, con la testa bassa
«Puoi venire qui un attimo?»
Mi resi conto del mio errore solo dopo aver pronunciato l'intera frase. Puoi venire qui un attimo? Da quand'era che avevo cominciato a chiedere il permesso ai miei soldati per fare qualcosa? Comunque, Petra obbedì.
Si avvicinò al letto, senza smettere di fissare il pavimento ai suoi piedi. Le sue guance sembravano ancora più rosse del giorno prima.
«Si?» ripetè lei, immobile
Io non riuscii a trattenermi. Mi alzai, le presi di nuovo il volto tra le mani e la guardai. Ma rimasi immobile. Dopo quel suo comportamento, non ero più sicuro che lei provasse qualcosa per me. E non volevo costringerla a fare cose che non avrebbe voluto.
Ma non ebbi nemmeno il tempo di formulare completamente quei pensieri, che le labbra di Petra si avvicinarono a le mie e mi baciarono così violentemente da non farmi respirare. Caddi sul letto, e lei su di me. Nessuno dei due indossava la divisa, e gli indumenti di cotone che portava erano troppo leggeri. Provai a scostarla, ma non ci riuscii.
No, non è andata esattamente così: diciamo che non volli riuscirci. Avrei potuto benissimo togliermela di dosso con la forza, ma non lo feci.
Lei, dal canto suo, si sdraiò su un fianco e mi strinse a sè. Da quel momento in poi, fino alla fine della giornata, mi feci completamente trasportare dalla sua volontà.

Era notte fonda quando Petra si addormentò. La candela era rimasta accesa, e non avevo intenzione di spegnerla. Avrei continuato a guardare quel viso dolce e quel corpo candido per tutta la notte. Sorridendo, le carezzai una guancia.
Cosa avevo fatto tutto quel tempo? Cosa avevo aspettato, chi avevo aspettato? Tutta la mia intera vita, fino a quel momento, era stata una fuga continua. Ero fuggito dagli affetti, ero fuggito dal dolore, ed ero fuggito anche dall'amore. Ma Petra mi aveva inseguito tutto quel tempo, mentre io fingevo di non rendermene conto. E, adesso che mi trovavo tra le sue braccia, avevo finalmente un posto dove fermarmi. Per sempre.
Spensi la candela, improvvisamente sfinito dopo quella incredibile giornata. Ringraziai Petra per avermi regalato il compleanno più bello della mia vita. 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti / Vai alla pagina dell'autore: smartys ayane