Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: Targaryen    29/08/2014    6 recensioni
Poche righe dedicate a Ezra e Nami e scritte dopo aver visto la versione integrale del film.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ezra, Nami
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Prigionieri


 
 
Ezra

Guardo attraverso il vetro e ti vedo, riflesso della mia vita in una bara di cristallo, mio unico sogno sepolto in un sarcofago di carne e di sangue. La mia anima inaridita rincorre il ricordo dei tuoi sorrisi, il tuo profumo mi pervade e la mano scorre sul vetro di questa teca maledetta seguendo il fantasma del tuo calore. E’ fredda al mio tocco, fredda come la realtà e spietata come il futuro che non conosce più speranza. Dovrei fuggire da noi, ma il mio cuore non vuole. Siamo entrambi prigionieri, di noi stessi e della vita che abbiamo vissuto. Servi di memorie con cui abbiamo rimpiazzato il presente, schiavi di sorrisi e di carezze che ci sono state rubate e custodi di parole sussurrate nel silenzio di notti ormai morte. Stringo i denti e colpisco con violenza la barriera che mi separa da te. La struttura vibra ma non cede. Una lacrima lascia il mio volto e scivola veloce sulla superficie inclinata, trema per il tempo di un battito di ciglia e cade, inghiottita dal vuoto come la felicità che doveva essere nostra. La rabbia e il risentimento riaffiorano, reclamando un altro brandello della mia umanità, e di nuovo maledico il mio stesso sangue per ciò a cui ci ha condannati.
Maledico lui e maledico me, perché l’odio che scorre nelle mie vene rivaleggia ormai con il mio amore per te.  



 
Nami

Guardo attraverso il vetro e ti vedo, riflesso della mia vita oltre questa bara di cristallo, dolore e rancore in foggia di uomo e ombra di colui che continuo ad amare. Non sono più donna ma ricordo, eco di desideri smarriti e di speranze tradite. Un fiore non sbocciato, un petalo caduto e dimenticato. Io come te. Allungo la mano per toccarti, ma il nulla la accoglie e i mie occhi spalancati piangono le lacrime che questa illusione non può versare. La mia immagine ti attraversa come la luce ne attraversa le forme, svelando l’inganno che non vogliamo vedere. In questo eterno crepuscolo annego nel rimpianto, mi nutro di sensazioni di vita passata e continuo, giorno dopo giorno, a rivolgerti la mia silenziosa preghiera. Desidero l’oblio, bramo di essere relegata al passato a cui appartengo per permetterti di vivere ancora, ma l’odio ti divora e sovrasta la mia voce. Mi stai osservando, anima spezzata accanto alle mie spoglie ancora vive. Il tuo sguardo ha perduto il calore di un tempo, l’azzurro dei tuoi occhi non rispecchia più il cielo della nostra terra natia e si è mutato nella fredda trasparenza del ghiaccio, unico argine alla disperazione che consuma la tua ragione.
Stille di luce si infrangono sul cristallo e io tremo. L’amore per me non ti permetterà mai di concedergli il perdono. 





  
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