A Marta, con i miei migliori auguri per il suo compleanno.
E perchè, quando se ne va il Principe Azzurro, resta sempre uno Shikamaru
-e noi sappiamo che è meglio così-
Tanti auguri!
Eleonora
Disclaimer: I personaggi citati appartengono a
Masashi Kishimoto, che ovviamente si prende tutti i diritti del loro uso. Le
strofe della canzone riportate nel testo sono state scritte da Robert Plant,
che se non lo sapeste è il geniale cantante dei Led Zeppelin. Onore e
massimo rispetto a loro, sempre e comunque!
Fabula
Stairway to Heaven
Theres a lady whos
sure
All that glitters is gold
And shes buying a stairway to heaven...
Quella mattina si era alzata molto presto, come non aveva mai
fatto neanche nei giorni di lavoro più intensi al negozio.
Aveva controllato con cura l'equipaggiamento da ninja, soffermandosi su ogni
singolo shuriken, kunai, senbon, pugnale, carta bomba e perfino sui minuscoli
razzi segnalatori rosso fuoco che il manuale prescriveva di portare sempre con
sé in caso di circostanze indesiderate.
La vecchia katana di suo padre era a posto, infilata nello zaino mimetico,
perfettamente linda e lucidata, con una goccia di sole grigio e mattiniero che
scivolava sul filo acuminato della lama.
Si era poi vestita con cura, senza tralasciare nulla, fasciando braccia e gambe
con le bende immacolate che era solita indossare, entrando nell'uniforme fresca
di bucato come in una nuova pelle.
Aveva stretto il coprifronte della Foglia sul capo, lucente e bene in vista
sulla fronte; lo portava in quel modo solo nelle Occasioni Veramente Speciali.
L'ultima volta era stato all'Esame di Selezione dei Chuunin, quando si era
battuta contro Sakura: un'Occasione Veramente Speciale in piena regola.
Ma, si disse varcando la soglia di casa, quel giorno più che mai era
un'Occasione Veramente Speciale.
Theres a sign on the wall
But she wants to be sure
cause you know sometimes words have two meanings
"Domani vado a
cercarlo."
Choji inizialmente l'aveva buttata sul ridere.
"Non sto scherzando. Domani vado a cercarlo."
Il riso sfrenato dell'Akimichi allora si era a poco a poco quietato, forse
perchè non vedeva alcuna traccia d'ilarità nel viso di Ino, ma solo una luce
cupa e seria negli occhi chiari.
Soprattutto, Ino parlava a bassa voce. Lei, abituata a urlare sguaiata perfino
nelle situazioni più inopportune, parlava piano ma senza sussurrare, il tono
lieve eppure deciso.
"...Cosa?"
"Te l'ho appena detto. Domani vado a cercarlo" ripetè incrollabile,
mortalmente calma.
Choji, trasecolato, tacque.
"Credono che non ce la faccia, povera piccola inutile Ino, lasciatela a
giocare con le bambole mentre i suoi compagni si ammazzano, lasciatela a
pettinarsi i capelli e a fare la reginetta di bellezza.
Capisci, sono convinti che io sia un'inetta, debole, superflua,
capisci?, io, superflua io! Io non conto niente, io
sono immatura, io..."
Theres a feeling I get
When I look to the west,
And my spirit is crying for leaving
"E lei, cazzo
Choji ma l'hai vista? Lei è quella seria, quella determinata,
ora è pure allieva dell'Hokage, cazzarola lei sì che è una vera kunoichi,
lei sì che combatte, la Yamanaka al massimo sa darsi lo smalto senza sbaffare,
povera cretina...
Ma anche tu Cho non lo vedi, non lo senti ?!?
...Io domani vado a cercarlo. Non sono solo un numero.
Io sono importante, proprio come lei, perciò vado a cercarlo e lo riporto
qui!"
Ino non piangeva, anzi: l'espressione del suo viso era così dura e crudele che
Choji quasi si spaventò.
"Veniamo con te" fu pronto a replicare.
"Ecco! Vedi? Lo pensi anche tu. Non posso andare da sola, ho bisogno di
due balie perchè altrimenti potrei sbattere la testa contro il primo albero che
trovo e spaccarmela in due... povera stupida bionda!
Affanculo, Choji, no. Io vado da sola. La cosa riguarda me, e me soltanto.
Statene fuori tutti quanti!" esplose, categorica come una condanna.
Si era alzata in piedi troppo rapidamente per poter essere fermata e in un
attimo era già laggiù in fondo alla strada, diretta al negozio di fiori
Yamanaka.
"Salutami Shikamaru" aggiunsero infine le sue spalle, un secondo
prima di girare l'angolo.
Choji rimase inebetito almeno per cinque minuti pieni. I crampi di fame che
fino a prima gli avevano devastato lo stomaco erano svaniti, se li era portati
via l'arancio di quel tramonto autunnale.
Si lasciò cadere sulla panchina esalando un profondo respiro spossato, come se
portasse sulle spalle il peso di tutti i problemi del mondo.
Pensò che in certe situazioni si sarebbe sentito eternamente, irrimediabilmente
stupido.
Rings of smoke through the trees,
And the voices of those who standing looking.
Ooh, it makes me wonder,
Ooh, it really makes me wonder.
Arrivò senza fatica
alle porte del villaggio, col solo ticchettio dei sandali da ninja a farle
compagnia lungo le strade deserte.
Konoha dormiva ancora, placida nelle ultime ore di sonno mattutine, azzurrina
nella brezza vivace che anticipava i venti freddi invernali.
Aveva osservato con cura ogni angolo del villaggio, i suoi colori, le piccole
memorie di quegli uomini e donne che per un po' di tempo non avrebbe più
rivisto, per stamparseli bene nei ricordi, così da non dimenticarli mai.
Doveva partire, certo. Ma forse Konoha le sarebbe mancata, almeno un
poco.
Raggiunse le vicinanze dei Cancelli e fece un profondo respiro che le raggiunse
persino le viscere, come se fino a quel momento avesse trattenuto a viva forza
l'aria nei polmoni.
Io non sono inferiore a nessuno. Io non sbaglierò, lo riporterò indietro.
Voglio la mia occasione, non è mica sbagliato, no?
...Ma brutto bas-!
Si fermò di botto, rigida come un pezzo di ghiaccio.
Semi-sdraiato e adagiato senza ritegno contro lo stipite sinistro della Porta
istoriata, l'aria di chi si è alzato dal letto da appena quaranta secondi, i
vestiti stropicciati e l'immancabile sigaretta all'angolo delle labbra, un
assonnatissimo e intontito Shikamaru Nara combatteva con scarsi esiti
un'accanita battaglia contro l'avversario più temibile di tutti: Morfeo.
La vide e subito sbattè le palpebre un paio di volte, poi si passò una mano sul
viso stravolto e contratto da una sequela interminabile di sbadigli.
"...Non è un po' troppo presto per andare a raccogliere la pulsatilla
officinalis ?" le chiese, il sarcasmo attutito dal sonno e gli occhi
appiccicosi, cerchiati da vistose occhiaie bluastre.
"E' pulsatilla vulgaris" ribattè Ino, non senza una punta di
saccenza, "ma sto andando da tutt'altra parte.
Ciao Shikamaru" concluse, prima di riprendere ad avanzare.
"Ciao."
Ino varcò i Cancelli senza difficoltà, la rabbia e il nervosismo che
aumentavano di minuto in minuto e una voglia tremenda di tirargli addosso lo
zaino e prenderlo a ceffoni fino a quando le mani non le avrebbero fatto male
da piangere.
Shikamaru dormiva all'incirca quindici ore al giorno, ma ad occhio e croce era
appena arrivato alla terza, dunque per quale stramaledettissimo motivo
era lì ??!
Ino si impose la calma. Respirò e chiuse gli occhi, decisa a dominarsi.
Col solo rumore dei suoi passi nelle orecchie continuò a camminare, senza
aggiungere una sola parola.
Al terzo passo si
arrese.
Si liberò dello zaino e con tutte le sue forze lo scagliò a terra, odendo
appena il tintinnio metallico delle armi con cui lo aveva riempito.
"Cosa credono... cosa
credete tutti?! Io sono forte, io posso farcela benissimo da
sola!" gridò, voltandosi di scatto verso di lui.
"Vado a cercarlo, Shikamaru. Non tentare di fermarmi, hai capito?"
(In quel momento si accorse di quanto in realtà i suoi occhi apparissero svegli.)
E lui le fece quell'unica domanda che Ino aspettava da fin troppo tempo.
"Lo ami così
tanto?"
"Sì sì sì sì SI'!
Doveva essere per forza lei quella del vero amore, no? Io ero
solo la stupida decerebrata ruffiana invaghita del bel faccino... ma no, no, IO
LO AMO, lo amo come e più di lei!!!"
"E' per questo che vuoi andare a cercarlo?"
"Se io fossi stata in Squadra con lui non se ne sarebbe mai andato. Io lo
so, lo sento."
Ma Ino percepì, nel
silenzio che seguì la sua affermazione, d'aver valicato la fragile ed effimera
linea del limite, nell'istante in cui gli occhi di Shikamaru si fecero ancora
più cupi, grigi come il fumo che sbuffava nell'aria.
"Ah. E' questo il tuo rammarico? Un Team InoSasuCho?"
Ino deglutì. InoSasuCho.
stupida stupida stupida stupida stupida stupida stupida stupida
And a new day will dawn
For those who stand long
And the forests will echo with laughter
In un battito di ciglia
la kunoichi riacquistò colore e sicurezza.
"Sì. Tu non capisci, io so che, se avessi avuto le sue stesse possibilità,
ci sarei riuscita.
Perchè dev'essere lei quella che lo ama? Tagliarsi i capelli significa
dire "ti amo"? Anch'io voglio la mia parte, anch'io voglio fare
qualcosa di utile per tutti, io voglio che tutto quanto torni come prima,
io lo so, non avrei mai fallito dove invece ha fallito lei. Voglio la
mia possibilità, la pretendo.
Andrò a prenderlo, Shika."
Rabbrividì d'improvviso. Quel nome che le era salito alle labbra così
spontaneamente fu come una coperta pesante sulle ultime braci, un mucchio di
neve fresca che immediatamente soffocava le ultime scintille. Il fascio di luce
che in un istante rischiarava una stanza intera fin nei suoi angoli più
nascosti.
Però, diamine, non si può tornare indietro, non esiste tornare indietro, non
si può mai recedere dopo aver già iniziato l'attacco, semplicemente non si può,
si va avanti fino alla fine!
Per questo motivo Ino si chinò e, respirando a fatica, raccolse lo zaino e lo
ripulì con una manata dalla polvere della strada, prima di rimetterselo in
spalla.
Dall'altra parte,
silenzio.
E uno Shikamaru che la fissava senza parlare, lo sguardo pensoso e perfino
qualcosa di divertito in quelle sue stupide iridi liquide come
cioccolato!
Sicuro, sicuro, la prendeva bellamente in giro!
C'era indulgenza, tenerezza, un mare di quella sua amorosa pietà e pure un
pizzico di ironia in quel cavolo di sguardo!
Shikamaru, dannato Shikamaru che s'intrometteva sempre nei momenti peggiori,
proprio quando sarebbe dovuto restare a casa a russare sotto il suo piumone!
...E in quell'istante
Ino si rese conto di dove i suoi pensieri l'avevano condotta.
Oh, fuck.
Yes, there are two paths you can go by
But in the long run
Theres still time to change the road youre on.
"Ino, sono le
quattro e trentasette del mattino.
Non ti pare che sia un po' troppo presto per questi discorsi...?"
un sorriso un po' sghembo, pieno di una luminosità che lei non conosceva, e uno
sbadiglio nel palmo della mano.
E allora Ino capì.
Dear lady, can you hear the wind blow,
And did you know
Your stairway lies on the whispering wind.
Perchè alla fine la favola si conclude, il castello crolla
e il Principe Azzurro se ne va
e quello che porta via con sé è doloroso come l'infanzia che muore.
Il Principe Azzurro a poco a poco svanisce come svaniscono i sogni, le lacrime
facili, le giornate sempre allegre e piene di sole.
E rimane solo
Shikamaru.
Per fortuna...!
"Muoviti, dài, ti
accompagno a casa."
"Non volevi andare a riacchiappare Sasuke-kun per il
colletto?!"
"Vaffanculo. Alzati, dài, muoio di sonno e voglio tornare a letto."
Faticosamente Shikamaru si rimetteva in piedi.
"...Povera Haruno. Le fischieranno le orecchie già di prima mattina."
"T'ho detto di stare zitto. Sei sordo? Zitto. E piantala di farmi il
verso!"
"Ma io lo amo!"
"Ah basta, Shikamaru, davvero. Ti odio."
Rideva Shikamaru, con la sua solita risata bassa e profonda come un latrato.
"Va bene, va bene. Andiamo a casa, Ino? Non ho più so-Yaaaaawn"
la sua ultima parola morì in un lungo sbadiglio.
"Sì, sì, andiamo a dormire.
Ti detesto, lo sai? Non ti posso vedere, sei odioso, insopportabile e pedante.
Sei intollerabile. Non ti sopporto, non ti sopporto più!"
"Sì, Ino, sì, va bene...! Non volevi anche tu la tua possibilità?"
"..."
"...Ma fottiti, stronzo!"
Rimane solo Shikamaru.
Per fortuna.
...And she's buying a stairway to heaven.
Fin
Note dell'Autrice
IC, OOC, Canon
o Non Canon non lo so. So che è leggera. E allegra. E deve piacere in
particolare alla Marta, quindi chissenefrega cos'è e cosa non è *_*!
Scriverla però mi ha divertito, quindi spero che la sua lettura abbia divertito
anche voi.
Salutate questa sciocchezzuola, è finita *.* e fate gli auguri a Marta/Anle!
Cheers,
Hipatya