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Autore: Mentos E CocaCola    30/08/2014    0 recensioni
Benvenuti nella cucina di Mentos E CocaCola Parodi, oggi faremo una nuova ricetta.
Ingredienti:
-150g di IMPREVISTI;
-50g di SORPRESA;
-3 cucchiai di INCOMPRENSIONI;
-RISATA in abbondanza;
-5 pizzichi di AMORE;
Mescolate tutti gli ingredienti e fateli cuocere a fuoco lento, otterrete così l'ESTATE PERFETTA!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Pov Maria
 
-Mi spieghi cosa ti passa per la testa? Ti sei fidanzata una settimana prima della partenza, come ci può rimanere quel ragazzo?-
Marghe si tappò le orecchie e cominciò a cantare “La, la, la”.
-Marghe, sono seria-
Lei sospirò.
-Almeno glielo hai già detto?-
-Mary basta, tu avresti fatto sicuramente come me se il ragazza dei tuoi sogni…-
-No, tu non sai come stanno le cose…non sei l’unica ad aver avuto una dichiarazione!- urlai uscendo dalla camera e sbattendo la porta. Me ne andai in camera mia e mi tuffai sul letto ripensando alla sera prima, al suo sguardo, alle sue parole, alle sue lacrime.
-Mary mi dispiace…guarda anche Watson ti chiede scusa-
L’abbracciai e lei mi accarezzò i capelli.
-Sei una sorella cattiva, neanche mi avevi detto che Nathan si era dichiarato, che offesa!-
Risi. In fondo quella pazzoide di mia sorella era la mia migliore amica.
-Scusa, comunque come è andata la cena dopo che sono scappata via?-
-A meraviglia, io e Liam ci siamo scambiati tanti bacini anche se credo che qualcuno fosse geloso-
-E chi?-
Non ditemi che mia sorella aveva fatto colpo su qualcuno dei The Wanted!
Mi si avvicinò e mi sussurrò all’orecchio –Watson-
-Ceeeeeerto, il tuo cucchiaio era geloso di Liam!-
-Già, povero Liamino-
Il mondo era pieno di pazzi. Mi allontanai lentamente da mia sorella, quando all’improvviso mi venne un sospetto.
-Comunque non ti sembra un po’ strano che nessuna delle due band ammetta di aver lanciato la sfida?-
-Mi hai tolto le parole di bocca, sorellona- urlò lei stritolandomi.
Stavo soffocando per non parlare del timpano che mi aveva disintegrato poco prima con quell’urlo animalesco.
-A meno che nessuno ammette della sfida…perché nessuno l’ha mandata-
-Vuoi dire che le case discografiche…-
-Non lo so, Claudia può analizzare la cosa quando ormai noi due…- e mi fermai con un groppo in gola, non volevo partire.
-Anch’io non voglio andarmene  ma i patti alla nostra partenza erano questi e mamma ci rincorrerebbe con una mazza da baseball se ci rimangiassimo la parola-
-Io direi con una motosega- dissi.
-Già, io vado al management e mettermi d’accordo per la nostra partenza, tu vai a dire agli altri che…-
-Certo, sempre a me il compito più difficile-
Finse per un attimo di pensare.
-Ti lascio Watson, ti suggerirà lui le parole giuste da dire- disse poi mi diede riluttante il suo cucchiaio, cercando di non guardarlo nel momento della separazione.
-Ehm, Marghe, se vuoi puoi tenerlo tu-
Ero alquanto dubbiosa sulle capacità di quella posata.
-No- disse poi andandosene dalla stanza. Rimasi con quel cucchiaio in mano e lo guardai begli “occhi”.
Poco dopo si sporse Margherita da dietro la porta.
-Scusa Watson, è che non mi piacciono gli addii- disse sull’orlo della lacrime sbattendo la porta e disintegrandosi un dito.
-Porca Peppa Pig!- urlò isterica.
Mi infilai il cucchiaio in una tasca dei pantaloncini  neri che indossavo. Respirai forte e scesi di sotto.
Sinceramente non sapevo neanche come iniziare. Non potevo certo dire “Oh ciao, io parto tra tre giorni, quindi addio, non ci rivedremo più”. Mi avrebbero come minimo buttato fuori di casa a calci.
Respirai forte e me ne andai in cucina, dove trovai Claudia. Che sorpresa!
-Ciao Clà-
-Mary, quando avete intenzione di dirlo ai ragazzi?-
-Beh, adesso e Margherita ha scaricato tutto su di me-
-Ci mancherete-
Le sorrisi.
-Comunque ti vorrei chiedere un mega favore-
-Sì?-
-Ecco, vorrei che controllassi le conversazioni su Twitter di tutte e due le band, non ci vedo chiaro, magari scopri qualcosa quando io e mia sorella ritorniamo in Italia-
Sentii un rumore come di una craniata.
-Ahio!-
 E spuntò Niall da chissà dove, tenendosi la testa.
-Oddio, mio piccolo bignè allo zabaione, tutto ok?- chiese lei preoccupatissima, avvicinandosi al suo dolce irlandese. Gli guardò premurosa la fronte, poi prese il suo viso tra le mani e la baciò dolcemente.
-Guarirai in fretta-
Mi sentivo tremendamente fuori posto, insomma quei due preferivano stare un po’ da soli e si vedeva lontano un miglio. Così mi avvicinai silenziosamente alla porta.
-Ferma lì-
Mi voltai e mi ritrovai gli occhi di Niall addosso.
-Che vuol dire quel “quando io e mia sorella ritorniamo in Italia”?-
Abbassai lo sguardo.
-Significa che io e mia sorella partiamo prima…tra tre giorni-
Dopo dieci minuti mi trovavo sottoposta ad un interrogatorio. Liam mi guardava sconcertato.
-Sentite non si può fare proprio niente- sbottai infine- mia madre è stata chiara: niente campo-scout, niente estate a Londra. Dobbiamo andarci a quel campo, ragazzi-
-Ma perché vostra madre è così? Anche io e Elena, saremmo dovute andare al campo, ma…-
Interruppi Aurora.
-Quella donna è una pazza- ammisi.
-Fammi capire bene- disse Louis guardandomi negli occhi –Te ne andresti solo per un campo scout?-
Annuii.
-Ma non potreste tornare?- chiese Harry serio.
Sospirai, scuotendo la testa.
-Il management è stato chiaro, niente spese fuori programma, quindi i biglietti dell’aereo non possono essere pagati e i nostri genitori non li sborseranno mai-
Louis scosse la testa e mormorò qualcosa come -è una follia-.
Zayn guardò turbato Liam e poi chiese -Dov’è Marghe?-
-Al management , deve comunicare che partiamo prima del previsto-
Liam si passò una mano tra i capelli e fuggì di corsa in camera sua.
 
Pov Liam
 
Perché non me l’aveva detto prima? Mi sarei potuto abituare all’idea …no balle! Non mi sarei mai abituato all’idea di dover perdere la mia pazzoide numero uno.
Guardai una nostra foto, lei faceva una delle sue smorfie mentre io la baciavo su una guancia.
Basta! Le dovevo parlare.
Scesi in cucina e la trovai lì che frantumava un povero cereale con il piede.
-Ah-a, ho ucciso un cereale!-
Resistetti all’impulso di abbracciare la mia piccola, dolce squinternata, pazzoide, disastrata mentalmente ragazza.
Mi schiarii la voce per attirare la sua attenzione.
Inutile, era troppo occupata ad uccidere cereali.
-Marghe- urlai isterico. Lei si girò.
-Ehi, che bisogno c’è di urlare? Non sono mica una vecchietta sorda-
Sorrisi. Ma come si faceva  a non adorare uno scricciolo del genere? E a pensare  che nel giro di tre giorni le avrei detto addio…forse per sempre.
-Perché non me lo hai detto prima?- le chiesi, puntando i miei occhi nei suoi. Chi diceva che gli occhi più belli erano quelli azzurri? I suoi erano di un bel marrone cioccolato. Ed io mi ci perdevo ogni volta che li ammiravo. Lei abbassò lo sguardo.
-Se te lo avessi detto…mi avresti baciata quel giorno?- mi chiese triste, rigirandosi Watson tra le mani.
Rimasi in silenzio.
-Secondo me, non lo avresti fatto, avresti avuto troppa paura di soffrire e non avremmo potuto vivere queste quasi due settimane insieme-
Mi avvicinai , le presi una mano e l’appoggiai sul mio cuore. Poi le accarezzai una guancia.
-Senti il mio cuore?-
-No-
Porca cacca, io stavo cercando di essere romantico e lei smontava tutti i miei piani!
Allora appoggiò l’orecchio sul mio petto all’altezza del cuore.
-Ora lo sento-
L’abbracciai.
-Bene, senti quanto batte veloce?-
-Sì, sei sicuro che non ti stia prendendo un infarto?-
Risi.
-No no. Batte così forte solo quando ti vedo, quando sento la tua voce, quando ti tocco, quando le mie labbra baciano le tue… questo cuore batte per te, mia dolce pazzoide e ho una paura tremenda che quando mi lascerai lui smetterà di battere-
Non si staccò da me, anzi immerse il suo viso nel mio petto e mi abbracciò stritolandomi.
Sentii i suoi singhiozzi e vidi le sue lacrime bagnarmi la canottiera, mentre le mie inzuppavano i suoi capelli.
-Liam…no…non voglio lasciarti- sussurrò tra le lacrime.
 -Se fosse per me…-
-Lo so- risposi io amaramente.
Le tirai su il viso, mettendole due dita sotto il mento.
Avvicinai lentamente io mio volto al suo, socchiudendo gli occhi.
Sentii il suo respiro irregolare a causa del pianto, sul mio viso.
Finalmente baciai quelle dolci labbra che mi sarebbero mancate da morire.
Approfondii il bacio, prendendo il suo viso tra le mie mani, mentre lei infilava le sue mani tra i miei capelli.
Sentii il mio cuore spezzarsi, pensando che quello era no dei nostri ultimi baci.
 
Pov Maria
 
Secondo voi cosa fa una ragazza altamente disordinata e ritardataria tre giorni prima della sua partenza?
Una cosa sola: le valigie.
Odio fare le valigie per due motivi: il primo è che bisogna raccogliere tutte le cose che ho seminato per casa, secondo perché bisogna piegarle molto ma molto bene, altrimenti per chiudere quell’aggeggio si dovevano fare i salti mortali.
-Ehm Barbon, cosa stai facendo?-
Alzai gli occhi per vedere quel coglione che mi guardava come se fossi un’aliena di non so che pianeta.
-Le valigie- risposi con il fiatone dato che non è proprio una passeggiata saltare sopra ad una valigia, cercando nel frattempo di chiuderla.
-Le valigie?! A me sembra che stai sperimentando un nuovo tipo di trampolino-
-Ahahahaha, simpatico!- dissi ironica sbuffando per togliermi quei maledetti capelli che mi erano finiti tutti in faccia. Ma io dico, stavano tanto bene legati, perché se ne andavano per i fatti loro?
-Dannati capelli…comunque puoi anche darmi una mano, il tuo lato da gentiluomo inglese non dice niente davanti ad una donzella in difficoltà?-
-Già, ma qui non ci sono donzelle, c’è solo una barbona-
-Non sto scherzando, dammi una mano…-
-Altrimenti?-mi sfidò lui.
Gli sorrisi maligna.
-Altrimenti chiamo Cacca Puzzolente-
E qui la porta si aprì per far entrare mia sorella.
-Qualcuno mi ha chiamata?-
-Sì, sono stata io e mi sei stata di grande aiuto, grazie-
Lei uscì tutta soddisfatta, sono sicura che non ci avesse capito un’acca. Aprendo la porta aveva schiacciato Louis al muro.
-Tua sorella è pericolosa-
-Già, ora potresti aiutarmi con le valigie?-
-Sì, madame, subito madame, con piacere madame-
Muahahahahah!
-Allora…te ne vai davvero- mi disse, mentre cercava di chiudere la valigia mentre io continuavo a saltarci sopra urlando qualcosa come “Banzai” o “Tuffo a bomba”.
-Non posso fare altrimenti, mia madre mi prenderebbe a cocomerate in testa e ti assicuro che non è una cosa piacevole-
Lui annuì.
-Dai Mary, un ultimo sforzo, spingi, riesco quasi a …-
-Vedergli la testa, scusa Louis ma se fai così sembra che stiamo in sala parto-
-Sta zitta e impegnati-
Dopo circa mezz’ora riuscimmo a chiudere quella valigia del cavolo. Sfiniti ci buttammo a bomba sul mio letto.
-Sai, è un peccato che te ne vai-
Lo guardai.
-Mancava solo un punto della lista-
Alzai gli occhi al cielo e gli diedi una cuscinata in testa.
-Sei un cretino-
Attimo di silenzio.
-E un coglione-
Lui rise.
-Comunque hai ragione- gli dissi.
-Su cosa?-
-Beh, è un peccato che me ne vado, finalmente andavamo d’accordo-
-Credi davvero che non avremmo litigato di nuovo?-
Lo esaminai.
-No, hai ragione. Non posso resistere alla tentazione di darti uno schiaffo-
-Mi pareva…e Sykes come l’ha presa?-
Guardai il soffitto. Già, come l’aveva presa Nathan? Dalla faccia che aveva fatto di certo non avrebbe organizzato una festa in spiaggia.
-Non molto bene-
-Era arrabbiato?-
-No, era solo molto molto…-
-Disperato-
Annuii.
-Comunque mi sto a piangere addosso quando c’è mia sorella che tra tre giorni perderà la cosa più bella che le sia mai capitata-
-Sicuramente quei due si staranno facendo centinaia di coccole- disse lui, facendo una vocina lellikellosa.
-Sì, lui è così dolce-
-Anch’io so essere dolce- disse lui malizioso.
-Non voglio coccole perché le tue fanno schifo… e poi non sei dolce-
-Dai Mary, fammi almeno provare-
-Ho detto che non voglio coccole-
-Beh, fai finta che io sia Sykes-
Lo guardai scettica.
-Ti prego Maria, voglio farti le coccoleeeeeeee- urlò disperato.
Quel disgraziato, svergognato,  figlio di una buona donna mi aveva rotto i timpani oltre a qualche cosa là sotto.
-Uffa e va bene!- mi arresi alla fine.
 Quel ragazzo rompeva!
-Evvai!-
 Certo che  quel ragazzo si sentiva realizzato con poco-
Mi guardò negli occhi e mi accarezzò una guancia. Arrossii.
-Ripensandoci…-
Lui sorrise.
-È solo l’inizio e tu sei già imbarazzata, non ci siamo- disse malizioso.
-Louis…-
Ma perché gli avevo detto sì?
-Ssshhh-
Mi disse posandomi un dito sulle labbra.
Ok, bene, calma Maria, calma!
Voglio un sedativo!
Deglutii mentre sfregava il suo naso con il mio. Mi accarezzò piano i capelli e cominciò ad attorcigliarseli intorno alle dita.
-Sembri fatta di legno- sorrise lui.
-Vorrei vedere te-sbuffai.
Mi accarezzò un braccio mentre mi guardava negli occhi. Quegli occhi azzurri così magnetici. Mi abbracciò e cominciò a baciarmi dolcemente una guancia scendendo sempre più giù fino al collo.
-Basta- dissi alzandomi di fretta e furia dal letto. Non volevo che mi baciasse il collo, era…era troppo intimo, ecco. E lui era solo un amico.
Si alzò di scatto e mi passò vicino per uscire. Mi guardò per un attimo.
-Ti giuro che neanche l’ultimo punto della lista varrà più-


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BEH DICIAMO CHE LOUIS è PARTICOLARMENTE AFFETTUOSO...E LO POTREMO VEDERE ANCHE NEL PROSSIMO CAPITOLO,CHE SI SVOLGERò TRA LACRIME, NUOVE DICHIARAZIONI, ATTACCHI ISTERICI E PRESUNTI PERVERTITI...
ATTENZIONE! ANCHE SE LE NOSTRE PROTAGONISTE STANNO PARTENDO LA STORIA NON è FINITA!

 
  
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