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Autore: lapoetastra    30/08/2014    2 recensioni
Donald Malarkey aveva appena perso il suo migliore amico Warren "Skip" Muck.
Non sapeva perņ che lo avrebbe rivisto presto.
Molto presto.
Prima di quanto potesse mai immaginarsi.
Genere: Comico, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Malarkey iniziò ad urlare.
Il suo migliore amico, Warren Muck, detto Skip, era ancora là fuori, sul campo di battaglia, in mezzo a centinaia di crucchi.
<Donald…>, >…fare niente…>, <La bomba…>. Parole sconnesse, frasi incomplete gli arrivavano debolmente alle orecchie.
Non riusciva a sentire. A capire.
Sapeva solo che Skip era in pericolo e che lui doveva andare a prenderlo, per portarlo al sicuro.
Ed a quel punto avrebbero riso, insieme, a una sola voce, come avevano fatto tante altre volte.
Doveva…
Un colpo in pieno viso lo fece tornare in sé.
Alzò gli occhi e vide il tenente Winters davanti a lui, con la mano che lo aveva schiaffeggiato ancora alzata.
<Malarkey… Donald! Ascoltami! Skip è morto! E’ stato colpito da una granata , lo abbiamo visto tutti! Non puoi più fare niente. Ora calmati. Devi pensare a te stesso e alla battaglia. Dobbiamo scendere di nuovo in campo. I tedeschi torneranno al loro accampamento e per far ciò saranno obbligati a passare per la pineta che abbiamo attraversato noi ritirandoci. Ci disporremo dietro i tronchi degli alberi e una volta che i nemici vi passeranno attraverso, li coglieremo di sorpesa e li trucideremo. Andiamo>.
La compagnia Easy iniziò dunque a dirigersi verso la pineta.
Una volta giunti a destinazione, si nascosero meglio che poterono dietro i pini, divisi in cinque larghe file, molto distanziate le une dalle altre.
Winters, da bravo ufficiale, prese posto nella prima fila, mentre Malarkey, ancora profondamente turbato per la notizia della morte di Skip, si nascose nella terza fila.
I soldati americani attesero i tedeschi, che erano già visibili in lontananza.
<Mi raccomando, rimanete sempre nascosti e non uscite dai vostri ripari. Le truppe nemiche sono più numerose di noi e se vi metterete a correre per il bosco sarete un bersaglio facilissimo, intesi?>, sussurrò Winters a Nixon, nascosto dietro l’albero vicino al suo, e facendogli segno di trasmettere il messaggio a tutti gli altri.
I tedeschi arrivarono. Erano gioiosi e tranquilli, e di certo non sospettavano nulla dell’attacco americano.
Avanzavano e avanzavano verso gli alberi.
Erano a un passo da loro. Malarkey era già pronto a sparare.
<Fossi in te, io scapperei a gambe levate>.
Donald si voltò di scatto e, quando vide chi aveva parlato, per poco non gli cadde il fucile dallo sbalordimento e dalla felicità.
Dietro di lui c’era Skip. Il suo migliore amico. Non era morto come dicevano tutti gli altri. Era lì, accanto a lui.
Malarkey stava per abbracciarlo commosso, ma l’altro si scostò bruscamente.
<Devi scappare, Don. Se rimarrai qui, i tedeschi ti uccideranno. Sono troppo numerosi. Corri nel bosco, seminali> disse Skip con voce concitata.
<Ma Winters ha detto…>
<Non ascoltarlo! Fidati di me, devi correre! I crucchi sono già qui. Senti come sparano quelli delle prime file. Vieni con me, sei ancora in tempo. Seguimi> Così dicendo Skip iniziò a correre nel bosco e Malarkey gli arrancò dietro ansimando.
Ma all’improvviso Skip si fermò.
Si voltò verso Donald.
Aveva un fucile puntato contro di lui.
<Ehi, amico, ma cosa…> Malarkey non aveva neanche finito la frase che il proiettile gli aveva già trapassato il petto magro.
<Mi dispiace, mi dispiace, io…> fu tutto quello che sentì prima di sprofondare nell’ombra.
Il suo migliore amico lo aveva tradito.

Winters si rese conto che erano riusciti ad annientare i tedeschi.
Il piano di nascondersi dietro agli alberi e giocare sull’effetto sorpresa si era rivelato davvero vantaggioso.
Stava complimentandosi con se stesso quando udì un grido proveniente dalle ultime file degli alberi.
Accorse per vedere se qualcuno dei suoi era rimasto ferito.
Vide il corpo di Malarkey riverso a terra, con un proiettile piantato nel petto e un’espressione di orrore ed incredulità dipinta sul volto ormai freddo.
Vicino a lui, George Luz piangeva disperato.
<Mi dispiace, mi dispiace.. io pensavo fosse un crucco. Mi è sbucato davanti all’improvviso, correva, non potevo sapere, avevamo l’ordine di rimanere fermi e io ho pensato.. mi ha chiamato Skip, pensava fossi Skip, ma io.. non l’ho riconosciuto, mi sono spaventato, l’ho scambiato per un crucco..pensava fossi Skip. Avrà creduto di essere stato ucciso dal suo amico, ma io non sapevo…>.
<Adesso basta, Luz. Non è stata colpa tua. E’ stato un incidente. Ora calmati>, disse Winters ad alta voce.
Raccolsero il corpo di Malarkey e tornarono all’accampamento.

<Davvero, Don, pensare che io ti avrei potuto uccidere così… mi deludi amico>.
<Ehi Skip, non è colpa mia se mi sei apparso all’improvviso!>
<Calma, calma! Io non ti sono mai apparso, caro mio. Solo ora che siamo, come dire, passati entrambi a miglior vita, puoi vedermi e parlarmi. Ma finchè tu eri vivo, io non mi sarei mai potuto avvicinare a te. E’ la regola! Prima sei impazzito, amico. Credevi di vedermi perché volevi vedermi. Volevi che io fossi lì. Bhè, so di essere così importante per te, però, …>
<Ma sentilo! Comunque hai ragione. Sai, nonostante tutto sono contento di essere di nuovo con te e sono felice anche che tu non abbia un aspetto mostruso, dopo essere stato smaciullato dalla granata. Sono solo un po’ rammaricato di non avere passato più tempo con la lavandaia. E’ cotta di me, sai?>
<Era, vorrai dire…>
<Sì, sì come vuoi, sapientone. A parte tutto, mi dispiace davvero tanto per Luz. Vorrei che non si sentisse in colpa per avermi ucciso. Non lo ha fatto apposta. So che mi ha scambiato per un tedesco, ed è stata solo colpa mia, che mi sono messo a correre tra gli alberi come un folle. Lui non c’entra nulla. Desiderei tanto che lo sapesse>
Skip non rispose e si limitò ad abbracciare l’amico.
<Sai, Don, credo che anche se avessi l’aspetto di uno maciullato da una bomba, sarei comunque più bello di te> disse dopo un po’ per allentare la tensione.
Malarkey rise e si strinse più forte a lui.
Rimasero così, abbracciati, per l’eternità, che equivale al lasso di tempo in cui durò la loro amicizia.

In quello stesso momento, a pochi chilometri di distanza, George Luz smise improvvisamente di piangere.
Era come se il macigno che aveva sul cuore dal momento in cui aveva ucciso Malarkey fosse improvvisamente svanito.
Era come se una voce gli avesse detto direttamente al cuore, senza passare dalle orecchie, che non era colpa sua per ciò che era successo, era stato un incidente e lui non c’entrava nulla.
Così si addormentò e sogno Malarkey e Skip, insieme, nella foresta, abbracciati.
   
 
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