6° giorno di vacanza
Mercoledì 11 luglio, 13.31
Il posto era gremito di gente e la voce, che all’inizio non era altro che un
debole mormorio, alzò rapidamente il tono fino a far girare la testa di diverse
persone.
- Dai Kaori… Perché non vuoi?
Imbarazzata al punto di distogliere gli occhi dai vacanzieri troppo curiosi,
Kaori agitò affannosamente le mani per far capire a Ryo di abbassare la voce e
mostrarsi un po’ più discreto.
Allora la donna si avvicinò dolcemente a lui, mormorandogli nervosamente
all’orecchio.
- Ryo… farlo sarebbe sbagliato e tu lo sai perfettamente…
Divertito dalla risposta della sua socia, Ryo la abbracciò di uno sguardo
beffardo e sorrise istantaneamente di fronte al musino imbarazzato che metteva
in mostra. Sentì allora il bisogno impellente di stuzzicarla.
- Ma no Kaori, tu vedi il male dappertutto… Nella vita bisogna saper rischiare,
mia cara!!
Un occhiolino provocante ed un sorriso accattivante, Ryo si trasformò in
seduttore irresistibile al fine di avere tutte le chance dalla sua parte. Ma
Kaori, che conosceva troppo bene la sua bestia, tenne duro senza cedere, anche
se il suo cuore fece un enorme balzo nel petto quanto lui immerse il suo
sguardo deliberatamente pieno di sensualità nel suo.
E dunque con le mani sui fianchi e le sopracciglia aggrottate, lanciò uno
sguardo furibondo a quella specie di energumeno che, incapace di restare serio
per più di quattro minuti, sfoggiava in questo istante la sua aria da idiota
senza speranza.
- Aaaaah… e poi togli le tue mani da lì! – istintivamente Kaori fece un passo
indietro sotto l’intrusione più che invadente delle mani del suo socio sulla
schiena e sul sedere – Devo ricordarti che siamo in un luogo pubblico?... hei!!
Ryo ti ho detto di smetterla, razza di cretino!!
Gli occhi corrugati e la bocca imbronciata, Ryo a malincuore rimise a posto le
sue dita agitate e, con un gesto più che irritato, incrociò le braccia al
petto.
- Quanti problemi ti fai a volte!!!... Non è in questo modo che soddisferai
l'appetito dello stallone di Shinjuku, te lo dico io!
Punta sul vivo ed offesa da questa osservazione fuori luogo, Kaori strinse i
denti ed i pugni, facendo uno sforzo sovrumano per non fare a pezzi quest'uomo
sotto un enorme martello. Solo dio sapeva quanto si meritava una piccola
lezione di buone maniere!
La donna sospirò, le sue spalle si afflosciarono sotto la stanchezza. Si era
promessa di lasciare da parte i suoi piccoli attacchi d'ira durante le loro
vacanze ma ora, faceva davvero fatica a contenersi... Inspirare... Espirare...
Gli occhi chiusi, Kaori prese una profonda boccata d'ossigeno, tentando
comunque di ritrovare la calma.
- Ryo... Ti informo che se ci vedessero, avremmo dei problemi... Non ci tengo a
farmi notare, tutto qui!... Quindi smetti un po' di brontolare e cerca di
controllarti!
- Si e bene forse ne ho abbastanza di controllarmi!!... Anche se sono perfetto
come un dio Greco, io non sono fatto di marmo... Ahhhh al diavolo Mick, Miki,
Falcon e Kazue... e tutti questi imbecilli di turistiiiiiiiiiiii!!!
Questa riflessione aspra valse a Ryo le ire dei diversi stranieri che,
indispettiti da tanta insolenza, lo indicarono con il dito borbottando
astiosamente contro l'evidente mancanza di buone maniere dei Giapponesi. Ma
lungi dal prendersela, Ryo gli fece la linguaccia diverse volte in un
atteggiamento dei più infantili.
Sbalordita da questo comportamento puerile, Kaori, rossa di vergogna, posò una
mano sulla fronte e mosse la testa con un gesto infastidito, attendendo che il
suo socio si degnasse di calmarsi.
- Ryo, basta con queste bambinate!!... Lo so che sei
deluso... Io lo sono tanto quanto te!
I piedi che battevano il tempo sul suolo, Ryo alzò le spalle come solo e unico
commento.
Non più interessato alla conversazione, mise in mostra la sua noia sbuffando
rumorosamente, il suo sguardo da fine conoscitore scivolo lungamente sulla
figura longilinea di Kaori apprezzando una volta ancora i jeans taglia bassa e
la canottiera bianca che la donna portava. Abbigliamento casual ma talmente
sexi su di lei. E con quel paio di occhiali da sole posati sul suo adorabile
naso, aveva tutta l’aria di una turista. Una deliziosa vacanziera che avrebbe
gustato volentieri.
Dei pensieri non molto cattolici attraversarono la sua mente di uomo per la
centesima volta della giornata, per la millesima volta dal loro arrivo su
quest’isola.
- Kaori?
Il nome non andò oltre la sua gola stranamente secca. Dio come aveva voglia di
fare l’amore con lei!! Moriva dalla voglia di fondersi di piacere tra le
braccia di quella affascinante tentatrice sotto il sole delle Hawai. La
desiderava ardentemente. Appassionatamente. Troppo forse? Ryo fece una smorfia.
No. Non troppo. Sapeva già che non si sarebbe mai stancato di amarla. E non era
solamente il suo istinto d’uomo che la voleva. Più che il suo corpo, era il suo
cuore che la reclamava. Più che l’appagamento di un desiderio fisico, era il
suo modo di familiarizzare con il vero amore.
Avrebbe osato tentare qualcosa lì e subito?
- Ok! Hai vinto... Ma che non ti senta lamentarti poi!...
Ma il posto non era propizio a tali “attività”, e Ryo ridiventò serio ed
immaginandosi sotto una doccia fredda mise, per qualche secondo solamente, il
suo umore brioso da parte.
Deluso dalla sua mancanza di temerità, lo sweeper infilò le mani nelle tasche
dei suoi pantaloni beige, girandosi rapidamente e si allontanò un po’
borbottando sulla mancanza di affetto e compassione della sua socia.
Turbata da questo atteggiamento più che esagerato, Kaori alzò gli occhi al
cielo con la sgradevole impressione che non stessero parlando, ma proprio per
niente, della stessa cosa.
- Ryo...
Il nome si alzò con la lieve brezza che soffiava con leggerezza in quel posto
asfissiante di caldo.
Facendo scivolare una ciocca ribelle dietro l’orecchio, la donna guardò ancora
una volta la folla di vacanzieri che brulicava rumorosamente sul pontone, i
suoi occhi saldarono per sempre nella sua memoria la bellezza quasi
sovrannaturale di quell’isola.
Un sorriso affettuoso sulle labbra, fece diversi gesti con la mano a Miki e
Falcon che gli osservavano dalla nave da crociera, ancora al molo ma solo per
qualche altro minuto.
Allora tranquillamente, si avvicinò al suo compagno.
- Ryo... Non metterai il broncio per questo comunque?... Capisci, non sono
molto a mio agio in queste cose... E poi di chi è la colpa se siamo rimasti
qui?... Ryo... Ryoooooooo!!!... Smettila di adocchiare quella bionda o ti
spedisco a dare il buongiorno agli squali!!!
Ci sono delle parole magiche che hanno un effetto immediato.
Ci sono delle frasi che non hanno bisogno di essere ripetute per essere
comprese.
Ryo trasalì sotto la durezza del suo tono, ritirando macchinalmente la testa
tra le spalle. L’animo in pena, fece un cenno con il capo e guardò, gli occhi
lucidi, quella bella creatura innocente uscire per sempre dalla sua vita. I
tratti deformati da una tristezza tutta relativa, si lasciò fare quando Kaori
lo afferrò per il collo della maglietta e lo trascinò come un volgare sacco di
patate nella direzione opposta a quella affascinante donna dai capelli dorati.
- Non è possibile! Non tu non la pianti mai, accidenti!!!... Potresti almeno
astenerti dal guardare le altre quando sono con te!!... Ah, hai sempre il dono
di farmi uscire dai gangheri!!!
Il suolo era lungi dall’essere piatto e il posteriore di Ryo soffriva ad ogni
sporgenza che incontrava al suo passaggio. Ma malgrado le proteste e le grida
di dolore del suo socio, Kaori non rallentò il passo e, al contrario, accentuò
l’andatura troppo occupata ad urlargli addosso.
- Kaoriiiiii... Kaori!!!!... Hei potresti essere un po’ più gentile con me...
Dopo tutto, non è colpa mia se non possiamo partecipare a questo giro tra le
isole!!
A quelle parole la donna s’immobilizzò, una fonte di calore anomalo avvolgeva a
poco a poco il suo corpo.
Spettatore privilegiato di questo spettacolo, Ryo si morse la lingua, cosciente
di aver appena detto una grossa sciocchezza e che non avrebbe tardato a pagare
la sua sfacciataggine. Con voce dolce, cercò, in un ultimo sprazzo di coraggio,
di ottenere la clemenza del giudice Makimura.
- Kaori, mia cara... non volevo dire questo... è stato un equivoco...
Bang!! Cosa aveva detto? Che non era colpa sua? Che non aveva niente a che
vedere con tutta questa storia? Il bugiardo!!!!
In preda ad una collera difficilmente gestibile, la donna lasciò violentemente
il suo fardello umano che si schiantò con un rumore sordo sul suolo. Il viso
arrossato e sciupato, Ryo si lamentò ancora una volta della violenza di Kaori
e, sedendosi a gambe incrociate, si massaggiò rapidamente il naso, controllando
sempre che tutto fosse a posto.
- Aiaaa!! Ma sei pazza o cosa?
Non prestando alcuna attenzione a quel deficiente del suo socio, la donna
contemplò amaramente la lunga fila d’attesa che stavano lasciando e il cartello
in legno sul quale era segnato “Completo – Prossima partenza domani alle 13.30
– vendita biglietti oggi fino alle 14.00”
- ...avresti potuto rompermi il naso!!!
Di cattivo umore, la donna si girò un’ultima volta verso il pontile e,
scorgendo Mick e Kazue che si apprestavano a salire sulla barca, pregò
interiormente perché scoppiasse un temporale sopra le loro teste nella mezz’ora
che seguiva, desiderando subdolamente che il mare si agitasse violentemente
rendendo il loro viaggio insopportabile.
Una crociera... l’aveva sempre sognata... con Ryo in più... Perché il destino
le giocava sempre dei cosi brutti scherzi?
L’espressione desolata, si pentì immediatamente dei suoi pensieri diabolici e
guardò ancora una volta i suoi amici. Una decina di giovani donne circondavano
in quel momento la coppia, e l’americano, che portava sempre il suo
travestimento da “Mitch Buchannon” versione platinata (uno dei protagonisti
di Baywatch), metteva in mostra un sorriso talmente scintillante da essere
quasi accecante.
Istintivamente, Kaori chiuse gli occhi e fece una smorfia di pietà pensando
alla povera Kazue che avrebbe passato la maggior parte del suo tempo a frenare
gli ardori del suo Ryo biondo.
Fu allora che sentì dei piagnucolii famigliari giungerle alle orecchie.
- Kaoriii!! Mi stai ascoltando?... Kaoriiii!!
Esasperata dalle lamentele di Ryo, Kaori sentì la collera invaderla seriamente.
Lo sguardo cattivo, fulminò in tutta la sua altezza l’uomo che, per terra,
piagnucolava come un bambino al quale si era appena negato un dolcetto.
- Non è colpa tua Ryo!? Non è colpa tua!? – Il tono era ironico e saliva
pericolosamente sugli acuti -... Ti avevo pure chiesto di alzarti alle 8.30
questa mattina ma no... Il signore ha preferito impoltronire a letto fino alle
11.00 e di conseguenza, siamo arrivati in ritardo per comprare i nostri
biglietti... Grazie alla tua pigrizia leggendaria, non potremmo andare in
escursione con gli altri!
Kaori era veramente furiosa. Non amava quando le cose andavano di traverso ed
oggi, come negli altri giorni del resto, niente andava dritto.
La loro fuga tra le isole era andata a monte per colpa di un cretino che dal
loro arrivo non faceva altro che fare quello che gli pareva...
Erano in un posto paradisiaco e lui non le aveva nemmeno fatto una sola volta
una visita notturna! Nemmeno una mezza visita! Niente! Nada!
In effetti, era già tanto se aveva tentato qualche cosa da quando erano stati
interrotti nel loro slancio la prima mattina!!
Era delusa e cominciava a chiedersi perché...
Oups! Le guance le diventarono rosso scarlatto, Kaori spalancò gli occhi e fece
una smorfia. Perché pensava a quello? Perché i suoi pensieri prendevano un
cammino cosi intimo? Era la frustrazione di non essere tormentata da Ryo che la
metteva in questo stato così aggressivo?
Nascosta dietro i suoi occhiali, Kaori lo osservò di nascosto. Come a lei, la
sua pelle iniziava cominciava a prendere una leggera tinta abbronzata,
rendendolo diabolicamente seducente. Si emanava da lui un carisma quasi
animale, talmente affascinante che Kaori si sentì all'istante turbata.
La donna sentì allora un desiderio indescrivibile scorrere violentemente nelle
vene, mettendola a disagio. A forza di frequentare quel perverso di Ryo, stava
diventando anche lei una maniaca come lui?
- Mi dispiace di non essere riuscito a svegliarmi, Kaori – Ryo, di nuovo in
piedi, si rimise il berretto sulla testa – però devo ricordarti che ti ho
proposto di giocare d’astuzia per prendere il posto di Mick e Kazue ma tu non
ne hai voluto sapere!...
Deconcentrata dal cammino che prendevano i suoi pensieri, Kaori estrasse un
opuscolo dalla tasca e lo rilesse rapidamente per nascondere il suo viso
sconvolto dalle emozioni e per schiarirsi le idee. Che fosse per l’isola di
Corallo – scoperta dalla famosissima Ginie^^ – o ancora l’isola del Desiderio –
esplorata dalla geniale Mikomi – (fiction francesi) , questa mini
crociera di quattro giorni tra le isole vicine era l’escursione con la E
maiuscola da fare nel caso di un soggiorno alle Hawai.
Ryo, quanto a lui, continuava sempre a parlottare nel suo angolino ma, capendo
di parlare al vuoto, si decise a prenderla un po’ in giro.
- ... e se tu mi avessi ascoltato, Miss Onestà, a quest’ora, noi saremmo
sull’oceano, i capelli al vento, inebriati dalla... Wow, che bellezzaaaa!!!
Ryo saltellò sul posto, il viso deformato dalla perversità dei suoi pensieri.
- Signorinaaaaaaaa...
Le parole risuonarono a lungo alle orecchie di Kaori. Allora i lineamenti
rabbiosi e il corpo circondato da un’aura malefica, la donna alzò degli occhi
distruttori da suo opuscolo che si trasformò come per magia in un’immensa noce
di cocco equipaggiata di spuntoni giganteschi.
- Hai appena oltrepassato i limiti dell’accettabile, Ryo Saeba! Dì le tue
ultime preghiere, razza di verme immondo!
BANNNNNG!
Il lupo perde il pelo ma non il vizio!
Sull’orlo di esplodere, Kaori perse tutto il controllo e picchiò con visibile
soddisfazione il suo caro partner, incastrandolo sul suolo. E lungi dal
formalizzarsi degli sguardi curiosi e spaventati della popolazione locale che
additava quella giapponese non molto delicata, Kaori continuò a tuonare ad alta
voce.
- Ma perché mi sono innamorata di un perverso come lui!!! Perché?... Ne ho
veramente abbastanza di fare la bella statuina... Arhhhhh, tu parli di
vacanze!!!
Vedendola prendere la direzione della spiaggia, Ryo si sbarazzò della sua
prigione, gettandola il più lontano possibile nel mare e, dopo tre esercizi di
ginnastica, si lanciò alle sue calcagna. L’immagine di Kaori in costume da
bagno e di quei bellimbusti senza compagna che erano sparsi sulla spiaggia
s’imposero nella sua mente, facendogli accelerare immediatamente il passo.
- Kaori!!!... Aspettami!!!
Più veloce di un lampo, Ryo la raggiunse e, tutto sdolcinato, cercò
maldestramente di scusarsi. Ma Kaori non se ne fece niente delle sue scuse
fasulle e volse bruscamente la testa quando il suo sguardo incrociò quello del
suo socio.
- Sei davvero arrabbiata con me o è solo una delle tue solite piccole crisi di
gelosia?
Ryo articolò le sue parole con una punta di malizia nella voce prima di
predente una gomitata ben assestata nelle costole. Facendo finta di niente
represse il dolore, fissando con interesse il volto sfinito della donna.
Inquieto, compresse di essersi spinto un po’ troppo oltre nel punzecchiarla e
forse l’aveva ferita senza veramente volerlo.
- Mi dispiace Kaori... Volevo solamente punzecchiarti un po’, tutto qui.
Nuovo incrocio di sguardi, nuovo sviamento della testa. Ryo imprecò
interiormente.
Ora che il suo piano si stava svolgendo alla perfezione – era riuscito a
sbarazzarsi, e per quattro giorni inoltre, di quelle piattole chiamate Miki,
Mick, Falcon e Kazue così semplicemente come aveva previsto – era comunque
riuscito a mettere in collera Kaori. E se voleva approfittare fino in fondo di
queste 96 ore in questo posto paradisiaco, doveva fare di tutto per renderle il
suo grazioso sorriso. Era questione di sopravivenza.
- Andiamo Kaori... Smettila un po’ di fare la testona, e dimentica Miki e gli
altri... Sono sicuro che ci divertiremo tanto quanto loro... Ascolta un po’
qui...
Quando Kaori era in collera, perdeva tutto il suo senso pratico, non rendendosi
neanche conto dell’opportunità che si offriva finalmente a loro. Allora con
l’aria seria, Ryo si incaricò di mettere i puntini sulle i.
In un atteggiamento inequivocabile, le si mise di fronte e, posando le mani
sulle sue spalle abbronzate, le mormorò qualcosa all’orecchio prima di
pronunciare la fine della sua frase, a voce alta, in una maniera
deliberatamente dolce e affascinante.
- soli... nient’altro che tu ed io... in questa grande casa circondata da una
magnifica spiaggia di sabbia fina... Ti immagini?
Gli occhi nascosti dietro gli occhiali scuri, Kaori resto a bocca aperta,
capendo finalmente dove Ryo voleva arrivare.
Lei e lui. Lui e lei. Senza un Mick pronto a tutto per sedurla non appena Kazue
girava le spalle. Senza una Miki che osservava di nascosto il comportamento
strano di una coppia che non voleva ancora svelarsi agli occhi di tutti. Senza
un Falcon e una Kazue che facevano finta di non interessarsi a tutta questa
storia. Senza nessuno a disturbarli nei loro momenti d’intimità.
- Sugar Boy?
Le sopracciglia aggrottate, Ryo abbassò gli occhi e incontrò il suo riflesso
negli occhiali da sole. Un tenero sorriso alle labbra, attese che lei gli
togliesse dal suo adorabile naso per immergere il suo sguardo scuro colmo
d’amore e di desiderio nei suoi occhi splendenti di quel piccolo bagliore
sbarazzino che amava tanto vedere.
Poi come in un sogno, sentì una mano scivolare deliziosamente nelle sua mentre,
mettendosi sulle punte dei piedi, la donna posò le sue labbra zuccherate in un
bacio allo stesso tempo tenero e timido ma pieno di promesse.
- Hai ragione, Ryo... E’ tempo che pensiamo finalmente ed unicamente a noi...
La sirena della barca risuonò agli orecchi dei due soci come per segnalargli
che era finalmente soli, senza nessuno che potesse disturbarli.
La coppia, teneramente abbracciata, contemplò ancora qualche minuto la nave
prima che Kaori si decise a muoversi, lanciando uno sguardo malizioso a Ryo.
- Cosa?
Un sorriso magico alle labbra, la donna piegò la testa di lato prima di
spiegarsi. I suoi occhi brillavano di una luce birichina.
- L’hai fatto apposta, non è vero?... Il tuo svegliarti in ritardo? Era
un’astuzia perché restassimo finalmente da soli, no?
Facendo finta di niente, Ryo alzò rapidamente le spalle e, pronto ad
approfittare al massimo del loro piccolo soggiorno a tu per tu, avviò il passo,
trascinandosi dietro una Kaori che rideva a crepapelle.
6° giorno di vacanza, camera di Kaori
Mercoledì 14 luglio, 19.31
La giornata era passata ad una velocità vertiginosa, riempiendo gli animi di
Ryo e Kaori di risate, di teneri baci e suggellando per sempre una complicità
quasi irreale di sincerità e di intensità. Quelle poche ore passate assieme gli
avevano avvicinati più ancora di quei lunghi anni di vita comune, portandogli
quella disinvoltura e quella freschezza che crudelmente mancavano nel loro
difficile quotidiano.
Erano finalmente riusciti ad abituarsi l’uno all’altra totalmente e si
dilettavano a scoprirsi ancora e ancora. E se i loro cuori si aprivano e si
scoprivano con una facilità sempre più sconcertante, o anche destabilizzante,
ora non aspiravano che ad unire i loro corpi e i loro animi per essere
finalmente in perfetta armonia con quel bisogno, divenuto quasi vitale, di fare
un tutt’uno con l’altro.
Sola nella sua camera, Kaori contemplò un’ultima volta il suo riflesso allo
specchio, visibilmente persa nei suoi pensieri.
Portava uno stupendo vestito bianco senza maniche, con un’elegante scollatura a
V, il cui spacco sul davanti lasciava intravedere la perfezione delle sue
gambe. La sua pelle deliziosamente dorata dal sole contrastava magnificamente
con il colore del suo abito e la sua silhouette, muscolosa ed armoniosa, non
aveva niente da invidiare alle più grandi modelle del mondo.
Tuttavia, le sopraciglia aggrottate, la donna si osservò a lungo. Le labbra si
tesero in un ghigno insoddisfatto, esaminò accuratamente il suo profilo destro
poi il suo profilo sinistro, facendo scivolare macchinalmente le mani sul
tessuto e chiedendosi se, tutto considerato, quest’abito non le facesse i
fianchi troppo grossi e non la schiacciasse troppo sul petto.
- Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella questa sera?
Una smorfia contrariata, un sospiro di disappunto, Kaori rimase disperamene
impalata davanti allo specchio, non riuscendo ancora ad apprezzare al suo
giusto valore l’immagine che gli rinviava.
Al ricordo di alcune parole dette da Ryo – parole non molto galanti dovette
ricordare – sui suoi fianchi troppo larghi e sul suo seno troppo piatto, la
donna perse ogni obbiettività di fronte alla sua bellezza ed al suo potere di
seduzione. Ed anche se Ryo l’aveva vista in costume da bagno diverse volte dal
loro arrivo su quell’isola e non aveva nascosto il suo “entusiasmo” di
scoprirla vestita in quel modo, Kaori non riusciva a togliergli così facilmente
dalla testa tutte quelle critiche offensive e quelle parole dure che aveva
incassato durante tutti quegli anni.
- arghhh sicuramente non io...
Stanca di giocare alla modella da quattro soldi, Kaori si rassegnò a restare
vestita in quel modo e cominciò a controllare il suo leggero trucco.
Poi sostenendo il suo proprio sguardo, si passò a lungo le mani tra i capelli,
rimettendo apposto qualcuna delle sue ciocche ribelli, cercando allo stesso
tempo di scolpire una acconciatura che le donasse un aspetto un po’ più
sofisticato. Ma niente da fare, Kaori era il ritratto della naturalezza ed
anche la sua capigliatura non si lasciava domare così facilmente.
- Ma che insetto ha punto Ryo perché mi invitasse al ristorante più chic del
posto?
Kaori si rammaricò immediatamente delle sue parole e si morse con un gesto
infastidito il labbro inferiore.
In effetti, se inveiva in questo modo contro Ryo, era più per mascherare la sua
mancanza di fiducia in se stessa che altro.
L’impazienza di vedere finalmente sbocciare la loro relazione le dava fiducia,
ma l’apprensione di donarsi totalmente a Ryo la franava subdolamente.
Alla fine perdendo la battaglia contro le sue ciocche ribelli, Kaori accettò la
sua immagine e, abbandonando il suo riflesso, si mise alla ricerca del suo
unico paio di sandali bianchi che aveva trovato rifugio in uno degli armadi
della camera.
A carponi sul pavimento, la donna continuò a brontolare per proforma,
gettandosi oltre le spalle un paio da tennis, un paio di infradito, un paio di
scarpette in cuoio che atterrarono con un rumore secco sul pavimento.
- Accidenti, ma dove sono quelle maledette scarpe?
Lanciando un urlo di gioia quando mise le mani sui suoi sandali, Kaori si
raddrizzò con una mimica piuttosto comica e le infilò maldestramente, poco
abituata a portare quel genere di calzature. Poi, con un gesto automatico,
picchettò diverse volte la punta dei piedi sul suolo, assicurandosi così che le
cinghiette in cuoio bianco fossero ben fissate sulle caviglie.
- Perfetto... – Kaori controllò l’ora sull’orologio che risplendeva al suo
polso – Credo sia tempo di raggiungere Ryo...
Era giunto il momento.
Allora più o meno pronta ad affrontare lo sguardo famelico del suo socio, Kaori
fece un profondo respiro, lisciando un’ultima volta le pieghe immaginarie del
suo abito.
Un ultimo sguardo allo specchio, si sorrise da sola poi si rivolse un
occhiolino malizioso per darsi coraggio. E con il cuore che batteva fortissimo
nel petto afferrò la borsetta che l’aspettava sul letto e uscì rapidamente
dalla sua camera, pregando silenziosamente perché il suo nervosismo non le
impedisse di vivere pienamente questa serata che avrebbe, senza alcun dubbio,
cambiato il corso della sua vita di donna.
Continua...