Fandom: Star Trek (Reboot
cinematografico)
Genere: fantascienza, introspettivo
Tipo: one shot
Raccolta: Come padre e figlio
Personaggi: James T. Kirk, Christopher Pike
Rating: PG, verde, K
Avvertimenti: movieverse
PoV: terza persona
Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma di Gene Roddenberry (J.J. Abrams). I personaggi e gli eventi in questo racconto
sono utilizzati senza scopo di lucro.
Il nodo di Gordio
di Bombay
Nell’ufficio del capitano regnava il silenzio più
assoluto. Pike fissava il cadetto Kirk con severità tanto che il ragazzo fu
costretto ad abbassare lo sguardo.
L’ufficiale lo aveva convocato con urgenza, di buon’ora,
prima dell’inizio delle lezioni.
“Si può sapere cosa ti è venuto in mente?” iniziò con
voce dura.
“Non comprendo a cosa si riferisce,
signore.”
Pike sbottò una mezza risata tutt’altro che divertita.
“Non provare a prenderti gioco di me, ragazzo. Ti reputo
una persona troppo intelligente, per non capire il perché ti ho convocato qui.”
Il cadetto si umettò le labbra “È per il test della Kobayashi Maru” rispose infine.
L’esame si era tenuto quattro giorni prima e in
accademia non si parlava d’altro, di come lui avesse risolto il test, cosa che
non era mai successa fino a quel momento.
“Ho superato il test.”
“Hai imbrogliato, James!” lo redarguì battendo una
mano sul ripiano della scrivania.
Il giovane si strinse nelle spalle “Il test stesso è
un imbroglio” affermò, tornando
a fissare l’uomo negli occhi il quale annuì appena.
“Esatto! Qualunque scelta tu compia in un modo o
nell’altro fallisci. È una prova caratteriale per valutare la tempra e la
capacità di un futuro capitano nelle situazioni senza via di uscita.”
“Non credo negli scenari senza via d’uscita.”
A quell’affermazione Pike sospirò scuotendo il capo:
“Tu, come tutti noi, non sei infallibile James e prima te lo metti in testa
prima sarà meglio per tutti.”
Kirk sbuffò, prese un lungo
respiro prima di iniziare a parlare: “A tutto si può trovare una soluzione:
Alessandro Magno, davanti al Nodo di Gordio, lo recise con un colpo di spada. Nessuno fino a quel momento
aveva pensato a quella soluzione, rapida e semplice.”
Pike scosse la testa affranto
da tanta arroganza “Ti reputi già un grande uomo come Alessandro? Sei solo
all’inizio del tuo cammino, James, dovresti imparare l’umiltà prima di tutto.”
Kirk abbassò lo sguardo stava per ribattere ma il
superiore lo precedette “È tutta la vita che cerchi di attirare l’attenzione su
di te.”
“No, è tutta la vita che cerco
di uscire dall’ombra di mio padre. Qualunque cosa io dica o faccia sono
sempre paragonato a lui” sibilò a denti stretti.
“Sai come ha concluso la sua Kobayashi Maru, tuo padre?”
Jim roteò gli occhi al cielo “Sì, ha violato il
confine per salvare la nave e…”
“No” lo interruppe “Ha evacuato la U.S.S.
Kelvin ed ha salvato le uniche persone che contavano per lui: te e tua madre.
Ha compiuto la scelta più giusta in un momento disperato, mantenendosi saldo al
comando.”
“Il prezzo, però, lo sto pagando io…” sussurrò
tristemente.
“Ogni azione che compiamo genera delle conseguenze,
ricordalo, James. Sei congedato.”
Kirk uscì dall’ufficio del capitano Pike, era così
assorto nei suoi pensieri che quasi si scontrò con uno degli istruttori.
Sollevò lo sguardo ed incontrò due occhi scuri che
sembravano accusarlo.
“Mi scusi” mormorò cedendo il passo al vulcaniano.
Le parole di Pike lo avevano turbato; lui voleva solo
dimostrare che a tutto si poteva trovare una soluzione, aveva imparato che non
bisogna mai arrendersi o la vita ti avrebbe sopraffatto.
Nessuno fino a quel momento aveva superato quel
maledetto test. La sua era una soluzione geniale e senza precedenti; Pike
avrebbe dovuto elogiarlo per la sua intuizione e non rimproverarlo. Ovunque si
girasse qualcuno gli ricordava che suo padre era comunque migliore di lui.
“Jim? Ehi Jim!”
la voce di Bones lo riportò al presente.
“Tutto bene?” domandò vedendo il volto scuro
dell’amico.
“No, Pike mi ha rimproverato per la mia soluzione
alternativa alla Kobayashi Maru”
sbottò infastidito.
Il medico aggrottò le sopracciglia e Kirk domandò
curioso: “Che cosa c’è?”
“Stanno radunando tutti i cadetti nell’aula magna.”
“Perché?” domandò sentendo un cattivo presentimento
insinuarsi nella sua mente.
“Non lo so.”
Kirk seguì il compagno di studi lungo i corridoi, raggiunta
l’aula si sedettero tra le prime file.
Il cadetto scorse nuovamente il vulcaniano che aveva
accidentalmente urtato; non sapeva spiegarsi perché, ma nel suo sguardo vi
leggeva qualcosa di ostile.
L’ammiraglio Barnett prese
la parola: “Questa riunione è stata indetta per risolvere una grave questione:
cadetto James T. Kirk venga avanti.”
Mentre scendeva le scale, un brivido
gli percorse la schiena e le parole di Pike continuavano a risuonare
nella sua testa.
-Ogni azione che
compiamo genera delle conseguenze.-
Kirk raddrizzò le spalle: avrebbe dimostrato a Pike e
a chiunque che sarebbe stato un uomo migliore di suo padre ed
avrebbe iniziato da lì.
---
Note dell’Autrice: buona domenica
a tutte/i. Torno con la raccolta su Kirk e Pike.
Spero che questa cosina possa
piacere.
Alla prossima.
Un Kiss
Bombay