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Autore: Riku_Lucis_Caelum    31/08/2014    1 recensioni
È la storia di una ninja come tanti del villaggio di Konoha, un orfanella come tanti che però incontrò un ninja fuori dal comune.
(c'è un mio personaggio in questa storia, creata e caratterizzata da me, spero vi piaccia ^^)
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Jiraya, Minato Namikaze, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio, Naruto Shippuuden
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È un fresco pomeriggio e seduta su una ringhiera sta una ragazzina di all’incirca 12 anni sta lì a godersi il lieve vento che soffia e ciondola i piedi sospira pensierosa guardando il cielo e il villaggio dall’alto.
Non è molto alta, ma neanche bassa, capelli castani abbastanza lunghi e gli occhi di uno strano colore, quasi fucsia.
Si gode quel vento leggero e quella giornata tranquilla, non si sentono molti rumori a parte quello delle fronde degli alberi e dello sfringuellare degli uccellini.
D’un tratto sente un rumore di passi che si avvicinano a lei,  lenti e tranquilli. Si volta e dietro di lei c’è un ragazzo biondo sui vent’anni che viene verso di lei, la guarda, poi si appoggia alla ringhiera con le braccia.
- Che bel vento c’è qui…- mormora il misterioso biondino.
Lei lo guarda, non sembra un tipo pericoloso, anzi tutt’altro. Lui si volta verso di lei e la guarda negli occhi con intensità. Gli occhi azzurri di lui si incrociano con i suoi.
- Sono molto belli…- dice sfoderando un sorriso che le fa abbassare totalmente la guardia facendola lievemente arrossire.
- Cosa…?- risponde la ragazzina. Lui ride.
- Aaaa… ma allora parli…- mormora con tono scherzoso.  - comunque parlavo degli occhi…- 
Lei non risponde.
- Vieni spesso qui?- domanda il biondo incuriosito.
- Forse… - il volto di lei diventa un po’ triste.
- Scusa…- aggiunge lui vedendo la reazione della ragazzina.
- Perché mi fai tutte queste domande…?- chiede lei guardandolo.
Lui si scosta dalla ringhiera, si volta per poi poggiarsi solo con le mani.
- Volevo fare amicizia… - le dice con leggerezza.
- Sei strano…- mormora stranita dall’inaspettata risposta.
- Grazie, lo prendo come un complimento…- sorride.
Lui lentamente si allontana, fa cenno di saluto con la mano mentre s'incammina verso il villaggio.
Si sta facendo sera così decide che forse è meglio tornare a casa, s’incammina tra viottoli e stradine del villaggio per poi raggiungere una casetta di legno un po’ in periferia.
Apre la porta scorrevole e si toglie le scarpe.
- Sono tornata!- ma nessuno risponde e si sdraia sul pavimento fissando il soffitto, le lacrime le solcano il viso poi chiude gli occhi e si addormenta cullata dal vento che rumoreggia infrangendosi sulle finestre accompagnata da dolci e tristi ricordi di una vita che un tempo era la sua.
Il giorno dopo si sveglia presto per andare a fare la spesa, sta per uscire da casa quando una volta aperta la porta di casa si trova davanti quel bizzarro ragazzo biondo.
- Allora abiti veramente qui…- dice lui sorridendole ingenuamente.
- Si può sapere che vuoi…?- domanda aggressiva chiudendosi la porta alle spalle e snobbandolo.
- Fare amicizia, te l’ho detto…- dice lui seguendola.
Lo ignora incamminandosi verso il mercato con il biondino che la segue, la gente si gira a guardarli vedendo questa strana scena: una ragazzina e un quasi adulto che la segue a mo di cagnolino.
Giunta dalla fruttivendola, comincia a guardare la merce.
- Ciao tesoro…- mormora la negoziante, un’anziana signora dai modi gentili.
 -… oggi sei in compagnia? È il tuo ragazzo?- aggiunge l’anziana donna sorridendo.
- Ma le pare… lo ignori…- risponde lei tranquilla
- Hey!- il biondo grida il suo assenzo.  - Ti pare il modo di trattarmi?- urla poi.
- Sei rumoroso… se vuoi venire con me almeno fa meno chiasso…- dice poi mettendo in un sacchetto di carta delle mele verdi.
L’anziana donna sorride guardando intenerita quei due giovani, specialmente la ragazzina che non vedeva mai in compagnia, che per lei era una specie di nipotina.
- Quanto ti devo nonnina…?- chiese la ragazzina, la donna sorrise.
- Questa volta offro io piccolina, torna anche domani...- disse poi regalandole un sacchetto di mandarini.
- Grazie nonnina…- disse sorridendo la piccola. - tornerò anche domani- e detto ciò si allontanò sempre seguita dal giovane.
Si sedette poi su una panchina in un parco, lui di fianco a lei. Aprì il sacchetto di mandarini,
- Tieni… mangialo…- mormorò la ragazzina offrendo un mandarino al giovane.
- Grazie…- sorrise per poi prendere a sbucciarlo e iniziò a mangiarlo di gusto.
- Sono buoni… lei me li regala sempre- dice lei mentre ne mangia uno.
Lui la guarda è veramente piccola e esile. Sembra che anche solo sfiorandola potrebbe rompersi, come fosse di cristallo.
- Un altro!- dice poi allungando una mano per farsi dare un altro mandarino.
- Va bene ma poi basta sennò li finisci tutti…-
Gliene porge un altro e lui lo sbuccia e poi lo mangia.
- Mi piace il lieve sapore aspro- sorride alla ragazzina mentre mangiucchia uno dopo l’altro gli spicchi.
Lei lo guarda è un bel ragazzo, solo che caratterialmente troppo espansivo ma sta cominciando ad abituarsi a lui.
- Perché io?- chiede la ragazzina fissandolo.
-Bè…- lui si ferma un istante… come per pensare poi sfoderando un bel sorriso dice. - mi sei simpatica…-
Lei non ribatte prendendo per buona la motivazione.
- Ora vado a casa…- dice lei facendo per alzarsi. Lui la ferma per un braccio, la guarda.
- C….che…- la ragazzina arrossisce violentemente e si volta.
- Posso stare con te… anche domani…?- chiede il biondo seriamente.
Lei si volta cercando di sbollire. Poi con voce lieve risponde al ragazzo.
- Va…va bene…- lui sorride felice, le lascia il braccio e lei si incammina.
- Allora a domani…- grida mentre la ragazzina si allontana.
Il ragazzo rimane seduto sulla panchina, da dietro uno degli alberi alle spalle della panchina, sbuca fuori un uomo dai capelli bianchi abbastanza lunghi e due strani tatuaggi sotto gli occhi Si avvicina al biondino che senza voltarsi mormora.
- Sensei… da quando è passato a spiare me?...- si mette a ridere mentre lo dice.
L’uomo si siede in maniera piuttosto scomposta e rilassata sulla panchina.
- E tu da quando frequenti delle ragazzine? Anche se… devo dire che è molto carina…- dice lui sorridendo.
Lui fissa di fronte a se, i suoi occhi azzurri fissano il nulla poi chiudendoli. Abbassa lo sguardo.
- Si… ed è dolcissima…- dice poi a voce un po’ più bassa.
L’altro si stupisce un po’ di quell’affermazione.
- Non… non ti sara mica…- incespica poi – ricordati che stai per…- il biondo si volta guardandolo quasi minaccioso. Il maestro si blocca, l’espressione dapprima sbalordita diventa un sorriso.
- Allora è una cosa seria è?- aggiunge poi.
Il ragazzo si alza poi si volta verso l’uomo e gli sorride portandosi una mano all’altezza del cuore.
- Sensei, a questo… non si comanda…- dice battendo la mano in petto per poi allontanandosi lentamente.
- Infondo siamo pur sempre umani… - mormora guardando il suo allievo in lontananza.
Intanto la ragazzina, che era giunta a casa, stava sistemando le mele e i mandarini in ciotole.
Qualunque rumore, anche il più flebile rimbombava in quella casa. Posa le ciotole sul tavolino, poi si avvia verso una stanza, apre la porta, dentro c’è un lettone matrimoniale perfettamente apposto. Lei si rannicchia in quel letto, poi chiude gli occhi.
- Fa… così freddo… - mormora prima di addormentarsi.
Il giorno seguente esce di casa presto e davanti alla porta trova di nuovo lui.
-Buongiorno!- esclama sorridente.
Lei lo guarda piuttosto perplessa.
- Andiamo…- mormorò camminando seguita a ruota dal biondo.
Fecero i soliti giri per le spese poi si sedettero su una panchina, nel posto dove era solita andare a guardare il giorno che moriva dietro l’orizzonte.
Il biondino e la ragazzina guardarono il tramonto.
- …è bello…- mormorò la piccola ragazza.
Lui si voltò guardandola, aveva gli occhi fissi su quel sole che spariva.
- Già…- disse lui senza neanche guardare il tramonto.
Doveva ritornare a casa, ormai si stava facendo buio così la ragazzina si alzò e prese borse e pacchi.
- Verrò anche domani!!!- le grida lui mentre lei si avviava.
L’indomani si accinge a uscire e aprendo la porta di casa non vi trova lo stravagante biondino. Non da molto peso alla cosa, va comunque a fare le sue commissioni giornaliere.
Cammina da sola per il villaggio fermandosi di tanto in tanto in qualche negozio. Arriva davanti alla fruttivendola, la vecchina la vede da sola.
- Oggi il tuo ragazzo non è con te?- chiede.
- Non è il mio ragazzo nonnina… e oggi avrà di sicuro di meglio da fare che stare con me…- risponde tranquillamente.
Prende un po’ di frutta, paga e saluta la negoziante per poi dirigersi nel suo “posto segreto”. Posa in terra le buste e si siede sulla sua adorata ringhiera a fissare il villaggio, ciondolando i piedi avanti e indietro.
Si sente triste, ma perché? Ha vissuto tutta la vita da sola e adesso?  Perché quelle fitte al cuore?  
Dei passi alle sue spalle, lei non si volta.
- Sapevo di trovarti qui… - è lui, le si avvicina.
La ragazzina tiene lo sguardo basso e stringe più forte la ringhiera con le mani.
Il biondo si avvicina posando una mano su quella di lei che è aggrappata saldamente alla sbarra di ferro.
- Ti… sei sentita sola…?- dice lui con voce delicata.
Lei si volta ha gli occhi pieni di lacrime, allunga le braccia lanciandosi letteralmente tra quelle di lui, che la abbraccia tenendola sollevata da terra lievemente. La sente bisbigliare tra i singhiozzi e continua a tenerla tra le braccia saldamente.
- Non ti lascio più sola… perdonami…piccolina…- mormora lui.
- Shi…aru…- bisbiglia la ragazzina.
- Eh?- dice il biondino.
- Shiaru…i…il m..mio no…nome…- continua a piangere.
Lui sorride coccolando la piccola creatura che ha aggrappata al collo, con dolcezza.
- Hai veramente un bel nome… - dice poi.
 
Il biondo se ne sta seduto su una panchina con la ragazzina aggrappata in grembo, le carezza i capelli.
- Sei calma ora?- chiede lui
Lei annuisce stringendosi di più al ragazzo.
- Ti accompagno a casa?- domanda poi.
Lei alza lo sguardo, lo fissa, lui le accarezza il volto, lei chiude gli occhi, assaporando ogni istante di quel dolce gesto è così piacevole il contatto umano, le carezze, le attenzioni che per un intera vita aveva cercato, lui gliele dava. Se non c’era lui, si sentiva ancora più svuotata di quanto non lo fosse già.
Lui si era affezionato più di quanto immaginava e poi dopo oggi era ancora più difficile per lui capire i suoi sentimenti per quella ragazzina di così tanto più piccola di lui.
- Resteresti con me…?- mormorò lei aprendo gli occhi e fissandolo nei suoi.
All’inizio quella domanda lo spiazzò ma poi, quello sguardo dolce e triste gli fece capire cosa voleva.
- Si… resterò con te…- sorrise dolcemente.
Lei ricambiò il sorriso facendo arrossire lievemente il ragazzo, lui prese dolcemente tra le mani il viso della ragazzina, posò un dolce bacio sulle labbra di lei che in un primo momento fu spiazzata da quel gesto ma poi posando le mani sul petto di lui ricambiò quel bacio.
 Intanto da lontano l’uomo dai capelli bianchi che il ragazzo chiama sensei, osservava la scena, quella piccola ragazzina tra le braccia di quel ragazzo, il suo allievo.
- Capisco adesso… allora è proprio una cosa seria… - un soffio di vento fece muovere bruscamente e rumorosamente le fronde degli alberi coprendo la voce dell’uomo che sorridendo malinconico si allontanava lentamente.
Il biondo si alzò facendo scendere la ragazzina, ormai era quasi buio. Dolcemente lui le prende la mano.
- Andiamo… - sorride, lei gli strige la mano mentre si incamminano.
Camminano tra vie e stradine giungono a casa di lei, quella piccola casa, che però conteneva un grande vuoto.
- Allora…- mormorò lei  -… buonanotte…- gli lasciò la mano lentamente, fece sette passi prima di voltarsi verso di lui.
Lui sfoderò uno splendido sorriso, poi tornò serio.
- Sei triste?- chiese come se le leggesse i sentimenti.
- Si…- rispose lei voltandosi verso di lui, dando le spalle alla casa.
- Hai paura che ti sgridino?...- domandò.
Lei strinse i pugni abbassando lo sguardo. Si morse un labbro, non voleva piangere.
- No…- mormora con voce tremula la piccola ragazzina.
- Puoi dirmi il perché..?- chiese dolcemente.
- È che entrando e dicendo…”sono tornata!”… so che nessuno…- si bloccò.
Alzò lo sguardo e cercò di sorridere ma le lacrime le scesero da sole.
-… nessuno mi risponderà…- aggiunge poi.
Lui rimase di sasso, la vide fare cenno con la mano, voltarsi e dirigersi verso la porta. La vide entrare e richiudersi la porta alle spalle.
Abbassò lo sguardo. Quanto poteva essere triste ritornare a casa e trovarla vuota e fredda? Quanto poteva far soffrire non sentire altre voci in casa oltre la tua? Restò immobile per un po’ poi come preso dall’angoscia corse verso quella casa, aprì rumorosamente la porta e come guidato da mani invisibili si diresse verso una stanza, aprì la porta.
Lei era lì rannicchiata nel lettone. Sembrava ancora più piccola. Aprì gli occhi e lo guardò sollevandosi con le braccia delicatamente si mise semi seduta.
- Hai freddo…?- dice lui.
Lei sorrise tristemente, aveva gli occhi lucidi.
- Si… tantissimo… qui fa sempre freddo… - mormorò.
Lui fece una smorfia addolorata si avvicinò al lettone e abbracciò la ragazzina che si aggrappò alla schiena di lui.
- Vedrai pian piano… farà un po’ più caldo… ci sono io qui con te…- mormora lui.
Lei non rispose, si limitò a stringersi a lui un po’ di più.
Si sdraiarono nel letto lei tra le braccia di lui e lui che la teneva stretta a se.
Prima di addormentarsi la ragazzina e lo strano ragazzo biondo si guardarono un po’, coccolandosi, niente più di questo.
- Sai…- mormorò la ragazzina -… sei così caldo… è piacevole …- poi si addormentò e lui la segui.
 
Lei diventò un ninja l’anno successivo. Visse tre anni felici e splendidi con il ragazzo che pian piano aveva capito di amare e che lei chiamava semplicemente sempai, nonostante lui fosse un Hokage. Sapeva che aveva una compagna, che aveva una famiglia.
 
Un fatidico e orribile giorno, il villaggio fu attaccato da un demone lei era lì in mezzo alla battaglia e anche lui.
Lo vide in cima al suo rospo, corse a più non posso cercando di raggiungerlo.
Poi giunse proprio lì, in mezzo a quella battaglia, ormai diventata un duello tra la volpe e il suo sempai, aveva corso così tanto per tentare di raggiungerlo e ora... non sapeva cosa fare…
Il demone si voltò, la vide.
Una fiammata, poi il sangue… tanto, troppo. La ragazza era stata trafitta da parte a parte.
Avrebbe voluto muoversi ma il corpo era come paralizzato. Il biondo era terrorizzato, lei perdeva troppo sangue.
- Aspettami vengo ad aiutarti!!!- gridò lui tra terrore e preoccupazione.
Lei allungò un braccio verso di lui come volesse toccarlo. Lui in quel momento rimasse pietrificato, la vide sorridere dolcemente.
- Tranquillo… starò… bene…- mormorò con quel poco di fiato che le restava, tossì. Il sangue era ormai nei polmoni,
La vista si annebbiò, le gambe cedetterò…
- SHIARU!!!!- gridò lui vedendola cadere a terra senza vita in una pozza di sangue.
 
 
È un fresco pomeriggio e seduta su una ringhiera di una balconata, sta una ragazzina di all’incirca 16 anni. Sta lì a godersi il lieve vento che soffia e ciondola i piedi e guarda nostalgica i volti degli Hokage.
Non è molto alta ma neanche bassa, capelli castani abbastanza lunghi e gli occhi di uno strano colore, quasi fucsia.
Si gode quel vento leggero e quella giornata tranquilla, in lontananza si sentono i rumori del villaggio.
D’un tratto sente un suono di passi che si avvicinano, si volta e vede un ragazzo biondo con gli occhi azzurri che le si avvicina a passi lenti.
- Ciao!- le dice sorridendo.
Lei non risponde si limita a scrutarlo stupita e incuriosita, lui si sente un po’ in soggezione.
-… Ho qualcosa in faccia…?- dice sfiorandosi una guancia con una mano.
Lei fa cenno di no con la testa e sorride facendo arrossire il biondino.
- Di solito qui non viene nessuno…- mormora la ragazza sedendosi in modo da poterlo vedere meglio.
Lui sorride e poi con tono sicuro dice.
- Bè vengo a vederli ogni tanto… sai un giorno diventerò Hokage…!-
Lei ride divertita e lui si imbarazza ancora, poi dice.
- E sono sulla buona strada sono già chunin – aggiunge poi.
Lei scende dalla ringhiera e si avvicina al ragazzo, lo tira giù per il collo della felpa posando le sue labbra su quelle di lui dandogli un profondo bacio che lo fa rimanere immobile, stupito e con gli occhi sbarrati. Poi lei gli sorride.
Sta per allontanarsi quando il biondino ripresosi dallo shock le grida.
- Aspetta! Dimmi il tuo nome almeno…- lei si blocca, si volta e sorride dolcemente.
- Mi chiamo Shiaru… e il tuo nome?- chiede poi lei.
- Il mio nome è Naruto!!!-  gli occhi della ragazza diventano lucidi.
- Ora capisco…- mormora sommessamente.
Sta per allontanarsi seguita dallo sguardo di Naruto quando mentre cammina gli grida.
- Comunque sono una Jonin!!!...- ride mentre lui rimane di sasso.
 
Shiaru si dirige al suo posto segreto e si siede sulla panchina guardando il cielo, si sente affaticata e ha il respiro un po’ affannato. Un uomo dai capelli bianchi la raggiunge e si siede di fianco alla ragazza.
- Jiraya-sensei…- sospira, posando la testa contro la spalla dell’uomo.
- Shiaru-chan… sono passati 17 anni e tu sei come quando ti ho vista la prima volta…- mormora.
- Lui ha voluto così… ma oramai… io… - dice la ragazza tristemente.
- Sai quel giorno… mentre stavo morendo… l’ho sentito urlare il mio nome…- lui si mise ad ascoltarla.
-… sai Jiraya-sensei… mi manca tanto… ero innamorata di lui…- l’uomo sorrise.
- Anche lui… ti amava… - disse l’uomo.
Lei lo guarda, gli occhi lucidi e le lacrime che le scorrono giù dal viso.
- Da…davvero…?- mormora.
Lui le asciuga le lacrime.
- Si… davvero… davvero tanto…- lei si riappoggia alla spalla di lui.
Cerca di calmarsi e si asciuga le lacrime, il respiro le diventa un po’ più affannoso.
- Sai… l’ho baciato… era così simile a lui… che l’ho fatto senza riflettere…- disse lei con flebile voce.
 -…è veramente somigliante…- aggiunge poi sorridendo dolcemente...
Lui rise un po’ capendo a chi si riferiva.
- … sono tanto stanca… è così calda la tua spalla… - bisbiglia lei.
L’uomo stringe i pugni e abbassa lo sguardo.
- Tranquilla Shiaru-chan… riposa… io sono qui… - mormora con voce tremula.
- Grazie…Jiraya-sensei….-bisbiglia con un filo di voce.
I respiri di lei si fanno sempre più lievi poi un unico, ultimo, lungo sospiro...
L’uomo rimase immobile per qualche istante, ascoltando quel silenzio.
-Buonanotte Shiaru… ora non dovrai più aspettarlo… - poi dolcemente prende tra le braccia il piccolo corpo della ragazza.
Era leggera e cosi piccola. Appoggia le labbra sulla sua fronte, le da un bacio, sembrava addormentata. Poi con lei tra le braccia, a passi lenti, si allontana.
 
 
 
“Il vento continua a soffiare lieve… dimmi sempai… posso restare con te…?”
   
 
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