E' quasi una settimana che siamo qui dentro, non facciamo altro che mangiare e dormire, è un vero schifo. Non so esattamente dove ci abbiano portato e non capisco come Newt riesca sempre a mantenere la calma, in quasi ogni occasione, io sto impazzendo, e inizio a pensare che non esista nessuna cura.
Inoltre hanno portato via Thomas, spero stia bene, ma per quanto ne sappiamo potrebbe essere già morto. Dicono che in lui l'Eruzione è troppo radicata, che è diventato pazzo e violento... Ma io non ci credo, non credo a nulla di ciò che dicono queste facce di caspio della CATTIVO, chissà cosa hanno in mente adesso, sono stanco delle loro cacchio di prove. E non avrei mai creduto di dirlo, figuriamoci di pensarlo, ma mi manca quel brutto pive.
Non ci rivelano poi tanto, non ancora. L'unica cosa che ci hanno detto - o almeno che abbia un senso, per il momento - è che tra non molto ricorderemo.
Il primo ricordo di cui ho memoria risale a circa due anni fa. Ci sono io, disteso a terra, ho gli occhi aperti e sono in una specie di... Radura - è così che l'abbiamo poi successivamente chiamata - circondata da mura gigantesche. A pochi metri da me c'è un ragazzo biondo che mi sta fissando, nei suoi occhi noto paura mista a smarrimento, e dal modo in cui mi guarda intuisco di avere il suo stesso sguardo.
Poco dopo mi si avvicina, lentamente e mi porge la mano "Newt" dice; io gliela stringo, "Minho" dico a mia volta tirandomi su "Hai idea di dove siamo?" l'unica risposta che ottengo è il silenzio. Ci sono altri ragazzi in quel luogo, nelle nostre stesse condizioni pare, mi chiedo quanti anni abbiano e da dove vengano, e in quell'esatto momento mi accorgo di non ricordare niente, eccetto il mio nome.
Quel ragazzo adesso è la mia famiglia - o almeno una parte di ciò che ne è rimasta -

Non sono sicuro di voler ricordare.