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Autore: lapoetastra    02/09/2014    1 recensioni
"Ido", si presenta lo gnomo. Allunga la mano tozza e callosa e ne trova una delicata e morbida.
"Soana", replica lei. E sorride.
Ido sa che non potrà mai più dimenticare quel sorriso.
Genere: Avventura, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ido, Renni, San, Soana, Yeshol
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Dopo circa un anno di ricerca incessante, ora Ido si trovava davanti alla meta del suo viaggio.
In un certo senso doveva ringraziare Renni, perchè il desiderio di ucciderlo che aveva provato per tutto quel tempo lo aveva tenuto in vita.
La guardia lo scosse con violenza, riscuotendolo dai ricordi.
< Rispondi, gnomo >.
Ido si era talmente perso nei suoi pensieri che non aveva sentito la domanda. Non aveva nessuna idea di quale fosse.
< Sei forse sordo? Ti ho chiesto dove sono gli schiavi >, lo riprese Renni, con voce annoiata.
Ido capì.
< Mio signore, Yeshol vuole che vi porti direttamente da loro. Li ho lasciati sul carro con il quale sono venuto. Yeshol dice che non devono essere fatti uscire, a meno che non li compriate >, rispose con voce servile.
Renni ci pensò su, era una richiesta nuova da parte di Yeshol, ma poi decise che non sarebbe stato saggio contraddire gli ordini di uno degli uomini più forti e potenti della Terra del Sole.
< D'accordo. Pat, Gornar, venite con me >, disse infine, rivolto alle due guardie.
< Yeshol ha raccomandato che dovete vedere gli schiavi da solo, altrimenti non se ne fa niente >, replicò impassibile Ido.
< Va bene, come vuole, basta che andiamo. E' da un po' che non mi manda carne fresca >, bofonchiò Renni mettendosi un pesante mantello sulle spalle flaccide.
Ido sentì di odiarlo profondamente, non vedeva l'ora di togliergli quello stupido sorriso strafottente dalla faccia.
I due uomini scesero senza parlare nel viale deserto che circondava il castello.
< Venite, mio signore, ho nascosto il carro dietro quegli alberi laggiù >, disse Ido, incitandolo a proseguire.
Dopo qualche minuto arrivarono nei pressi di un piccolo bosco molto fitto.
< Non vedo nessu...oh >. Un gemito soffocato e Renni si accasciò al suolo, il lungo pugnale di Ido piantato profondamente tra le scapole.

"E' fatta", pensò lo gnomo.
Ma non si sentiva così meglio come aveva immaginato tante volte.
La morte del suo più acerrimo nemico non aveva riportato in vita Soana, non aveva allentato la morsa che sentiva quando pensava a lei e a quanto gli mancassero i suoi dolci sorrisi.
Forse erano proprio quei tristi pensieri e quella delusione che gli fecero abbassare la guardia, tanto che non si accorse dell'uomo che era sgattaiolato silenzioso alle sue spalle.
Si girò di scatto e vide la guardia più giovane dietro di lui, quella che gli aveva parlato al suo arrivo al palazzo di Renni.
< E così, stupido gnomo, credevi davvero che avrei lasciato andare mio padre da solo nel bosco con uno sconosciuto, di notte? >, domandò allo gnomo con un ghigno feroce nello sguardo.
< Cosa..Renni è tuo padre? >. Ido non riusciva a capire.
< Sì, stupido essere, non hai visto la somiglianza? Cos'è, pensavi che Renni non potesse avere un figlio che facesse la guardia? >
< Io.. io non so >, Ido era più confuso che mai.
< Già, io dovrei essere un signore, vivere nell'agiatezza, come il mio caro paparino. Ma no, lui era l'unico che poteva avere ogni lusso, io ero solo il figlio bastardo, nato da una sua notte di passione con una sgualdrina qualunque... io, io sono stato relegato al ruolo di guardia, per proteggerlo, contro la mia volontà, non voleva condividere le sue ricchezze con nessuno che non fosse se stesso >.
Il giovane guardava nel vuoto, sembrava parlare più a se stesso che a Ido, il quale non riusciva ad intervenire e a fare qualcosa, rapito dalla rivelazione del ragazzo.
< Per così tanto tempo ho cercato un modo per ucciderlo, per toglierlo di mezzo, l'ho sempre desiderato, fin da quando ero un adolescente, ma come potevo? Come potevo ucciderlo e sperare di farla franca? Ma oggi, oggi sei arrivato tu. Credevi davvero che non ti avessi riconosciuto? Ido lo gnomo... ho letto così tanto di te, di come hai salvato il Mondo emerso dalla Gilda. Quando ti ho visto, stasera, ho subito capito il tuo piano. E così ti ho assecondato, aspettando che tu facessi il lavoro sporco per me. Ed ora, io ti ucciderò. Quando si saprà che ho ammazzato Ido l'eroe diventerò una leggenda, anche Yeshol me ne sarà grato e mi dovrà portare rispetto. >
Ido ascoltava, e sapeva che avrebbe dovuto fare qualcosa, colpire per primo, ma il ragazzo era più svelto di lui.
Non ebbe neanche il tempo di tirare fuori il pugnale che il bastardo di Renni gli piantò la lunga spada nel petto.
Ido sentì il sangue zampillare dalla ferita . Non gli aveva colpito il cuore, ma il polmone destro: sarebbe comunque morto a momenti.
La guardia, intanto, convinta di averlo colpito al cuore e averlo ucciso, si era già allontanata gongolante, pronta ad andare a raccontare a tutto il palazzo la sua impresa leggendaria.
Con un ultimo sforzo lo gnomo riuscì ad alzarsi in piedi e colpì il ragazzo alla schiena.
Infierì sul suo gracile corpo due, tre volte, fino a quando il giovane smise definitivamente di respirare.
Ido sentì le forze abbandonarlo.
Si accasciò al suolo e si portò una mano allo squarcio che aveva nel petto. La ritirò zuppa di sangue scuro.
"E' finita", si ritrovò a pensare.
Ma non aveva paura.
Anzi, era sollevato, quasi felice.
La sua lunga solitudine ora terminava, tutte le sofferenze che la vita gli aveva portato stavano finalmente per finire.
Ma la cosa più importante era che l'avrebbe rivista: ora sarebbe stato con Soana per l'eternità.


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