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Autore: sorita    05/09/2014    4 recensioni
La storia dell'amicizia tra Taichi, Sora e Hikari. Dalle origini. Tre ragazzi cresciuti insieme che con il tempo hanno costruito un legame indissolubile, che a sua volta verrà messo a dura prova anche dalle persone che amano e che hanno intorno. Unbreakable bond è una storia basata su questi tre personaggi ma anche sugli altri digiprescelti della serie Adventure 01. Per chi ha sempre creduto ad un finale diverso.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hikari Yagami/Kari Kamiya, Sora Takenouchi, Taichi Yagami/Tai Kamiya, Yamato Ishida/Matt | Coppie: Sora/Tai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Odaiba 2006, Luglio.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Quella mattina era davvero caldo.
 
Ad Odaiba vi era un sole che poteva spaccare anche le pietre, nonostante fossero solo le otto.
 
Sora pensò che quasi potesse essere una delle estati più calde che avesse mai passato.
 
Sua madre, nel mentre facevano le scale per giungere ad un certo appartamento, cominciò a chiederle se aveva preso la crema solare e tutto l’occorrente per proteggersi dagli scottanti raggi del sole.
 
Ebbene, la giovane Takenouchi, assieme al suo gruppo di amici, stavano per intraprendere una settimana di vacanza al mare.
 
La destinazione era la casa estiva di Mimi Tachikawa.
 
Esatto, la bella e affascinante ragazza era tornata dall’America per passare le vacanze estive con loro.
 
La fanciulla dagli occhi cenere, però, li avrebbe aspettati direttamente nella sua mega villa, mentre il resto del suo gruppo sarebbe partito da Odaiba con una specie di mini-bus, affittato per l’occasione.
 
Proprio per questo, la bella ramata si sentiva molto entusiasta: avrebbe riabbracciato la sua migliore amica e passato del tempo prezioso con i suoi insuperabili amici.
 
Arrivarono alla porta dell’appartamento Yagami, e fu proprio Toshiko a suonare.
 
Ad accogliere le due fu Yuuko, che sorrise allegramente nel vederle.
 
Non fece in tempo a salutarle, che improvvisamente sbucò la dolce Hikari, pronta per salutare col solito calore e l’usuale tenerezza la sorella acquisita.
 
Sora l’abbracciò, dandole un bacio sulla tempia e facendole subito i complimenti: la ragazzina indossava un bellissimo vestito rosa pallido, che faceva risplendere ancor di più i suoi occhi nocciola.
 
-Sei davvero stupenda Hikari!- esclamò, facendole un occhiolino.- Ma tuo fratello non ti ha detto nulla a riguardo?
 
La bella ragazza dagli occhi dorati sapeva che Taichi, quando notava la sorella vestita in un certo modo tanto da renderla fin troppo bella, cominciava a brontolare e a farle la predica, fino all’esasperazione della fanciulla.
 
A volte, riusciva addirittura a farle cambiare i vestiti, era davvero un gelosone.
 
Vide Hikari ridere, assieme a sua madre, per poi svelare il mistero:
 
-Non ci crederai, ma neanche oggi si è svegliato puntuale! Sora... credo sia un caso perso!
 
L’interessata sgranò gli occhi, incredula, mentre sentì la signora Takenouchi cercare di soffocare una risata.
 
Possibile che anche se si trattava di un viaggio di svago doveva far sempre così?
 
Sospirò, quando riuscì a tradurre il messaggio che le avevano inviato la signora Yagami e sua figlia,e, annuendo con la testa, si avviò a destinazione.
 
Toccava sempre a lei svegliarlo, in tutti quegli anni era stato sempre il suo compito.
 
E ne aveva provate davvero di tutte, dai metodi fastidiosi, come gettargli dell’acqua addosso, a metodi un pò più tradizionali, scuotendolo e chiamandolo ininterrottamente.
 
Si affacciò e lo trovò, come al solito, a dormire in una posizione strana: Teneva un braccio dietro la testa e un altro penzolante fuori dal letto.
 
Teneva un ginocchio alzato, mentre l’altra gamba dondolava sospesa nell’aria, anch’essa fuori dal letto.
 
Trattenne una risata, era davvero unico.
 
Si avvicinò , inginocchiandosi vicino a lui.
 
Non si era accorto di nulla, non riusciva a sentire le risate provenienti dalla cucina, neanche una bomba lo avrebbe svegliato.
 
In quel momento, il ragazzo cambiò posizione, girandosi su di un fianco proprio verso di lei e accucciandosi un poco al fresco cuscino.
 
Sorrise dolcemente nel guardarlo, in realtà le faceva una grande tenerezza.
 
Scrutò meglio il suo viso, ormai adulto, e pensò che avesse davvero dei lineamenti perfetti.
 
Decise di cominciare a svegliarlo, ma stavolta volle intraprendere una strada un pò più dolce.
 
Cominciò ad accarezzare i capelli della sua folta chioma, e stava per chiamarlo quando lo sentì  pronunciare, con un sussurro, il suo nome.
 
L’interessata sbattè più volte le palpebre, a lei sembrava davvero che stesse dormendo.
 
Poco dopo, appurò che era proprio così, dunque, la stava sognando?
 
Fece una piccola risata e decise, così, di velocizzare il tutto.
 
Avvicinò il viso alla guancia di lui, per dargli un lieve bacio.
 
Taichi sentì un brivido partirgli proprio da quel punto e quasi che sentì freddo.
 
Nel frattempo, Sora aveva appoggiato le sue braccia, incrociate, sopra al materasso e , su di esse, vi pose anche il suo viso.
 
Le piaceva osservarlo mentre dormiva, sembrava davvero un angioletto.
 
Intanto il ragazzo si rese conto che quella vibrazione era stata causata da un qualcosa proveniente dall’esterno, così, involontariamente, cominciò ad aprire gli occhi.
 
All’inizio, gli apparve un’immagine molto sfocata, e pensò che stesse davvero sognando.
 
Cercò di focalizzarla meglio, in effetti nella sua stanza c’era qualcuno, ma gli prese davvero un colpo quando si trovò il dolce e sorridente viso di Sora, poco distante dal suo.
 
Era lì, ad un passo da lui, che lo guardava con quei suoi fantastici occhi brillanti.
 
E, a pensarci bene, quella specie di brivido che provò era la stessa ed identica sensazione che aveva quando lei lo baciava.
 
Si rese ben conto di tutta la situazione, così, per l’agitazione improvvisa, non solo arrossì bruscamente, ma si alzò di scatto, sbattendo poi la testa contro il muro a cui era accostato il letto.
 
Sora, dapprima, lo guardò allucinata, poi non riuscì a trattenersi e scoppiò in una risata.
 
Taichi si massaggiò la testa e si lamentò per l’atroce dolore.
 
Aprì un occhio, per guardare la persona che aveva di fronte e che stava ancora ridendo di gusto.
 
Lui si sentiva ancora scottare le guancie, ma cominciò lo stesso a brontolare:
 
-Ma...ma... ma ti pare il modo, Sora?? Potevo rischiare la vita!!!
 
Come al solito, faceva il drammatico e cercava di farla sentire in colpa, anche se effettivamente aveva fatto tutto da solo.
 
Smise di ridere, per puntargli l’attenzione:
 
-Non pensavo di farti così tanta paura, Taichi...- fece lei, un pò perplessa, si era davvero spaventato così tanto alla sua vista?
 
Si accorse che poteva fraintendere ciò che aveva detto, così cercò di correggersi:
 
-Non mi aspettavo di trovarti quì! Mi hai fatto prendere un infarto! Ma che... perchè sei a casa mia? Che ora è?
 
Come al solito, Taichi era uno smemorato.
 
Sora, a quel punto, si alzò in piedi, sistemandosi meglio i suoi pantaloncini di jeans davvero corti e la sua bella canottiera bianca che lasciava trasparire un poco il costume che aveva al di sotto.
 
Notando, difatti, il costume, a Taichi venne un enorme dubbio che venne risolto proprio dall’amica:
 
-Oh Santo cielo, Taichi... ma possibile che tu sia così smemorato? La gita...
 
Lo vide agitarsi ancora di più e scendere con un balzo dal letto.
 
Le chiese l’ora mentre prendeva i vestiti da indossare dal suo armadio.
 
-Sono le otto passate... e la partenza è alle nove... tuo padre è andato già a caricare i bagagli tuoi e di Hikari nella sua macchina e, suppongo, che ora aiuti mia madre a caricare i miei...
 
Durante la breve frase di spiegazione che l’amica dettò, il bel ragazzo si vestì e si rinchiuse in bagno.
 
Sora gli disse, come ogni santa volta, che lo avrebbe atteso in cucina, dove vi erano Hikari, Yuuko e Toshiko che se la ridevano di gusto.
 
Si stavano chiedendo come facesse a fare ogni volta così, che non avevano mai sentito una persona essere così sbadata, quando, alla velocità della luce, il ragazzo raggiunse tutte le donne, con la faccia imbronciata e chiedendo se ci fosse la colazione per lui.
 
Hikari, ridendo, gli indicò sul tavolo che già era tutto pronto, ma Taichi esitò, in un primo momento, ad avvicinarsi alla tavola perchè, nonostante la fretta e l’ora, a suo parere, indecente, aveva notato delle cose che non gli andavano affatto a genio:
 
-Sorellina, questa si chiama vacanza, capito? Quindi non è che posso star a controllare quanti uomini ti vogliono saltare addosso! Togliti quel vestito!Sei esageratamente graziosa!
 
L’interessata arrossì leggermente, mentre sua madre l’avvolse col braccio per rassicurarla:
 
-Tranquilla, tesoro. Non badare a lui, piuttosto cerca di concludere questa storia con Takeru!
 
Toshiko si mise una mano davanti alla bocca, cercando di trattenere una risata, sia per l’avvampo della piccola Yagami, sia per lo sguardo fulmineo del fratello.
 
Ormai, in quella casa non esistevano più segreti.
 
Anche l’amore della piccola Hikari era uno degli argomenti preferiti delle due famiglie.
 
-Suvvia, lasciatela in pace!- entrò in difesa Sora, cercando di cacciarla da quel suo tenero imbarazzo.
 
-Ah, ma tu Sora, credi che te la scampi? Quei pantaloncini sono fortemente illegali per quanto sono corti! Che c’è, sono in crisi con la stoffa?
 
Alla predica di Taichi, che nel mentre cercava di mangiare qualcosa al volo, la vittima esaminò i suoi shorts per bene, non notando un così grande scandalo.
 
-Figliolo, se se li può permettere, ben venga! Allieterà la visione di qualche maschietto!
 
Le parole di Susumo, il quale era appena rientrato in casa, fece di nuovo scoppiare a ridere i presenti, tranne suo figlio, che lo guardò davvero storto.
 
-Papà, ma che dici... dovresti appoggiarmi...- fece brontolando, mentre sorseggiava un goccio di caffèlatte.
 
Sapeva che al signor Yagami piaceva stuzzicarlo e gli aveva dichiarato una volta che avrebbe continuato fino a che non avesse concluso con la ragazza.
 
Sora salutò Susumo, abbracciandolo e augurandogli il buongiorno.
 
Si propose subito di accompagnarlo al suo appartamento per prendere la sua valigia, così da preparare la macchina della madre.
 
L’uomo dai capelli castanti acconsentì felicemente, circondandole con un braccio le sue belle spalle, e, imperterrito, volle lanciare un’ultima frecciatina al figlio:
 
-Ma questa maglietta non è un pò troppo trasparente, figliola mia?
 
Effettivamente, anche Taichi lo aveva pensato, ma alla fine non l’aveva ritenuta così oltraggiosa poichè, al di sotto, Sora teneva il costume.
 
Ma il solo fatto che il signor Yagami glielo avesse fatto notare, fece riaccendere la sua gelosia e la sua mania di protezione.
 
Si alzò dalla sedia, affiancando i due che ormai erano arrivati sulla soglia della porta:
 
-Vi accompagno anche io, così tu, Sora cara, puoi cambiarti questi vestiti indecenti nel tuo appartamento!
 
Hikari scoppiò a ridere, negli ultimi tempi suo fratello era davvero diventato geloso non solo nei suoi confronti, ma anche della bella Sora.
 
Infondo, da quel Febbraio le cose erano cominciate a cambiare tra loro, e quasi che, a volte, si comportavano da fidanzati.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Quando la famiglia Takenouchi e Yagami arrivarono al punto di ritrovo, trovarono già pronti e vicino alla specie di mini-pulman tutti gli altri compagni.
 
Yamato stava fumando in tranquillità una sigaretta, mentre Takeru gli parlava allegramente.
 
Joe stava sistemando i suoi bagagli, mentre Koushirou parlava con l’autista, sicuramente per sapere qualcosa riguardo al loro viaggio.
 
Quando Hikari scese dalla macchina, i suoi occhi nocciola caddero inevitabilmente sul biondino che le faceva, ogni volta, battere il cuore a mille.
 
Quest’ultimo, alla vista della bella fanciulla, sorrise dolcemente e non esitò ad andarle incontro, seguito da Yamato che, rispetto al primo, marciava più lento.
 
I due affascinanti fratelli erano vestiti  in maniera molto simile, t-shirt chiara e pantali di jeans corti fino alle ginocchia.
 
La dolce Yagami arrossì leggermente non appena Takeru fece un saluto generale: era davvero un bel ragazzo.
 
Tutti notarono la scena, in particolar modo quando il bel Takaishi iniziò a dare il suo saluto personale alla sua giovane amata, cominciando ad accarezzarle lievemente la guancia.
 
La sua mano fu fermata da Taichi, pronto, come al solito, a proteggere la sorella:
 
-Takeru, il discorso della distanza di sicurezza vale sempre!
 
Sentì Yamato sbuffare e gli adulti ridere a quella scena.
 
Un tocco delicato fece, però, mollare l’apparentemente dura presa del fratello dall’affascinante giovane.
 
Sora, come sempre, entrava in loro difesa, con i suoi semplici ed infallibili modi:
 
-Suvvia, Taichi, sono degli innocenti saluti.- disse per poi avvicinarsi a Takeru e abbracciarlo, così da fargli comprendere che ognuno di loro poteva salutare a proprio modo una persona.
 
Il ragazzo dalla folta chioma castana lasciò effettivamente la presa ma era pur sempre contrariato.
 
Vide, poi, il suo migliore amico abbracciare la bella ramata e stamparle un bacio sulla tempia:
 
-Ah, Sora, ancora ci perdi tempo a parlare con quello lì?- esclamò, rubandole una risata.
 
A quella battuta, nonchè gesto, l’interessato incrociò le braccia, un poco offeso:
 
-Fa poco il simpatico, amico...- brontolò, mentre sua madre si avvicinava alla figlia.
 
Yuuko abbracciò la bella Hikari, tutta sorridente, cominciando le sue solite raccomandazioni.
 
Susumo era intento nel portare i bagagli verso il pulman, sia dei suoi figli, sia quelli di Sora.
 
Nel frattempo, si avvicinarono anche Koushirou e Joe, che salutarono cordialmente tutti i presenti.
 
-Pensavamo che anche stamattina saresti arrivato in ritardo, Taichi.- scherzò il rosso, facendo sorridere tutti.
 
-Non si era svegliato, infatti. Come al solito ci ha dovuto pensare Sora.-intervenne la sorella, lanciando uno sguardo amorevole verso la sua cara amica dagli occhi dorati.
 
Yamato alzò gli occhi al cielo, esclamando che era proprio un caso perso, mentre Joe cominciò a dichiarare che forse poteva davvero avere un problema col sonno.
 
La serietà di quest’ultimo fece scoppiare a ridere tutti, anche le due donne.
 
La vittima del discorso si scoraggiò un poco, sospirando:
 
-Uff, ce l’avete sempre con me... ormai nessuno sta dalla mia parte...
 
Sentì accarezzarsi la schiena e, quando voltò il viso verso la persona che fece qual gesto, incrociò proprio il suo dolce sguardo:
 
-Lasciatelo stare.. anche se si sveglia più tardi di noi, alla fine arriva sempre puntuale!- esclamò sorridente la ragazza che amava con tutto sè stesso, causandogli  un tremore al cuore.
 
In realtà, ogni volta che lo prendevano in giro, lei cominciava a difenderlo a spada tratta.
 
Non fece in tempo a ringraziarla che arrivò suo padre, annunciando di aver concluso il suo compito.
 
Ormai potevano partire, era tutto pronto, così arrivò il momento dei saluti.
 
I signori Yagami abbracciarono la loro figlia più volte, come se dovesse partire per un mese intero.
 
Susumo si raccomandò  di non dare confidenza agli sconosciuti, e chiese, non solo a suo figlio ma anche a Takeru, di sorvegliarla tutto il giorno.
 
Il biondo rassicurò i genitori, causando un enorme rossore alla fanciulla: lei sapeva che il padre, in verità, giocava sporco e che il suo obiettivo era proprio quello di farla mettere con il giovane Takaishi.
 
Ciò era risaputo anche da Taichi, il quale dichiarò subito che non ci sarebbe stato bisogno di lui, ma che sarebbe riuscito a controllarla da solo.
 
La sua gelosia ormai non aveva limiti, sopratutto da quanto, ormai, con sua sorella parlava anche di Sora.
 
Non sempre, ovviamente, ma quando non riusciva a decifrare certi comportamenti di lei o semplicemente quando sentiva il bisogno di udire da qualcuno che la ragazza che amava potesse ricambiare il suo amore, lui correva da lei, dalla sua sorellina.
 
Aveva sempre una certa difficoltà ed imbarazzo a parlare di quell’argomento, ma alla fine era la persona di cui si poteva fidare ciecamente.
 
Sapeva che tutto ciò che lui avrebbe detto a Hikari, sarebbe rimasto al massimo tra loro due.
 
Dunque, il rapporto con la sorellina si era rafforzato ulteriormente.
 
Dall’altra parte, Sora era già tra le braccia della madre.
 
Per lei era sempre stato difficile partire per qualche gita, perchè l’ultima cosa che voleva era lasciare sola la donna che più amava al mondo.
 
Toshiko dovette rassicurarla per un mese, e , per tranquillizzarla ulteriormente, ci volle l’aiuto dei signori Yagami ,che giurarono alla loro figlia acquisita che si sarebbero presi  cura di sua madre.
 
-Mi raccomando, tesoro, divertiti... ti meriti questo ed altro. Rilassati e saluta la dolce Mimi da parte mia.- Disse Toshiko prima di stamparle un bacio.
 
Sora annuì, per poi ricambiare il gesto.
 
Si sentiva davvero in colpa di lasciarla sola, ma lei era fatta così.
 
Notarono Taichi avvicinarsi a loro, tutto sorridente e con le braccia dietro la testa:
 
-Difficile rilassarsi con quella sveglia di Mimi!- scherzò, provocando un sorriso ad entrambe.
 
Toshiko lo guardò bene, per poi dirgli:
 
-Mi raccomando, Taichi... prenditi cura di mia figlia...
 
Sora guardò la madre amorevolmente, e pensò che tutte le preoccupazioni che aveva e sentiva le aveva prese proprio da lei.
 
Con lo stesso sorriso a trecentosessanta gradi, il giovane rassicurò la signora:
 
-Puoi contarci, Toshiko! Non lascerò sole, neanche per un secondo, sia lei che mia sorella!
 
La giovane ramata cercò di guardarlo storto, ma non ce la fece e rise, affascinandolo di nuovo.
 
-Eh direi figliolo, se no è la volta buona che te la rubino da sotto il naso!
 
Alla battuta, non contenuta, del signor Yagami, i due interessati arrossirono.
 
A volte, Taichi lo avrebbe voluto uccidere.
 
Solo Hikari sapeva della tortura che dovette subìre il fratello in quei giorni da parte dei genitori: Yuuko cercò di ripetergli ,in ogni occasione, di approfittare di quella vacanza per dichiararsi, e Susumo gli ricordava perennemente dei rischi che poteva correre nello aspettare ancora.
 
Quei due, insieme, erano terribili.
 
Così, preso dall’imbarazzo e dall’improvvisa voglia di fuggire dagli adulti, prese Sora per mano e, subito dopo, corse verso Hikari facendo lo stesso e urlando che ora dovevano proprio andare.
 
Toshiko si mise una mano davanti alla bocca, cercando di contenere la risata, mentre Yuuko urlò la sua ultima raccomandazione:
 
-Mi raccomando figliolo mio!!! Fa quello che ti ho detto! Concludi quella faccenda!
 
A quelle parole, Susumo abbracciò la moglie, soddisfatto anche della sua prestazione.
 
Se sarebbe tornato a mani vuote, lo avrebbero cacciato di casa.
 
Salirono, così, nel mini-bus, dove ormai il resto dei compagni avevano preso posto.
 
Era davvero piccolo, aveva pochi posti, d’altronde loro erano solo in sette.
 
Koushiro aveva preso posto  davanti, assieme a Joe, per non soffrire il mal d’auto; nonostante i posti vuoti, Hikari decise di mettersi al fianco di Takeru che, guarda caso, le fece cenno di sedersi sul posto  accanto al suo.
 
Taichi stava per protestare pubblicamente quando fu spinto in avanti da Sora, che fece l’occhiolino al giovane Takaishi.
 
Lo spintonò verso la fine di quella specie di miniveicolo, dove vi erano tre posti in fila, due vicini al finestrino e quello in mezzo alla fine del corridoio.
 
Sul posto a destra sedeva già Yamato, armato di mp3, che stava già selezionando della musica per il viaggio.
 
La giovane Takenouchi spinse l’amico sul posto alla sinistra e lei si piazzò in mezzo ai due.
 
Il ragazzo dagli occhi di ghiaccio guardò i suoi amici, tra tanti posti si dovevano mettere proprio lì?
 
Ma il dolce sorriso di Sora non lo fece per niente protestare, quella ragazza aveva uno strano potere.
 
Prese le posizioni, il gruppo finalmente partì.
 
Koushirou si immerse nel suo computer portatile, mentre Joe cominciò a leggere un enorme libro.
 
La coppia più giovane cominciò a chiacchierare tranquillamente e, all’ultima fila, i due amici avevano cominciato a scherzare, come al loro solito.
 
Taichi aveva cominciato dal fattore musica, ma il suo discorso fu deviato in un altro argomento, proprio da Yamato:
 
-Invece di criticare la mia musica, pensa ad un problema più serio... con questa gita rischieremo di diventare parenti! E allora lì si che sarà una catastrofe!
 
Ricevette un pizzicotto dalla ragazza che era in mezzo, profondo segno di disapprovazione:
 
-Smettila Yamato, lasciateli in pace!  Sono grandi abbastanza per sapere cosa fare!
 
-Sora!! Quello stonato ha ragione... metti caso che poi si fidanzassero e si sposassero... come potrebbero crescere i nostri nipoti con uno svitato del genere??- esclamò Taichi, avvicinandosì all’amica ed indicando il ragazzo che era dalla parte opposta.
 
-Ma sentilo! Io avrei fatto lo stesso discorso con te! Sia mai che uno dei miei nipoti diventi un tonto e somaro come te!
 
Sora sospirò, ma non servì quasi a nulla, perchè continuarono.
 
Quei due si divertivano a punzecchiarsi a vicenda, era il loro passatempo preferito, facevano finta di non reggersi ma poi, quando mancava uno dei due, l’altro lo cercava sempre.
 
-State dando per scontato che vi facciano conoscere i vostri futuri nipoti.
 
A quelle parole della ragazza, i due la guardarono sbalorditi e offesi allo stesso tempo.
 
Yamato, in tutta risposta, le circondò le spalle con il suo braccio, per tirarla verso di lui:
 
-Non dire così, Sora cara. Lo sai che io, al contrario di quel tipo laggiù, sono favorevole al matrimonio tra mio fratello ed Hikari. E’ lui che è ostile...e una presenza negativa!
 
Nonostante gli sforzi, l’amica rise un poco, creando la gelosia di Taichi.
 
Yamato, a volte, faceva apposta nel prenderla e abbracciarla, ormai era diventata una sfida.
 
L’amico non poteva aspettare una vita per dichiararsi, così gli serviva una spinta in più.
 
Sapendo che era molto geloso, aveva cominciato a provocarlo con dei gesti affettuosi verso la bella ragazza in sua presenza,e, difatti, la strategia funzionava per bene.
 
Anche Taichi con il suo braccio circondò le spalle della fanciulla e avanzò il viso verso di lei, per fulminare il suo migliore amico:
 
-Io non sono contro il loro matrimonio! Dico solo che mia sorella è giovane per mettersi con tuo fratello ora! E poi, staccati da Sora!!- protestò pubblicamente, facendo arrossire un poco l’interessata, che si ritrovò proprio in mezzo ai due, che cercavano quasi di staccare le mani l’uno dell’altro da lei.
 
Proprio in quel momento, videro un flash provenire da qualche posto più in avanti.
 
Si resero  conto che Hikari aveva appena scattato una foto con la sua macchinetta digitale, mostrando un sorriso stupendo e pieno di soddisfazione.
 
La mostrò subito a Takeru, il quale scoppiò a ridere per le faccie buffe dei due ragazzi.
 
Yamato protestò, dichiarandosi molto irritato da quel gesto improvviso e, a suo parere,  fatto a tradimento.
 
Allora Sora propose un altro scatto e pregò i due ragazzi di sembrare normali,  così, i tre migliori amici si misero in posa, tutti sorridenti.
 
I due giovani non volevano ammetterlo ma erano felici del loro trio, quello che si era formato dalle elementari.
 
Erano davvero diventati inseparabili, riuscivano a comportarsi sempre in maniera così spontanea quando stavano insieme, e non avrebbero sostituito mai e poi mai un mebro del loro trio.
 
Il viaggio, così proseguì.
 
Yamato, munito di cuffie, si era addormentato, appoggiando la testa sulla spalla dell’amica,  che aveva appena smesso di leggere qualche pagina di un libro.
 
Taichi era perso nel guardare il paesaggio al di fuori del finestrino.
 
Sora lo osservò e cominciò a guardarlo teneramente: si ricordò di quella mattina, in cui aveva pronunciato il suo nome durante il sonno e quasi morì dalla voglia di chiedergli cosa stesse sognando, ma pensò bene di trattenersi.
 
Proprio in quel momento, l’affascinante ragazzo si voltò, incrociando il suo sguardo mielato e causandole un lieve rossore.
 
Le sorrise dolcemente per poi avvicinarsi un poco di più a lei.
 
La fanciulla teneva una mano appoggiata sul sedile e, involontariamente, Taichi la sfiorò, generando un sussulto al cuore.
 
Trattenne quasi il respiro quando percepì il lieve calore della mano dell’amico sulla sua: dopo averla sfiorata, anche il ragazzo ebbe un tremore ed un’emozione piacevole, così ,invece di ritrarla a sè, la fermò lì.
 
Sora poteva benissimo sentire le sue dita sfiorarle la pelle, in una specie di carezza che le madò dei brividi incredibili.
 
Possibile che con quei semplici ed innocui gesti lui sapeva sconvolgerla a tal punto?
 
Lo sguardo dell’amico cambiò: mantenne il sorriso ma si fece molto più serio e profondo, sopratutto quando dalle lievi carezze passò a stringerle la mano.
 
Quella stretta così salda e sicura la fece sussultare ancora di più, e non sentì alcun senso quando avvicinò il viso al suo per sfiorarla con le labbra sulla guancia.
 
A quella estrema dolcezza ed emozione, quasi che chiuse gli occhi, era davvero così piacevole.
 
Infatti, con l’altra mano, Taichi le toccò il viso, per girarlo verso il suo.
 
Notarono che la distanza tra di loro era poca, ma non poterono pensare ad altro che, per colpa di un dosso stradale, il minibus saltò, facendo sobbalzare tutti i passeggeri.
 
Yamato quasi cadde a terra, mentre Taichi strinse Sora a sè.
 
Purtroppo, però, lui andò a sbattere con la testa contro il finestrino, gemendo per il dolore.
 
La ramata si staccò subito, per esaminare il punto dolente, preoccupata che si fosse fatto davvero male, mentre l’amico biondo brontolava per il brusco risveglio.
 
Taichi si massaggiò il capo, aveva urtato davvero forte e sentiva il dolore espandersi da quel punto a quasi tutta la testa.
 
-Taichi, stai bene? Dove ti fa male?- chiese Sora seriamente preoccupata e cercando di esaminare la zona che gli doleva.
 
Le restava molto difficile scorgere un eventuale rossore tra quella chioma, ma il suo esame fu interrotto dall’immancabile battuta di Yamato:
 
-Tranquilla Sora, se siamo fortunati, quella botta gli avrà fatto solo del bene!- esclamò mentre si riposizionava sul sedile.
 
Il biondo evitò di cogliere il solito sguardo di protesta del suo amico e si accucciò di nuovo sulla spalla della ragazza.
 
Taichi stava per protestare nuovamente, quando Sora, a sua volta, si appoggiò a lui, anche lei per dormire un pò.
 
Il gesto improvviso, la percezione del suo tocco delicato , del calore e dell’affetto che sapeva trasmettergli, lo fecero avvampare, facendolo restare ammutolito.
 
Nel frattempo, Hikari si era voltata e vide la tenera scena: i tre amici risultavano, ai suoi occhi, abbracciati uno all’altro e suo fratello era impacciato a causa del fatto che fosse indeciso se ricambiare il dolce gesto dell’amica o no.
 
Rise a tutto ciò e scattò anche lì una foto a tradimento, non usando il flash per non essere scoperta.
 
Quei tre insieme causavano mille risate e, al tempo stesso, un affetto e un amore improvviso.
 
 
 
 
 
 
 
 
Dopo qualche ora, finalmente, il bus decise di arrivare.
 
Si fermò davanti al grande cancello nero e ornamentale della villa di Mimi.
 
I primi a scendere furono Joe e Koushirou, i quali rimasero frastornati da quella immensa casa.
 
Il ragazzo dai riflessi blue aveva la bocca letteralmente spalancata, mentre il rosso cercava di contenersi un poco.
 
Entrambi sapevano quanto fosse benestante la famiglia della bella fanciulla, ma non pensavano fino a quel punto.
 
A dar voce ai loro pensieri fu proprio Yamato, che si stava stiracchiando un poco:
 
-Credete che ci saranno dei cartelli indicativi per strecciarsi all’interno di questa umile dimora?
 
Suo fratello rise alla battuta e agli sguardi confusi dei suoi due amici cervelloni.
 
Hikari si accostò lentamente all’uomo che amava, non scostando, però, il suo sguardo nocciola da quella specie di castello che si ergeva davanti a sè:
 
-E’ davvero bella, e grandiosa! Io non l’avevo affatto immaginata così.
 
Nonostante tutti fossero consapevoli delle possibilità economiche della bella neo-americana, quest’ultima non si era mai vantata coi loro amici di tutto ciò, e questo era uno dei suoi aspetti positivi.
 
A raggiungere il gruppetto e il loro stupore, furono, infine, Taichi e Sora.
 
Quest’ultima, avendo gli occhi anche lei puntati sulla struttura, involontariamente, con la sua solita delicatezza, appoggiò la mano sul braccio dell’amico, causandogli un altro pò di rossore, nonostante anche lui fosse preso da ciò che gli si mostrava davanti.
 
-Mi aveva detto che ci sarebbe stato spazio per tutti, infatti...- disse la bella ramata, anche lei un pò stupìta da tutto ciò.
 
-Spazio per tutti? Ci entreranno altre cinquanta persone!-esclamò Taichi, facendola ridere.- Ah, questa casa rispecchia proprio il suo animo e il suo egocentrismo!- scherzò infine.
 
Su quest’ultima battuta, la sua amica aveva qualcosa da rimproverargli, ma ci pensò presto la diretta interessata.
 
Infatti, una voce acuta e un pò gracchiante li assordì all’improvviso, e il bel castano pensò che avrebbe riconosciuto quella voce, a suo parere, da strega ovunque.
 
Videro il cancello spalancarsi e una bellissima ragazza dai capelli lunghi , mossi e di un colore simile al rosa confetto correre verso di loro.
 
I suoi occhi cenere lasciavano intravedere un misto tra felicità e una finta offesa e, quando si piazzò davanti al gruppetto con le mani sui fianchi, tutti notarono la bellissima fanciulla fulminare il castano:
 
-Ehi, capellone, mi sa che per te non c’è nessuno spazio, a meno che non ti accontenti della cuccia dei miei cani!
 
I presenti risero, quei due, fin da piccoli, avevano avuto un  rapporto simile come quello che intercorre tra un cane e un gatto, e quasi che si sollevarono nel vedere che le cose non erano affatto cambiate, erano davvero divertenti le loro scenette.
 
Sora ignorò completamente la finta lite in corso e si fiondò tra le braccia della sua migliore amica: quanto le era mancata!
 
Riusciva a vederla due volte all’anno, nelle vacanze natalizie e in quelle estive.
 
Si sentivano sempre per mail e qualche volta si videochiamavano, ma non era la stessa cosa.
 
La giovane Takenouchi sentiva dentro una grande felicità, Mimi era una delle persone più speciali della sua vita, e la loro amicizia era arcaica, non quanto quella con Taichi, ma erano diventate amiche dalle elementari, e ciò si era da sempre rafforzato negli anni.
 
La fanciulla dai capelli ramati si staccò un poco, per guardarla meglio, e quasi ne rimase affascinata:
 
-Mimi, sei sempre più bella! Guardati!- esclamò con tutta sincerità.
 
Effettivamente, la Tachikawa ,ogni anno che passava, sembrava sbocciare sempre più.
 
Quel giorno, indossava una maglietta corta, tanto da mostrare la sua pancia perfetta, e una minigonna di jeans che metteva in evidenza le sue gambe snelle ma perfette anche esse.
 
Non c’era alcun dubbio sulla bellezza della ragazza, nessuno poteva negarla.
 
Mimi, ai complimenti sinceri dell’amica, quasi arrossì, per riprendersi subito:
 
-Ma sentila! Pensa a te! Quanti cuori hai frantumato quest’anno? E questi shorts così corti? Sono dei pantaloni da battaglia, lo sai si?!- scherzò, creando un grande rossore a colei che aveva di fronte.
 
Nonostante le palesi proteste dell’amico, alla fine Sora non si era cambiata, ma in quel momento quasi se ne pentì:
 
-Da cosa?!- esclamò imbarazzata.
 
-Faremo conquiste in spiaggia, si si!-esclamò l’amica, abbracciandola di nuovo.
 
Ovviamente, a quel punto, entrò in scena Taichi, che staccò le due piazzandosi in mezzo , e stavolta fu lui a mettersi le mani sui fianchi e a guardarla davvero storto.
 
-Conquiste? Battaglie? Non siamo in guerra Mimi! Sei sempre la solita schizzata!
 
Tutti i presenti si guardarono tra di loro, sapendo a cosa stavano andando incontro, ossia un altro match tra i due.
 
Yamato avanzò, allargando le braccia e cercando di fermare la vera guerra in corso:
 
-Suvvia, Mimi. Non ci vediamo da tempo, perchè non ci saluti per bene invece di perdere tempo con lui?!
 
Per fortuna, il biondo amico riuscì a distrarla, anche perchè era vero, doveva salutare tutti i suoi cari amici, così iniziò il tour degli abbracci.
 
Saltò letteralmente sopra ai suoi due più cari amici, Joe e Koushirou, tanto da fargli perdere l’equilibrio.
 
Il rosso si allarmò subito, pensando che, con quel gesto, il suo computer potesse essere danneggiato ma causando, inevitabilmente, la finta lamentela ed offesa della bellissima amica, la quale gli rinfacciò il fatto che mettesse sempre al primo posto l’informatica invece che lei.
 
Scoppiarono a ridere, era davvero bello tornare ai vecchi tempi, tutti insieme ed uniti.
 
Quell’allegria era unica, era una preziosa particolarità del loro gruppo.
 
Mimi, dopo i saluti, non volle perdere tempo, ed invitò i suoi amici ad entrare: avrebbe mostrato loro le camere e fatto riporre i bagagli nelle proprie stanze.
 
Il gruppetto la seguì, trascinando ognuno il proprio trolley o borsone.
 
Takeru fece il gentiluomo, come sempre, con la sua Hikari e si propose senza problemi per portare la sua valigia.
 
La giovane Yagami arrossì leggermente, e lo seguì sorridendogli.
 
A Taichi, che la osservava perennemente, non gli sfuggì per niente e sbuffò contrariato.
 
Era vero, ormai erano agli sgoccioli quei due e sua sorella, ogni giorno di più, sembrava toccare il cielo con un dito per quanto fosse felice.
 
Forse era arrivato il momento di mettersi un pò da parte, da fratello lui ambiva alla sua felicità e doveva ammettere che così entusiasta non l’aveva mai vista.
 
Quanto era felice quando stava con Takeru!
 
Ma forse, la stessa felicità poteva trapelare anche da lui.
 
E se, senza accorgersene, avesse trasmesso anche lui tutto ciò ai suoi amici?
 
Alla sola idea, cominciò a provare vergogna e si guardò intorno, sperando che nessuno lo stesse notando.
 
Per fortuna, ognuno di loro era intento a chiacchierare.
 
Sora era ormai sommersa dalle mille parole al secondo della sua migliore amica, ebbene in quella vacanza sapeva che se l’avrebbe dovuta spartire con lei, ma ci era abituato.
 
Anche quando erano piccoli litigavano spesso per la compagnia di Sora.
 
Cercò di immergersi in quei ricordi, perchè voleva sempre stare con lei? Era semplice amicizia? O affetto fraterno? O addirittura a quei tempi era amore?
 
Non poteva saperlo, l’unica cosa certa è che le voleva da sempre un bene infinito e profondo.
 
Rise tra sè e sè quando notò con che velocità sapeva ricadere sempre su di lei.
 
Sora era poco più avanti di lui, affiancata da Mimi.
 
La osservò di nuovo, emanava sempre quel suo solito profumo, nonchè una dolcezza e delicatezza unica nel suo genere.
 
Amava i suoi gesti, la sua moderazione, la sua calma, compostezza, il suo sorriso splendido, i suoi occhi particolari.
 
Il solo pensiero faceva muovere più veloce il suo cuore, quanto avrebbe voluto dichiararle tutto ciò!
 
E lo avrebbe dovuto fare presto, perchè i due si erano promessi di non nascondersi più nulla e tutto quel segreto nel cuore cominciava a pesare.
 
Aveva proprio pensato che quella vacanza potesse essere un’occasione, sicuramente ci sarebbe stata l’opportunità in cui i due sarebbero rimasti soli e stavolta non avrebbe accettato alcun errore.
 
Era ora di cacciar fuori il proprio coraggio in quell’ambito in cui lui, a suo parere, stonava davvero molto.
 
A volte si sentiva davvero imbranato.
 
 
 
Ormai Mimi aveva mostrato a tutti le proprie stanze.
 
Ce ne erano un’infintà in quella villa, tanto da poter permettere ad ognuno dei suoi ospiti una camera singola.
 
Ma la bella Tachikawa non voleva dormire sola, e non voleva dividere il gruppo di amici: decise ,dunque, di usare solo tre camere da letto.
 
Le tre ragazze ne avrebbero occupata una, Taichi, Yamato e Takeru un’altra ed infine Koushirou e Joe avrebbero pernottato su di un’altra ancora.
 
Tutte e tre le stanze erano posizionate sullo stesso piano ,ossia il primo, mentre al piano terra vi erano una grande cucina con un enorme salone.
 
Vi era anche un altro piano, ma Mimi dichiarò che a loro non sarebbe servito, come un ‘altra area di edificio, posta a lato di quella principale, che sarebbe rimasta chiusa.
 
L’enorme struttura era circondata da un lussuoso giardino e, nel retro, la villa nascondeva une bellissima piscina.
 
La padrona di casa propose di passare il pomeriggio in piscina poichè ormai metà giornata era andata persa, e dal giorno dopo si sarebbero fiondati in spiaggia.
 
L’idea fu accolta con allegria da tutti, era davvero grande ed era munita di trampolino, doccie esterne e tante sdraie e ombrelloni attorno ad essa.
 
Un ulteriore stupore emerse quando si resero conto che Mimi aveva pensato anche ai pasti: vi era un maggiordomo e una cuoca, pronti a non farli stancare e stressare nel preparare le pietanze giornaliere.
 
Sora dichiarò che non c’era bisogno di tutto quello, che poteva essere eccessivo per loro e che si sentiva in colpa ,come sempre, di usufruire del servizio di quelle due persone, ma l’amica la tranquillizzò subito.
 
Il maggiordomo e la signora erano una vita che lavoravano per la sua famiglia, e si erano offerti loro di accompagnarla e di servire lei e i suoi amici, poichè sapevano che, per la lontananza, si potevano riunire poche volte e non volevano farle perdere tempo prezioso.
 
Hikari rimase stupìta anche stavolta, e non potè far a meno di ringraziare in anticipo quelle due persone per la loro premura.
 
Così, appena pranzo, il gruppo si fiondò volentieri tra quelle fresche acque.
 
Non tutti, però.
 
Sora e Mimi avevano deciso di prendere un pò di sole.
 
In realtà era una palese scusa per chiacchierare e questo era risaputo da tutti.
 
Hikari restò con le due ragazze in un primo momento, fino a che Takeru non la prelevò amorevolmente per portarla dentro la piscina.
 
Quest’ultima era divisa in due parti: una profonda e l’altra in cui si riusciva a toccare il fondo.
 
Si accedeva ad essa grazie a dei gradoni che piano piano si immergevano e aumentavano la profondità, e fu da lì che Takeru fece introdurre la dolce ragazzina.
 
La teneva per mano, sorridendole dolcemente e accorciando la distanza mano a mano che riusciva ad avanzare.
 
Hikari ricambiò il sorriso ma dichiarò di provare un pò di freddo, così il bel biondino, delicatamente, la strinse a sè, causandole un calore immenso.
 
Mimi non si perse neanche un secondo quella scena ed esplicitò tutte le sue osservazioni all’amica che aveva al suo fianco:
 
-Ogni volta che torno mi dico: la prossima volta quei due li troverò insieme, a baciarsi in chissà quale angolo, ed invece, puntualmente, li ritrovo così. Ma dico, che aspettano?
 
Sora rise a quell’espressione, ma entrò subito in difesa della giovane coppia:
 
-Che fretta dovrebbero avere? Meglio far le cose piano e per bene che affrettate.
 
La bellissima fanciulla dai capelli rosa assottigliò gli occhi, per esaminare bene sia le parole che il viso dell’amica:
 
-Ah, ma quindi la pensi così? E di te cosa mi dici? Quante ere dovranno passare prima di vedere un ragazzo al tuo fianco?
 
La giovane dagli occhi mielati la guardò sbalordita: era sempre stata senza peli sulla lingua, un pò come Yamato, e con lei era davvero decisa.
 
Le venne subito in mente Taichi, ma cercò di rimuoverlo non appena sentì le guancie riscaldarsi.
 
Doveva accennare a Mimi di tutto ciò, ormai anche lei era consapevole che tutto il gruppo aveva notato una specie di evoluzione tra lei e il suo migliore amico, era giusto tenerla informata, ma, che parole usare con lei?
 
Le restava davvero difficile, anche perchè la bellissima fanciulla dagli occhi cenere era cresciuta con loro.
 
Sapeva con certezza che mai Mimi avrebbe pensato che potesse nascere qualcosa di più di un’amicizia con Taichi, perchè li aveva sempre visti come fratello e sorella, per non parlare di quanto si dichiarava palesemente in guerra col giovane Yagami.
 
Dunque, da dove iniziare?
 
-Bè, ecco Mimi, in verità è successo qualcosa ultimamente...
 
Vide la Tachikawa spalancare la bocca, sgranare gli occhi e , successivamente, quasi slanciarsi dalla sdraia per esaminare nuovamente il viso di colei che aveva al fianco.
 
-Non mi dire!! No, non dirlo! Cioè, dillo piano! Lentamente, così che possa vedere se ho effettivamente capito bene!!- quasi urlò ,usando i suoi soliti acuti.
 
Sora arrossì ancora di più per la sua reazione, per lei non era facile parlare di ciò, anche perchè non ne aveva mai parlato con nessuno, solo con sè stessa.
 
La incitò a calmarla, alzandosi dalla sdraia e mettendosi a sedere verso di lei.
 
-Non urlare, ti prego... sai che io non sono molto brava nel parlare di certe cose...
 
Cercò subito di zittirla, per non attirare troppe attenzioni, ma quegli acuti di Mimi potevano udirsi anche fino all’altra parte del mondo.
 
Poco più in là, infatti, Taichi e Yamato erano usciti dalla piscina e stavano complottando qualcosa, sopratutto il primo.
 
-Amico mio, direi che possiamo dare il “bentornata” a Mimi, fatto come si deve, no?- fece il castano, facendo l’occhiolino.
 
Il biondo mise le mani dietro la nuca, sospirando:
 
-Sai che si arrabbierà a morte, perchè mai dovrei appoggiarti?
 
-Perchè so che la cosa diverte anche te! Non puoi dire di no! E poi, ti ricordi che a Natale ci ha nascosto i vestiti sotto la neve??? E noi in mutande, al freddo e al gelo, siamo stati a cercare i nostri indumenti per ore? So che non te lo sei dimenticato! Non vorresti una rivincita?
 
Il giovane dagli occhi limpidi lo guardò, aveva davvero ragione, durante le vacanze natalizie Mimi aveva voluto fare un dispetto ad ogni ragazzo del gruppo per lasciare un segno indelebiledi lei, mirato a non farsi dimenticare per quei mesi successivi, ma quello che riservò ai due amici era stato il peggiore degli scherzi.
 
Yamato ripensò al successivo raffreddore che ne conseguì, nonchè qualche linea di febbre, così decise di avanzare, superando l’amico.
 
Si avvicinarono alle due fanciulle, interrompendo il loro discorso, e ,causando proprio per questo ,l’irritazione della ragazza dai capelli rosa.
 
-Cosa volete voi due? Non vedete che stiamo parlando? Di cose importanti poi, quindi potete gentilmente tornare in acqua?
 
Sora li osservò bene, quei due li conosceva fin troppo e capì che c’era qualcosa che non andava ,così si alzò lentamente dalla sdraia.
 
Ma la coppia di amici aveva puntato proprio la neo arrivata, che quasi si preoccupò nel vederli tanto interessati a lei.
 
-Mimi, hai perfettamente ragione, è ora di tornare in acqua!- esclamò Yamato prendendola agilmente e tuffandosi subito dopo con lei sulle braccia.
 
La bella ramata guardò allibita la scena, pensando solo a quanto poteva arrabbiarsi Mimi una volta emersa, essere gettata in acqua all’improvviso era la cosa che la infastidiva più in assoluto.
 
Poi pensò che si fosse gettato in piscina solamente Yamato, e si voltò verso il suo amico d’infanzia che aveva gli occhi puntati sulla zona in cui i suoi due amici erano spariti.
 
Sembrava molto divertito, così Sora lo richiamò:
 
-Lo sai che odia subìre una cosa del genere...
 
Alla sua frase, a suo parere, premurosa, il giovane le si avvicinò, mettendosi le mano dietro la testa bagnata e ridendo con quel suo sorriso contagioso che, però, la ramata cercò di respingere.
 
-Certo! Per questo lo abbiamo fatto! Eravamo in debito da Natale!- le rammentò lui.
 
L’amica incrociò le braccia, ancora non del tutto convinta dalla sua versione.
 
Sapeva che tanto, debito o no, uno scherzo del genere glielo avrebbe fatto comunque, lo conosceva troppo bene.
 
Poi, la bella ragazza  pensò bene di assicurarsi delle intenzioni del suo amico:
 
-Non è che vuoi fare lo stesso giochetto con me, no?
 
Taichi la guardò, sgranando gli occhi e negando subito quell’intenzione:
 
-Non lo farei mai, Sora! Sono un cavaliere! Ti accompagno verso l’entrata della piscina, mia cara principessa!- esclamò scherzosamente , facendo un mezzo inchino e tendendole la mano.
 
L’interessata scosse la testa divertita, ma accettò quel suo invito e non perse tempo ad accogliere la mano del bel castano.
 
Ultimamente, si era trovata nel cercare spesso un contatto con lui, le dava delle emozioni così intense e la faceva star così bene che non poteva farne più a meno.
 
Le risultava sempre più difficile contenersi e provare di mantenere un certo distacco, ma vedere che anche lui la cercava così spesso le faceva vibrare il cuore.
 
Così, si avvicinarono ai gradoni della piscina,mano nella mano, dove erano seduti la piccola Yagami e il giovane Takaishi.
 
In sottofondo, potevano udire bene le lamentele di Mimi, che aveva già cominciato ad insultare Yamato per cosa aveva fatto.
 
Non appena la coppia di amici cercò di entrare in acqua, videro Kouhirou e Joe avvicinarsi anche loro alla riva, per lasciare lo spazio di sfogo ai due ragazzi.
 
-Però ve le cercate proprio eh!- esclamò il ragazzo dai capelli rossi, mentre si sedeva su di un gradone sommerso d’acqua in modo da restare comunque bagnato fino alle spalle.
 
-E adesso si lamenterà fino a stasera!- concluse Joe, posizionandosi al fianco dell’amico.
 
-Avete ragione, è stato davvero crudele farle un dispetto il primo giorno in cui l’avete rivista...- aggiunse Sora, che si era appena immersa in acqua con molta fatica.
 
Si posizionò vicino alla giovane coppia, così da accarezzare il braccio umido di Hikari e mandarle un dolce sorriso.
 
La ragazzina era quasi immersa nell’abbraccio di Takeru, il quale le aveva circondato le spalle con le sue braccia.
 
Arrivò subito Taichi, fulminando il biondino che oramai evitava i suoi sguardi.
 
Si sedette proprio dietro all’amica, abbracciandola teneramente per non farle sentire freddo:
 
-Lo sai che è il nostro modo di esprimere affetto verso di lei...- si giustificò subito.
 
L’amica lo rimproverò col suo sguardo dorato e dai riflessi rossi, potevano aspettare almeno un giorno prima di torturarla.
 
Hikari appoggiò Sora, come anche Takeru e Taichi si ritrovò di nuovo contro tutti.
 
Ma ogni volta quest’ultimo riusciva ad intenerire l’amica e farsi perdonare.
 
Nel frattempo, Yamato andò proprio verso di loro, per trovare un riparo da tutta quella furia omicida della bella padrona di casa, e si posizionò proprio tra i due migliori amici.
 
Intelligentemente, il giovane Ishida prese la Takenouchi come ostaggio, costringendo Mimi ad arrendersi e calmarsi.
 
Quella metà giornata passò così, tra scherzi, risate e giochi che facevano da una vita insieme.
 
A volte sembrava che il tempo non fosse mai passato.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il giorno dopo, la mattina erano già tutti in spiaggia.
 
Le ragazze sfoggiarono i loro costumi, che quasi riflettevano l’ego di ognuna; Mimi indossava un bellissimo bikini verde smeraldo, il quale risaltava ancora di più il suo fisico e le sue forme perfette; Sora ed Hikari avevano scelto un costume a due pezzi molto più moderato, costituito da una fascia come reggiseno e una semplice mutanda, la prima color nero e la seconda un bellissimo rosa.
 
Passarono poche ore quando la maggior parte di loro decisero di intraprendere una partita a beach.
 
Dapprima, giocarono tutti, formando squadre di quattro persone ognuna.
 
Giocarono Sora, Taichi, Hikari e Takeru contro i restanti, e quasi che persero di poco se non fosse stato per lo strabiliante punto finale del giovane biondino.
 
Poi, alcuni di loro rinunciarono nell’intraprendere un’altra partita: Hikari e Mimi erano stanche e decisero di togliersi la sabbia che avevano accumulato addosso con un breve bagno in mare, per poi prendere un pò di sole.
 
Anche Koushirou e Joe, non abituati a fare molto sport, rinunciarono ad un secondo match.
 
Taichi stava decidendo con Yamato di intraprendere una specie di duello, due contro due, come proprio le vere partite di beach volley, mentre Sora e Takeru si erano allontanati un poco per sorseggiare un pò d’acqua.
 
-Ehi Takeru, sei davvero forte! Se non fosse stato per te, tuo fratello ci avrebbe massacrato!-esclamò la bella ramata, sorridendogli dolcemente.
 
L’interessato la ringraziò, gli faceva davvero piacere ricevere i complimenti da lei, perchè si mostravano sempre sinceri.
 
Ma ad un tratto, l’affascinante ragazzino udì qualcuno pronunciare il nome dell’amica che aveva di fronte, e non  era di certo una voce familiare.
 
Si guardò intorno per poi intravedere un bellissimo ragazzo, alto e con un fisico scolpito, correre verso la fanciulla dagli occhi mielati.
 
Solo quando si avvicinò, Sora si accorse della sua presenza, e ne era alquanto stupìta:
 
-Meiji? Che ci fai quì?- chiese subito, esplicitando il suo dubbio.
 
Prima che potesse rispondere pensò che proprio il giorno prima, parlando con il loro gruppo di amici, si erano detti che quel posto era frequentato da quasi tutta le scuole di Odaiba in estate, era la meta preferita per le vacanze estive degli studenti, poichè vi erano molti eventi giovanili ed intrattenimenti.
 
-Sono in vacanza! Come te, d’altronde!- scherzò subito.
 
Il bel tennista dagli occhi chiari sembrò essere al settimo cielo nel trovare l’ex compagna di sport in quel luogo, e ciò non sfuggì per niente a Takeru che, involontariamente, puntò l’attenzione verso il campo da beach volley, dove vi erano suo fratello e Taichi.
 
I due guardavano proprio nella loro direzione e il castano, che aveva la palla in mano, sembrava volesse scoppiarla con le proprie forze.
 
Quasi gli venne da ridere, il giovane Takaishi conosceva fin troppo bene i suoi sintomi di gelosia, e quello era solo l’inizio.
 
Quando si voltò verso Sora, notò Meiji stringere la mano dell’amica:
 
-Dai, vieni a fare una partita con me! Non puoi dire di no!
 
-Mi dispiace, ma ho promesso ai miei amici che avrei giocato a beach volley con loro ora...
 
Puntualmente, Sora cercava di scaricarlo nella maniera più delicata ed innocua che potesse conoscere.
 
Dall’altra parte, l’arrivo del bel moro era stato notato anche dalle due ragazze del gruppo, che erano appena uscite dal mare.
 
Hikari notò Mimi fermarsi con lo sguardo totalmente scioccato:
 
-Ma .... ma chi diavolo è quel pezzo di uomo che sta parlando con Sora???! –esclamò, non potendo evitare di riconoscere la bellezza del ragazzo.
 
-E’ Meiji, il suo ex collega di tennis.
 
Koushirou, uscito anche lui dall’acqua, rispose con totale serenità e proseguendo verso il loro accampamento di asciugamani.
 
La giovane Yagami puntò subito l’attenzione sul fratello che oramai era partito in quarta verso i tre interessati.
 
Quasi che congiunse le mani per pregare che non facesse sciocchezze.
 
Quando raggiunse Takeru e Sora, prese ben cinque respiri per cercare di domarsi, ma servì ben poco, poichè il tono che usò non era per niente tranquillo:
 
-Tutto bene quì, Sora?- domandò subito, piazzandosi tra i due e facendo mollare la presa a Meiji.
 
Il biondino quasi che si imbarazzò , sopratutto per la giovane Takenouchi che doveva sopportare quella situazione.
 
La fanciulla lo guardò confusa, ma, riprendendo la sua solita compostezza e calma, proseguì:
 
-Si si, certo, Meiji mi aveva proposto di partecipare ad una partita di beach volley ma gli ho detto che avrei dovuto affrontarne un’altra con voi.
 
Takeru pensò che Sora fosse davvero straordinaria, una ragazza normale non avrebbe mai saputo gestire un certo imbarazzo e una situazione alquanto disagiante in quel modo, sembrava non perdere mai il controllo.
 
Con la sua risposta, la ramata voleva far capire all’amico che era tutto risolto, che aveva già rifiutato l’invito e si stavano salutando, ma quello che non poteva prevedere era l’ardore della gelosia.
 
Taichi era arrivato al punto di non tollerare più le insistenze di alcuni ragazzi, ed in prima posizione c’era proprio quel tipo.
 
Meiji, fin da quando l’aveva conosciuta, non aveva mai cessato di corteggiarla o di proporle qualche uscita e ,nonostante Sora per tutto quel tempo aveva da sempre cordialmente rifiutato, lui non si dava tregua.
 
Ovviamente, non si era mai permesso di sfiorarla, baciarla o abbracciarla, non era di certo un tipo come Ayako, ma la sua insistenza dava davvero sui nervi a Taichi, sopratutto in quell’ultimo periodo in cui faticava a dichiararsi.
 
-Bè, come vedi non c’è posto per te.
 
Sora sgranò letteralmente gli occhi e sbiancò a quella risposta così scortese ed acida dell’amico.
 
Meiji era buono e caro, ma come tutti i ragazzi, aveva una pazienza ed un certo orgoglio.
 
Il bel moro analizzò i presenti, per poi rispondere:
 
-Bè, il posto c’è, siete in tre o quattro, contando questo ragazzo quì.- disse indicando Takeru.- Io ho altri tre amici che mi stanno aspettando laggiù, possiamo fare una partita, a meno che tu non abbia paura di perdere.
 
Con lo stesso stupore di prima, la fanciulla dagli occhi mielati guardò anche Meiji, che stava davvero mandando fulmini e saette verso l’amico.
 
Sora provò a toccare Taichi e ad incitarlo a tornare in campo con lei, ma lui, senza spostare lo sguardo deciso dal ragazzo che aveva davanti, esordì:
 
-Takeru, Sora, raggiungete Yamato e ditegli che ora iniziamo una partita con quattro principianti.
 
Il giovane Takaishi notò l’ulteriore stupore di Sora e, prima che potesse contraddire Taichi, la prese per il braccio e la trascinò via, verso la destinazione assegnata.
 
Sapeva che ragionare con il bel castano dalla folta chioma in quelle situazioni era totalmente impossibile, così non se lo fece ripetere.
 
Meiji sorrise amaramente.
 
 Stava per voltarsi e chiamare la sua futura squadra quando il maggiore degli Yagami lo fermò:
 
-Che dici di fare una scommessa?
 
Con quella domanda attirò subito l’attenzione del tennista, che incrociò le braccia per fargli capire che stava ascoltando ciò che aveva da dirgli e che poteva proseguire:
 
-Se vince la mia squadra, tu prometti che non ti farai vedere per tutta la durata della nostra vacanza da Sora, o meglio, non le parlerai, non la importunerai coi tuoi nauseanti inviti. Dovrai starle lontano, intesi?
 
In quei mesi, Taichi si era scontrato più volte con lui, ad insaputa dell’amica.
 
Negli ultimi tempi, a causa dell’aumento di gelosia nei suoi confronti, il giovane Yagami non si era più trattenuto nell’esprimere la propria opinione e ,ogni volta che vedeva Meiji in posizione di attacco, andava a dirgliene quattro.
 
Non stando insieme a Sora, però, il tennista aveva tutte le ragioni del mondo di comportarsi come desiderava: se voleva corteggiarla, lo poteva fare, perchè non faceva un torto a nessuno.
 
Sora era libera e non impegnata, e questo cominciava a pesare.
 
-E se vinco io?
 
-Bè, decidi tu, proponimi la tua alternativa.
 
-Semplice. Uscirò ogni giorno di queste vacanze con lei e sarai tu stesso a convincerla a venire da me.- disse tutto questo quasi ridendo soddisfatto, perchè sapeva che non c’era un dispetto migliore di quello.
 
Taichi si morse il labbro, non poteva accettare, avrebbe rischiato troppo: se avrebbe perso avrebbe dovuto convincerla ad uscire con lui, facendole ,di conseguenza, capire che a lui non importava nulla di lei.
 
No, era troppo rischioso.
 
Ma si sa, i ragazzi sono orgogliosi e quando sono immersi in alcune sfide, niente li può fermare.
 
-Davvero, hai ragione, non accettare, è troppo rischioso e la perderai proprio questa partita.
 
-Accetto.- disse all’improvviso e tendendo la mano verso di lui, in segno di accordo.
 
Dopo un primo stupore iniziale, sorrise apertamente, come se volesse dirgli che era un illuso, che aveva già perso.
 
-Affare fatto. Si comincia.
 
Strinse così la mano, per poi correre a chiamare i suoi compagni.
 
Fece anche lui lo stesso, ma cominciò a maledirsi per ciò che aveva fatto, stava davvero impazzendo per quella ragazza.
 
Arrivato dai tre amici, notò subito lo sguardo indagatore di Takeru ed una Sora alquanto infastidita e con le mani sui fianchi.
 
Stava evidentemente attendendo una spiegazione per tutto l’accaduto, ma l’unica cosa che fece fu prendere per il braccio Yamato e allontanarlo un poco dagli altri due, affinchè non ascoltassero ciò che aveva da dire.
 
Il giovane Ishida sbuffò apertamente, per poi guardarlo con rimprovero:
 
-Che diavolo combini, eh? Quante volte ti ho detto di darti una calmata? Ma sei ritardato?!- sbottò, non potendo trattenersi da dirgli certe cose.
 
Vide Taichi ancora più intimorito, come se avesse fatto qualcosa peggiore di rispondere male ad un ragazzo e rischiare la rissa.
 
Il castano sentì gli occhi indagatori e la pressione del suo migliore amico addosso, così avanzò spiegazioni:
 
-Dobbiamo assolutamente vincere, Yamato. Non esisteno altre possibilità, dobbiamo vincere, ok?
 
Il biondo ragionò subito: uno che parlava così, che non ammetteva sconfitte e che voleva con tutto sè stesso la vittoria, era perchè evidentemente aveva scommesso qualcosa.
 
Spalancò gli occhi azzurri e gli strinse le spalle con le sue forti mani, costringendolo a guardarlo:
 
-Non dirmelo, ti prego, non dirmi che lo hai fatto... che hai scommesso con lui... e che centra Sora...
 
Dapprima girò gli occhi, a destra ed a sinistra, per vedere se qualcuno nel frattempo si era avvicinato, per poi annuire, mantenendo il capo basso, come se fosse un cane bastonato.
 
-Ma che diavolo ti salta in mente?!!!!
 
Taichi lo invitò subito al silenzio, ma quell’esclamazione era arrivata agli altri due che stavano poco lontani, e Sora stessa aveva incrociato le braccia, segno che aspettava ancora una spiegazione.
 
-Si lo so, ho fatto uno sbaglio, ma ormai è andata... quindi ti prego... aiutami...
 
-Per aiutarti ci sarebbe solo da riempirti di botte, calci e pugni, sperando che qualcosa nel tuo cervello poi si muova!
 
Yamato era furibondo, e aveva anche ragione.
 
Sora era la sua migliore amica e lui l’aveva piazzata in mezzo ad una insulsa scommessa, come se fosse un premio.
 
Lo avrebbe davvero riempito di pugni per una cosa del genere,a volte Taichi non sapeva regolarsi, ma oramai il guaio era fatto.
 
Se Taichi avesse scommesso qualcos’altro, se ne sarebbe andato subito da quel campo, ma c’era di mezzo quella povera ragazza e non voleva neanche immaginare cosa avrebbe dovuto fare in caso di perdita.
 
Senza rispondere all’amico, Yamato raggiunse suo fratello e la bella fanciulla, dicendo che a momenti avrebbero iniziato la partita.
 
La giovane Takenouchi chiese per l’ennesima volta del perchè di tutto ciò, ma non ricevette risposta ,anzi, i due amici coetanei cambiarono argomento.
 
Takeru storse il naso, confuso, quando il fratello maggiore gli raccomandò di impegnarsi e di mettercela tutta.
 
Lo conosceva bene, in qualsiasi partita disputata tra di loro, il bel biondo aveva sempre partecipato per giocare e svagarsi un pò, se poi vinceva o perdeva non gli importava più di tanto.
 
Quindi doveva esserci qualcosa sotto.
 
In una manciata di minuti, videro entrare Meiji e i suoi tre amici in campo, che, dopo aver salutato velocemente gli avversari, non persero tempo a prendere posizione.
 
Il lancio di inizio spettò a Sora che, dopo un bel respiro, fatto più che altro per far sparire tutti i suoi dubbi, schiacciò la palla con la sua solita eleganza e maestria.
 
Iniziò così un match davvero faticoso.
 
La squadra del bel tennista era davvero in forma, e ,pur di prendere la palla , si lanciava ,senza pensarci troppo, sulla sabbia.
 
Dall’altra parte, il team di Taichi, per il primo set, non scattò molto, andando così a perdere ,anche se di poco.
 
Era normale, avevano giocato altre partite poco prima, ed erano abbastanza stanchi.
 
Ad aumentare la difficoltà era il continuo caldo, che aumentava col tempo, visto che oramai si avvicinava l’ora di pranzo, e la mancanza d’aria.
 
Ovviamente, Taichi, vedendo il risultato, cominciò ad andare in panico, e difficilmente riusciva a nasconderlo.
 
Per la prima volta, Sora si stava innervosendo, il più grande dei fratelli Yagami si stava davvero comportando in modo assurdo, così gli si avvicinò, cercando di parlargli con la sua solita calma:
 
-Taichi, è solo una partita, calmati un poco...- disse, per poi cercare di accarezzargli un braccio.
 
Al suo tocco, il castano  sussultò, facendola quasi spaventare e poggiare una mano sul petto.
 
Takeru, infastidito un poco anche lui da tutto quello strano atteggiamento, si affiancò alla bella ramata, incrociando le braccia:
 
-Sora ha ragione, siamo quì per divertirci e rilassarci, stai calmo.
 
-Oh, fa silenzio Takeru!- sbottò lui, cercando però di fare come dettato  dal giovane Takaishi.
 
Yamato sospirò e stavolta lo prese lui per il braccio per allontanarlo un poco.
 
Si passò una mano tra i capelli, la sua fronte grondava sudore.
 
Puntò i suoi occhi limpidi su quelli nocciola dell’amico e , dopo aver preso un pò di tempo per farlo calmare, gli parlò:
 
-Se continui così, perderemo anche il prossimo set, così da chiudere subito la partita. E’ questo quello che vuoi?
 
Scosse la testa; a volte quando si ritrovava in quelle situazioni quasi si sentiva un bambino.
 
Invece lui, il suo migliore amico, sapeva sempre mantenere la calma e ragionare a mente fredda, e, a volte, proprio per questo lo invidiava.
 
Si rese conto di aver esagerato, come al suo solito, anche di fronte a  Sora.
 
Non era così che doveva comportarsi.
 
Ma Yamato non aveva finito di parlargli, aveva in serbo altre parole:
 
-Così facendo è come se ti arrendi. Giocare con l’ansia equivale già da adesso ad una sconfitta. E’ questo che vuoi? Davvero Sora vale così poco per te? La lasceresti così, con Meiji? La lanceresti tra le sue braccia?
 
Sentì un fuoco ardere come non mai dentro al suo cuore non appena udì quelle parole ma, sopratutto, non appena materializzò nella sua mente Sora assieme a quel ragazzo dagli occhi chiari.
 
La sua Sora.
 
Cosa stava facendo? Per tutto quel set non aveva fatto altro che sbagliare, dettato dall’ansia e l’agitazione che quasi lo facevano piombare a terra come un sasso.
 
Strinse i pugni ed anche i denti.
 
No, non l’avrebbe mai lasciata a nessuno, preferiva spararsi piuttosto.
 
Ringraziò in cuor suo Yamato, come sempre sapeva dargli la giusta motivazione e calma.
 
Scambiò il fuoco della gelosia con quello della determinazione.
 
Se qualcuno vuole qualcosa alla fine la ottiene.
 
E lui voleva Sora, voleva salvarla da quella stupida scommessa che il suo orgoglio e il suo stupido istinto lo avevano costretto a fare.
 
Sorrise al ragazzo biondo che aveva di fronte, per poi dargli una pacca sulla spalla.
 
Yamato capì che il messaggio era giunto a destinazione , così, insieme, ripresero le loro postazioni, nel campo opposto però, a causa del cambio di set.
 
Sora e Takeru non poterono far altro che seguire i due e si tranquillizzarono un poco vedendo che si sorridevano a vicenda.
 
-E ora facciamogli mangiare la sabbia, amico.- incoraggiò il giovane Ishida, mettendosi in posizione di difesa.
 
La palla, stavolta, venne battuta dalla squadra di Meiji, ma qualcosa cambiò.
 
I due amici coetanei cominciarono a scatenarsi, non fermandosi neanche un secondo.
 
Yamato riuscì a recuperare palle impossibili da prendere, mentre Taichi schiacciava con una forza mai vista.
 
Con l’aiuto anche di Takeru e Sora, agili anche loro, la squadra di beach dei prescelti riuscì a vincere facilmente il secondo set, per poi ottenere la vittoria, seppur con più fatica, anche del terzo.
 
Con due set contro uno, Taichi riuscì a vincere la sfida di beach volley contro Meiji.
 
Quest’ultimo, una volta appresa la sconfitta, lanciò uno sguardo contrariato verso il castano e, senza neanche salutare i restanti avversari, tra cui Sora, se ne andò assieme ai suoi compagni, lasciando libero il campo.
 
Il bel castano dalla folta chioma si sentì molto sollevato, per fortuna era andata bene, anche se all’inizio se l’aveva davvero vista brutta.
 
Si stava promettendo per l’ennesima volta di non fare mai più una sciocchezza del genere, doveva cominciare a controllare la sua gelosia che ormai non aveva più un argine.
 
Pensando a ciò, si girò verso i suoi compagni, intenti a prendere le proprie cose lasciate a bordo campo per dirigersi verso il loro “accampamento”, dove li stava aspettando il restante gruppo.
 
Sorrise a Yamato, che era stato il primo a rialzarsi e a dirigersi fuori dal campo, seguito da Takeru che ancora lo guardava confuso.
 
L’ultima fu Sora che, incrociando il suo sguardo nocciola, accennò ad un debole sorriso, per poi appropinquarsi anche lei verso l’uscita del campo.
 
Taichi capì che c’era qualcosa che non andava in lei, e si affrettò ad affiancarsi alla fanciulla e ad attaccare bottone:
 
-Bè, è stata una bella partita, no?? –esclamò con il suo solito sorriso e gettando le braccia dietro la nuca.
 
Ma dalla bella Takenouchi ricevette solo un silenzioso sguardo, che puntò poi verso l’uscita del campo da beach.
 
Una volta fuori dall’area di gioco, L’amico la fermò un pò allarmato, cercando di sorriderle ancora una volta:
 
-Che... che c’è? Qualcosa non va?- chiese ansioso.
 
Non era da lei non rispondergli, lo faceva rare volte, quando era contrariata da qualcosa.
 
La vide fermarsi di fronte a lui, abbassare il suo bel capo per qualche secondo e mordersi il labbro.
 
Dopo aver pensato per qualche secondo, incentrò i suoi occhi miele su quelli del ragazzo, colpendolo al cuore, erano così belli e particolari che ogni volta lo facevano andare in un’altra dimensione.
 
Ma in quel momento poteva percepire una specie di delusione in lei, quasi tristezza.
 
-Io...-io pensavo che la promessa che ci siamo fatti tempo fa valesse per entrambi.
 
A quelle parole, Taichi sgranò gli occhi, completamente spiazzato.
 
Sentì per un attimo formicolare la mente, quasi che in un primo momento non capì a cosa si riferisse.
 
-Forse ho capito male... ma... non ci eravamo promessi di dirci qualsiasi cosa? Non credo che ciò debba essere a senso unico... non sarebbe neanche giusto.
 
Vero, quella promessa!
 
La promessa con cui entrambi si erano giurati di dirsi tutto, dalle cose più banali a quelle più complesse, dalla scuola, all’amicizia, all’amore.
 
Da quel giorno, Sora era stata sempre di parola, non gli aveva nascosto più nulla, neanche i fastidiosi interventi di Ayako, nulla.
 
Invece lui? No, non era stato sincero come lei.
 
L’amica non sapeva dei suoi assalti precedenti a Meiji e ad altri ragazzi, lui non era stato corretto con lei.
 
Stavolta fu Taichi ad abbassare il capo, lanciandole dei continui sguardi per controllare perennemente la sua espressione.
 
Quindi, a quel punto, avrebbe dovuto dirle tutto? Della scommessa fatta con Meiji? Non l’avrebbe presa bene, nessuna persona normale avrebbe retto una storia del genere.
 
-Io non capisco... ti ho chiesto tre volte di spiegarmi il tuo comportamento di poco fa... e mi hai ignorata... se non te la senti di mantenere la promessa, bè, allora non vedo perchè dovrei farlo io...
 
Disse quest’ultima frase abbastanza ferita e, non percependo risposta ma i soliti sguardi teneri di lui, decise di voltarsi per proseguire.
 
Ma Taichi fu svelto e la fermò per l’ennesima volta, prendendola per mano.
 
Intanto, Mimi ed Hikari avevano notato il ritorno dei due fratelli e, di conseguenza,  la mancanza degli altri due.
 
La bella ragazza dai capelli rosa si alzò dal suo asciugamano, stiracchiandosi un poco e cominciando a scrutare con lo sguardo in lontananza, per cercare la sua amica.
 
-Sora? Si è trattenuta con quell’affascinante tennista?- chiese ingenuamente.
 
Uno degli aspetti negativi della lontananza risiedeva proprio in quello: restare indietro con certi avvenimenti.
 
Non poteva sapere come si era evoluto il rapporto dei suoi amici d’infanzia, e nessuno glielo aveva mai detto, ma non per cattiveria o per nasconderlo.
 
Nessuno poteva riferire una notizia simile, perchè neanche i due soggetti avevano mai dichiarato esplicitamente cosa provassero  l’una per l’altro.
 
In particolare, la prescelta dell’amore non aveva mai parlato con nessuno dei propri sentimenti.
 
Si era tenuta sempre tutto dentro, non perchè non si fidasse o per chissà quale motivo, ma solo perchè ciò che aveva dentro il suo cuore poteva avere l’effetto di una bomba.
 
Sora aveva sempre vissuto nella paura di danneggiare il bel rapporto che aveva con Taichi, per questo, in tutta la sua vita, aveva represso il suo amore.
 
Proprio in quel momento, gli occhi cenere di Mimi si piantarono sui suoi due amici, intenti a parlare da soli in lontananza.
 
 
Taichi era riuscito ad attirare di nuovo l’attenzione della ragazza che amava.
 
Sora non era la tipa testarda ed orgogliosa che tentava sempre di fuggire, anzi, se qualcuno voleva parlarle, se ne restava lì fino a che non avesse finito.
 
-Ho... ho fatto uno sbaglio, ma è tutto risolto ora...
 
Il bel castano esordì all’improvviso, con tono molto nervoso, e quasi in imbarazzo.
 
L’amica poteva ben notare il suo disagio, gli occhi nocciola di colui che aveva di fronte faticavano a starle addosso, perchè lui sapeva che la fanciulla era capace di leggere il suo sguardo.
 
-Che sbaglio avresti fatto?- chiese lei, senza porsi alcun problema.
 
Si grattò il capo, come se stesse decidendo di non rispondere a quella domanda.
 
Ma non era giusto, e lui lo sapeva.
 
Ma in quel periodo l’ansia e l’agitazione lo divoravano  e ,a volte, non sapeva controllarle.
 
Arrossì un poco, ed agitato confessò:
 
-Il fatto è che io non lo sopporto più, dovevo far qualcosa per togliertelo di dosso!
 
Sora sbattè le palpebre più volte, alquanto confusa.
 
Aveva capito che si stava riferendo a Meiji, era palese, ma il resto non riusciva a comprenderlo:
 
-E cosa avresti fatto?- le venne spontaneo chiedere.
 
-Ho scommesso che semmai avessi vinto quella partita lui sarebbe sparito dalla tua vista!
 
Quasi urlò, preso dalla rabbia del ricordo del tennista che lo derideva.
 
La ragazzina dai capelli ramati spalancò la bocca quasi incredula: una scommessa?
 
Non le sfuggì il significato vero di quella parola: ogni parte che partecipa mette in gioco una “posta”, dunque, esplicitò subito il suo dubbio, sebbene con un filo di voce:
 
-Cosa sarebbe accaduto se avessimo perso?
 
Sentì il cuore salirgli in gola, no, non poteva dirglielo, tanto oramai che importanza poteva avere?
 
-Non importa, non sarebbe mai accaduto.- cercò di chiudere il discorso, riprendendola per mano per farla proseguire con lui.
 
Ma trovò una specie di muro, Sora non si mosse di un millimetro da quella posizione e Taichi potè sentire benissimo il suo irrigidimento e la volontà di non muoversi da lì.
 
Il tutto fu accentuato dal suo sguardo, brillante e deciso ma evidentemente contrariato da ciò che stava facendo.
 
Non aveva scampo, anche perchè così stava di nuovo evitando di eseguire quella promessa che lui stesso aveva messo in gioco mesi prima.
 
Si voltò per bene verso di lei.
 
Si guardò di nuovo attorno, non sapendo che parole usare, ma tutta quella esitazione fece ancor di più  pensar male la povera ragazza che aveva di fronte, tanto da farle divenire gli occhi lucidi in un secondo.
 
-Io...- cercò di rompere il silenzio l’amico, che ancora non riusciva a puntarle gli occhi addosso.-... si, lo so, io non dovevo accettare tutto ciò... lo so, ne sono consapevole... ma ero preso dalla rabbia... e...
 
Ci stava girando intorno, tanto da aumentare l’agonia che Sora percepiva all’interno del suo cuore.
 
Sentì all’improvviso il tocco delicato di lei sulla pelle: gli aveva preso la mano, attirando finalmente l’attenzione su di lei e facendogli di capire di dirle una volta per tutte ciò che aveva fatto.
 
Sospirò, rendendosi conto per la milionesima volta di essere uno stupido:
 
-Se avessimo perso... io avrei dovuto convincerti ad uscire con lui... ogni giorno di questa vacanza...
 
Vide la sua espressione cambiare.
 
Percepì ogni sua emozione, il suo evolversi e la distruzione di quel dolce sorriso che aveva sempre stampato sul volto.
 
Gli occhi lucidi quasi divennero uno specchio d’acqua e la sua mano, che prima aggrappava quella dell’amico, scivolò via per essere portata sopra al suo cuore.
 
Notò che cercò di ingoiare l’evidente magone che si era formato in gola, voleva parlargli ma qualcosa gli rendeva ciò davvero impossibile.
 
Alla fine, seppur con un filo di voce rotta dalla delusione, ci riuscì:
 
-Hai scommesso...su di me?
 
Vederla in quello stato era come ricevere una serie di freccie al cuore.
 
Fece un passo in avanti, pronto ad avanzare altre spiegazioni:
 
-Sono uno stupido lo so! Io non ho ragionato per nulla! Ero preso dalla rabbia!
 
Quasi le urlò, per farle capire il suo pentimento, ma lei, con quell’apparente calma che l’aveva da sempre caratterizzata e con lo stesso tono basso di voce usato prima, chiese di nuovo:
 
-Valgo così poco per te?
 
Finito di pronunciare quella domanda, lo specchio d’acqua che si era formato davanti ai suoi occhi dorati si ruppe, solcando così le guance abbronzate.
 
Nell’attimo in cui udì simili parole, intrecciate a quella scena, Taichi appoggiò le mani sulle spalle nude di lei, stringendogliele per farle capire che voleva la sua attenzione.
 
-Non hai capito! Non glielo avrei mai permesso! Lo avrei preso a pugni piuttosto! Sarei andato in carcere pur di non vederti con lui!
 
Ma la vide scuotere la testa, come se quelle ragioni erano un niente, doveva essere più convincente.
 
-La verità è che sono geloso, Sora...tremendamente, e non riesco più a controllarmi.
 
Con quelle parole, notò un cambiamento in lei, ora lo guardava alquanto stupìta.
 
Taichi abbassò il capo e tolse le mani dalle sue spalle, chiudendole successivamente in pugni.
 
Quel gesto avventato poteva avere solo una giustificazione, e oramai non ci poteva più girare attorno.
 
-Ogni volta che ti vedo con qualcun altro, perdo la ragione, completamente. Io non lo sopporto...
 
Sora prese fiato e cercò di preparare la sua voce per tornare al solito tono calmo e privo di dolore:
 
-Ti ho dato mai l’impressione di essere interessata a Meiji?
 
Fece una domanda diretta e semplice, che non poteva assolutamente fraintendere.
 
Ultimamente era davvero esplicita, non sapeva se era per la promessa fatta o per qualche altro motivo, fatto stava che faceva capire subito ciò che voleva dire.
 
Taichi ragionò: ogni volta che l’affascinante tennista le si avvicinava lei riusciva a mandarlo via velocemente, senza problemi, senza farsi toccare.
 
A volte andava anche contro la sua indole, ossia l’educazione, non rispondendo a qualche sua domanda e mandandogli semplici sorrisi per fargli capire che non aveva tempo a soffermarsi a parlare con lui.
 
Effettivamente, Sora lo aveva sempre gentilmente rifiutato, anche con eleganza.
 
Appreso tutto ciò, la guardò negli occhi:
 
-No...mai..- rispose infine.
 
-E allora, non c’è alcun bisogno di mettermi in gioco, non ti pare?-chiese, sempre con calma, ma non nascondendo la delusione che ancora avvolgeva il suo cuore.
 
Lui annuì, ma sapeva di averla ferita, non voleva chiudere il discorso lì, volevar imediare:
 
-Sono stato uno stupido, ma il fatto è che io non riesco più a reggere tutto ciò...
 
-Che cosa?- chiese immediatamente, quasi spaventata.
 
Lo vedeva stanco, e aveva compreso il suo pentimento, ma in quel momento lo vide cambiare, diventare all’improvviso deciso.
 
Penetrò con il suo sguardo nocciola dentro di lei, come un fulmine, fino a schiantarsi proprio lì, nel cuore, creandole un enorme sobbalzo, tanto da lasciarle un senso di vuoto dentro.
 
Una sensazione così travolgente da farle venire i brividi.
 
-Io devo parlarti.
 
Quello stesso fulmine che scaraventò il suo cuore in una voragine, colpì anche tutti i suoi sensi in quel momento.
 
Sentiva un rimbombo in sottofondo, causato dal pulsare del suo sangue.
 
Cercava ossigeno, ma ogni respiro che faceva non le portava alcun sollievo.
 
-Di cosa?
 
Neanche si rese conto della domanda che le uscì dalle labbra, le sembrava che qualcun altro l’avesse pronunciata per lei.
 
-Di noi due... io ho bisogno di parlarti di noi due. E del nostro rapporto.
 
Taichi non era mai stato un tipo diretto, ed in quel momento era l’ultima cosa che serviva all’animo di Sora.
 
Al pulsare del sangue, si unì l’incredibile battito del cuore, facendole capire che precedentemente non era stato disintegrato.
 
Lui voleva parlarle.
 
Lui voleva parlare del loro rapporto, di loro due, solamente lui e lei.
 
Sentì quasi il mondo caderle addosso, che le voleva dire?
 
Percepì il fiato accorciarsi per l’agitazione, sentì prendere fuoco e di certo non era il sole.
 
Lui era lì, di fronte a lei, con quel suo sguardo deciso, che le aveva fatto perdere la testa ai tempi di Digiworld.
 
Lui, così coraggioso e determinato, affascinante come non mai.
 
-Sora!
 
La voce squillante di Mimi ruppe tutta quell’atmosfera, distruggendo il concatenamento dei loro sguardi che si spostarono inevitabilmente verso la bellissima ragazza dagli occhi cenere.
 
Correva verso di loro, agitando una mano.
 
Taichi sbuffò, non aveva tempo da perdere, ormai si era deciso e voleva che fosse quello il momento.
 
Una volta vicina, gli rese pubblico il suo pensiero:
 
-Mimi, non adesso, non vedi che stiamo parlando?
 
Lo guardò subito storto, indispettendosi per la sua scontrosità, ma poi spostò la sua attenzione sull’amica:
 
-Tesoro, scusa, ma tua madre è cinque volte che ti chiama al telefono... sta squillando anche ora...  visto che stavi parlando con questo imbecille ho cercato di non disturbarti...ma alla sesta volta che tua madre ha provato a chiamarti mi sono disturbata a venire.- concluse fulminando il compagno.
 
Sora, non appena sentì la quantità di volte che la madre aveva tentato di raggiungerla con una chiamata, quasi si agitò, preoccupandosi se fosse accaduto qualcosa.
 
Guardò per un attimo Taichi, che recepì subito tutta la sua preoccupazione.
 
Le accennò un sorriso, annuendo con la testa, come per dire “tranquilla, vai”, così, dopo aver ringraziato l’amica, corse verso l’accampamento.
 
Mimi la seguì con lo sguardo, mettendo poi le mani sui fianchi.
 
Aveva osservato la scena dei due da lontano, aveva notato gli amici discutere su qualcosa e lui sembrava non volerla mai mollare.
 
Le stava sorgendo qualche dubbio, ma la loro vacanza era appena iniziata, ne aveva di tempo per osservarli.
 
Sentì dei passi dietro di lei, per poi vedere Taichi sorpassarla lentamente, per raggiungere anche lui gli altri.
 
Lo osservò un poco, prima di parlargli:
 
-Per caso ho interrotto qualcosa?- chiese maliziosa.
 
L’interessato si voltò, ancora scocciato:
 
-Si, hai interrotto una conversazione che non ti riguarda.
 
-Se non mi riguarda....chissà che cosa trattava...- disse ridendo, per poi superarlo e correre di nuovo verso la direzione da cui era venuta.
 
Era incredibile come ogni volta succedeva qualcosa che li interrompesse.
 
Finalmente si era deciso a dirle tutto quello che il suo cuore urlava da tempo e la sua decisione era stata frantumata con niente.
 
Chissà se avrebbe ritrovato la stessa determinazione in quei giorni.
 
Perchè ormai se lo aveva promesso, ormai aveva giurato a sè stesso che entro quella gita le avrebbe dichiarato il suo amore.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
La giornata al mare passò velocemente da quella partita a beach volley.
 
Dopo aver pranzato all’ombra, protetti dagli ombrelloni, le ragazze si sdraiarono sotto al sole cocente e finirono per addormentarsi un poco.
 
I ragazzi si divisero: Joe lesse un libro, mentre Koushirou, Taichi e Yamato chiacchierarono e scherzarono tutto il tempo.
 
Anche Takeru inizialmente partecipò alla loro conversazione, ma poi scivolò  vicino ad Hikari per svegliarla dolcemente e andare a farsi un bagno con lei.
 
Quando Taichi se ne accorse, si unì alla coppia, anche se più volte si era giurato di lasciare in pace la sorellina.
 
Ma era più forte di lui, non riusciva a lasciarla andare.
 
Hikari, invece di infastidirsi, si inteneriva, percepiva tutta la paura del fratello, e tutto questo le aumentava l’affetto nei suoi confronti.
 
Ogni volta si riteneva fortunata, chiunque avrebbe voluto un fratello così, e non era da tutti essere amata in quel modo.
 
Anche Sora glielo ripeteva sempre.
 
A volte era capitato che esagerasse con lei e Takeru, ma la sorella acquisita lo proteggeva sempre e giustificava tutte le sue azioni, anche se poi andava da Taichi a rimproverarlo.
 
Quando Hikari cominciò a pensare a tutto ciò era nella sua stanza, sopra al suo letto, ad attendere che le sue compagne di stanza terminassero la doccia.
 
Sorrise a quei ricordi, nel vedere quei due ragazzi assieme, le persone che più amava al mondo starle sempre accanto e, a loro volta, non staccarsi mai l’uno dall’altra.
 
Rise ancora di più pensando che entrambi non si rendevano conto di come apparivano da fuori: Taichi non riusciva a stare senza di lei neanche per due minuti e Sora, quando era distante da lui, lo rassicurava sempre con degli sguardi impliciti che solo lui poteva tradurre.
 
E ciò non lo aveva notato solo lei, ormai era stato appurato da tutto il gruppo che, però, non sfiorava mai l’argomento.
 
Era tutto così semplice ai loro occhi: Taichi amava Sora e lei ricambiava, ma tra i veri soggetti della storia la cosa sembrava essere davvero complicata.
 
Per loro,però,  c’era una grande giustificazione che solo Hikari poteva comprendere al cento per cento.
 
Il loro rapporto era stato da sempre speciale: da quando erano bambini i due erano stati legati da quel filo rosso del destino, quel filo indistruttibile in grado di formare un legame indissolubile.
 
Ed anche lei finì con l’intrecciarsi in quel magnifico rapporto.
 
Anche lei si trovò legata a quel filo, e ringraziò chiunque aveva fatto si che ciò accadesse.
 
Proprio per la formazione di quel particolare legame, i due erano stati da sempre limitati.
 
Sora, pur di stare al suo fianco, aveva represso il suo cuore, non smettendo, però, di negargli l’affetto enorme che provava.
 
Era da sempre riuscita a trovare un equilibrio, a non esagerare mai, e solo una persona straordinaria e speciale poteva essere capace di fare tutto ciò.
 
Taichi l’aveva sempre amata come una sorella, da quando era piccolo; l’aveva sempre protetta e non l’aveva mai abbandonata, sopratutto dal momento in cui la vita della ragazza era stata quasi disintegrata per via del tradimento del padre.
 
Poi, qualcosa in lui cambiò letteralmente, si accorse dell’evoluzione del suo sentimento ma, al contrario della prima, il ragazzo faticava a trattenersi .
 
Hikari rise di nuovo ai ricordi legati ad un Taichi impacciato, sopratutto in quelle immagini in cui il fratello, imbarazzato, andava da lei a chiederle dei consigli, parlando però sempre in terza persona.
 
Era davvero incredibile, e non vedeva l’ora di vedere come sarebbe cambiato nel momento in cui le due persone più importanti della sua vita si sarebbero messe insieme, ufficializzando l’eternità di quel legame che li legava.
 
-Dai Sora, che sarà mai? E’ un vestito semplice e non troppo corto!
 
La voce di Mimi la fece risvegliare da tutti quei pensieri: le due ragazze uscirono insieme dal bagno, ma erano prese da una certa conversazione.
 
Sora era in intimo, e coi capelli ancora umidi, ma si sedette, sospirando, sul letto dove vi era la dolce Hikari, già pronta per la serata.
 
Indossava un bellissimo vestito  lilla chiaro, corto davanti e più lungo dietro.
 
Sorrise alla faccia disperata della sorella acquisita, e, per incoraggiarla, le accarezzò la mano.
 
-Mimi, lo sai che non è il mio genere, lo sai da una vita! Mettermi un vestito per andare ad una festa in spiaggia poi, per me è più che assurdo!- rispose Sora, mentre strinse la mano della dolce sorella, mandandole poi un occhiolino abbinato ad uno splendido sorriso.
 
-Fammi capire allora, cosa avresti intenzione di metterti? I “pantaloncini illegali”, come li chiama Taichi? Quelli si che sono corti, cara! Preferisci andare in giro con quelli che con un vestito che ti copre decisamente di più?
 
Il ragionamento di Mimi non faceva una piega, tanto da far arrossire un poco l’amica, quei suoi pantaloncini di jeans li aveva notati proprio tutti.
 
Vide Hikari sedersi meglio sul letto e affiancarsi a lei, per poi abbracciarla dolcemente, tanto da far intenerire anche l’affascinante ragazza dai capelli rosa, che tra l’altro girovagava ancora con l’asciugamano addosso.
 
-Sorellina, qualsiasi cosa tu metta sarai bellissima. Alla fine è un semplice vestito, tipo il mio, non è nulla di particolare. Poi d’estate è l’ideale, con questo caldo ti mantiene fresca.
 
La bellissima Tachikawa sorrise soddisfatta, Hikari l’appoggiava spesso in ciò, perchè entrambe non sopportavano che l’amica si trascurasse così tanto.
 
Lei era davvero bella e doveva rendersene conto.
 
Sora guardò stupìta la sorella, che aveva combinato quell’invito con il suo dolcissimo gesto.
 
Davvero stavano complottando contro di lei?
 
-Ma se poi a mezzanotte faremo il bagno, lo rovinerei, dunque non mi muovo dalla mia decisione. E poi sapete che non mi sento affatto a mio agio con queste cose.
 
Vide Mimi mettersi nella sua solita posizione di sfida, con le mani sui fianchi e sghignazzando un  poco.
 
-Ok, cara, allora accomodati pure, mostraci il tuo vestiario!- la invitò, porgendo la mano in direzione dell’armadio in cui aveva depositato le sue cose.
 
Ma la faccia della sua migliore amica era sospetta, anche troppo.
 
Dopo aver scrutato il suo sguardo, molto incerta, si avvicinò all’armadio e lo aprì: tutti i suoi vestiti erano spariti, eccetto l’intimo e l’essenziale.
 
Rimase davvero allibita, in  tutti quegli anni non aveva mai osato così tanto.
 
Si voltò di scatto, allucinata e pensando che fosse davvero impazzita:
 
-Dove sono le mie cose?!
 
A quel punto, Mimi incrociò le braccia, ed Hikari cercò di trattenere le risate:
 
-Mentre facevi la doccia, tesoro, ho chiamato il mio maggiordomo e gli ho fatto portare via il tuo vestiario.Ora davvero non so dove lo possa aver messo, Kenzo sarà uscito a quest’ora. Ah, mi sa tanto che se vorrai venire con noi dovrai scegliere qualcosa dal mio guardaroba.
 
Concluse scoppiando in una risata soddisfatta, mentre Sora ancora cercava di riprendersi da quella pazzia che aveva fatto.
 
Era incredibile, quando si metteva in testa una cosa diventava davvero impossibile reggerla.
 
-Piuttosto esco così!
 
Mimi spalancò la bocca, era davvero cocciuta, ma lei quella sera voleva renderla più femminile che mai, così si fiondò sul vestito da farle indossare, che aveva scelto addirittura quella mattina, e cominciò a rincorrerla per tutta la stanza.
 
 
 
Dall’altra parte, nel salone sottostante, i ragazzi erano pronti da un pezzo.
 
Joe continuava a guardare l’ora, sospirando un poco: ogni volta andava a finire così, per colpa delle ragazze partivano sempre un’ora dopo quella stabilita e ciò accadeva sopratutto se c’era di mezzo Mimi.
 
-Non cambieranno mai...- sospirò ad alta voce, facendo ridere Koushirou.
 
-Lo sai, Mimi è fissata, se poi ci aggiungi che aveva in mente di vestire Sora... allora mi sa partiremo tra due ore, se non mai.
 
La rivelazione del bel rosso fece voltare i restanti presenti.
 
Takeru scoppiò a ridere alla sola idea, Yamato sbuffò pensando che a quel punto non sarebbero mai usciti e Taichi si alzò in piedi, davvero allibito:
 
-Vuoi dire che quella pazza ha intenzione di fare una cosa del genere??
 
Koushirou annuì, cercando di sorridergli:
 
-E’ quello che mi ha detto, infatti mi aveva riferito che sicuramente avrebbero tardato.
 
Proprio in quel momento, sentirono delle voci venire da sopra, una delle quali era chiaramente di Mimi.
 
Notarono poi la diminuzione del suono, come se qualcuno avesse aperto la porta della loro stanza e poi l’avessero richiusa.
 
I ragazzi udirono successivamente una persona scendere le scale, così si affacciarono tutti e cinque per capire chi fosse: videro una ragazza stupenda indaffarata a sistemarsi la frangia castana e scendere con eleganza le scale.
 
Il suo vestito violetto le danzava attorno al ritmo di ogni suo movimento.
 
Ne rimasero affascinati, Hikari si faceva sempre più bella, ogni giorno di più.
 
Arrossì un poco nel vedere tutti i suoi amici attenderla alla fine delle scale, ma subito venne raggiunta dallo splendido Takeru, che era colui che ne era rimasto più colpito.
 
Le porse la mano, per aiutarla a scendere gli ultimi scalini, e le regalò un sorriso dolcissimo, tanto da farla quasi svenire.
 
Associato a quella sua splendida espressione, ci fu un sentito complimento:
 
-Sei più che stupenda...
 
La loro delicata stretta fu prontamente sciolta da Taichi, che l’accostò subito a sè e la guardò negli occhi:
 
-E’ una festa in spiaggia Hikari!! Tra la sabbia, ombrelloni e mare!!! Ma che pensi che andiamo a ballare?
 
Joe e Koushirou risero per quell’attacco di gelosia, prendendosi così uno sguardo fulminante dal fratello della vittima.
 
Quello era il modo con cui Taichi evitava di fare i complimenti alla sorella, sapeva che era bellissima.
 
Hikari cercò di riprendersi dall’imbarazzo, per poi giustificarsi:
 
-Mimi ci ha consigliato di indossare dei vestiti... E’ per questo che sono ancora sopra... sai com’è Sora...
 
A quel nome, il fratello si irrigidì, in più pensare a Sora con uno dei vestiti di quella pazza di Mimi lo fece quasi trasalire.
 
Ma non fece in tempo a chiedere altro che i presenti udirono sbattere una porta e un rumore continuo di passi, come se qualcuno stesse correndo.
 
Infatti, i presenti riuscirono intravedere una delle ragazze correre più di una freccia scoccata da un arco e, poco dopo, la fanciulla dai capelli rosei seguire quella scia, sventolando con una mano quello che doveva essere un vestito.
 
Yamato si mise una mano sulla fronte, non poteva davvero crederci che a quell’età erano arrivate a quel punto, mentre gli altri ragazzi risero un poco per tutta quella scena e per le urla disperate di Mimi.
 
-Mi sa che se vanno avanti così resteremo a casa stasera...- pensò Joe ad alta voce.
 
-Sbaglio, o qualcuna di loro girava in costume?
 
La domanda di Koushirou rimase sospesa in aria, poichè subito dopo videro apparire Sora in cima alle scale, per scenderle velocemente un secondo dopo.
 
Il ragazzo occhialuto arrossì vistosamente quando notò che la fanciulla girava in intimo senza problemi, e un leggero imbarazzo arrivò anche al rosso ed a Takeru.
 
Ma Sora sembrava non curarsene e si piazzò dietro ai suoi coetanei, poggiando le mani sulla schiena di Taichi.
 
Ma non potè parlare che apparì subito dopo Mimi, che indossava un aderentissimo vestito verde smeraldo, davvero corto in avanti, che aveva messo nell’attimo prima di inraprendere l’inseguimento della sua migliore amica.
 
Taichi non potè far a meno che prendere le difese di colei che amava.
 
Gli urtava quella storia, come anche il fatto di averla costretta ad uscire in intimo dalla camera.
 
Si, era vero che erano un gruppo di amici e che si fidava di tutti loro, ma Sora in quello stato la poteva vedere solo lui.
 
Ed ecco che tornava la sua gelosia.
 
-Mimi, te la smetti a comportarti da matta? Lasciala in pace, non le va di indossare i tuoi stracci, quindi non perseguitarla.
 
Ma le parole di Taichi per la determinata fanciulla erano il nulla, così scese le scale velocemente, parlando solo con la diretta interessata.
 
-Sora, io non capisco perchè ne fai una tragedia! Ti vergogni di fronte a loro, no? Cosa vuoi che gli importi! Al massimo farai scattare qualche ormone!
 
Non  appena vide l’amica avvicinarsi, Sora indietreggiò ed insieme cominciarono ancora a correre per poi finire in giardino.
 
Gli amici le seguirono, e Yamato brontolò ancora di più, non potevano continuare così e poi aveva anche una fame da lupi.
 
Si fermò ,affiancato da Taichi e seguito dai restanti, e si sforzarono tutti per capire cosa si stavano urlando entrambe.
 
Le due interessate si erano piazzate l’una di fronte all’altra, e continuavano a parlarsi sopra, non facendo comprendere ai presenti cosa si stessero dicendo.
 
Taichi pensò di non aver mai visto Sora così agitata, in quel momeno aveva perso la sua calma e compostezza usuale.
 
L’unico che poteva risolvere la situazione era Yamato, il quale si avvicinò alle due e le interruppe chiedendo quale fosse il “tragico problema” che le stava affliggendo.
 
Ma quasi si spaventò per la loro reazione: le vide girarsi contemporaneamente verso di lui e quasi urlargli in coro:
 
-Che c’è?!
 
Non le avrebbe mai capite le donne, lo sapeva.
 
Cercò di non badare al loro stato, così, senza farsi tanti problemi, chiese di nuovo di spiegare cosa fosse accaduto.
 
Invitò subito a parlare una alla volta e zittì Mimi, dando la precedenza a Sora che quasi lo ringraziò per il gesto.
 
-Mimi mi ha fatto sparire tutta la mia roba... e ora vuole che indossi le sue cose.. e lo sai che io.. insomma.. io e lei abbiamo idee molto differenti...
 
Gli fece tenerezza, lei non ne voleva fare una tragedia, sapeva che indossare certe cose la mettevano a disagio, così annuì per farle comprendere che aveva capito, per poi voltarsi verso Mimi:
 
-Dove sono le sue cose? Non è bello ciò che hai fatto.
 
Sbuffò vistosamente, sapeva che non l’avrebbe mai compresa:
 
-Non lo so, le ha portate via Kenzo, però puoi provare a cercare in ogni angolo della mia casa.- lo sfidò, sapendo che era davvero impossibile.
 
Se avrebbe dovuto girare ogni singola stanza di quella villa, ne sarebbe uscito la mattina seguente.
 
Sospirò, l’unica soluzione era quella, così si avvicinò a Sora, la quale lo guardava confusa.
 
Guardò per l’ultima volta Mimi, gli dispiaceva darla vinta a lei, ma aveva davvero fame e si era stufato di aspettare , così, agilmente, prese la sua migliore amica e la bloccò, stringendola da dietro.
 
Con estrema calma, incitò la bella fanciulla dagli occhi cenere ad avvicinarsi:
 
-Su, falle indossare quel vestito e andiamocene.
 
Sora cominciò ad agitarsi ed a protestare, seguita da Taichi che si avvicinò, infastidito dalla presa del biondo.
 
Quest’ultimo pensò che ci mancasse solo lui, ma non ci fece caso e per fortuna Mimi non se lo fece ripetere due volte.
 
Con agilità e complicità riuscirono a metterle quel benedetto vestito, di un leggero verde pastello, che risultò meno corto di quello di Mimi, ma aderente.
 
L’amica dai capelli rosa approfittò della disponibilità di Yamato:
 
-Devo finire di asciugarle i capelli e sistemarglieli, la potresti portare in camera e tenerla ferma?
 
Sbuffò di nuovo, pensando che ci stava prendendo gusto, ma eseguì gli ordini, prendendola a “sacco” e cominciando a dirigersi verso la destinazione, seguito da una Mimi soddisfatta e vittoriosa.
 
Solo così riuscirono a sbloccare la situazione e a dirigersi verso la festa in spiaggia poco dopo.
 
Per la prima parte del tragitto, Yamato e la splendida Tachikawa tennero la vittima di tutto ciò ben salda tra di loro, mentre si sorbirono non solo la sua protesta, anche quella del suo migliore amico.
 
A Taichi non andarono a genio molte cose, soprattutto la troppa vicinanza del biondino a colei che amava.
 
Ad aggiungere un pizzico di peperoncino al suo stato furono i complimenti schietti che l’affascinante Ishida fece a Sora non appena la sua migliore amica l’aveva finita di preparare: stava davvero bene, era davvero affascinante, e le disse che l’avrebbe addirittura sposata.
 
In tutta risposta, lei lanciò dritto sul suo viso la spugnetta impregnata di cipria.
 
Era davvero infastidita dall’accaduto.
 
Si sentiva terribilmente a disagio, nonostante i suoi amici cercarono di non farle il suo nuovo look.
 
Taichi maledì Mimi, se prima faticava a non guardarla ora gli era praticamente impossibile.
 
Hikari e Sora quella sera si erano superate e pensare ad entrambe era davvero difficoltoso.
 
La odiò ulteriormente quando cominciò a fare le sue solite battutine maliziose, quasi mirate proprio a lui.
 
“Mia cara, stasera conquisterai mille cuori, magari anche quello dell’affascinante tennista di oggi”.
 
Era evidente, quella ragazza aveva intuito che lui, Taichi, provasse qualcosa nei confronti di Sora, e voleva che ammettesse tutto ciò.
 
Sora la fulminò a quella battuta, per poi rimanere in silenzio, mentre Hikari prese sottobraccio il fratello, che si era alquanto innervosito.
 
Arrivarono così a destinazione: vi era un grande spiazzo che si affacciava proprio sulla spiaggia.
 
Si potevano intravedere vari focolari, udire musica di ogni genere e la gente ridere e ballare.
 
Vi erano stand gastronomici e bancarelle in cui si poteva fare qualche gioco o comprare qualche oggetto, era davvero una festa ben organizzata.
 
Yamato propose subito di andare a mangiare qualcosa prima di immergersi in tutta quell’aria di festa, e la proposta fu accolta da tutti.
 
Fecero così cena, sedendosi dapprima su qualche panchina al di fuori della spiaggia, per poi dirigersi, una volta finito, verso di essa.
 
Decisero di mettersi attorno ad un focolare, unendosi ad un allegro gruppo di ragazzi, molto socievoli e simpatici.
 
Sora ed Hikari si affiancarono a Mimi, la quale aveva cominciato a scherzare con alcuni giovani, mentre dalla parte opposta del focolare vi erano Taichi e Yamato che commentavano assieme ai restanti quella bella serata.
 
Il bel castano faticava a seguire la conversazione , e gli sfuggiva molte volte degli sguardi oltre a quel fuoco ardente, diretti proprio verso di lei.
 
Quella sera era più bella che mai, e lui non riusciva a distogliere il pensiero dalla sua migliore amica.
 
Ripensò alla mattina: stava riuscendo nell’intento di confessarsi, ma purtroppo ciò non accadde per i soliti imprevisti.
 
Era davvero sfortunato, sembrava che il mondo gli andasse sempre contro.
 
E se fosse un segno del destino? E se ciò significasse che doveva tenersi quel segreto per lui?
 
No, non poteva, perchè quell’ardore era troppo forte e lo stava bruciando dentro.
 
Non era neanche rispettoso nei suoi confronti, perchè tutto quel sentimento lo portava puntualmente a ferirla.
 
Non aveva più giustificazioni, doveva dirle la verità.
 
Dopo l’ennesimo sguardo lanciato a vuoto, Sora si voltò e incrociò la sua figura e i suoi occhi nocciola.
 
Ed ora che l’aveva catturata, niente poteva spostare l’attenzione del ragazzo da lei.
 
Sora sentì sussultare il cuore, ed era inevitabile.
 
Le ritornò in mente il discorso di quella mattina, lui aveva chiesto di parlarle e sembrava davvero intenzionato a farlo.
 
La sua serietà le aveva fatto capire che non poteva essere nulla di sciocco, doveva essere qualcosa di davvero importante e serio.
 
Questo la fece agitare inizialmente e provare qualcosa che non aveva mai sentito prima.
 
Per tutto quel pomeriggio, risentì nel suo cuore tutta quella profonda emozione che le aveva causato quelle poche parole dette da lui.
 
Non sapeva perchè ma non riusciva a voltare lo sguardo.
 
Le aveva cominciato anche a sorridere, ed ora poteva dire di essere totalmente persa.
 
Si cominciò a chiedere perchè fossero così distanti e perchè non si avvicinasse come sempre a lei.
 
Quasi che decise di andare da lui quando, però, un dolce abbraccio da dietro la fece risvegliare da quella specie di magia che si era creata.
 
Vide Hikari sorriderle dolcemente e chiederle con altrettanta grazia di seguirla un momento.
 
Le ci volle un attimo per capire ciò, e nel mentre la sorellina avvertì Mimi del loro momentaneo allontanamento.
 
A Taichi non sfuggirono le loro azioni, anche perchè erano le due donne della sua vita, ma non si allarmò molto e le seguì silenziosamente con lo sguardo.
 
 
Hikari l’allontanò un poco da quel focolare, facendole capire che doveva dirle qualcosa in privato.
 
La giovane Yagami aveva preso la ragazza dagli occhi dorati sottobraccio, e le sorrideva teneramente.
 
Sora notò quasi un rossore sulle sue guancie, che la rendeva ancora più dolce.
 
Quanto le voleva bene, l’amava con tutta sè stessa.
 
Quella docile creatura non era solo l’angelo di Taichi, ma era diventata anche il suo.
 
Hikari poteva essere definita lei stessa il legame tra Taichi e Sora, era sempre stata tra i due, li aveva da sempre controllati, e aveva monitorato silenziosamente le loro emozioni e la loro vita.
 
Lei li conosceva meglio di chiunque altro, più di Yamato e anche di Mimi.
 
Era a conoscenza di cose che altri non sapevano, lei era l’unica ad aver sempre saputo quel piccolo ma allo stesso tempo enorme segreto mantenuto nei cuori dei due giovani.
 
Ma il motivo per cui l’aveva allontanata, stavolta, non era riguardante lei o suo fratello.
 
-Ecco, Sora... volevo farti leggere questo...
 
Timidamente, Hikari prese il suo telefono e glielo porse.
 
Sora non esitò e cominciò a leggere subito cosa voleva mostrarle.
 
Era un messaggio di Takeru e quasi trasalì quando lesse le parole che le aveva scritto:
 
 
 
Stasera voglio parlarti, di noi due. E stavolta neanche un ciclone potrà impedirmelo. Appena puoi, vieni da me.
 
 
La Takenouchi era stupìta per svariati motivi: il primo, stava nel fatto stesso, ossia che con quel messaggio il bel biondino le diceva chiaramente che si sarebbe finalmente dichiarato, e il secondo era la straordinaria coincidenza di alcune situazioni della vita della piccola ragazza con la sua.
 
Non poteva crederci, le due erano accumunate anche dagli stessi avvenimenti.
 
Quindi, anche Taichi puntava a tutto ciò quella mattina? Possibile?
 
Si sentì quasi male al pensiero, ma si rese conto che Hikari le aveva appena mostrato un messaggio di Takeru ed era evidente che attendesse un suo commento.
 
Non era ora di pensare a lei stessa, doveva incentrarsi sulla giovane fanciulla dai capelli castani.
 
La guardò, esprimendo la totale felicità che albergava nel suo cuore.
 
Hikari meritava la gioia più assoluta, e sapeva che quando era con Takeru poteva raggiungere tale obiettivo.
 
E finalmente, la sua piccola agonia amorosa poteva essere ufficialmente risolta.
 
-Hikari... io sono così felice per te! Finalmente si è deciso!
 
Vide in un secondo formarsi delle lacrime sul viso angelico della sorellina acquisita e ciò quasi la spiazzò.
 
Nonostante tutto, Hikari sorrideva come non mai, e si strinse il petto quando sentì cadere qualche lacrima.
 
-Io...io sono così felice... ma non so come devo comportarmi.. lo so, è da stupida...
 
Solo quella fanciulla dagli occhi nocciola sapeva intenerirla così tanto.
 
D’istinto l’abbracciò forte a sè, baciandole il capo profumato e ridendo anche lei:
 
-Piccola mia, tu sei così fantastica e speciale... ti meriti questo ed altro... non preoccuparti, conoscendo Takeru , sono sicura che saprà renderti tutto più facile e naturale.
 
Le parole di Sora erano la sicurezza vera e propria.
 
Chiedeva sempre consigli a lei, pareri ed opinioni, perchè le sue parole erano così rassicuranti tanto da conferirle una tranqullità straordinaria.
 
Ricambiò l’abbraccio, ridendo e trasmettendole quella sensazione speciale che inondava il suo cuore.
 
Ma in quel momento, Hikari sentì il dovere di dirle qualcos’altro.
 
Perchè una persona come Sora, straordinaria e piena d’amore, meritava la felicità più di chiunque altro.
 
-Ora tocca a te ad essere felice.
 
L’interessata sgranò gli occhi e non potè far a meno di percepire la mancanza del battito del suo cuore per qualche istante.
 
Si scostarono per guardarsi amorevolmente.
 
Sora era ancora abbastanza confusa ma vedeva il piccolo angelo che aveva davanti sorriderle.
 
-E’ ora che liberi il tuo cuore, Sora. Non ha senso tenerlo così incatenato. Non avere paura, mio fratello lo proteggerà come si deve.
 
La Takenouchi sentì gli occhi tremare, ma mai come il suo cuore.
 
Le parole di Hikari ebbero un impatto davvero potente, anche perchè Sora stessa non si aspettava una certa schiettezza da parte sua.
 
La sua sorellina aveva compreso tutto, senza che lei pronunciasse parola.
 
Aveva capito che aveva imprigionato il suo cuore.
 
Il richiamo di Mimi le interruppero e attirò la loro attenzione verso di lei.
 
Prima che decidessero di raggiungerla, fu l’affascinante fanciulla dai capelli rosei ad andare verso di loro.
 
Sembrava alquanto sorpresa da qualcosa che aveva visto, ma non capirono di cosa potesse trattare.
 
-Ragazze, venite, questa me la dovete spiegare.
 
Non capendo ancora di cosa potesse trattare, non esitarono a seguire l’amica.
 
Poco dopo, si ritrovarono vicino al focolare da cui erano venute.
 
Le fiamme riuscivano a fare abbastnza luce da far vedere benissimo la scena che si poneva di fronte alle tre fanciulle.
 
Era una situazione che, purtroppo, Hikari e Sora conoscevano fin troppo bene.
 
Ayako tra le braccia di un Taichi che cercava di togliersela di dosso.
 
La bella e tremenda mora dagli occhi azzurri era di nuovo lì, sbucata dal nulla e pronta a rubare di nuovo il ragazzo che la ramata amava con tutto il suo cuore.
 
Hikari comprese lo stupore di Mimi, lei non la conosceva e loro non gliene avevano mai parlato, semplicemente perchè quella vipera di una fanciulla non era poi così importante per loro.
 
-Da quanto Taichi ha una fan così accanita?- chiese in modo spontaneo la bella ragazza dagli occhi cenere.
 
La sorella della vittima non poteva crederci, sapeva che quel posto era frequentato da moltissimi studenti della sua scuola, ma incontrare sia Meiji che lei era davvero una storia assurda.
 
Ma niente la stupì più di ciò che vide accadere poco dopo.
 
Sora, a quelle scene, era solita a rimanersene in disparte e lasciare che l’amico facesse ciò che fosse giusto per lui, che di solito coincideva col fatto di allontanarla, seppur con fatica.
 
Ma in quel momento, alla Takenouchi tornò in mente la storia della scommessa che Taichi aveva affrontato quella mattinata.
 
Se lui aveva osato tanto, perchè lei doveva sempre esitare e rimanere sulle sue?
 
Era ora di cacciare il coraggio che aveva nel cuore, di farsi valere, ma sopratutto di proteggere e prendersi la persona che amava.
 
Un insolito ardore si accese dentro di lei, tanto da chiedere a Mimi di scansarsi e farle strada.
 
La sua migliore amica la segui, interessata, con lo sguardo.
 
Sora si avvicinò con la solita eleganza e tranquillità che la caratterizzava, fino a raggiungere l’insolita coppia.
 
Quando arrivò a destinazione, Taichi era riuscito a scostarsela di dosso e aveva cominciato a dirle, come tutte le volte, che non voleva essere toccato da lei.
 
Ayako, che portava un top nero e una minigonna di jeans davvero corta, rise come al suo solito, ignorando le proteste del ragazzo e cercando di tornare all’attacco.
 
Ma stavolta la voce femminile e dolce di Sora congelò entrambi i soggetti:
 
-Taichi...
 
Sentir pronunciare il suo nome da Sora proprio in un momento come quello lo fece impallidire e sudar freddo.
 
Aveva sperato che non lo vedesse e, proprio per quello, stava cercando di risolvere quell’impiccio il prima possibile.
 
Si stupì della sua improvvisa entrata in scena, cosa che fino a quel momento non aveva mai fatto.
 
Vide la ragazza che amava prendergli la mano e sorridergli così teneramente tanto da farlo sciogliere completamente.
 
-Andiamo?- concluse, invitandolo ad intraprendere la sua direzione.
 
Ayako, che era rimasta davvero spiazzata da tutto ciò, quando  vide che cercava di portarlo via, intervenne subito:
 
-Ah, Takenouchi! Neanche ti avevo riconosciuta così conciata!- esclamò, scoppiando poi in un amara risata che però non fece il suo solito effetto.
 
Sora sembrava non curarsi più delle sue frecciatine, perchè aveva ben altro a cui pensare, ossia togliere Taichi dalle sue grinfie.
 
Taichi, d’altro canto, si era letteralmente perduto in lei e nei suoi occhi mielati.
 
Lo stava portando via, lei per la prima volta era andata a prenderlo durante un assalto di quella tipa.
 
-Allora?- chiese Sora a Taichi, non vedendolo muoversi di un millimetro.
 
L’interessato arrossì un poco, per poi cominciare a seguirla, ma furono di nuovo interrotti dalla bellissima mora:
 
-Dove pensi di portarlo, eh?
 
-Lontano da te, e via con me.
 
La risposta pronta e decisa della ramata affascinò ancora di più il bel castano dalla folta chioma.
 
Una grande felicità si formò nel suo cuore e cominciò ad espandersi in tutto il suo corpo.
 
Arrivò anche in viso, causandogli uno splendido sorriso.
 
Incitato da tutto ciò, Taichi cominciò davvero a camminare nella direzione in cui Sora voleva trascinarlo, fino a che non la superò e fu lui a riprendere possesso della sua mano e a diventare la “guida”.
 
Si allontanarono in fretta da Ayako e raggiunsero  momentaneamente Mimi ed Hikari.
 
La prima era rimasta stupìta dall’amica, quella era stata un’evidente scena di gelosia da parte di Sora.
 
Lei, così timida, pacata, controllata e non sicura di sè, in quel momento era andata contro ogni sua caratteristica solo per riprendersi Taichi.
 
Hikari sorrideva allegramente, e il fratello ricambiò subito il gesto:
 
-Io e Sora dobbiamo fuggire un attimo, vi raggiungeremo appena possibile!-scherzò lui, mentre la ramata si guardava indietro.
 
Ayako era partita e voleva evidentemente raggiungerli, così i due, dopo aver salutato le due fanciulle, corsero via ridendo.
 
Sorpassarono la spiaggia e si diressero in un piccolo e buio parco vicino ad essa.
 
Una volta addentrati per bene, Sora si guardò indietro più volte, divertita dalla situazione.
 
Appurò che oramai l’avevano seminata, del resto in quel posto magicamente oscuro non vi era nessuno, solo lei e Taichi.
 
-Mi sa che non ci insegue più.- confermò ad alta voce, voltandosi proprio verso il bel castano che ancora le stringeva la mano.
 
Taichi le sorrise, annuendo, l’avevano fatta franca.
 
Nel successivo attimo di silenzio, si accorsero di essere effettivamente soli, loro due, in mezzo a quel parco che quasi sembrava una foresta, e il chiaro di luna che permetteva l’illuminazione lieve dei loro volti.
 
Quando Sora pose gli occhi su quelli nocciola di lui, sentì benissimo il cuore accelerare.
 
In quei due giorni non avevano mai avuto una sola occasione di restare così soli, erano sempre stati in compagnia degli altri.
 
In lontananza si poteva udire delle leggere risate, provenienti proprio da quella festa in spiaggia e la gente aveva cominciato anche a farsi il bagno in quel mare apparentemente nero.
 
Si poteva sentire benissimo il rumore dei tuffi, così poi a Taichi venne il dubbio.
 
In teoria, era in programma un bel bagno a mezzanotte, e lui aveva portato via Sora dalla spiaggia senza chiederle cosa le andasse fare.
 
-Vuoi tornare in spiaggia per un bagno?- chiese subito, preoccupato di aver fatto l’ennesima figuraccia con lei.
 
La sentì ridere e la vide scuotere la testa:
 
-Direi di no, sai com’è, stasera non ho avuto modo di mettermi il costume.
 
Rise anche lui quando capì di essersi dimenticato ciò che quella povera fanciulla aveva dovuto subìre, per poi incentrarsi di nuovo su quella stupenda figura.
 
Era l’ennesima volta che ripeteva a sè stesso quanto fosse bella quella sera.
 
Quei vestiti le donavano, forse anche troppo.
 
-Stai davvero bene così...
 
Gli uscì dalle labbra quel suo pensiero, piuttosto contenuto rispetto a ciò che galleggiava nella sua mente, ma, nonostante ciò, Sora potè benissimo sentire il rossore espandersi sul suo viso.
 
Per fortuna quel posto era abbastanza buio, e si sentì in qualche modo quasi sollevata.
 
Notò che Taichi mollò la sua mano, per grattarsi la testa, era imbarazzato.
 
Il bel castano dalla folta chioma pensò che doveva mettere da parte tutto quel disagio, quello era il luogo e il momento perfetto per parlarle con estrema calma.
 
Non poteva più esitare, perchè aveva cominciato a vivere nella paura di perderla.
 
Vederla poi quella sera così stupenda, aveva incrementato i suoi timori, sicuramente una ragazza come lei non poteva passare inosservata.
 
Ormai era così geloso e voglioso di lei, che anche i tocchi del suo migliore amico gli urtavano.
 
E l’unico modo per fermare tutto ciò era dichiararsi e cercare di farla sua una volta per tutte.
 
Sora notò il ragazzo voltarsi e fare un passo nella direzione opposta alla sua, per poi fermarsi e sospirare.
 
Coraggio.
 
Era ora di utilizzarlo anche fuori dai campi di battaglia.
 
Si voltò di nuovo verso di lei, con uno sguardo davvero serio:
 
-Devo parlarti di una cosa, Sora, ovviamente se tu me lo concedi.
 
Inutile dire che dentro l’interessata si creò lo stesso vortice di quella mattina, che l’aveva torturata per tutto il giorno.
 
Erano soli e lui voleva parlarle, si sentiva davvero svenire e all’improvviso percepì un gran caldo, quasi le mancava l’aria.
 
Ma doveva contenersi, non doveva farsi vedere agitata, minimo non era niente di che, forse voleva parlarle di Hikari.
 
Si mise con la sua solita posizione posata e serena, congiungendo le mani in avanti e sorridendogli amorevolmente:
 
-Ma certo Taichi, dimmi pure.
 
La sua dolce voce era una delle tante cose che lo faceva impazzire.
 
Quel suono così delicato gli trasmetteva una tranquillità assurda, e una bellissima sensazione dentro al cuore.
 
Le cose da dire erano tante, perchè erano milioni le emozioni straordinarie che provava in sua compagnia.
 
Ma da un punto doveva pur iniziare.
 
-Ci conosciamo da una vita, nel vero senso della parola.
 
Appena Taichi cominciò a parlare, Il cuore della ragazza cominciò a battere così forte che quasi le sembrò volesse uscire dal suo petto.
 
Ma non poteva distrarsi, voleva ascoltare tutto ciò che aveva da dirle.
 
-Abbiamo condiviso la nostra infanzia, le elementari, l’avventura a Digiworld, le scuole medie e stiamo terminando insieme anche le scuole superiori. Se ci pensi bene, non ci siamo mai allontanati l’uno dall’altra, io ho sempre vissuto al tuo fianco e tu al mio, senza lasciarci neanche un secondo.
 
Ciò che il ragazzo diceva era tutto vero.
 
Sora poteva benissimo ricordare quasi ogni attimo della loro vita, che avevano da sempre trascorso assieme.
 
-Così facendo, siamo cresciuti insieme, facendoci forza a vicenda nei momenti bui della nostra vita. E siamo maturati insieme, da bambini piano piano stiamo diventando adulti.
 
Lo vide soffermarsi, prendere una pausa per vedere se lei fosse attenta, per poi continuare:
 
-Così, col crescere, ho cominciato a rendermi conto di molte cose, come quella , ad esempio, che ti ho sempre considerata scontata nella mia vita. Mi spiego, tu ci sei sempre stata in tutto questo percorso e ho sempre dato per scontato che ci rimanessi, ma mi sono reso conto che le cose ad un certo punto possono cambiare. Le persone possono prendere strade diverse e dividersi.
 
A quelle considerazioni, Sora quasi sentì un enorme magone, era da sempre stata una delle sue paure più grandi.
 
-Ad un certo punto della mia vita ho pensato proprio a questo: perchè Sora dovrebbe rimanere sempre al mio fianco? La vita è fatta di sorprese ed ognuno deve dirigere la propria esistenza come meglio crede. Ho cominciato a pensare che potesse esserci effettivamente una possibilità in cui tu avresti incontrato qualcuno capace di trasmetterti amore, di farti sentire sicura e speciale e che, inevitabilmente, ti avrebbe allontanato da me. E questo punto della mia vita si è focalizzato anche troppo tardi... ed è coinciso con l’entrata in scena di quel Meiji che ti sta sempre tra i piedi...
 
La fanciulla, totalmente rapita dal discorso di colui che aveva di fronte, si mise una mano al petto, sperando di alleviare quel battito che la stava distruggendo dentro e che non riusciva a calmare.
 
Per quanto fosse emozionata non riusciva a focalizzare per bene il fine di quel messaggio, forse perchè non riusciva a crederci.
 
-Quello che ti voglio dire, Sora, è che... io ho sempre provato un enorme affetto, un sentimento spaciale nei tuoi confronti che è davvero difficile da descrivere. Non ti nascondo che ho sempre pensato che fosse lo stesso affetto fraterno che mi lega ad Hikari, ma aprendo gli occhi, ho capito che non è affatto così. Lo so che è assurdo, lo so che forse è insensato, ma io... io credo che in tutto questo tempo qualcosa in me sia cambiato... qualcosa tra noi sia maturato... io sento che il mio cuore si è evoluto, come quel grande sentimento che provo per te... io credo di amarti... forse l’ho sempre fatto... ed ora provo un qualcosa che va al di là dell’amore e che non so neanche se esiste.
 
Quasi che le veniva da piangere a quelle dolcissime parole, piene di sentimento.
 
In tutta la sua vita non aveva mai pensato che potesse davvero giungere quel giorno.
 
Lei era da sempre stata convinta di essere una semplice sorella per lui, proprio per questo si ripeteva ogni giorno di non cercare di andare oltre a quell’affetto fraterno che li legava.
 
Ma ora, ora che lui le aveva detto tutto ciò che celava il suo cuore, quasi che sentì esplodersi dentro.
 
Percepì davvero qualcosa rompersi, forse quelle catene di cui parlava Hikari.
 
Qualunque cosa fosse, aveva liberato una sensazione così unica e speciale che la fece tremare.
 
-Io...io amo ogni singola cosa di te. I tuoi sguardi, il colore dei tuoi occhi, il profumo dei tuoi capelli, i tuoi sorrisi divini. Ogni singolo tratto di te, io non ti cambierei di un solo millimetro. La tua dolcezza puntualmente scioglie il mio cuore, la tua compostezza ed eleganza... sono divine. Per non parlare di come sei... la tua bellezza per me non ha eguali. Sei stupenda in tutti i modi, in pigiama, in divisa da calcio o scolastica, sai essere bella in qualsiasi maniera. E la tua voce... se dovessi pensare alla voce che potrebbe avere un angelo, io gli darei la tua. Io...io credo davvero di amarti più di ogni altra cosa.
 
Tutti quei complimenti la fecero fremere.
 
E, sopratutto, le fecero capire con quanta profondità l’amasse davvero.
 
Aveva elencato ogni singola sua caratteristica e l’aveva resa celestiale.
 
Non si era mai sentita così amata, non si era mai sentita così importante per qualcuno e lui, invece, la stava davvero mettendo sopra ad ogni cosa.
 
Voleva parlargli, ma sembrava non finire mai.
 
-Lo so, con  tutte queste parole mi sto giocando il nostro bellissimo rapporto... ma credimi, sono arrivato al limite, Sora. Comprendimi, io non riuscivo più a tenere tutta questa immensità di sentimenti che avevo nel mio cuore. Scusami, io...
 
A quel punto Sora lo fermò, avvicinandosi e poggiandogli un dito sopra alle sue labbra.
 
Aveva parlato fin troppo e aveva notato che Taichi si stava agitando per tutto ciò che aveva dichiarato e per le possibili conseguenze negative.
 
E non voleva che si distruggesse l’animo prima di udire la sua risposta.
 
Al suo tocco, Taichi rabbrividì così tanto fino ad irrigidirsi.
 
Il cuore gli si era fermato nel momento in cui vide l’amica avvicinarsi ancora di più fino ad appoggiare la fronte sul suo torace.
 
Fece scivolare le sue delicate mani, accarezzandogli così il petto e portandole fino alle spalle forti del bel giovane.
 
Era quella la felicità?
 
Quell’esplosione universale che sentiva dentro e che le faceva mancare puntualmente il respiro?
 
Era proprio vero, certe sensazioni non si potevano proprio descrivere a parole.
 
-Hai detto che il tuo cuore si è evoluto in tutto questo tempo... giusto?- esordì, alzando il capo e guardandolo negli occhi nocciola, completamente incantati da lei.
 
L’interessato riuscì solamente ad annuire, preso ormai da quella vicinanza che gli aveva quasi tolto la voce.
 
-Il mio cuore non si è mai evoluto Taichi...
 
Quasi che morì per quelle parole, se non fosse stato per il seguito della sua frase:
 
-...Il mio cuore... è nato per amarti.
 
Non poteva credere a ciò che udì: Sora stava dicendo una cosa così incredibile a cui faticava a credere.
 
Non riusciva neanche ad iniziare il ragionamento, ma per fortuna lei avanzò i chiarimenti delle sue breve ma incisive parole.
 
-Io non credo, ma sono sicura di amarti da molto prima. Avevo iniziato a provare un affetto profondo nei tuoi confronti dal periodo del divorzio dei miei, per poi assodare tutto ciò grazie a Digiworld. Io ti amo per come sei, amo la tua spontaneità, la tua sbadataggine, le tue risate, il tuo coraggio, tutto ciò che ti riguarda. Ho sempre avuto paura di perderti, e perciò decisi ai tempi di non rivelarti mai cosa nascondeva il mio cuore. Tu sei sempre stato la persona che ho amato di più al mondo, assieme a mia madre. Da sempre, e non c’è certezza più grande di questa. Io ti amo, Taichi.
 
Lo vide sorridere come non mai.
 
La grande emozione dentro al suo cuore era enorme, la felicità era alle stelle.
 
Sua sorella Hikari aveva ragione, era stata l’unica ad accorgersene.
 
Lui era stato talmente cieco che cominciò a maledirsi, se si fosse accorto prima di tutto ciò avrebbe evitato quell’agonia amorosa a lei e a lui stesso.
 
Sentì il mondo cambiare, era più luminoso, più bello.
 
Cercò di risponderle, per dirle altre mille cose che il cuore gli dettava, ma lei lo zittì di nuovo poggiandogli di nuovo il dito su quelle bramate labbra.
 
Lo vide quasi confuso, lui aveva voglia di dirle tante altre cose, di giustificare altri fatti, di raccontarle quelle verità nascoste con delle piccole menzogne, ma lei non gli dava la possibilità.
 
Ma capì ben presto il perchè.
 
Avvolse le sue docili braccia attorno al collo del ragazzo e si alzò sulle punte.
 
Fece il tutto così lentamente da rendere quella scena letteralmente magica.
 
Avvicinò piano il viso a quello del ragazzo e poggiò con altrettanta delicatezza le sue morbide labbra su quelle del giovane.
 
Il suo gesto era così lieve e pieno di dolcezza che Taichi non sapeva se schiudere quelle labbra o meno, per non rovinarlo.
 
Sentì l’universo cadergli addosso, come se si concentrasse solo su di loro due, per poi implodere.
 
Quel bacio a fior di labbra, apparentemente semplice, fu prolungato da entrambi, poichè solo quel tocco li aveva proiettati in un’altra dimensione.
 
Quando a Taichi sembrò che Sora volesse staccarsi per smettere, la bloccò, senza essere troppo impulsivo.
 
La strinse ancor di più a sè, con l’aiuto del suo braccio attorno all’esile vita della fanciulla, e con l’altra mano le accarezzò la guancia fino a far scivolare il suo tocco al mento e alzarle il viso, premendolo di nuovo contro al suo.
 
A quel punto, il bel castano fece evolvere quel semplice ed innocente gesto di Sora, e schiuse quel bacio tanto desiderato, assaporando le sue bellissime labbra.
 
Entrambi avevano sognato quel momento, che finalmente era arrivato.
 
Una marea di emozioni li travolse, il respiro sembrava essere svanito, e i battiti dei loro cuori si sincronizzarono, creando un’estrema armonia.
 
Taichi sapeva che il bacio di Sora doveva essere qualcosa di straordinario, di celestiale, ma non credeva che potesse portarlo così in alto.
 
Le labbra della ragazza erano come una calamita, ora che aveva iniziato, ora che si era finalmente congiunto a lei, non sapeva più come smettere e come staccarsi da quella bellezza.
 
In tutta la loro vita, avevano fatto mille cose, che gli avevano provocato emozioni diverse, ma nulla era mai stato così incantevole, emozionante e straordinario come quel bacio scambiato in quel piccolo paradiso sotto al chiaro di luna.
 
Le loro bocche ormai si erano incontrate e avevano cominciato a lottare debolmente, assaporandosi le labbra a vicenda, appoggiando appena la lingua tra i denti.
 
Una delle mani di Sora cominciò a fondersi nei folti capelli del bel castano, quei capelli ribelli che lei aveva sempre amato e che trovava straordinari.
 
Accarezzava ogni sua ciocca, provocando un continuo tremore di ulteriori emozioni a Taichi.
 
E, ad ogni vibrazione trasmessa, in risposta lui aumentava la profondità del suo bacio.
 
Sembrava non finire mai, forse perchè loro non volevano finirla lì.
 
Il loro bacio era lo specchio di tutta la storia del loro rapporto: si iniziò con uno lieve stampo a fior di labbra, per poi evolversi piano, senza alcuna fretta, in qualcosa di così passionale da farli rabbrividire.
 
Ormai anche Taichi aveva immerso la mano che prima aveva usato per alzarle il viso nei suoi capelli profumati, proprio dietro la nuca, costringendola così a non scostarsi da lui.
 
La teneva continuamente premuta su di lui, in modo che Sora non potesse indietreggiare e chiudere quel bacio, ma non ce ne era bisogno, perchè neanche lei aveva intenzione di smettere.
 
Le loro lingue avevano cominciato ad intrecciarsi, mentre entrambi continuavano ad accarezzarsi a vicenda.
 
I loro cuori erano esplosi, provocando un enorme frastuono e un gran senso di...felicità.
 
Doveva essere proprio quella la sensazione, un qualcosa di indescrivibile, divino.
 
Il loro mondo era stato creato, avevano raggiunto la perfezione, avevano finito di costruirlo.
 
Ed ora, erano pronti per affrontare il resto della loro vita.
 
Lo squillo del telefono di Taichi li fece rallentare e staccare dolcemente per un secondo, restando comuncque con le labbra estremamente vicine.
 
Si guardarono negli occhi, sorridendosi a vicenda, ridendo un poco per via di quel solletico che sentivano al petto.
 
-Ho baciato il mio migliore amico...- sussurrò lei, dedicandogli uno degli sguardi più brillanti che avesse mai fatto.
 
Rise a quella frase.
 
Era proprio vero, lui aveva baciato la sua migliore amica, la sua sorella acquisita e la donna che aveva sempre bramato.
 
Non riusciva a crederci, finalmente il suo sogno si era realizzato e lei gli aveva fatto capire quanto l’amasse.
 
Quel bacio era bastato più di mille parole, e lei , come sempre, sapeva che a loro bastava solo quel gesto, per questo prima lo zittì.
 
Avevano aspettato tanto, ed erano stati sempre contrastati da molti imprevisti.
 
E prima che qualcosa potesse interromperli di nuovo, Sora pensò bene di baciarlo.
 
Era straordinaria, in tutto.
 
Taichi diede una veloce occhiata al display del suo telefono, leggendo il nome di Yamato.
 
Non sfuggì neanche alla fanciulla che rise, guardandolo negli occhi:
 
-Ci stanno cercando, credo.
 
Ma il ragazzo non rispose, e la guardò silenziosamente, con quello sguardo profondo che poteva mettere al tappeto qualsiasi donna.
 
Dopo quel bacio, a Taichi parve tutto così diverso, tutto più bello.
 
Si sentiva più felice, e il cuore estremamente leggero e caldo.
 
Gli sembrò addirittura che un’atmosfera magica rendesse più brillante quel luogo, sentì che ormai aveva ottenuto tutto ciò che voleva, sentì dominare l’universo.
 
Aveva da sempre pensato che Sora potesse essere associata ad un angelo, ed ora più che mai era convinto di ciò.
 
Solo una creatura divina poteva farlo sentire in quel modo.
 
-Io non ho ancora finito, però.
 
Detto ciò, la prese di nuovo con tutte le sue forze, baciandola ancora una volta, con l’intento di farle capire quanto l’aveva desiderata e quanto la desiderasse in quel momento.
 
E ci riuscì perfettamente.
 
Quella notte avevano finalmente coronato il loro sogno.
 
Un sogno durato una vita.
 
Ma si sa, i sogni più grandi e maestosi richiedono tempo, pazienza, volontà e determinazione.
 
E solo chi ha queste caratteristiche può raggiungerli.
 
Loro erano la prova vivente che i sogni non sono impossibili, ma realizzabili.
 
Inoltre, Taichi e Sora , con la loro unione, rappresentavano la prova vivente che esistesse un legame indissolubile, che li aveva da sempre legati.
 
Un legame indistruttibile, nel tempo e nelle avversità.
 
Sotto al chiaro di luna, questo legame rifletteva una luce ancora più pura ed affascinante.
 
Perchè quel filo che li legava era un filo raro e divino.
 
Il filo rosso del destino.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Quando raggiunsero gli altri, ormai era ora di tornare a casa.
 
Tutti avevano capito cosa era accaduto,persino Mimi, anche se i diretti interessati non avevano pronunciato ancora una parola a riguardo.
 
Erano ancora sconvolti loro stessi per quell’esito, dovevano riprendersi un poco.
 
Mimi lanciò frecciatine a Sora per tutto il tragitto.
 
Era evidente che dentro si sentiva alquanto offesa, la sua migliore amica aveva omesso una certa verità.
 
Ma era anche consapevole come era fatta Sora, era così riservata che neanche un interrogatorio da parte delle forze di polizia poteva smuoverla.
 
Ciò che la fece calmare fu vederla estremamente felice e sorridente, come mai aveva fatto in vita sua.
 
Emanava dei sentimenti che riuscivano a scaldare persino lei e gli altri che la circondavano.
 
Una volta in camera, Sora non si fece problemi a rispondere alle domande dirette della sua migliore amica, causando l’estrema felicità di Hikari, che le saltò letteralmente sopra per la gioia.
 
Mimi le chiese dapprima se ci fosse qualcosa di più di un’amicizia tra lei e Taichi.
 
Aveva notato la sua gelosia di quella sera, cosa che in tutta la vita Sora non aveva mai mostrato.
 
Quest’ultima, presa ormai dalla felicità interiore che aveva,annuì, dicendole di amarlo.
 
Non ebbe peli sulla lingua, tanto da spiazzare completamente Mimi per quella rivelazione.
 
Sicuramente, se non fosse stata in America, l’avrebbe intuito prima.
 
Hikari le diede mille baci, esultando più per la sua sorella acquisita che per quello che era accaduto a lei stessa.
 
Infatti, quella sera, come preannunciato, Takeru si era dichiarato e le aveva chiesto esplicitamente di diventare la sua ragazza.
 
Per questa rivelazione, Mimi non si scandalizzò più di tanto, di loro sapeva che presto doveva accadere, ma non poteva che esserne felice, come anche Sora.
 
Il destino aveva voluto che entrambe, quella sera, raggiungessero il culmine della felicità.
 
Si sentì ancor di più legata a quel piccolo angelo che aveva auto al suo fianco per tutta la vita.
 
Sentì di adorarla, di amarla, era inevitabile, Hikari era davvero la ragazza più adorabile che conoscesse.
 
 
 
Dall’altra parte della camera, invece, l’atmosfera era completamente diversa.
 
Taichi, Yamato e Takeru si erano già sdraiati sul letto ed avevano già spento la luce.
 
Ma, invece di essere tutto oscuro, la  luna di quella notte illuminava magicamente quella stanza.
 
Era la stessa luce che li aveva cullati dolcemente quella sera.
 
Fu questo che pensò il bel castano, che stava impietrito a letto, fissando il soffitto.
 
Ripensò al profumo di lei, alla sua solita dolcezza e compostezza, anche in situazioni del genere.
 
No, non era affatto normale quella ragazza, era speciale, e nonostante ciò, lei aveva scelto uno come lui.
 
Si, ormai aveva scelto lui.
 
E se cominciava a pensare a quei baci, a quei gesti così celestiali e divini, il suo cuore iniziava così tanto a scalpitare al punto di farlo sentire male.
 
Sentì le sue guance prendere fuoco, era davvero strano.
 
Il solo pensiero lo emozionava e incrementava la voglia di tornare da lei e assaporare ancora le sue labbra.
 
L’aveva baciata.
 
Si erano baciati davvero.
 
Assieme al cuore cominciò a pulsare in maniera aggressiva anche il sangue, si stava davvero sentendo esplodere.
 
-Yamato..
 
Doveva chiedere aiuto a qualcuno e il suo migliore amico era lì, come sempre, pronto a rispondergli con un brontolio:
 
-Che c’è Taichi?
 
L’interessato non scostò il suo sguardo dal soffitto, quei battiti acuti, quella specie di big bang che aveva dentro, lo manteneva elettrizzato e non gli permetteva di prendere sonno.
 
-Credo..credo di non stare bene.
 
A quelle parole, Yamato, che gli voltava la schiena, si girò, mettendosi su di un fianco per guardarlo bene:
 
-Che hai?- chiese subito.
 
Lo sentì ridere, ma non potè vedere che gli occhi nocciola dell’amico erano diventati lucidi.
 
-Il mio cuore... il mio cuore scoppia di felicità.
 
Yamato scosse la testa, quasi che l’aveva fatto preoccupare.
 
Con quella frase, il giovane Yagami gli fece capire che i suoi sospetti erano fondati, ormai i due si erano dichiarati.
 
-Ti capisco, Taichi.
 
La voce di Takeru fece voltare entrambi, persino il bel castano che fino a quel momento non si era mosso di un solo millimetro.
 
Lo videro voltarsi verso di loro, mettendosi nella stessa posizione del fratello e poterono notare, nonostante il leggero buio, il suo sorriso splendente.
 
-Anche io mi sento così, dal momento che Hikari mi ha baciato. Ora finalmente è la mia ragazza.
 
Yamato pensò che il fratellino fosse impazzito, dire una cosa del genere a Taichi non era affatto saggio.
 
Pensava davvero che, nonostante il giovane Yagami fosse preso da quella immensa felicità, quelle parole non gli pesassero?
 
Ed infatti, vide Taichi mettersi dapprima a sedere sul letto per poi, urlare:
 
-Che cosa hai fatto tu?!!!!
 
Fortunatamente Takeru comprese ciò che sarebbe successo e si sbrigò a scendere dal letto, per correre fuori dalla sua stanza.
 
Il castano dalla folta chioma balzò subito, cominciando ad inseguirlo, senza evitare di urlargli contro.
 
Takeru aveva baciato la sua dolce sorellina, non doveva esserci niente di male, ma la gelosia nei confronti di Hikari non aveva limiti.
 
Per il trambusto, tutti gli altri compagni si affacciarono dalla camera, per vedere cosa stava accadendo, ma videro solo due frecce: la prima, dai capelli biondi, che rideva a crepapelle, la seconda ,dai capelli più scuri, che correva a dir poco furibondo.
 
Hikari rimase allibita e sconcertata, mentre Mimi e Sora ridevano come non mai.
 
Yamato si affacciò sbuffando, aveva sonno e sicuramente quella situazione sarebbe andata avanti per molto.
 
Koushirou e Joe si grattarono la testa, pensando che la reazione dell’amico fosse esagerata, insomma, era solo questione di tempo, lo sapevano anche loro che oramai Hikari e Takeru erano agli sgoccioli.
 
Ma alla fine, quella scena fece ridere e rallegrare tutti i presenti.
 
 
 
 
 
 
 
 
Il giorno seguente, il gruppo di amici non si alzò molto presto.
 
Il tempo non era un gran che, qualche nuvola era sbucata all’improvviso coprendo il cielo sereno.
 
Così, i prescelti decisero di uscire un pò, per farsi un giro della località.
 
Sembrava tutto tranquillo, ma in realtà qualcosa non quadrava, o meglio, qualcuno non era affatto calmo.
 
Taichi si era alzato elettrizzato, pensando che avrebbe rivisto Sora e avrebbe passato altri straordinari momenti con lei.
 
Ma fu frenato da delle idee improvvise, che erano emerse parlando anche con gli altri membri maschili del suo gruppo.
 
Si, si erano baciati, avevano passato la serata insieme ma, si era dimenticato di fare qualcosa di importante, e ciò glielo fece notare proprio Koushirou con la sua innocente domanda:
 
-Quindi state finalmente insieme?
 
Già, Taichi non le aveva esplicitamente chiesto di diventare la sua ragazza.
 
Forse lo aveva dato per scontato, fatto stava che il giorno precedente si era dimenticato di questo dettaglio.
 
Ed ora, come doveva comportarsi con lei?
 
Si agitò ancora di più, facendo ridere i suoi amici.
 
Quando era immerso tra l’imbarazzo e l’agitazione, era davvero buffo.
 
Per esempio, in quella mattinata, Sora si era avvicinata per augurargli il buongiorno ma, non appena lo toccò, Taichi avvampò in un secondo, rovesciandosi addosso il cappuccino che aveva tra le mani.
 
La fanciulla si preoccupò, perchè ogni volta che quella mattina si accostava a lui, il ragazzo diventava impacciato e non riusciva a parlarle per bene.
 
Non voleva che accadesse ciò, non voleva vederlo a disagio, ma nello stesso tempo non sapeva come risolvere la situazione.
 
Durante il cammino per andare al centro di quella località, Sora cercò di calmarlo, anche perchè, paranoica come era , stava per iniziare a pensare che forse si era pentito dell’accaduto.
 
In quel momento, il bel castano era al fianco di Yamato, il quale notò subito l’arrivo della bella amica.
 
Taichi, invece, in quel momento era preso a rispondere ad una delle sue solite prese in giro, così quasi che il cuore gli balzò dal petto quando udì la sua splendida voce chiamarlo.
 
La ramata notò il suo evidente rossore, dispiacendosi ancora per il continuo disagio che causava la sua presenza.
 
Cercò comunque di evitare di notarlo, per chiedergli:
 
-Taichi, posso parlarti?
 
Gli mancò all’improvviso i battiti del suo cuore, e cercò di catturare l’ossigeno che sembrava non esserci nell’aria.
 
Yamato rise e, facendo l’occhiolino all’amica, avanzò in avanti, lasciandoli un pò soli.
 
Se dovevano aspettare una risposta da parte del giovane dagli occhi nocciola, non si sarebbe mai giunti ad una fine.
 
Sora seguì l’amico biondo con lo sguardo, sorridendogli grata.
 
Poi si affiancò a Taichi, guardandolo dispiaciuta.
 
Aveva quasi timore a parlargli, e se poi i suoi sospetti si realizzassero?
 
Tutta quella felicità che dal giorno prima era emersa e l’aveva stravolta, che fine le avrebbe fatto fare nel caso Taichi si pentisse di tutto?
 
Ma ebbe comunque coraggio di chiedere cosa stava accadendo:
 
-Tutto bene, Taichi? Ti vedo molto strano...
 
Avvampò ancora di più, e cominciò a grattarsi la testa con una mano e a sorridere come uno stupido:
 
-Ma no!! Certo che va bene!!- esclamò imbarazzato.
 
Ma cosa gli prendeva? Perchè doveva rovinare tutto col suo stupido comportamento? Perchè non sapeva mantenere la calma come lei?
 
Come al solito, si maledì, se avrebbe potuto cambiare qualcosa in lui, di certo avrebbe eliminato la sua stupidaggine.
 
Vide Sora guardarlo non convinta, e rattristarsi un poco:
 
-Sembra che... non vorrei offenderti ma.. sembra che tu voglia evitarmi... non è che forse quello che è successo ieri...
 
Taichi si impallidì.
 
Aveva capito dove voleva arrivare, il suo sciocco comportamento la stava ferendo ancora, come poteva farle una cosa del genere?
 
La fermò subito, assolutamente non doveva neanche pensarlo.
 
Aveva faticato così tanto per dichiararsi e non poteva gettare tutto all’aria.
 
-NO! No! Assolutamente!! Io non voglio evitarti e ieri sera...ieri sera è stata la serata più bella della mia vita!- esclamò tutt’un fiato, diventando di nuovo rosso e causando la stessa reazione a lei.
 
Sora sbattè le palpebre più volte, allora perchè faceva così? Possibile che si imbarazzasse tanto? Eppure il giorno prima  non le sembrava così impacciato.
 
Chissà cosa gli frullava in testa, ma , in quel momento, l’importante era che avesse negato un possibile pentimento dei gesti del giorno precedente.
 
Il suo cuore si sentì molto più sollevato, tanto da sorridergli dolcemente:
 
-Non essere così agitato, mi fai preoccupare.
 
La sua dolcezza era sempre stato un punto che adorava.
 
Quanto l’amava.
 
-Hai ragione... perdonami.. non so che mi prende...
 
Non sapeva come spiegarle la vera ragione.
 
Lui aveva fatto davvero una figuraccia non chiedendole esplicitamente di diventare la sua fidanzata.
 
Come aveva potuto saltare un passo del genere?
 
Era a quello che puntava, eppure la sua mente il giorno prima non ci aveva neanche pensato, questo perchè era così intento ad avere un contatto con lei che le parole gli svanirono e sembravano tanto superflue.
 
Lei d’altro canto gli sorrise ancora, mai lo avrebbe fatto sentire dalla parte del torto.
 
-Credo sia normale, sta tranquillo, Taichi. Neanche io a volte saprei come comportarmi, ma con me non devi farti problemi. Io ti adoro qualsiasi cosa tu faccia.
 
L’avrebbe voluta prendere e baciarla di nuovo.
 
Era sempre stata dalla sua parte, aveva sempre compreso qualsiasi suo atteggiamento.
 
Si sentiva sempre compreso da lei, non lo metteva mai in difficoltà.
 
Il loro discorso fu interrotto dall’annuncio di Mimi, che dichiarava di essere arrivati in quel piccolo paesino.
 
Vi erano vari edifici, molto tipici di quel luogo e lungo il percorso, quel giorno, vi era una specie di mercato, pieno di gente.
 
Fecero un bel giretto, e alcuni di loro comprarono qualche souvenir per le proprie famiglie.
 
Altri assaggiarono qualcosa da mangiare, per poi sedersi su dei muretti che circondavano una piccola piazza.
 
Takeru abbracciava di continuo la sua Hikari, la quale rideva teneramente ed emanava il calore che i raggi solari avevano negato a quella giornata.
 
Taichi era alquanto imbronciato, ma gli amici lo avevano calmato molto in quelle ore.
 
Non poteva di certo tenerla in una vetrina, anche Hikari doveva dedicarsi alla propria vita.
 
Pur sapendo che avessero ragione, non poteva evitare di sentire ancora un senso di gelosia nei suoi confronti, così, per evitare di guardarli di continuo, decise di farsi un giretto per esaminare quella piazzetta, lanciandosi le mani dietro la nuca.
 
Mimi lo guardava divertita, e faceva sogghignare anche i compagni con le sue battute.
 
Sora la incitò a smettere, sapeva come era Taichi e non lo faceva apposta.
 
Nel frattempo, la piazzetta si era riempita di giovani della loro età.
 
C’era chi ,come loro, si fermava per mangiare qualcosa, chi si scattava qualche foto e chi ammirava la fontana al centro e il resto del paesaggio.
 
Taichi era rimasto proprio lì vicino a quella fonte d’acqua, ammirando ancora una volta quella località.
 
Sora, vedendolo solo, propose di andarlo a prelevare e Mimi acconsentì, incamminandosi con lei verso di lui.
 
Ma qualcosa all’improvviso quasi fece cadere il giovane dalla folta chioma, ed immobilizzare le due fanciulle a poca distanza da lui.
 
Sora spalancò la bocca, incredula, non ci poteva credere.
 
Mimi guardò dapprima l’amica per poi chiederle:
 
-Ma quella fa sempre così?
 
Era riapparsa Ayako, dal nulla, come ogni sua apparizione.
 
La prescelta dell’amore era quasi convinta che quella ragazza avesse una specie di radar, era assurda come situazione.
 
Taichi rimase ancora più sbalordito, vedendosela anche più vicina del solito.
 
Infatti ,Ayako aveva cercato di scoccargli un bacio, ma fu abbastanza pronto da impedirglielo.
 
La seconda cosa che fece, fu proprio quella di gettare un’occhiata in giro, con la solita speranza che qualcuna in particolare non lo notasse, e con il solito esito di trovarla puntualmente lì.
 
Aveva rigirato gli occhi, evidentemente infastidita, ma stavolta non aveva neanche le forze di andarlo a riprendere.
 
Ayako, effettivamente, era un problema che solo lui poteva risolvere.
 
Mimi incrociò le braccia, ancora più infastidita, ma interessata nel vedere il proseguimento di tutta quella scena.
 
Notando tutto ciò, con forza, Taichi staccò ancora una volta quell’ostinata fanciulla, mantenendola abbastanza lontana.
 
-La vuoi smettere per favore? Non so più come fartelo capire!
 
-Ed io non so più come farti capire che non la smetterò mai! Mi piaci, Taichi, e lo sai! Come sai anche che io ottengo sempre ciò che voglio!
 
Quella era una dichiarazione bella e buona.
 
Sora guardò in basso, non aveva voglia di assistere a quella sceneggiata, e cominciò ad accarezzarsi un braccio, come per riscaldarsi da quel gelo che le era arrivato in volto.
 
Un’altra ragazza si stava dichiarando all’uomo che amava, ovvio che le dava un così tanto fastidio.
 
A Taichi non sfuggì neanche il suo dispiacere, non gli era mai sfuggito.
 
Chissà quanto l’aveva fatta soffrire in quei mesi per tutte quelle improvvisazioni di Ayako?
 
E lui, non era mai riuscito a porre la parola fine su certi atteggiamenti.
 
Si sentì ulteriormente uno stupido quando, involontariamente, paragonò il suo comportamento con quello che Sora ebbe con Meiji.
 
Lei lo aveva sempre rifiutato e gli aveva fatto capire di mantenere certe distanze, di non sfiorarla perchè lei non lo voleva.
 
E lui invece? Possibile che non era capace a fare una cosa del genere?
 
Per quei semplici sguardi che il tennista mandava alla donna che amava, aveva perso il senno il giorno prima, e allora lei cosa doveva dire di fronte a tutto ciò?
 
Ancora una volta Sora si era dimostrata la persona più straordinaria che potesse conoscere.
 
Ma ora era arrivato il suo turno.
 
Doveva dimostrarle che anche lui era capace di rinunciare a tutto per lei, a cacciare qualsiasi cosa che poteva ferirla.
 
Guardò improvvisamente Ayako, col suo solito sguardo deciso e serio.
 
-Stavolta no, non potrai ottenere ciò che vuoi.
 
La bellissima mora sgranò i suoi occhi azzurri, incredula per quella risposta così scontrosa.
 
A quelle parole, Sora ebbe il coraggio di puntare lo sguardo dorato su quella coppia, per capire cosa stesse realmente accadendo.
 
-Non puoi più toccarmi, nè abbracciarmi, nessun contatto. Non puoi ottenermi perchè il mio cuore appartiene ad un’altra.
 
La ramata si stupì di tutto ciò, assieme alla sua migliore amica, che successivamente sorrise trionfante.
 
Vide il bel castano guardarla e sorriderle amorevolmente, per farle capire che si stava riferendo proprio a lei.
 
Ayako non voleva crederci, così scosse la testa:
 
-Ma che stai dicendo?
 
-Sto dicendo che io ho una ragazza, e non è rispettoso da parte tua abbracciare l’uomo di un’altra.
 
Sora arrossì, e non mancò il suo solito sorriso non appena lui la guardò di nuovo.
 
Aveva detto ad Ayako che lei era la sua ragazza, lei era la ragazza di Taichi.
 
La mora voleva tanto rispondere ma poi lo vide allontanarsi da lei e dirigersi proprio verso la Takenouchi.
 
Mimi si scostò un poco, prevedendo cosa sarebbe accaduto tra qualche istante, e sorridendo felice.
 
Sora lo vide avvicinarsi lentamente, non spegnendo quel dolce sorriso che le stava dedicando.
 
Si fermò a poca distanza da lei, ma notò il ragazzo voltarsi verso la piazza, rivolgendosi ai ragazzi e ragazze che avevano notato la scena:
 
-Io voglio che lo sappiano tutti, una volta per tutte! Io voglio che lo sappia l’intero mondo!
 
Sora avvampò, cercando di richiamarlo, non era mai stata abituata a stare al centro dell’attenzione e quasi si sentì male per la vergogna, ma ormai Taichi era partito in quarta e nessuno poteva arrestarlo.
 
-Io amo questa ragazza! Io la amo con tutto il mio cuore!
 
Lo aveva urlato, rivolgendosi ai presenti e indicando proprio lei, la quale dapprima si vergognò poi quasi che rimase incantata.
 
Stava davvero urlando al mondo che lui amava solo lei.
 
Lo vide voltarsi e fissarla, con quel suo splendido sorriso e gli occhi nocciola brillanti e pieni di felicità.
 
Sentì di amarlo con tutta sè stessa, per lei era il ragazzo più bello e speciale del mondo, ed ora era convinta che fosse solo suo.
 
-Io ti amo, Sora Takenouchi!- concluse con la sua aperta dichiarazione.
 
L’interessata lo vide avvicinarsi velocemente a lei, così, prima che le fosse impedito, cercò di rispondergli:
 
-E io amo te, Taichi Yagami.
 
La baciò, come ancora non aveva fatto.
 
La prese racchiudendola tra le sue braccia, per poi alzarla contro di lui facendole pressione su quella schiena perfetta.
 
Lei si aggrappò attorno al suo collo, assaporando un altro suo bacio, che si faceva profondo ogni istante di più.
 
Mimi rise, come il resto dei loro compagni da lontano.
 
Hikari abbracciò Takeru, vedere i suoi due fratelli felici assieme era la visione più bella che poteva proiettarsi ai suoi occhi.
 
Yamato scherzò con Koushirou e Joe, dicendo che quella povera Sora avrebbe dovuto affrontare scene ben peggiori e vergognose di quella.
 
Ma tutti potevano notare la luce, il calore e l’amore che emanavano quei due.
 
Il giovane Ishida pensò che si era sbagliato in principio.
 
Pensava che il loro legame fosse morboso, che ognuno impedisse la vita dell’altro.
 
Ma forse non li conosceva abbastanza, e non era ancora immerso in quel legame indissolubile che li legava.
 
Loro due erano la definizione di amore.
 
L’amore è un sentimento complicato, tortuoso e difficile da comprendere.
 
Necessita di tempo, di evoluzioni e di sofferenza per essere compreso.
 
L’amore non nasce da un momento all’altro, deve essere curato e protetto.
 
Perchè l’amore, ha gli effetti devastanti di una bomba, per questo bisogna essere cauti.
 
E loro avevano aspettato, atteso fino a che non erano sicuri l’uno dell’altra.
 
Avevano affrontato momenti difficili, alcune ostilità ma ora erano lì, ad amarsi come non mai.
 
I due si staccarono per un momento, ridendo per tutto quello che era accaduto.
 
Sora lo guardò, un pò maliziosa, non mollando la presa attorno al suo collo:
 
-Da quanto sarei la tua ragazza, allora?
 
Vide il ragazzo che amava arrossire e quasi agitarsi, ma lo calmò subito dichiarando che stava scherzando, e che per lei il tutto era già iniziato il giorno prima.
 
Allora anche la bella ramata aveva dato per scontato l’inizio della loro storia con la sera precedente.
 
E, notando questo fatto, la baciò ancora.
 
Non si sarebbe mai stancato, non l’avrebbe mai fatto.
 
Perchè non c’era cosa che lo rendeva più felice.
 
E con lei al suo fianco, lo sarebbe stato per tutta la vita.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Sapete,
 
Dopo tutto quello che abbiamo passato, abbiamo capito molte cose.
 
Per esempio, che c’è sempre una ragione per cui incontri certe persone durante la vita: a volte tu hai bisogno di loro per tornare a sorridere, altre invece sono loro ad aver bisogno di te per migliorare.
 
E’ proprio questo legame che unisce certa gente e la lega per sempre.
 
E’ quello che noi abbiamo fatto, per il bene dell’altro.
 
E non c’è cosa che ci rende più felici.
 
Il legame indissolubile esiste, basta avere pazienza ed aspettare.
 
Perchè un legame così grande non ha bisogno di fretta e di tempo, ma solo di certezze che inevitabilmente richiedono di attendere per essere appurate.
 
Aspettate, attendete, soffrite, come abbiamo fatto noi.
 
Alla fine, quello che troverete andrà al di là della felicità e dell’amore.
 
Taichi e Sora
 
 
 
 
THE END
 
 
 
 
 
 
 
 
 
NOTE!
 
Scusate per gli errori, ma per quanto è lungo questo capitolo ad un certo punto mi si sono intrecciati gli occhi!
 
Mi viene da piangere, davvero.
 
In alcuni pezzi mi sono commossa anche io. Mi ero davvero affezionata a questa storia. Io ho sempre desiderato la Taiora in digimon, perchè era semplicemente la cosa giusta e più sensata. ( la conclusione di 02 è decisamente NO SENSE, non giustificata).
 
Per me Taichi e Sora sono sempre stati la coppia per eccellenza, e ,come vedete nella mia storia, secondo me,i loro caratteri si intrecciano magnificamente.
 
Io ho cercato di mantenere i loro comportamenti e aspetti originali dell’anime, Taichi solare e imbranato, Sora gentile, dolce e saggia.
 
Io davvero non capisco come abbiano potuto far accoppiare Sora e Yamato, non ha senso. E tralascio tutto lo sfogo che ho dentro, la mia storia parla di per sè.
 
Spero che vi sia piaciuta l’idea di come ho voluto concluderla.
 
E’ stata una faticaccia, davvero. Cambiare mille volte idea, aggiungere un pezzo, toglierne un altro... assurdo.. è stata un’odissea ma ce l’ho fatta.
 
La mia storia è conclusa.
 
Allora vi chiederete: ma scusa, perchè non hai messo “conclusa” e mi risulta ancora “in corso”?
 
Semplice, io ho mente un epilogo, quella mega fine che IO mi sono sempre proiettata in testa e che mira a cancellare quell’assurda scena che (purtroppo)  è stata rappresentata in adventure 02: Tutti i prescelti adulti, con figli che sono le loro copie, con coppie totalmente assurde. BLEAH proprio no!
 
Non dovrebbe essere lungo, ma ogni volta che lo dico poi mi esce un poema ahaha
 
Ringrazio i miei strabilianti, bellissimi e fantastici lettori che condividono con me le stesse passioni e, perchè no, emozioni!
 
La mia coppia perfetta è la Taiora e sono contenta di aver affrontato questa storia e averla conclusa con loro trionfanti! (autori di digimon, please, avverate i sogni dei fan delusi con un bel risvolto nella nuova serie adventure 03! Ah...magari...nei tuoi sogni!)
 
Ci vediamo quindi all’epilogo ragazzi.... sigh! Vado a piangere la fine della mia storia...
 
Vi prego, continuate a scrivere delle Taiora! Non abbandonate anche voi questa povera coppia che è stata frantumata dall’anime! Ahah
 
Un sentito e caloroso abbraccio,
 
la vostra Cristy89 ( ormai Sorita, avevo fatto la richiesta di cambio di nickname tre mesi fa e solo ora l’hanno applicata, ormai me ne ero dimenticata ahah)
 
 
Ps ecco una bellissima fanart riguardante adventure 03! I prescelti li immaginerò proprio così nella mia futura storia (quando avrò tempo di scriverla)
(Sora e Taichi...bellissimi... eh...io sono fissata ormai...)

  
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