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Autore: biancoceano    07/09/2014    0 recensioni
Il ragazzo sì voltò.
"Duemiladieci, hai detto?" Urlò il Dottore.
Kurt annuì. "Precisamente."
"Oh, allora scommetto che il prossimo sarà davvero un anno favoloso per te. Buonanotte!" Aggiunse, e lo salutò con la mano.
"Lo spero. Grazie." Disse, con una faccia interrogativa.
Per tutto il tragitto, Kurt continuò a domandarsi l'identità di quello strano ragazzo. Diceva di essere un dottore, ma era fin troppo giovane; parlava di "Terra" come se lui fosse un alieno.
Forse aveva la febbre e forse aveva davvero le allucinazioni.
Giunse finalmente alla porta di casa sua. Prima di infilare la chiave nella toppa, si girò verso la direzione dove doveva esserci la cabina. Non c'era più. Vuoto.
"Non sono pazzo, non immaginato tutto, andiamo!" Disse, alzando gli occhi al cielo.
Ritornò a volgere lo sguardo verso quell'angolo. "Il prossimo anno sarà un anno fantastico, eh?" Rise, e infilò finalmente la chiave nella toppa. "Nah, non ci credo."
Genere: Angst, Avventura, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Will you ever come back?
-No escape.



I due amici si risvegliarono in un ambiente asettico. Era tutto bianco e la luce era quasi accecante. Kurt apri gli occhi e cercò di mettersi seduto lentamente, ma ogni parte del suo corpo gli faceva male.

"Sono in paradiso." Fu la prima cosa che riuscì a pensare.

Si guardò intorno alla ricerca del Dottore e lo trovò all'altro capo della stanza, ancora addormentato. Si sentì avvilito; era solo in un ambiente sicuramente alieno, disarmato e senza Blaine accanto. Poteva andare peggio? Con grandissimo sforzo, si rimise a sedere. Cercò di dirigersi verso il Dottore, ma due omini bianchi gli si pararono davanti.

"La Metal System prega i suoi ospiti di mettersi comodi. Lo spettacolo inizierà tra poco." Dissero in coro con voce metallica.

"Ospiti? Spettacolo? Non siamo in un villaggio vacanze!" Protestò Kurt. Cercò di spingerli, ma loro ripresero con la litania.

"Devo uscire da questa situazione." Pensò. "Magari se parlo con voce metallica mi scambieranno per uno di loro."

Tentò l'esperimento, ma nulla da fare; i robot avevano ricominciato con la loto lamentela.

"Oh, d'accordo! L'avete voluto voi." Grazie ad un calcio nei posti giusti, il ragazzo riuscì a mettere fuori gioco i due omini di latta. Si sistemò la felpa che indossava e si spolverò i jeans scuri. "Almeno le ore passate in palestra con Mercedes hanno portato a qualcosa di buono." Avanzò velocemente verso il Dottore e, una volta arrivato al suo fianco, tentò di svegliarlo. Al terzo tentativo, il Dottore urlò qualcosa di indecifrabile e gli puntò il cacciavite sonico in mezzo alla fronte.

"Getta le armi, amico. Sono io." E gli diede una mano per alzarsi.

"Sai per caso dove siamo capitati?" Balbettò lui con la voce impastata. Kurt gli porse una mano per aiutarlo ad alzarsi.
Il ragazzo notò subito la loro ruvidezza: erano piene di calli e screpolate in più punti. "Giovani e vecchie allo stesso tempo." Pensò.

"Avevo intenzione di chiederlo a te." Kurt fece spallucce. "Non ne ho idea. Credevo fosse il paradiso."

"Nah, il paradiso è tutta un'altra cosa. Fiori, farfalle colorate, profumi, vestiti bianchi svolazzanti, cose così." Si sistemò gli abiti e si ravviò i riccioli.

"Sei stato in paradiso?!" Kurt strabuzzò gli occhi.

"Anche all'inferno. Credimi, Dante aveva perfettamente ragione: ci sono davvero dei tizi immersi nello sterco." Riprese il cacciavite sonico e scannerizzò l'ambiente circostante.
La scritta "Nessuna informazione disponibile" lampeggiava sul piccolo schermo dell'aggeggio.

"Ti va di andare in avanscoperta?" Senza aspettare la risposta del compagno, si avviò verso il lungo corridoio che si snodava proprio alla sua destra.


Dall'altra parte della navicella spaziale, un uomo era seduto in una poltrona di velluto rosso.
Le mani candide giunte davanti al suo viso, lo sguardo perso chissà dove.
Lo aveva trovato, finalmente; erano anni che lo stava cercando. Dopo quella serata di tanti anni fa, era sparito dal suo radar e ancora non riusciva a capire perché.
Il Dottore era una grande sfida, perché nessuno aveva osato spingersi così oltre con lui. Tutti si erano sempre arresi a quegli occhi azzurri enigmatici che sembravano spruzzare veleno al solo fissarli.
Ma lui no.
E questo faceva crescere ancora di più la voglia di avere la sua mente. Doveva contenere segreti importantissimi per non volerla consegnare dopo tutto ciò che aveva passato.
Ricordava ancora gli occhi pieni di lacrime di quella insulsa umana mentre gli dichiarava il suo amore e lo sguardo vuoto del Dottore mentre assisteva alla sua morte.
Balsamo per i suoi occhi.
Si alzò con grazia dalla sua poltrona e con agilità si diresse verso il citofono posto accanto alla porta.
Con voce secca, disse: "Portameli qui."
Chiuse la comunicazione e tornò a sedersi. Le dita affusolate giocherellavano con il filo della lampada.
Stava arrivando.


Sfortunatamente, i corridoi erano uguali alla stanza che avevano lasciato poco prima: inopportabilmente bianchi e senza segni distintivi. Questo rendeva anche complicato cercare di orientarsi, e ogni corridoio appariva uguale al precedente.

"Siamo già passati di qui." Esordì il Dottore, bloccandosi di scatto e facendo sbattere Kurt contro la sua schiena.
Il ragazzo si accorse solo ora del profumo che emanava.
Sapeva di buono.

Si riscosse quasi subito. "Non so se hai notato, ma siamo già passati in ognuno di questi corridoi. Sono tutti uguali." Si staccò da lui e si appoggiò al muro. Desiderava un letto ed una tazza di tè caldo da potersi godere in santa pace.

"Sì, ma di qui ci siamo già passati, ne sono sicuro." Cacciò il suo cacciavite e scannerizzò il corridoio.
"Nessuna informazione disponibile."
Ripose l'utensile e si grattò il mento. "C'è qualcosa di strano." Appoggiò l'orecchio al muro ed ascoltò.

Kurt lo imitò, ma non riusciva a sentire nulla. "Non vorrei disturbarti mentre ti impicci dei fatti dell'intonaco, ma cosa diavolo stai facendo?"

"Si muovono." Disse all'improvviso il Dottore. "Si stanno muovendo in questo preciso istante."

Kurt non era sicuro di aver capito bene. "Cosa si sta muovendo? I corridoi, per caso?" Incrociò le braccia e alzò un sopracciglio.

"Eppure all'inizio eri così perspicace..." Questo gli costò una gomitata nello stomaco. "Ahi! Scherzavo. Si stanno muovendo perché vogliono portarci da qualche parte."

"O da qualcuno." Disse Kurt, gli occhi fissi di fronte a sé. "Guarda lì."

"Una porta."

"Già, questo l'avevo notato anche io." Roteò gli occhi. "Cosa facciamo?"

"Bhè, le porte si aprono." Fece spallucce. "Apriamola."

"Avrei dovuto comprare un giubbotto anti-proiettile strada facendo." Roteò il pomello e fece per entrare, quando il Dottore lo trattenne per un braccio.

"Lascia entrare prima me, non si sa mai." E gli mostrò la punta illuminata del cacciavite.

"Oh, ma che gentiluomo. Potrei quasi credere che tu abbia una cotta per me." Disse il ragazzo, fingendosi lusingato.

"Eppure un tempo le buone maniere erano apprezzate. Si vede che sto invecchiando." Tirò un lungo sospiro, teatrale come la solito.

Kurt lo fissò, un'espressione indecifrabile in viso. "Già, ora metti da parte le tue manie di protagonismo ed entriamo."


L'ambiente in cui si trovarono era l'opposto della sala in cui si erano risvegliati. Aveva una carta da parati caramello e il parquet con un grosso tappeto al centro, una libreria che prendeva un'intera parete, poltrone e tavolini con gingilli rendevano la stanza ancora più accogliente.

"Questa navicella ha decisamente bisogno di un interior designer." Disse il Dottore, guardandosi intorno. Scannerizzò ancora una volta l'ambiente con il cacciavite, ma nulla.
La scritta "Nessuna informazione disponibile" campeggiava sul display.

Kurt stava osservando la stanza alla ricerca di qualche indizio oppure qualche segno che indicasse una via di uscita.
Si avvicinò alla libreria ed iniziò a leggere i titoli scritti suoi tomi. Dalla rilegatura sembravano molto antichi.

"Come fare autostop nell'ottava luna di Raxacoricofallapatorius."
"Wow, questo pianeta deve essere molto in voga." Penso Kurt.

"Stelle e pianeti: come allevare un corpo celeste."
"Alleravare corpi celesti? I cagnolini non si portano più?"

"Luci di Marte."
Prese il volume e disse tra sé: "Quindi gli alieni malvagi leggono anche romanzi rosa."
Diede un ultimo sguardo alla copertina che lasciava intendere il contenuto del libro e lo rimise al suo posto.

"Codice di Gallifrey."
La scritta in corsivo dorata e il sigillo arzigogolato sopra lo attrassero e lo convinsero a prenderlo.
Aveva una bellissima copertina in pelle color cuoio con un laccetto che serviva a chiuderlo. Sempre più spinto dalla curiosità, slacciò il nodo e sfogliò qualche pagina.
Bianco.
Era come se le parole fossero volate via. Avrebbe potuto essere una semplice agenda, è vero, ma sentiva che delle lettere erano state scritte su quella carta e poi, magicamente, erano sparite.

"Ehi, Blaine, vieni un attimo qui." Chiamò lui. Quel libro lo incuriosiva troppo e aveva bisogno di spiegazioni.

Il Dottore arrivò e si fermò a guardare il libro da sopra la spalla di Kurt. Appena vide il titolo impallidì.
Cosa ci faceva lì? Non poteva essere.
Gli strappò il volume da mano ed iniziò a sfogliarlo freneticamente.

Il ragazzo, spaventato dallo sguardo sul volto del Dottore, gli chiese cosa ci fosse di sbagliato in quel libro.

"Kurt, questo è il libro più importantde di Gallifrey. Sul Codice si basa tutta la storia dei Signori del Tempo, all'interno ci sono segreti che nessuno dovrebbe mai sapere." Rispondendo alla domanda che l'amico aveva solo pensato.

Kurt senti l'angoscia nella voce del suo amico. "Tranquillo, ho sfogliato qualche pagina, ma sono tutte bianche. Forse prima c'era scritto qualcosa, ma ora non più."

Finì di sfogliare il volume e il viso gli si illuminò di nuovo. Forse non era tutto perduto.

"Sono dei geni! Saranno anche arroganti, ma sono dei geni!" Iniziò a saltellare per la stanza con Kurt che lo osservava da lontano. Il Dottore notò il suo sguardo sconcertato e ritornò serio.
Cioè, non proprio serio.
Diciamo la versione seria del Dottore.

"Sarà meglio che questo venga con noi, per precauzione." E si infilò il volume nella giacca.

Un allarme assordante prese a suonare e costrinse i due amici a tapparsi le orecchie.
All'improvviso il pavimento prese a tremare violentemente e una grossa crepa si aprì proprio tra i due; Kurt tentò di reggersi sullo scaffale della libreria, ma una scossa più forte lo fece scivolare e cadere nel burrone che la crepa aveva aperto.
Il Dottore tentò tirararlo su offrendogli la sua mano, ma era troppo pesante.
Il ragazzo guardò giù e vide solo buio e desolazione. Gli passò davanti tutta la sua vita: i momenti passati con Mercedes, le sere spese al freddo a guardare le stelle, le festività con sua madre ed il Natale di due anni fa quando aveva incontrato il Dottore per la prima volta.
In quel momento, gli ritornarono in mente le esatte parole che gli disse quella sera:

"Oh, allora scommetto che il prossimo sarà davvero un anno favoloso per te. Buonanotte!" 

Sfortunatamente il Dottore aveva sbagliato i suoi calcoli, perché nel 2011 non era accaduto assolutamente nulla. Se solo fosse arrivato con un giorno di anticipo, avrebbe potuto davvero rendere quell'anno favoloso e azzeccarci con la profezia. Perché, ora che ci pensava, quel giorno con il Dottore si stava rivelando l'unica cosa entusiasmante della sua vita.
A stroncare il filo dei suoi pensieri fu la sua mano che perse la presa e lo fece sprofondare nel burrone.
Mentre cadeva, sentiva il Dottore urlare il suo nome.
Poi, il buio totale.

 



 
Angolo autrice: Ho aggiornato con un solo giorno di ritardo. Ehi, sto migliorando!
Voglio dirvi subito chi sarà il prestavolto del personaggio misterioso. *rullo di tamburi* Benedict Cumberbatch!
Andiamo, gente, come potevo non sceglierlo con quello sguardo che può mandare in tilt in tre secondi?
Poi è affascinante e potrebbe... SPOILEEEERS.

La canzone che vi consiglio per questo capitolo è How To Save A Life dei The Fray.

Ci vediamo la prossima settima aka ultima settimana di libertà. *piange a dirotto*

PS. Il solito grazie ad Ivols per il banner e stavolta anche per qualcos'altro. <3
 
  
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