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Autore: wordsaredeadlythings    07/09/2014    2 recensioni
Alex ha bisogno di pantaloni nuovi.
Jack lo trascina a comprarli.
Come si suol dire, la giornata avrà risvolti inaspettati.
{Jalex}
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alex Gaskarth, Jack Barakat
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: All Time Low
Autore: _Cris
Titolo: In my defense – you're so hot in those jeans
Personaggi: Alex Gaskarth, Jack Barakat [Jack/Alex]
Genere: Comico, Romantico, Fluff
Rating: Verde
Avvertimenti: One-Shot
Contoparole: 3178
Note: Uhm. Sì. Ecco. Questa storia è nata da una discussione avuta su twitter settimane fa. Sono settimane che sto cercando di plottare questa shot, poi mi siedo a computer e BAM, arriva l'ispirazione – la bastarda. E lo sappiamo tutti che Alex ha davvero quattro pantaloni in croce, quindi.. uhm. Spero che vi piaccia tanto quanto è piaciuto a me scriverla. Piccola parentesi: sono ancora senza beta-reader, quindi l'ho riletta dieci volte alla ricerca di ripetizioni, errori di battitura, ho controllato tutti i tempi verbali e sì, insomma, mi ci sono fatta il culo, ma tanto avrò comunque dimenticato qualcosa. Quindi avvertitemi se c'è qualcosa che non va. Vi lascio alla shot che è meglio.

 


 

 

In my defense – you're so hot in those jeans

 

 

 

 

 

 

 

Alex non era ancora riuscito a capire come fosse finito in quella situazione.
I suoi ricordi della sera prima erano sfilacciati e nebulosi come la nebbia che aleggiava attorno a loro in quell'uggioso pomeriggio settembrino, e, davvero, per quanto si sforzasse – e si stava sforzando molto, più del normale – non riusciva proprio a ricordare di aver proposto ciò.
« Cazzo, Jack! » trillò improvvisamente lui, visto che il suo compagno di viaggio aveva preso una curva con fin troppo entusiasmo senza alcun preavviso – come al solito, d'altronde. Alex staccò la guancia dal finestrino sul quale era capitombolato con uno scatto irritato, tornando a sedersi composto sul sedile del passeggero, mentre la risata di Jack rombava al suo fianco.
« Andiamo, amico » fece Jack, premendo il piede sull'acceleratore « Si vive una volta sola! »
« E vorrei continuare a vivere, grazie » berciò lui, scoccando un'occhiata rapida al contachilometri, la cui lancetta stava avanzando progressivamente fino a 130. « Rallenta, rallenta! »
« Adoro quando fai la voce da checca, Lex » cinguettò lui, palesemente divertito dalla situazione, prendendo l'ennesima curva con fin troppo slancio e rischiando di far ribaltare l'auto.
« N-Non faccio la voce da checca! » balbettò lui, sgranando progressivamente gli occhi a mano a mano che la velocità aumentava. « Per l'amor del cielo, Jack! »
« Per l'amor del cielo? » esclamò di rimando l'altro, ignorando palesemente uno Stop sul lato destro della strada e superando un incrocio a velocità folle « Tu passi troppo tempo con Rian, amico »
Alex scosse la testa, voltandosi verso il finestrino: le case sfrecciavano davanti a lui come macchie di colori indistinti, così come i passanti – ma poteva immaginarsi le loro facce scandalizzate nel vedere quella minuscola automobile rossa sfrecciare a 130 in un quartiere urbano; non erano cose che si vedevano tutti i giorni, dopotutto. Intravide distrattamente l'ennesimo cartello di precedenza che Jack scelse di ignorare, perché evidentemente l'idea di vivere fino alla vecchiaia non era una delle sue priorità e la patente l'aveva comprata su Amazon, mentre cercava nuovamente di fare chiarezza sulla situazione.
I suoi ricordi della serata precedente si fermavano da qualche parte tra il quinto Tropical Ice*¹ e l'outing di Jack – evento a cui era possibile assistere quando il succitato idiota passava la serata a destreggiarsi tra Tequila Bum Bum e birra. Tutto il resto della serata era stato completamente rimosso dal suo cervello: ricordava solo di aver vomitato un paio di volte – dieci – e di essersi svegliato in boxer sul divano, con Sebastian che gli leccava il volto alla ricerca di attenzioni.
A giudicare dai racconti dei suoi amici, era stato lui stesso a pregare Jack di accompagnarlo a comprare dei nuovi vestiti, con un tono piagnucoloso ed irritante che utilizzava solamente quando beveva eccessivamente. I racconti della serata precedente inglobavano anche un ipotetico spogliarello da parte di Zack e Rian che sparava battute a raffica su dentifrici volanti, quindi non era veramente sicuro della veridicità di tali discorsi, ma nonostante ciò Jack spergiurava di ricordarsi tutto e che lo avrebbe accompagnato a tutti i costi.
Ed ora si ritrovavano lì, su quella vecchia Audi rosso fiammante guidata da quel pazzo del suo migliore amico, diretti verso il negozio più vicino di vestiti nella città.
Alex cominciava a pensare che fosse solamente uno scherzo di cattivo gusto. Magari architettato da Jack insieme a Rian e Zack, chissà. Tutto era possibile, dopotutto – e aveva smesso di stupirsi da quella volta in cui Jack era andato in giro per una settimana di fila indossando una t-shirt con la scritta “Backseat marinade”*² , e quella era stata l'ultima di una lunga serie di cose assurde attuate dai membri della sua band.
« Andiamo, ci divertiremo! » esclamò di punto in bianco Jack, poggiando una mano sul suo ginocchio.
Alex ingollò a vuoto, cercando di schiarirsi le idee per mantenere una parvenza di controllo su se stesso. Non doveva arrossire: Jack era sempre stato espansivo a livelli soffocanti e faceva così con tutti, quindi arrossire era controproducente e sbagliato e-
E stava arrossendo.
« Certo » brontolò lui, sarcastico, per poi volgere lo sguardo davanti a sé – più per nascondere il rossore che per controllare la strada - « Jack, attento! »
Il moro fece appena in tempo a frenare bruscamente prima di salire sopra il piccolo dosso in mezzo alla strada, ma ciò non servì comunque ad impedire che l'auto si staccasse da terra per alcuni terribili attimi, facendo ribalzare bruscamente Alex sul sedile al momento dell'atterraggio. Gli pneumatici scivolarono per qualche secondo sull'asfalto ancora bagnato, ma con un brusco movimento del manubrio Jack riuscì comunque a riportare l'auto in carreggiata prima di schiantarsi contro la facciata del negozietto oltre il marciapiede.
Alex era ormai ad un passo dal collasso nervoso.
« Ma vuoi rallentare? » trillò, la voce più alta di qualche ottava.
Jack, per tutta risposta, si mise nuovamente a ridere.
« Che gusto c'è ad andare piano? » domandò il moro, allungando una mano per posarla distrattamente sulle spalle dell'altro « Ci vuole un po' di brio nella vita! »
Alex avrebbe voluto fare qualche battuta sul fatto che non erano in uno di quei film con auto super modificate e pieni di esplosioni che Jack amava tanto, ma il calore del braccio di lui poggiato sulle sue spalle lo fece ammutolire; sentì il suo stomaco guizzare in modo fastidioso e piacevole allo stesso tempo, e si ritrovò a maledire Jack per mandare a farsi benedire ogni suo tentativo di reagire come un adulto a quei contatti inaspettati.
« Comunque io non ho bisogno di pantaloni nuovi » cambiò discorso lui, scrollandosi il braccio dalle spalle per mantenere intatto quel briciolo di dignità rimasto – anche se lo avvertì distrattamente morire quando si accorse che la sua pelle formicolava dal desiderio di un qualsiasi contatto con il più alto.
Jack posò la mano sul manubrio, lanciandogli un'occhiata eloquente. « Davvero? »
« Certo. » e deglutì « Posso tornare a casa? »
Jack parve seriamente ponderare la domanda per qualche istante – e non è mai una buona cosa quando accade, mai -, poi scrollò le spalle con uno sbuffo. « No. »
« Ma andiamo- »
« Lex, avrai tre paia di pantaloni in croce. »
« Ma che diavolo stai farneticando? »
« E' la verità. Accetta la realtà dei fatti. »
« Io- »
« Puoi lamentarti quanto vuoi » un sorrisetto furbo sbucò sulle labbra del moro « Tanto non ti riporto a casa »
Alex incrociò le braccia al petto, voltandosi distrattamente verso il finestrino, deciso a tenergli il broncio – e sicuramente lui aveva ancora una dignità, lì, da qualche parte, ma sembrava andare a puttane ogni volta che Jack faceva qualcosa, tipo sorridergli in quel modo. I sorrisetti di Jack riuscivano a fargli provare più emozioni di quante non volesse ammettere, perché andiamo, Alex non poteva regredire ogni singola volta allo stadio “quindicenne con scompensi ormonali” se lui gli sorrideva. Era patetico.
« Vedrai che ci divertiremo! » trillò il moro, sorridendo come un esaltato.
« Sicuramente »




Quello era uno scherzo.
Sì, doveva essere uno scherzo di dubbio gusto, creato solo per minare la sua sanità mentale – che era già a dura prova di suo, e grazie tante. Riusciva quasi ad immaginarsi Jack, Zack e Rian che progettavano il tutto con dei ghigni diabolici stampati in faccia, aspettando solo il momento giusto per agire. Non bastava la guida da pazzo schizofrenico di Jack, no, ora doveva sopportarlo in ogni singolo reparto di quell'enorme negozio – e la sua cotta diventava totalmente irrilevante, visto che i suoi gusti rimanevano comunque pessimi.
« Ho detto di no, Jack. » brontolò di nuovo, voltandosi strategicamente di schiena per non vedere lo scempio che il più alto gli stava sventolando in faccia da due minuti.
« Ma dai! Guarda! Sono teneri! » esclamò l'altro, con un tono di voce abbastanza alto da far voltare due o tre clienti.
Alex alzò gli occhi al cielo, rinunciando all'idea di ignorarlo finché non si fosse stancato di quelle sceneggiate e voltandosi quindi verso di lui, tenendo ostinatamente le braccia incrociate davanti al petto.
« Sono gattini, Jack. »
« Appunto! »
« E bevono the. »
« Un omaggio alle tue radici »
Un sopracciglio di Alex scattò verso l'alto. « No. »
« Ma dai! Ti prego! » trillò nuovamente l'altro, allungando pericolosamente la “e” di prego.
Alex gli posò una mano sulla bocca con un gesto rapido e stizzito della mano, guardandosi intorno furtivamente.
« Ci cacceranno se continui a fare tutto questo baccano! » esclamò, per poi rendersi conto di cosa stava effettivamente facendo e togliere l'arto incriminato di scatto, arrossendo vistosamente e voltandosi, deciso a non dargli corda.
Jack sbuffò sonoramente, pestando i piedi a terra come un bambino. « Sei un guastafeste » borbottò, voltandosi per lanciare la maglietta in questione su uno scaffale – accuratamente stropicciata e nello scaffale sbagliato, ovviamente.
Quella era la quinta proposta di Jack, e tutte le precedenti di certo non erano state migliori – perché no, Alex non sarebbe mai andato in giro con una maglietta piena zeppa di lustrini, assolutamente no, lui era normale. Alex si sentiva come se Jack ce la stesse mettendo tutta per farlo andare fuori di testa e costringerlo a strangolarlo con le sue mani, consapevole del fatto che il biondo avrebbe perso in partenza: il solo pensiero di avvolgere le mani attorno al collo di Jack lo faceva arrossire come una dannata scolaretta – perché ormai la sua cotta era piuttosto palese, e quella che aveva considerato “robusta eterosessualità” era finita in mille pezzi davanti al sorrisetto divertito di Jack qualche anno prima.
Non che Jack fosse un mostro di empatia per certe cose, ma anche Zack era riuscito ad accorgersene – lo stesso Zack che aveva fatto da terzo in comodo tra Rian e Cassedee per mesi prima di rendersi conto che forse, e dico forse, i due volevano un po' di privacy.
Quindi, ecco, non poteva non essersene accorto. Non era possibile.
« Non è mica colpa mia se continui a mettermi davanti certi obbrobri » disse il biondo, tornando ad esaminare una serie infinita di jeans scuri con aria critica.
Poi, senza alcun preavviso, la testa di Jack sbucò oltre la spalla di Alex, e venne posata candidamente sulla sua spalla. Sentiva il petto di lui aderire alla sua schiena in modo perfetto, ed era così caldo e morbido che il cuore di Alex si ritrovò a galoppare senza il benché minimo ritegno all'interno della sua cassa toracica - si aspettava solo di vederlo capitombolare fuori dal suo petto e saltellare via, lasciandolo lì a fronteggiare da solo quella cosa. Il corpo di Jack era caldo in modo quasi innaturale addosso al suo, abbastanza da far assumere al suo viso tonalità imbarazzanti di rosso porpora.
Correzione: era possibile che Jack non avesse notato assolutamente niente, che fosse all'oscuro della sua cotta – e ciò lo rendeva ancora più idiota di quanto Alex credesse possibile.
« Fammi vedere cos'è accettabile, allora » affermò il più alto, sorridendo.
« Uhm, beh, ecco, f-forse q-questo » farfugliò il biondo, allungando l'indice verso uno dei jeans in mostra, sentendo la bocca seccarsi e l'aria nei polmoni evacuare senza il suo consenso.
« Uh » Jack si grattò una guancia, osservando con aria concentrata il paio di pantaloni mostrato dal ragazzo « Ma sono noiosi »
« Come fa un paio di pantaloni ad essere noioso? »
« Sono solo.. neri. »
Alex sbuffò « E allora? »
« Allora niente, sono noiosi e basta. Scegline un altro paio »
Alex afferrò un altro paio di jeans, aprendolo di fronte a sé per permettere anche a Jack di vederlo. Erano anch'essi neri e molto stretti, ma in allegato c'era una cintura larga che richiamava le stelle della bandiera americana.
« Oh, questi sono molto meglio » esclamò Jack, illuminandosi « Andiamo a provarli! »
« A-Andiamo? » biascicò il biondo « Da quando è una cosa di gruppo? »
« Dai, Lex! Andiamo! » trillò nuovamente lui, staccandosi dal biondo per poter afferrare il suo braccio e trascinarlo verso i camerini.
Alex si lasciò trascinare senza proteste, troppo impegnato a darsi un contegno anche se il profumo di Jack gli era rimasto addosso e questo minava seriamente la sua sanità mentale, più di quanto avesse creduto possibile. Jack, nel frattempo, si guardava intorno alla ricerca dei camerini, dribblando un commesso senza dargli possibilità di svolgere il suo lavoro ed aiutare – Alex gli lanciò la sua migliore occhiata dispiaciuta, ma il tipo si era già dileguato scuotendo la testa con aria scandalizzata.
Poi parve trovare finalmente il luogo adatto, visto che scattò con passo frettoloso verso una piccola stanzetta sul lato destro del reparto e, una volta trovato un camerino libero, vi lanciò dentro Alex senza la benché minima delicatezza. Quest'ultimo, una volta che ebbe riacquistato un minimo di equilibrio prima di finire con la faccia sul pavimento, lanciò un'occhiata confusa a Jack, che gli sventolò davanti al viso i pantaloni, per poi lanciarglieli in faccia e chiudere la spessa tenda di velluto blu scuro davanti a sé.
« Muoviti, voglio vederti con quelli addosso! »
Alex deglutì a vuoto, fissando prima i pantaloni e poi la sua immagine allo specchio: aveva i capelli terribilmente scompigliati, le guance arrossate e due occhi grandi come piattini da the che brillavano in modo quasi surreale. Scosse la testa con fermezza, procedendo a togliersi i jeans larghi che aveva indossato quella mattina per provare il capo d'abbigliamento, mentre sentiva Jack sbuffare impaziente oltre le tende del camerino e battere distrattamente il piede a terra – perché Jack Barakat e le attese non andavano molto d'accordo, ed era cosa risaputa.
« Hai fatto? » chiese, per l'appunto, il moro.
« Quasi » sbuffò Alex in risposta, procedendo ad indossare i jeans.
Una volta chiusa la cerniera e il bottone argentato, si voltò verso lo specchio e si osservò, realizzando che erano veramente molto, molto stretti: fasciavano le sue gambe con perfezione, lasciando ben poco all'immaginazione.
« Allora? » esclamò Jack, aprendo di scatto le tende.
Alex squittì, sobbalzando vistosamente, per poi voltarsi e lanciare un'occhiata di fuoco al moro.
« Jack! » trillò « L'ultima volta che mi è successa una cosa così, c'era mia madre dall'altra parte! »
Jack non rispose.
Si limitò a fissarlo, e fissarlo, e fissarlo ancora, immerso in un silenzio che innervosì Alex, il quale rimase immobile. Negli occhi di Jack c'era qualcosa che non riuscì a decifrare, così come nella sua espressione vagamente stupita e.. adorante? - no, non poteva essere adorante, Jack faceva una faccia del genere solo quando YouPorn gli rispondeva su Twitter, e non per lui. Alex si sentì arrossire sotto lo sguardo persistente del moro, ed abbassò lo sguardo per nascondere le sue guance infuocate.
Poi, senza il benché minimo preavviso, sentì le tende del camerino chiudersi e alzò lo sguardo di scatto, immaginandosi che Jack se ne fosse andato. Ma Jack era ancora lì, ad osservarlo come si può guardare qualcosa di stupefacente, tipo il sole che sbuca fuori dalle colline alle cinque di mattina o una marea di facce sconosciute che urla il tuo nome.
Poi, semplicemente, sorrise e qualcosa nel petto di Alex si ruppe come un uovo e tutto il contenuto di quella cosa informe alla quale non ha mai voluto dare un nome scivolò nei polmoni e sul tessuto del cuore, mozzandogli un respiro a metà e facendogli perdere un battito. Quel suo maledetto sorriso gli faceva venire i brividi e spegneva il suo cervello ogni volta che lo vedeva anche solo di sfuggita. Un sorriso pieno, perfetto, il sorriso di Jack – e le sue labbra che sembravano quasi reclamare un bacio quando sorrideva così, come se fosse un suo diritto essere baciato perché “ehi, guardami, sono la cosa più tenera che tu abbia mai visto, ora baciami”.
E a quel punto Alex si ritrovò ad avanzare con un passo rapido e poi a baciarlo.
Fu veloce, un battito di ciglia e niente più, abbastanza per fargli capire che le labbra di Jack erano davvero morbide e un po' screpolate come pensava, sufficiente per mandare in mille pezzi la sua illusione di “robusta eterosessualità” che si è creato nel tempo. Perché no, se fosse davvero così robustamente eterosessuale non si sentirebbe come se stesse andando letteralmente a fuoco – ma in modo piacevole, perché non c'è una sensazione spiacevole quando si tratta di Jack.
Si divise in un secondo, pensando immediatamente alla cazzata appena fatta, e magari Jack non lo avrebbe ucciso di lì a qualche secondo, magari sarebbero potuti rimanere amici, magari poteva scavarsi la fossa da solo ed attendere lì di morire nella vergogna, magari..
Magari Jack si era già riavvicinato a lui e lo stava baciando.
Ed ecco, ecco quelle fantasie che si erano create nella testa di Alex mesi e mesi prima prendere forma e cominciare a respirare, e all'improvviso nessuno dei due sapeva più che giorno fosse o perché si trovavano lì, perché Alex stava gemendo tra le braccia di Jack e tutto andava bene. C'erano i denti di Jack che stringevano il suo labbro in una mossa decisa ma dolce al tempo stesso, e la bocca di Jack sapeva vagamente di Tequila e di qualcos'altro.
Jack si separò da Alex per qualche istante, mantenendo le loro fronti a contatto e ridacchiando al mugugno infastidito del biondo per l'interruzione.
« Era ora, idiota » mormorò Jack, stringendo più forte la presa sui fianchi di Alex – e lui si chiese quando le sue mani fossero finite lì, realizzando che non aveva importanza. « In mia difesa, dico solo che sei troppo sexy con questi jeans. »
« Oh, ora diamo la colpa ai jeans? » chiese Alex, con il fiato corto e l'aria di uno che è appena stato colpito da un meteorite in piena testa.
« Non è colpa solo dei jeans » affermò il moro, avvicinandosi abbastanza da respirare sulle labbra di Alex, che venne scosso dai brividi « Sei tu che sei sexy da morire. »
Alex aprì la bocca alla ricerca di qualcosa di sensato da dire, ma si ritrovò a boccheggiare, sentendo le dita di Jack che premevano con forza sulla pelle dei suoi fianchi e il suo fiato che si infrangeva contro le sue labbra. Si accoccolò un po' più vicino a lui, desiderando solo di poter continuare a baciarlo – magari per qualche minuto, qualche ora, qualche anno: andava bene tutto.
« Sai una cosa, Jackie? » riuscì a mormorare lui « Penso che li comprerò, questi pantaloni »
La risata di Jack si sparpagliò nell'aria come un fuoco d'artificio, ma Alex gli tappò la bocca con l'ennesimo bacio, spingendolo con delicatezza contro la parete del piccolo camerino.
Dopotutto, aveva tutto il tempo del mondo per sentire la sua risata.



 

 

 

 


*¹ = Cocktail a base di: rum, liquore di banana, malibu, succo di mela, succo di arancia e granatina (e no, non è come pensate, non ho scelto questo drink perché urla “gay” da tutte le parti *coff coff*)
*² = Mi riferisco a questa immagine: https://31.media.tumblr.com/263a20cbb73dfb9e14eadda8da445c85/tumblr_nbjeqlX1241qepdu8o1_500.jpg (e ce lo vedo troppo Jack ad andare in giro con una maglia fatta così)




NdA: che Jack sia un pazzo al volante lo sappiamo tutti, dai. E Alex è la stessa persona che corregge gli errori grammaticali dei post-it nei camerini quando sono in tour, quindi ce lo vedo troppo ad usare parole colte nella quotidianità - che è una cosa che faccio anche io, quindi sì, è perfettamente normale.
Regalo un Jack denudato a tutte le persone che recensiranno!
Adios!

   
 
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