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Autore: Hilary Anne Carstairs    08/09/2014    1 recensioni
SPOILER PER CHI NON HA VISTO LA SETTIMA STAGIONE(?)
Dal testo:
-Oh insomma! Prima un ragazzino magrolino, ed ora un ragazzino mentone col cravattino! Io mi chiedo, perché quando ti rigeneri non ti guardi allo specchio?-
La voce della donna si sentiva da lontano mentre inveiva verso di lui il bambino rise e corse verso la casa.
-Ragazzino magrolino? Ma mi prendi in giro? TU NON DOVRESTI NEMMENO RICORDARE CHI SONO-
Clara osservava la scena da accanto al dottore e faceva avanti e dietro con lo sguardo fra i due.
Genere: Comico, Demenziale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clara Oswin Oswald, Doctor - 10 (human), Doctor - 11, Donna Noble, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Era tutto molto strano, Clara osservava il dottore mentre quest'ultimo saettava da una parte all'altra della sala di comando del TARDIS. Sembrava agitato, come se non riuscisse a comprendere quanto stava accadendo e perché di colpo si fossero fermati.
« Non è possibile.. NON E' POSSIBILE! »
Continuava a ripeterlo macchinando con i bottoni dell'astronave, la giovane ragazza che era con lui non riusciva a capire cosa non era possibile.
Clara stava per chiedere qualcosa al dottore, ma quello ad un tratto rimase immobile guardando lo schermo, se fosse stata la prima volta che lo vedeva, Clara avrebbe pensato che era sconcertato da qualcosa.
La ragazza aprì la bocca ma non ebbe il tempo di parlare che all'improvviso si sentirono quattro battiti leggeri, come se la mano di un bambino stesse buttando alla porta della piccola cabina blu.
« Questo, non è possibile. »
Il dottore aveva lo sguardo rivolto verso la porta, la sua espressione era indecifrabile.
« Dottore… Forse dovremmo.. ? »
Lei indicò la porta e lui annuì, sistemandosi prima il cravattino e poi andando cauto fino alla porta, Clara lo seguì e prese un profondo respiro nel momento in cui la porta si aprì.
« Tu sei il dottore? »
Il dottore e Clara inclinarono la testa di lato, si guardarono e poi tornarono a guardare il bambino. Non c'erano grandi parole per descriverlo, era un normale bambino e doveva avere all'incirca sette anni. Aveva i capelli biondi e gli occhi castano chiari. La sua espressione era curiosa, stava solo aspettando a sua risposta.
« Ehm.. Si piccolino, io sono il dottore.. E… Tu saresti? »
Squadrava il piccolo come se potesse essere uno strano alieno o un robot presente lì solo per ucciderlo, era tentato di prendere il suo cacciavite sonico ed esaminarlo, ma non sarebbe stato molto educato trattandosi di un bambino e poi di certo aveva problemi peggiori di quel bambino.
Ancora non era riuscito a capire come fossero finiti in quel posto, l'ultima volta che l'aveva visto era stato tantissimi anni prima, quasi un centinaio di anni prima.
« Sebastian, Sebastian Tyler. Venite con me! »
Aveva un tono risoluto mentre parlava, era strano vedere un bambino cosi risoluto, e che non rimanesse incantato davanti al TARDIS.
« Perché? Perché dovremmo seguirti? »
La risposta del dottore era ora ferma, appena aveva sentito quel cognome, non sarebbe più riuscito a restare imparziale dopo quello.
« Perché la mamma mi ha detto di accompagnarvi da lei e mi ha detto che ti saresti fidato di me. »
Si indicò l'orecchio, il signore del tempo si abbassò verso di lui per sentire quali fossero le parole che la madre voleva lui conoscesse, anche se immaginava quali fossero le due parole che stava per ascoltare.
Quando il bambino le pronunciò il dottore chiuse gli occhi.
Voleva sapere come fosse possibile tutto quello, ma voleva anche fuggire perché non era pronto a sopportare ciò che sarebbe potuto accadere rivedendola.
Non aveva scelta però, l'unico modo per capire cosa aveva portato lui e Clara fin lì.
Si volto verso la ragazza che avevo un sopracciglio inarcato, si sistemò il cravattino e annuì.
« Okay, portaci da tua madre allora! »
 

[…]

 
Il bambino saltellava tranquillo in direzione della casa con i due alle sue spalle, era fiero di sé, era riuscito a convincere i due a seguirlo come gli avevano chiesto i genitori.
Non capiva perché quelle uniche due parole avevano convinto il dottore a seguirlo, la mamma non glielo aveva voluto spiegare, gli aveva solo detto che quelle due parole equivalevano a "la fine dell'universo".
Clara non riusciva a fare a meno di guardarlo sempre titubante, le piacevano i bambini, ma c'era qualcosa in quello lì che la faceva stare in ansia. Anche la reazione che il dottore aveva avuto le era parsa un poco esagerata.
Chi avrebbe mai potuto ridurre il dottore così? Confuso e pensieroso, certo lui era cosi tutti i giorni in pratica, ma di norma parlava, parlava sempre senza interruzione nonostante si capisse solo lui.
La casa verso la quale erano diretti era addobbata come se fosse natale, e forse era veramente natale, aveva ormai perso il senso del tempo viaggiando con lui, infondo col dottore ogni cosa diventava relativa.
Il dottore si fermò all'improvviso mentre una donna dai capelli rossi gli correva incontro con un cappellino da babbo natale.
« Oh insomma! Prima un ragazzino magrolino, ed ora un ragazzino mentone col cravattino! Io mi chiedo, perché quando ti rigeneri non ti guardi allo specchio? »
La voce della donna si sentiva da lontano mentre inveiva verso di lui il bambino rise e corse verso la casa.
« Ragazzino magrolino? Ma mi prendi in giro? TU NON DOVRESTI NEMMENO RICORDARE CHI SONO »
Clara osservava la scena da accanto al dottore e faceva avanti e dietro con lo sguardo fra i due.
« Insomma, qualcuno si degnerebbe di spiegarmi cosa sta succedendo? »
« Oh, certo si! Allora, Clara ti presento… »
« Donna Noble! Ex compagna del dottore è un piacere conoscerti! »
Donna le porse la mano sorridendo cordiale e Clara la strinse sotto lo sguardo esterrefatto del dottore.
« Non hai ancora capito vero? »
Donna si voltò verso di lui alzando le sopracciglia, per quel poco che la ragazza era riuscita a notare era come la versione femminile del dottore, ed anche lui ogni tanto la pensava cosi.
« Oh, è bello lasciarti senza parole ogni tanto mio caro. Allora! Il dottore ha detto che per anni ha pensato a me, non in quel senso, semplicemente voleva trovare una soluzione. Cosi dopo vario tempo è riuscito a creare il prototipo di un microchip che una volta innestato nel mio cervello avrebbe inibito i ricettori della memoria in modo da poter catalizzare le informazioni ricevute dalla metacrisi all'interno dello stesso chip facendo in modo che la mia testa non esplodesse! E cosi boom! Donna è di nuovo tornata in pista signori! »
Era decisamente come parlare il dottore, anche se forse nemmeno lui aveva compreso quello che la rossa stava dicendo, eppure Clara aveva esplicitamente sentito che era stato il dottore a creare il chip. E lui invece la guardava come se fosse una creatura aliena che non aveva mai visto nei suoi mille viaggi.
« Ma… Io non l'ho mai fatto. »
« Oh si che l'hai fatto. Ora venite dentro che si gela. »
Voltò loro le spalle e in fretta ridusse la distanza che la divideva dalla casa. Si fermò alla porta e li guardò con sguardo che quasi impartiva l'ordine di seguirla, cosi i due la seguirono.
« Come fa a dire che tu hai fatto una cosa, se tu non l'hai fatta? »
Chiese allora Clara guardando il dottore, da come guardava Donna era ovvio che non sapesse cosa aveva detto. Forse lo capiva, ma non reputava che fosse una cosa possibile.
« Come fai a…? Oh lasciamo stare. L'ho fatto veramente, o meglio credo di averlo fatto. E' difficile da spiegare, insomma anni fa durante uno scontro mi tagliarono la mano, poi io per non rigenerarmi mandai l'energia all'interno della mano e dopo Donna tocco la mano e quella si trasformò in me, o meglio in quello che ero io e non era me, lui aveva un solo cuore. Insomma era per metà umano ed era molto simile a Donna. Però era troppo portato per la guerra, io ero cambiato ai tempi, lui invece no e alla fine lo spedii in un altro universo… Quello in cui siamo ora. »
Concluse abbassando lo sguardo, non voleva ammettere di essere finito in un'altra dimensione senza nemmeno che ciò fosse possibile, voleva capire, voleva risposte.
« Noi quindi siamo in un altro universo? »
« Proprio cosi. »
A parlare non era stato il dottore bensì una donna bionda che accarezzava la testa del bambino che era andato a prenderli. Era bella, chiunque avrebbe potuto dirlo guardandola, ma sembrava anche molto stanca. Dai suoi occhi traspariva la vita di una donna che ha visto troppo e ha sopportato più di quello che una persona dovrebbe sopportare.
Sebastian la abbracciava alla vita, questo fece pensare a Clara che era lei che li aveva portati fino a lì.
La cosa più strana di tutte però fu la reazione del dottore nel vederla, era immobile e la guardava con uno sguardo che poteva benissimo essere rimorso, rimpianto, dolore e tristezza.
« Rose. »
Disse solo quella parola impregnandola di sentimenti che non aveva mai sentito in lui ed il tono fece capire a Clara che si, era rimpianto e rimorso, di quello che provi quando lasci andare qualcuno che vorresti avere sempre con te.
« Ciao dottore. »
Anche lei sembrava triste, sorrideva certo, ma in maniera malinconica.
« Scusate se mi intrometto nel momento molto toccante ma.. Come possiamo essere qui? »
« Oh questa è semplice! Siamo riusciti a creare un tunnel interdimensionale che portasse lui qui, e che portasse coloro anche quelli che sono stati a stretto con lui in questi anni. Dovevamo immettere il chip a Donna. Non era giusto che non ricordasse. »
Un uomo si era materializzato alle spalle di Rose e aveva poggiato la mano sulla spalla del bimbo.
« Ma lei era felice! Poteva avere una vita normale se non si fosse mai ricordata di me! Insomma, di noi! »
Il dottore guardava l'uomo ad occhi spalancati, e l'altro ricambiava l'occhiata.
Si studiavano a vicenda, quasi a voler capire i punti forti e quelli deboli dell'altro.
« Credo che mi sia concesso almeno ricordare cravattino! Almeno dimmi che non vai sempre in giro con gli stessi vestiti. Spero di essere riuscita almeno a spiegarti l'esistenza dell'igiene. »
« IO CONOSCO L'IGIENE. »
I due uomini la guardarono in cagnesco come se li avesse profondamente offesi, a rompere l'aria truce che era scesa nella stanza fra i due e Donna fu Rosa che scoppio a ridere.
« Non potete litigare, non oggi è natale. Sebastian per favore vai a chiamare gli altri dicendogli che è arrivato? »
« Si mamma! »
Il bambino corse verso le scale non appena lei finì la frase.
« Sebastian non correre. »
L'uomo accanto a Rose lo rimproverò conservando un tono scherzoso, di quelli che usi per sgridare il figlio avuto dal tuo grande amore.
« E' vostro figlio? »
Chiese il dottore esprimendo la domanda che anche Clara aveva per la mente.
I due si guardarono incerti ed un poco imbarazzati poi fu lei a rispondere.
« Si, lo è. Ha sei anni ormai. »
« Ma… Sembra.. Sembra più grande! E poi… Sebastian? Fate sul serio? »
Il dottore sposto lo sguardo dalle scale dove era sparito il bambino ai due.
« Io volevo chiamarlo Jethro sinceramente, Rose diceva che non sarebbe stata una buona cosa, diceva tipo "Dottore! Non puoi decidere di chiamare nostro figlio Jethro. Lo prenderanno in giro per sempre!" »
Lei si voltò verso di lui con uno sguardo quasi omicida e gli diede una gomitata.
Donna sorrise, era felice che almeno Rose fosse riuscita ad avere il suo lieto fine, ma le dispiaceva che il dottore dovesse vedere quella scena. Si costrinse però a sembrare normale, in fine dei conti era pur sempre stata lei ad avere quell'insana idea.
« Fermi tutti. »
Clara sembrava spaesata, tutti spostarono lo sguardo verso di lei.
« Dottore? Lui è il dottore. E… Anche tu sei il dottore… Ci sono due dottori? »
« Ed io! Il dottore Donna! Ho la sua mente quindi contami come uno dei due. Siamo in tre! »
Alle loro spalle si sentì un gran fracasso di gente che scendeva le scale e una testa rossa spunto correndo a tutta velocità verso il signore del tempo.
« Amy. »
Lui ebbe il tempo di dire solo quello che fu travolto dalla ragazza.
« Io mi chiedo solo perché non abbraccia mai me cosi! »
Rory era alle sue spalle che camminava vicino a River, quest'ultima sembrava essere appena arrivata.
« Oh sta zitto! E guarda, non è cosi raro che ci siano più dottori. Anzi devo dire che capita fin troppo spesso. È inquietante. »
Tutta quella gente era riunita lì il giorno di natale e si erano conosciuti. E non si odiavano, anzi erano felici di essere tutti insieme
« Urge una spiegazione. Quando loro due mi hanno portato qui per l'innesto del chip ho avuto la brillante idea di una riunione di famiglia. Solo che… Non immaginavo tutta questa gente. »
Donna alzò le spalle come se fosse solo un incedente di percorso.
« Allora dolcezze, uno di voi due vorrebbe per favore fare le presentazioni visto che sono appena arrivata? »
River guardo il dottore e la sua metacrisi umana aspettando.
« Aspetta un secondo… Tu hai chiamato dolcezza mio marito? »
Rose rivolgeva a River uno sguardo di sfida, che l'altra ricambiava senza pensarci troppo.
« No mia cara, in realtà lui è mio marito. »
« COSA? »
Rose e il suo dottore guardavano la donna stralunati. Forse la calma ella serata stava per essere rovinata.
« Calmatevi! Suvvia signore. River è il mio futuro. Non sapevo nemmeno che l'avrei sposata quando conoscevo te Rose! E River, lui è me, ma non me. Insomma è il me umano. Il dottore Donna!. Ed è sposato con Rose! »
« Certo che hai una vita piena eh dottore. »
Commentò Rory.
« State tutti in silenzio! E' natale, vi pare il caso di litigare? »
E cosi Jackie chiuse la discussione e quella sera, almeno per una volta, la famiglia del dottore si riunì tutta insieme sotto l'albero per festeggiare un natale che fu per loro memorabile.
  
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