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Autore: IdaC91    08/09/2014    5 recensioni
In un mondo in cui la Magia esiste ed è sinonimo di potere, i Signori degli Elementi siedono ai vertici della Società Magica, in virtù delle loro straordinarie capacità. Esistono, però, poteri ancora più straordinari, perché rari, perché estinti...
Ma se non fosse davvero così?
Se il Tempo e il Fuoco fossero destinati a incontrarsi?
Se due vite, apparentemente così diverse, così distanti, ma in realtà così vicine, si trovassero a confronto?
Due uomini in fuga dalla Società Magica, dal loro essere diversi, due uomini in fuga da se stessi, ritroveranno nell'altro la strada da percorrere.
Insieme.
Obviously, it's a Johnlock story.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sapevo che sarebbe accaduto. Era solo questione di tempo prima che la follia si impossessasse di me ed anch'io mi cimentassi nell'ardua impresa di scrivere una fic su questi due adorabili paciocconi. Sarò breve, giuro. Amo le AU, amo i Fantasy, amo i Johnlock (ma va?) e, probabilmente, si vedrà l'influenza di tutti i libri che ho letto e del pastrocchio che ne hanno fatto dei miei neuroni. Detto questo, ringrazio la dolcissima Federica, che sopporta i miei scleri anche alle 3 di notte e che è stata la prima ad ascoltare quest'idea folle e leggere il mio delirio, e tutte le ragazze del gruppo Fb We are JOHNlocked, che sono adorabili e mi hanno spinto a mettere nero su bianco questa storia. Ho parlato fin troppo, ora taccio e vi lascio alla lettura! (Aggiungo una mia FanArt fatta apposta come copertina!)
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Capitolo 1
 
Correva a perdifiato lungo il vicolo, veloce e sfuggente, più silenzioso di un gatto, quasi come un'ombra. La sua figura, avvolta in un lungo cappotto scuro che oscillava a ritmo dei suoi svelti passi, era illuminata solo dai radi lampioni, oltre che dal cielo notturno di Londra, limpido e sereno. Una luna crescente sorrideva brillante sullo sfondo blu, le stelle come piccoli puntini che le facevano da contorno.
 
Era alle prese con l'ennesimo inseguimento, per l'ennesimo caso di un ennesimo omicidio. Il 37esimo della sua carriera, per la precisione. Si fermó di fronte ad una porta, alla fine del vicolo, il respiro un po' affannato ma calmo, nonostante la corsa. L’uomo che stava inseguendo sarebbe spuntato di lì a poco. Aveva calcolato tutto. Nel vano tentativo di seminarlo, il malvivente a cui dava la caccia si era rifugiato in un locale. Non era stato scaltro, però. Noioso. Non aveva capito con chi aveva a che fare. Un errore imperdonabile. Gli avrebbe tagliato la strada, attendendolo presso la porta sul retro. Una volta giunto alla sua meta, l'uomo col cappotto si fermó e attese. Se solo avesse potuto essere quello che davvero era, se solo avesse potuto mostrare quello di cui realmente era capace...
 
Ripensó con amarezza alla sua condizione -il malvivente ci avrebbe messo circa sette noiosissimi minuti per decidersi a uscire- e si chiuse in un silenzio contemplativo. Nel corso della sua breve vita, era stato definito in tanti modi, uno più disdicevole dell’altro. “Mostro” era il più frequente, forse anche il più lusinghiero. Non che a lui importasse dei pensieri altrui. Era abituato, ormai. Peccato che, se quei poveri stolti avessero saputo la verità sulla sua persona,  probabilmente il termine "mostro" sarebbe stato un nulla in confronto alle parole che gli avrebbero urlato contro. Sarebbero state anche le ultime sarebbero uscite dalle loro labbra.
 
 Le persone speciali e poco comuni erano sempre etichettate come tali, gli ripetevano spesso, in famiglia. Famiglia… Un sorriso ironico increspò le sue labbra al solo pensiero. Proprio coloro che l'avevano represso, proprio i suoi cari - o presunti tali- tentavano di inculcargli da sempre questa lezione. Avevano miseramente fallito, su tutti i fronti. Non avrebbe mai funzionato, non con lui. Prima di essere quello che era ora, prima degli insulti per la sua inopportuna intelligenza, prima di tutto quel correre dietro ad assassini e truffatori, prima della sua inusuale professione, prima di ogni cosa, c'era stato un altro problema fondamentale, più grande e pericoloso di ogni altro, ed esso risiedeva dentro di lui.
 
Meglio, Il problema era LUI.
 
Per un breve ed effimero periodo della sua vita, pensò che le persone come lui potessero venir considerate qualcosa di straordinario, qualcosa di assolutamente importante, data la sua rarità. Ma era stato un pensiero terribilmente sentimentale e inopportuno, subito smentito dalla dura realtà, subito rimosso dalla sua mente. Quanto era stato stupido! Ma era solo un bambino, si disse poi.
 
La popolazione non sarebbe mai stata disposta ad accogliere quelli come lui. A dire il vero, la Società probabilmente credeva, nella sua terribile ignoranza, che la sua stirpe fosse estinta, cancellata, completamente rimossa dal pianeta. O, almeno, lo sperava. Ma si sarebbe dovuta ricredere, il giorno della sua nascita.
 
La sua famiglia ne era rimasta sconvolta, quasi atterrita, il contrario di quello che accadde con suo fratello, Mycroft. Quel suo stupendo fratello maggiore, così brillante, così perfetto. Così noioso. Come poteva essere accaduto che una famiglia tanto rispettabile, tanto ammirata, con un posto tanto alto nella società Britannica, avesse un simile esemplare tra i suoi ranghi? Come era geneticamente possibile un tale avvenimento?
 
Gli Uomini di Ghiaccio, o Ice-Men, ecco come venivano chiamati gli Holmes, da generazioni e generazioni. Sul loro polso sinistro si stagliava, con immenso orgoglio, il Marchio che attestava il loro potere. Un fiocco di neve a sei punte, di un blu scurissimo, costantemente tenuto al di sotto di un Polsino Rivelatore, come di regola nella Società Magica. Quella stupida e inutile Società di Idioti.
 
La Società Magica rappresentava un’amministrazione gerarchica, di importanza incommensurabile e incredibilmente antica, che controllava chi ancora poteva vantarsi di possedere le abilità magiche fondate sui Quattro Elementi , Aria, Acqua, Fuoco, e Terra, e i loro diretti derivati. Ai suoi vertici, poteva annoverare gli ultimi tre detentori di Poteri Puri, cioè gli unici umani che possedevano poteri costituiti da un singolo Elemento. Venivano chiamati i Signori, e nessuno ne conosceva i nomi o i volti. Regnavano incontrastati nelle loro dimore, dall’ubicazione ovviamente sconosciuta, e dettavano legge dall’alto dei loro poteri. Tempi addietro, un’altra stirpe deteneva il potere, quella del Tempo, ma oramai era praticamente estinta. Gli altri detentori dei Poteri Puri, invidiosi e attratti dall’oscuro e immenso potere del Tempo, fecero in modo che essi “scomparissero” misteriosamente dalla circolazione. C’è chi diceva che fossero tutti morti a causa di molti esperimenti, chi, invece, che fossero fuggiti attraverso le loro Space Doors (porte per mondi e tempi diversi) per trovare rifugio e non tornare mai più. Fatto sta che, nonostante il loro immenso potere, i Viaggiatori del Tempo erano completamente svaniti nel nulla. A quell’epoca, dopo le Grandi Guerre Magiche che avevano stravolto l’Occidente e decimato la popolazione magica, possedere un Marchio era una vera benedizione, un privilegio che ti poneva al di sopra di tutto, se non al di sopra di tutti. Il Marchio diveniva evidente all’età di sei anni, nei bambini in procinto di affrontare l’età scolastica. Talvolta, in casi particolari, i bambini potevano mostrare le loro abilità prima che il Marchio venisse fuori, in situazioni di particolare intensità o di pericolo. Una volta raggiunto il sesto compleanno, quelli in possesso di abilità magiche venivano poi censiti e indirizzati alle rispettive Scuole di Formazione.
 
La famiglia Holmes era l’unica rimasta che poteva vantare di aver ereditato il Potere del Ghiaccio, una combinazione tra Aria e Acqua. Questo loro status gli aveva garantito rispetto e potere incommensurabili. Ovviamente, il fatto di portare sulla propria pelle e nel proprio sangue una traccia di un potere come questo, ti rendeva già speciale e temuto.  Ma a lui era successo altro. Era nato diverso, era nato Puro. Per di più, di una purezza incredibilmente rara. Non esisteva nemmeno un Signore Puro che detenesse quell’elemento.
 
Allo scoccare del suo sesto anno d’età, il secondogenito degli Holmes, Sherlock, aveva visto comparire sul suo polso un altro Marchio, tra lo stupore generale. Mentre d’aspetto aveva preso i tratti della sua famiglia -gli zigomi alti, la pelle diafana, gli occhi dalle mille sfumature del ghiaccio, i riccioli neri corvini- non c’era nessuna traccia di gelo nel suo sangue, nessun fiocco di neve sul suo polso. Le avvisaglie di questo evento si resero evidenti già prima che compisse quei fatidici sei anni, quando, in un capriccio lacrimevole, un minuscolo Sherlock infiammò le tende della stanza di suo fratello solo con lo sguardo. Quell’avvenimento portò la famiglia Holmes a tenere il proprio figlio sotto stretto controllo ogni momento, a subire esami su esami –ovviamente segreti- che non portarono a nulla, se non ad un allontanamento emotivo e rabbioso del loro piccolo figlio. Per quanto volessero negarla, per quanto volessero nasconderla, la verità era chiara e innegabile. Era addirittura scottante.
 
Sherlock era un Baciato dal Fuoco. Era, secondo la definizione corrente, un H-Dragon, un Drago Umano. Reputava quel nome davvero inopportuno, dato che certo non spuntavano ali sulla sua schiena e non sputava fiamme dalla bocca, ma l'idiozia popolare ormai aveva generato quel termine e non se ne sarebbe mai più liberato. Sul suo polso così pallido si stagliava il disegno di una fiamma rosso cremisi, che si illuminava come brace ardente nell’oscurità e brillava letteralmente quando utilizzava il suo potere. Ma c’era di più. Sherlock era l’Ultimo dei Draghi. Non esisteva nessun altro al mondo con un potere simile. Il Fuoco, dopo il potere del Tempo, sicuramente era il più pericoloso. Le Grandi Guerre Magiche lo avevano dimostrato. Gli ultimi H-Dragon capeggiarono le rivolte contro la Società, ma vennero orribilmente sconfitti dall’attuale Signore dell’Aria. Da allora, non vi era stata più nessuna traccia di un suo simile. Non che la cosa gli dispiacesse, essere unico. Lo era già, ne era consapevole e ne andava fiero, ma questa sua unicità rappresentava un problema, se non una minaccia per lui stesso. Gli H-Dragon erano ormai, nell’immaginario collettivo, i principali nemici del governo. Dovevano essere eliminati, ad ogni costo. La sua famiglia lo sapeva bene. Per questo, decisero di celare la sua vera natura. Al momento del censimento, nascosero la sua magia, oscurando temporaneamente il Marchio di Sherlock. Lo dichiararono Umano. Lo scandalo che ne seguì perdurò per vari mesi, ma non svanì mai del tutto. Da allora era sempre stato quello diverso, quello ordinario. Proprio lui, che di ordinario non aveva nulla.
 
Gli anni che trascorse rinchiuso nella Villa Holmes servirono per fargli dominare quel suo immenso potere. Ma ne risentiva sempre di più. Resistere a quelle fiamme, a quell’ardore che gli ribolliva dentro, era una vera tortura. In quegli anni, rinchiuse quel suo potere in un antro del suo Mind Palace e dedicò la sua anima ardente alla scienza della deduzione. Scoprì che le fiamme nel suo corpo erano irrimediabilmente attratte dal rischio, dagli omicidi, dai casi irrisolti, e li studiò ad uno ad uno, fino a creare il proprio scopo della vita. Inventò il suo lavoro, il Consulting Detective, abbandonò la sua famiglia e si dedicò anima e corpo alla sua nuova occupazione per chiunque avesse un caso abbastanza interessante da sottoporgli. All’inizio non fu facile, tra le dicerie e gli sguardi sfuggenti che sempre lo seguivano. Ma era pur sempre un Holmes, dunque il timore del suo nome fece da scudo e da lasciapassare per molte porte, compresa quella di New Scotland Yard. Nessuno sapeva del suo reale potere , nessuno ne aveva avuto neanche il sentore, nemmeno il Detective Ispettore Lestrade, che spesso richiedeva i suoi servizi. Certe volte, però, alcuni dei suoi sottoposti, durante dei casi particolarmente interessanti o i suoi veri e propri attacchi di isteria, giuravano di aver visto balenare le fiamme tra le sue iridi di ghiaccio.
 
Un rumore inaspettato portò Sherlock a ridestarsi improvvisamente da questi pensieri. Era impossibile, erano trascorsi solo tre dei sette minuti da lui pronosticati. Una luce accecante lo privò momentaneamente della vista. Socchiuse le palpebre e vide i contorni della porta che brillavano. Cosa diavolo stava accadendo? Nell’esatto momento in cui allungò la mano in direzione della porta, la luce svanì e quella si aprì. Davanti a lui, nessuna traccia del suo assassino.


Si, lo so, suspenseeee! XD Se siete arrivati fin qui, meritate uno zuccherino! *Porge una caramella*. Spero che la storia di base vi sia piaciuta e ringrazio chiunque abbia avuto il coraggio di leggerla XD Vi mando un grande abbraccio virtuale! Ci vediamo presto col prossimo capitolo, kisses!
Ida :D

 
  
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