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Autore: AidenGKHolmes    08/09/2014    3 recensioni
Tutti attorno ad Anna erano spariti... Arendelle sembrava disabitata e non riusciva a ricordare nulla di ciò che era successo dopo la sua partenza alla ricerca di Anna.
Molte volte, cercando qualcuno o qualcosa, si finisce per trovare cose inaspettate... ed è stato così anche per la principessa dai capelli rossi.
One Shot da 1695 parole
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa, Hans
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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SAREMO SEMPRE CON TE
 

"Ogni qualvolta muore un uomo, è un universo intero a venire distrutto. Ce ne rendiamo conto non appena ci identifichiamo con quell'uomo"

-Karl Popper

 

Anna non sapeva bene dove si trovava, nè come ci fosse arrivata... non ricordava assolutamente nulla degli ultimi momenti prima di perdere conoscenza, sapeva solo che era partita al galoppo alla ricerca di Elsa. Ancora non riusciva a crederci: la sorella aveva il potere di controllare il ghiaccio... e lei non lo sapeva?
Come aveva fatto a non accorgersene?

Era sdraiata a terra, su una specie di giaciglio fatto di vimini e l'ambiente attorno a lei era stranamente caldo, luminoso e confortevole... lentamente si alzò in piedi, ma dovette fare attenzione a non cadere a terra a causa di un'improvvisa e dolorosissima fitta sulla parte alta della testa.
La rossa iniziò a guardarsi in giro, ma a parte alcuni scaffali pieni degli oggetti più vari e un bancone di legno finemente intagliato non vi era nulla. Una piccola porta sembrava essere l'accesso ad una sauna, ma era chiusa a chiave e Anna non riuscì a trovarla da nessuna parte.

Fuori il vento soffiava lievemente tra gli alberi, producendo un fruscio ben udibile anche dall'interno di quello strano edificio. Decise quindi di aprire la porta principale per cercare di capire dove si trovasse, ma poco prima di uscire notò che sotto il suo piede vi era un piccolo foglio giallognolo, scritto con una calligrafia stranamente elegante.

"Raggiungi il castello di Arendelle il prima possibile" Recitava il messaggio

"Che vuol dire?" Si chiese Anna, senza capire.

Dopo essersi richiusa la porta alle sue spalle l'aria fredda le punse il viso come una moltitudine di spilli. Fortunatamente il suo cavallo era stato lasciato fuori da quella strana casetta in legno e sembrava che l'animale fosse rimasto là ad aspettare pazientemente il suo risveglio.

"Emporio querciola vagabonda..." Lesse Anna sul cartello in legno, dopo averlo parzialmente ripulito dalla neve. Aveva già sentito nominare un posto simile... ma non riusciva a ricordare in quale occasione. Dopo essere montata velocemente sul dorso del destriero fece rotta verso Arendelle, sfruttando tutta la rapidità che l'animale aveva nelle zampe. Durante quel breve viaggio le domande continuavano a sovrapporsi come fogli di carta su una scrivania...

Come era arrivata a quell'emporio? Perchè non riusciva a ricordare nulla del momento in cui era partita da Arendelle alla ricerca di Elsa? Chi aveva scritto quel messaggio? E soprattutto, cos'era successo di così grave da costringerla a tornare immediatamente in città?
Il bosco sembrava infinito e completamente uguale in ogni suo punto, tanto che Anna dubitò più volte del suo senso dell'orientamento, convinta che stesse girando in tondo, ma quando ormai stava per perdere ogni speranza, riuscì a scorgere all'orizzonte le torri del castello di Arendelle.

Aumentando il passo Anna raggiunse i cancelli delle mura di Arendelle in pochi minuti, ma capì subito che c'era qualcosa di strano: la città era completamente deserta, non vi era una singola persona per le strade, sebbene la tempesta di neve fosse ormai cessata. Tra le case soffiava il vento con un ululato angosciante, mentre le insegne di legno dei negozi cigolavano tristemente, facendosi cullare da quella lieve brezza che rendeva il piccolo villaggio simile a una cittadina fantasma.

Il cielo era diventato minacciosamente grigio, ma la tormenta di neve non accennava a riprendere, il che era l'unico aspetto positivo in tutto ciò.

"Ma dove sono finiti tutti quanti?" Disse tra sè e sè, smontando da cavallo.

La paura cominciò a crescere in Anna che, seppur riluttante, era decisa a scoprire cosa stesse succedendo. E la risposta la attendeva indubbiamente nel castello. Nel frattempo il cavallo era sparito; non era scappato, avrebbe sentito il rumore degli zoccoli correre via lungo le strade. Era come svanito nel nulla, cosa che non fece altro che aumentare ulteriormente l'inquietudine di Anna.

Attraversò velocemente le strette stradine di Arendelle, lungo le quali l'unica forma di vita sembrava essere lei, fino a che non raggiunse il ponte, completamente innevato, che collegava la cittadina col palazzo reale. Eppure aveva l'inspiegabile sensazione di non essere sola...
Una volta giunta nel cortile antecedente all'ingresso del castello notò che anche là non vi era un singolo cittadino, visitatore o guardia. Le piccole piante che crescevano nelle aiuole erano avvizzite e secche. Il che non aveva senso, fino a poche ore prima quel luogo era tra i più colorati e allegri che Anna avesse mai visto, ora sembrava disabitato da settimane...

Chiamando a raccolta tutto il suo coraggio spinse il pesante portone in legno che dava l'accesso sul grande salone del palazzo. Anche là dentro non vi era anima viva... se non fosse stato per quella strana figura girata di spalle vicino al trono. Indossava un mantello color porpora e un lungo vestito nero, ma l'aspetto che Anna riconobbe subito furono i suoi lunghi capelli biondo platino.

"Elsa!" Esclamò Anna, con un tuffo al cuore, mentre si precipitava verso di lei. Che ci faceva lì? Quando era tornata?
"Ciao Anna..." Mormorò Elsa, con un'aria triste
"Ma... pensavo fossi scappata... e dove sono tutti quanti? Qualcuno mi ha detto di tornare velocemente qui..." Disse la rossa tutto d'un fiato; l'emozione di averla ritrovata era troppa
"Calmati Anna, calmati... nelle tue condizioni non ti fa bene agitarti..." Disse Elsa, dopo essersi finalmente girata. L'espressione sul suo viso era depressa e triste, gli occhi azzurri lucidi come se fosse sul punto di piangere.
"Nelle mie... condizioni?" Ripetè Anna, senza comprendere cosa intendesse
"Fai finta di non saperlo, Anna... sei gentile a fingere che non sia successo nulla... ma non potrò mai perdonarmelo..." Continuò la sorella
"Ma Elsa... la colpa è mia... non dovevo farti scappare in quel modo..." Azzardò Anna, prima di essere nuovamente interrotta:
"No, non capisci... voglio solo che tu sappia che, in tutti questi anni, sono rimasta chiusa in una stanza per paura di farti del male... ma io ti ho sempre voluto bene... solo che non ho mai potuto dirtelo, ma credimi... non volevo che accadesse questo..."
"Questo cosa, Elsa? Ti prego, mi stai spaventando..." Chiese Anna, intimorita da quelle strane frasi senza senso

All'improvviso una voce famigliare la fece voltare di scatto. Hans era comparso, non si sa come, a pochi metri da lei. Era vestito esattamente come quando lo aveva lasciato in carica ad Arendelle, ma anche lui sembrava sul punto di piangere.

"Lo sapevo che non dovevo lasciarti andare da sola... mi dispiace Anna, mi dispiace tantissimo..." Disse, avvicinandosi a lei
"Insomma, volete spiegarmi che sta succedendo?!" Esclamò Anna, disperata, spostandosi di lato di qualche passo "Dove cavolo sono tutti quanti?! Perchè siamo rimasti soli?!"

La stanza si stava lentamente annerendo, sprofondando in un buio completo. Eppure le figure di Elsa ed Hans erano rimaste ben visibili davanti ai suoi occhi... Ogni rumore era cessato totalmente, attorno a lei non vi era altro che l'oscurità.

"Lascia andare, Anna..." Disse Elsa, abbracciandola come non aveva mai fatto fino ad allora. Le lacrime scorrevano ormai abbondanti lungo le gote di Anna... era spaventata, non sapeva cosa stesse succedendo ma era tutto troppo assurdo per essere reale. Eppure il calore trasmesso dal corpo della sorella era più che vero, così come quello di Hans, che si unì a quell'abbraccio, appoggiando la sua testa contro le tempie di Anna.

Una luce aprì improvvisamente uno squarcio in quel manto nero come la pece. Iniziò come un piccolo punto bianco, che poi aumentò costantemente come dimensioni, fino a diventare talmente luminoso da accecare Anna per qualche istante.

" Anna, dobbiamo andare..." Disse Elsa, prendendola per mano e incamminandosi verso quell'enorme macchia lucente
"Ma... ma... ho paura, Elsa... ti prego..." Ammise Anna, opponendo resistenza
"Noi rimarremo con te per sempre, hai capito? Devi solo lasciar andare..." Rispose Hans, tranquillizzandola
"Ti fidi di noi, Anna?" Le chiese Elsa
"Sì..."
"Allora non avere paura... ci siamo noi con te. Ci siamo stati e ci saremo sempre..." Affermò Elsa, mentre una piccola lacrima le scese lungo la guancia, prima di riprendere il loro cammino verso quella luce.
Anna non sapeva a cosa stesse andando incontro, ma sapeva che Elsa ed Hans non le avrebbero mai fatto del male. Mai.

Il chiarore diventò sempre più brillante e intenso, finchè attorno ad Anna non vi era nient'altro che luce accecante.

Poi l'oblio.

***

Pochi minuti prima...

Alla notizia che la principessa di Arendelle era rimasta ferita gravemente sulle montagne, dopo essere partita alla ricerca della regina, Elsa tornò immediatamente ad Arendelle, dove nessuno osò menzionare gli avvenimenti della festa. Sapevano perfettamente che in quegli istanti non era un bene fare menzione di tale episodi a una ragazza che aveva indirettamente causato il ferimento della sorella. Si limitarono ad accompagnarla alla stanza dove Anna giaceva da ormai due settimane. Nessuno era ammesso là dentro, a parte Hans e il medico reale di Arendelle.

"La caduta da cavallo è stata più grave di quel che pensassimo..." Disse Hans, cupamente, mentre osservava il corpo inerme di Anna "Il trauma cranico le ha causato un coma dal quale il dottore dice che non potrebbe mai riprendersi... non ne avrà per molto, comunque..." Si sforzò di continuare, per poi interrompersi, rischiando di scoppiare in un pianto convulso. Si incolpava da ormai giorni. Se solo fosse andata con lei, se l'avesse accompagnata in quelle ricerche...

"E' stata colpa mia, Hans..." Disse Elsa, senza avere lo stesso autocontrollo del principe delle Isole del Sud, dal momento che affondò il suo viso nel collo di Anna "Non volevo farti questo, Anna... non volevo... ti prego, torna indietro..." Singhiozzò sommessamente, accarezzandole i capelli rossi.

Un piccolo movimento del capo diede momentaneamente un'iniezione di speranza al cuore di Elsa; forse... si stava per svegliare... magari il dottore aveva sbagliato la diagnosi... e se non fosse stata così grave?

Elsa non riusciva più a sentire il respiro della sorella, pur essendo appoggiata contro di lei. Non poteva essere... appoggiò una mano sul suo petto, ma anche il cuore aveva cessato di battere, quello stesso cuore che aveva così tanto amore da dare a chiunque aveva cessato la sua attività prima del dovuto.

"Mi spiace, Elsa..." Mormorò Hans, lasciando finalmente scorrere liberamente le lacrime, mentre accarezzava per l'ultima volta la mano di Anna.


 
   
 
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