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Autore: formerly_known_as_A    10/09/2014    2 recensioni
La vita dopo e oltre il nuoto, a un anno dall'ultima gara.
{SouMomo, future!fic}
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Momotarou Mikoshiba, Sosuke Yamazaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ehy.”

Sousuke si volta, lo sciabordio dell'acqua come unico suono ad accompagnarlo. Non ci dovrebbe essere nessuno in piscina, tutti dovrebbero essere ormai andati a casa, visto che è compito suo chiudere.

Ma c'è qualcuno, a bordo piscina, qualcuno che lo fissa con un piccolo broncio, accucciato sulle piastrelle, le braccia incrociate sulle ginocchia. Sembra arrabbiato, ma sa che non è così.

Avanza verso di lui, nuotare gli affatica la spalla, ma va' molto meglio, adesso, è passato del tempo dall'ultima volta che ha fatto un vero sforzo, in gara.

“Cosa ci fai qui?” chiede, posando le mani sul bordo, godendosi la prospettiva dal basso, per una volta. Il suo broncio è ancora più ridicolo, così e i suoi capelli rossi formano una zazzera scompigliata simile a fiamme.

Il taglio di Rin lo fa sembrare un piccolo leone e Sousuke si ritrova a ridacchiare.

“Wah, Soucchi! È Venerdì, non ricordi?!” sbotta, agitando le mani davanti a lui, le sopracciglia che formano archi impossibili sopra agli occhi dorati.

Certo che ricorda, ma è divertente prenderlo un po' in giro, vedere quel broncio trasformarsi in un sorriso smagliante quando Momotarou capisce. Non ci mette più molto a riconoscere le sue bugie innocenti.

Si solleva fuori dalla piscina, raggiungendo il suo livello con la forza delle braccia. Gli posa un bacio sulle labbra ancora distese nel sorriso e si ritrova a mimare quel gesto quando Momo scivola con le mani tra i suoi capelli per restituirgli il bacio.

La spalla cede molto prima di quanto pensasse e ricade in acqua con un tonfo ben poco elegante, portandosi dietro il ragazzo. Ha un momento di panico quando si rifiuta di muoversi per riportarlo in superficie, ma Momo lo recupera in tempo.

“Soucchi! Guarda cos'hai fatto!” esclama, ma sta già ridendo, i vestiti fradici e i capelli ancora più scompigliati di prima.

Sousuke si assicura che la spalla non faccia altri scherzi prima di avvicinarsi ancora al suo ragazzo, le braccia che vanno a circondarlo prima di baciarlo di nuovo... e farli finire nuovamente sott'acqua.

Tossisce e finalmente scoppia a ridere per la situazione ridicola che hanno creato. Gli fa bene, ridere, seguire Momo senza pensare, rilassarsi dopo un'intera settimana senza di lui.

“Mi sei mancato.” mormora, con sincerità, un velo di rossore sulle guance ma l'intenzione ferma di dirglielo, perché per tanto tempo ha tenuto tutto dentro e per tanto tempo ha visto l'indecisione riflessa nel suo sguardo.

Momo lo spinge verso la scaletta, bloccandocelo sopra con le braccia.

“La distanza ti rende romantico, Soucchi, posso andare in Australia?” domanda, dandogli un bacio rumoroso sulla spalla, facendo comunque attenzione.

Non c'è nessuna pietà nei suoi occhi e di questo Sousuke è grato. La sua spalla ferita, la riabilitazione, le notti in cui non smette di far male anche senza che la sforzi... Momo accetta tutto come una parte di lui, offrendogli sostegno, senza la pietà che gli impedirebbe di andare avanti.

“Non pensarci nemmeno.” borbotta, divincolandosi dalla sua stretta per uscire dalla piscina. Il ragazzo lo trattiene per i fianchi ed affonda il viso nel suo collo.

“Come faccio, Soucchi?”


Quando finalmente riesce a chiudere, Momotarou alle calcagna che non lo aiuta per niente, saltellando da una parte all'altra della reception per guardare i trofei, Sousuke ha ancora troppi pensieri in testa.

Anche se Momo gli cammina vicino, anche se stanno andando nel suo appartamento -quello che lui considera loro- per passarvi il week-end come ogni settimana, è difficile non pensare troppo al futuro. Il futuro del suo ragazzo, più che il proprio.

Non vuole trattenerlo in quella città, accanto a lui che non ha trovato di meglio che diventare istruttore di nuoto. Momo ha talento, ha la forza e l'energia di arrivare dove Rin stesso sta arrivando, fino all'oro olimpico.

“Se davvero vuoi partire...” inizia, a disagio, torturando la zip del borsone. Momo ride, da' un calcio ad un sassolino che fa troppo rumore, nel silenzio della sera, quando colpisce una staccionata.

Incassa la testa sulle spalle, ma fa in fretta a voltarsi, le mani ancora in tasca. Scuote la testa, un piccolo sorriso sulle labbra.

Momo sorride spesso, ma quello è il sorriso delle grandi occasioni, quello che gli fa brillare gli occhi e gli fa venir voglia di stritolarlo.

“Nah. Voglio fare l'entomologo.” risponde, aspettando che lo raggiunga per appoggiare la fronte al suo petto. “E voglio stare con Soucchi.”

Sarebbe il momento perfetto per dirgli che non è un insetto, ma Sousuke non ha le parole. Resta a respirarlo un momento, il naso tra i capelli, il cloro che lo aggredisce ma gli ricorda cosa condividono.

“Andiamo a casa.” sussurra, ma lo avvolge con le braccia, nascondendoselo addosso ancora un po' e passa decisamente tanto tempo prima che possa lasciarlo andare.

   
 
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