"Il mondo si fa nero per qualche ora, qualche città, un paio di stati, e quando ti risvegli è buio fuori. Siete ancora in auto e Dean sta guidando, ritrovi l’abitudine nei suoi gesti e sorridi di quella familiarità che ti sa risvegliare.!
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Disclaimer:
Personaggi tratti dalla serie tv,
copyright dei legittimi proprietari, nessun riferimento a persone o
fatti reali.
Note: Titolo
liberamente preso dal testo di Acquiesce degli Oasis.
Things That Sleep
Inside
Sei stanco. Sempre. E
non sai se è per i continui spostamenti, per
l’intera faccenda di Dean e dell’Inferno che lo sta
aspettando, o perché, semplicemente,
c’è qualcosa che continua a ronzarti nel fondo del
cervello, qualcosa che non riesci ad identificare – o forse
ci riesci, ma non vuoi dargli un nome, anche solo pensarci ti fa troppa
paura – e che non ti lascia riposare. Dormi, ma ti svegli ad
ogni ora, per girare il capo verso Dean, immobile nel suo letto, perso
in un sonno profondo. E il giorno dopo ti
alzi affaticato, nervoso, sull’orlo del limite – un
solo passo, una parola, e l’Inferno ti sembra a due passi e
pronto ad attendere anche te.
“Sam, stai
bene?” ti chiede Dean, sinceramente preoccupato, e tu fai
segno di sì con il capo, non pronunciando nemmeno una
parola, lasciandolo volontariamente a preoccuparsi ulteriormente per
te. Hai solo bisogno delle sue attenzioni, della pressione del suo
corpo contro il tuo mentre ti abbraccia.
Il mondo si fa nero
per qualche ora, qualche città, un paio di stati, e quando
ti risvegli è buio fuori. Siete ancora in auto e Dean sta
guidando, ritrovi l’abitudine nei suoi gesti e sorridi di
quella familiarità che ti sa risvegliare. Poi ti dice che siete
arrivati nel Wyoming – di nuovo, quello stato che non ti
sembra abbia portato nulla di buono dall’ultima volta che ci
siete stati – e che sta cercando un motel, anche se sembrate
persi nel nulla e non ci sono che boschi a perdita d’occhio,
che seguono la strada, compatti e irremovibili, alberi simili a
sentinelle in attesa, quasi pronti ad inghiottirvi.
“Maledizione,
ci mancava solo la pioggia!” impreca Dean, quando le prime
grosse gocce d’acqua iniziano a bagnare il parabrezza
dell’Impala; poi, con un movimento stizzito, aziona i
tergicristalli. Però, in
pochi minuti l’acquazzone diventa così violento
che è costretto ad accostare nella prima stradina laterale
che incontra un sentiero fangoso in mezzo alla foresta, largo appena da
permettere all’auto di passare. Puoi chiaramente
vedere nell’oscurità la sua furia nel dover
rimanere bloccato lì, col freddo che comincia a farsi spazio
all’interno dell’abitacolo. Si gira e recupera una
coperta dal sedile posteriore e te ne getta un lembo, facendosi
più vicino a te, poi, non avvertendo alcuno spostamento da
parte tua, ti guarda, e sai che sta per gridarti qualcosa quando ti
avvicini anche tu, andando a toccare il suo braccio con il tuo, le
ginocchia a scontrarsi sotto il plaid. E Dean è
caldo e solido e concreto, è tutto ciò di cui hai
bisogno e che non sai – puoi – chiedere. Lui sta scivolando nel
sonno quando in un momento di follia decidi che sei stanco di sentirti
squassato dentro da quella mancanza che ti si apre come un taglio nel
profondo quando pensi a lui, come se il tuo corpo stesse cadendo a
pezzi, come se non rispondesse più ai tuoi ordini, e lo baci. Volti il capo e lo
baci. Ti prendi ciò di cui hai bisogno. Lui apre gli occhi, le
tue labbra ancora posate sulle sue in una carezza leggera, e ti guarda. È troppo
buio per poter leggere qualcosa nei suoi occhi, per capire la sua
reazione, così non puoi far altro che andare avanti,
cercando spazio nella sua bocca, provando a ritagliarti un angolo di
pace, e lui te lo lascia fare, posandoti una mano sul viso. Approfondite il bacio,
la sua mano è ora posata sulla tua nuca, in una presa
leggera ma salda, e ti sembra lo stesso che il tuo corpo sia sempre
troppo distante dal suo; poi Dean copre la lontananza tra di voi e ti
è addosso, come se ti avesse letto nella mente, strattonando
la coperta che si è messa tra di voi – il suo
calore reso ormai inutile.
“Sammy,”
ti dice, dopo, quasi cercando una conferma. E tu rispondi solo
“anche io”.