From that
Moment On
Karin era sempre stata una
ragazza estroversa, ma erano poche in realtà le persone ad esserle realmente
vicine. Lei era il tipo da “tutto o niente”. E quando
finalmente riusciva nell’epica impresa di trovare qualcuno disposto al “tutto”,
costui, da quel momento in poi, diventava davvero tutto, per lei.
Domande
“Karin?” l'apostrofò lasciandosi cadere al suo fianco sul
consunto divano.
“Mpf” la salutò continuando a sfogliare con presunto
interesse il plico che stringeva tra le mani, gli occhiali adagiati sul naso e
le lunghe gambe, come sempre strette nella pelle degli stivali neri,
elegantemente puntellate contro il tavolino che aveva di fronte.
“Buonasera
anche a te” sbuffò la rosa, stizzita. Sakura non
amava essere al centro dell'attenzione. Però pretendeva di essere al centro della sua.
“Vedo che sei
molto presa da queste... ehm... scartoffie” continuò irritata, torturando tra
le dita una ciocca di capelli.
Pink it´s my new
obsession
Karin, sbirciando dietro alla montatura ovale degli occhiali, non si
era persa una battuta, un gesto, un respiro del monologo della compagna.
Pink it´s not
even a question
“Che si fa stasera?” incrociò le braccia al petto e la
squadrò con insistenza. “Perché usciamo. Non vorrai
passare tutta la serata a scartabellare! E' sabato e non ho intenzione di
restare chiusa in casa, sia chiaro. Cosa
proponi? Cena e cinema? Pub? Discoteca? Minigolf? Passeggiata? Pallavolo
maschile? Monopoli? Insomma, dì qualcosa!”
Pink on the lips
of your lover,
Aveva le
guance arrossate e labbra umide, gli occhi verdi ridotti a due fessure.
Indossava
ancora il camice azzurro.
Sul viso
affilato di Karin passò rapida l'ombra di un sorriso.
Stringeva i
pugni ai lati del volto, tanto da far sbiancare le nocche, nella perfetta
imitazione di una bambina viziata che sbraita per
ottenere il suo giocattolo.
Sakura detestava essere ignorata, tanto quanto Karin
adorava stuzzicarla.
Con estrema
lentezza, girò pagina aggrottando le sopracciglia, nel palese quanto subdolo
tentativo di apparire tremendamente concentrata e soprattutto interessata agli
inutili documenti che fingeva di esaminare.
Sakura si morse il labbro inferiore, scrutando il suo profilo alla
ricerca di una spiegazione per quel mutismo insopportabile.
“Non ti senti
bene?” domandò, la fronte contratta dalla preoccupazione. Attese qualche
secondo una risposta che non arrivò.
“Sei arrabbiata?” Ancora silenzio.
“Ho fatto
qualcosa di sbagliato?”
´cause Pink is
the love you discover
Si voltò verso
di lei tanto velocemente da farla sobbalzare, afferrandole i polsi.
Il vecchio
divano cigolò sotto il movimento improvviso.
“Se mai è qualcosa che non hai fatto” sussurrò. Si
lasciò cadere in avanti, spingendo la compagna contro il tessuto ruvido e smangiucchiato della fodera scolorita, senza smettere di
stringerle i polsi tra le dita esili.
Sakura si lasciò sfuggire un gemito, più di
sorpresa che altro, quando un ginocchio fasciato di pelle nera si fece spazio
tra le sue cosce sottili.
“Posso
sopportare molte cose irritanti di te,” il suo respiro
caldo solleticò la sensibile pelle del collo, mentre gli occhi neri si
perdevano in quel mare di onde rosa. “sei permalosa...” depositò
un piccolo, casto bacio proprio sotto il lobo dell'orecchio; “sei violenta,”
dischiuse le labbra, saggiando la morbidezza di quella pelle rosea, liscia,
perfetta; “e sei anche un po' isterica,” inspirò a pieni polmoni quella
fragranza delicata, inebriante, irresistibile. “E mi
va bene così. Ma non posso sopportare tutte queste
domande” Scese e morse la tenera pelle tra il collo e la spalla, esattamente
nel punto che avrebbe morso un vampiro. Karin si
deliziò del corpo che aveva sotto di sé, tanto disponibile quanto delizioso e
desiderabile. “quando nessuna è quella giusta.” E
strattonò con forza il cotone turchese, facendo malamente
saltare tutti i bottoni.
Sakura esplose in risatine convulse, mentre lottava per liberare le mani
dalla stretta ferrea della rossa che tergiversava sotto la sua maglietta.
“Karin...” ansimò, “capisco che tu
possa avere... fantasie... sulle infermiere” la rossa strattonò l'elastico dei
pantaloni azzurri con i denti, le mani impegnate a immobilizzare l'altra, “ma
io sono una specializzanda!”
Pink it´s the
color of passion
Karin risalì fino al suo viso, ridacchiando poi sulle sue labbra, “Era
proprio questa la domanda che aspettavo...” esclamò leccandosi le labbra, “E per stasera, questi sono i
programmi” aggiunse mentre gli ultimi residui dell'uniforme medica venivano
gettati con impazienza a terra.
Pink it was love
at first sight, yea
Pink when I turn out the light, and
Pink gets me high as a kite
And I think everything is going to be all right
No matter what we do tonight
Salvataggio
“Allora dicci,
Karin” proferì l’uomo, lisciandosi i baffi brizzolati
con la punta delle dita, “anche tu studi medicina?”
“Oh, no signor
Haruno. Quella roba non fa proprio
per me” rispose agitando una mano davanti al viso, come a voler
scacciare un insetto molesto. “Lavoro in un’agenzia pubblicitaria”
L’uomo la
fissò contrariato, osservandola con una tale intensità da metterla in
imbarazzo. “Dunque perché abiti con Sakura negli
alloggi dell’università, scusa?” la interrogò, vagamente infastidito.
Infastidito! Lui! Karin trasse un lungo
respiro, contando mentalmente fino a dieci. “Perché gli affitti costano meno,
signor Haruno.”
“Ma se lavori, ce li avrai pure i soldi per una casa più
grande…”
“Inoltre” lo
interruppe ammiccando, “apprezzo molto la compagnia di sua figlia.”
Sakura si agitava sulla sedia, schiarendosi la voce. Proprio non le
piaceva la piega che stava prendendo la conversazione. Maledizione! I suoi le
avevano praticamente ordinato di portare il suo
ragazzo a pranzo da loro e lei con chi ci andava? Con
Karin! Ma da dove le era uscita quella brillante
idea? Aveva
pensato che presentare la sua ‘coinquilina’ sarebbe stato meglio che
presentarsi a mani vuote… ma non aveva fatto i conti con la malizia della
compagna. Ogni sua parola era talmente carica di doppi sensi che era praticamente impossibile che non lo stesse facendo
apposta.
La signora Haruno le sorrise dolcemente, porgendole una porzione di Odamaki-mushi. “Raccontaci un po’ di te, cara.
Hai hobby, progetti per il futuro? Il tuo colore preferito?”
As pink as the
sheets that we lay on
Pink is my favorite crayon, yeah
Pink it´s like red but not quite
“Indubbiamente il rosa. A tutte e tre le domande.” Rispose leccandosi le
labbra.
“Oh.” Borbottò dubbiosa.
Non aveva capito, ma qualcosa le suggeriva che fosse
meglio così. “Su su, dimmi un po’, svelaci chi è il
misterioso ragazzo di Sakura!” disse sottovoce con
fare confidenziale, facendole l’occhiolino.
Ciò la irritò non poco,
così rispose senza pensarci, stizzita, sottolineando
con disgusto l’ultima parola. “Sakura non ce l’ha, il ragazzo.”
Sakura quasi soffocò con la sua bevanda,
mentre tutti gli occhi puntavano minacciosi su di lei. Fissò lo sguardo su un punto
imprecisato della parete, mortificata, mentre con le labbra mimava un “salvami”
chiaramente diretto a quella stronza che sghignazzava
compiaciuta.
“Non uno fisso, almeno”
aggiunse, attirando di nuovo l’attenzione su di sé. “C’è chi viene, c’è chi
va…”
I want to be your
lover
“Non so chi sia quello di cui vi ha parlato, ma di sicuro la nostra Sakura ha un’intensa vita sessuale” assicurò
compiaciuta.
Sakura scattò in piedi come se avesse avuto una molla dietro la schiena,
talmente rossa da far credere che potesse svenire da un momento all’altro. I genitori
guardavano ritmicamente prima lei, poi Karin, senza riuscire a decidere chi e come insultare.
Piiipip, piiipip!
Sakura estrasse con le mani tremanti il cercapersone dalla tasca della
camicia, sospirando di sollievo al messaggio comparso sullo schermo.
“Tamponamento a catena sulla statale, è un’emergenza!” gridò,
afferrando la propria giacca e precipitandosi verso a porta.
Karin sfoderò prontamente il miglior sorriso dispiaciuto del suo repertorio,
infilando l’impermeabile e seguendola fuori. “Mi dispiace così tanto non
poterci trattenere oltre…” li salutò mettendo in moto e partendo
sgommando.
“Quando si dice salvate dalla ‘campanella’!”
commentò ingranando la quarta, soddisfatta.
Sakura ringhiò, “Con te facciamo i conti dopo!” ma
non riuscì a resistere all’espressione di puro spasso dipinta sul viso
dell’altra e dopo essersi slacciata la cintura, le sussurrò all’orecchio
“accosta” prima di unire le labbra alle sue.
Pink gets me
high as a kite
And I think everything is going to be all right
No matter what we do tonight
Amicizia
Anche senza vederla, Karin avrebbe potuto
tracciarne un ritratto perfetto sin nei minimi dettagli.
Partendo dal viso, avrebbe seguito con le dita la soffice pelle della
fronte, forse un po’ troppo spaziosa, come lei amava sempre ricordarle,
ma che la rossa letteralmente adorava baciare, gustando la piacevole carezza di
quella lanugine infantile sulle labbra sensibili.
Pink on the lips
of your lover
Avrebbe poi sfiorato la curva del naso, squisitamente inarcata verso
l’alto, per poi giungere alla sua bocca, due petali rosei, turgidi e pieni, morbidi
e brillanti. Era affascinata da ogni loro movimento, ogni
espressione: il sorriso, la smorfia, i moti di stizza, vederle intrappolate
ansiosamente tra i denti bianchi.
A seguire, avrebbe carezzato linea
definita del collo, assorta dal suo lieve pulsare e dal tepore profumato che
irradiava.
It´s kink - but
you don´t ever tell her
Sarebbe scesa oltre la clavicola sporgente, toccandola appena, per poi
tracciare i contorni dei suoi seni piccoli e rotondi. Avrebbe fregato i palmi
contro le costole, delicatamente, per poi lambire la tenera pelle
dell’ombelico.
Avrebbe continuato la sua marcia lungo il ventre, fino a giungere al
bacino, zona particolarmente sensibile della compagna, superandolo in favore
del pube, di cui conosceva intimamente ciascun ricciolo rosa.
Pink as the bing
on your cherry
Sarebbe discesa poi lungo le cosce lisce, i polpacci atletici, le
caviglie sottili.
Adorava persino le sue buffe dita dei piedi, si.
Pink it was love
at first sight, yea
La verità era che Sakura, era la sua migliore
amica.
O almeno così
credeva. Karin era sempre stata una ragazza estroversa,
ma erano poche in realtà le persone ad esserle realmente vicine. Lei era il
tipo da “tutto o niente”. E quando finalmente riusciva
nell’epica impresa di trovare qualcuno disposto al “tutto”, costui diventava
davvero tutto, per lei.
Cos’era per lei, Sakura?
L’amica, la confidente, l’amante, la
domestica, la psicologa, la figlia e la madre. Era tutto ciò di cui aveva voglia, tutto ciò di cui non si sarebbe
mai stancata. Ed era anche il suo più grande e
indecifrabile segreto.
Ed era facile,
immensamente facile, restare nascoste agli occhi del mondo.
Camminare per strada tranquille, mano
nella mano, con la consapevolezza che i più avrebbero scambiato quel gesto
semplicemente per amicizia.
Perché l’amicizia c’era, salda,
sincera, irrinunciabile. Ma c’era di più. Molto di più.
As pink as the
sheets that we lay on
Pink is my favorite crayon, yeah
Pink it was love at first sight
Pink when I turn out the light
Pink it´s like red but not quite
E non vedeva
l’ora di dimostrarglielo.
And I think everything is going to be all
right
No matter what
we do tonight
**
Bene, eccoci qua! Dopo
tanto tempo, ho scritto una yuri! E devo dire che
sono soddisfatta, si si!
In teoria doveva partecipare al contest “Song about Yuri” di Super Ellen e Kurenai88, ma Ellen è sparita e così le altri partecipanti, tranne me e
Scintilla ù.ù
In ogni modo, la Mikki è
stata così carina e disponibile da scriverci lo stesso il giudizio, senza
ovviamente fare la classifica. Lo metto qui perché ne sono molto orgogliosa *_*
"From
that Moment on" di VavvyMalfoy91
Le tre parole sono state utilizzate come 'titoli' delle piccole parti che formavano
la fic e sono state ben inserite nel loro contesto.
Trovo la fic molto scorrevole e simpatica se si
tralasciano alcuni piccoli errori di grammatica.
Karin e Sakura, la prima
perfettamente IC da quello che si conosce su di lei mentre
a seconda rientra abbastanza bene nei suoi canoni, mi sono piaciute insieme.
Erano 'erotiche', 'comiche' e 'affiatate' al punto
giusto da appassionare il lettore, quindi mi complimento.
Molto significativa anche la scelta della canzone, Pink degli Aerosmith, che trovo
molto azzeccata nel contesto descritto. Soprattutto per la scena dei genitori
di Sakura dove Karin
risponde alle 'tre domande' con
'Rosa'.
I miei complimenti!
Se commentate non mi offendo
XD