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Autore: ragazzaspietata    12/09/2014    0 recensioni
[Real life]
[Real life]Si capovolge la storia di Angie, ragazza disordinata, impacciata, ma innamorata dell'amore.
Ogni dolore andrà via con un soffio di vento, e ogni sofferenza del passato cesserà con l'incrocio di uno sguardo.
Non si tratta di una storia d'amore come le altre, ma si stratta di una storia d'amore difficile e ricca di ostacoli, coinvolgente e riflessiva.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Non mi sono mai piaciute le feste, e a dire la verità non mi andava di andare a quella festa.
Mio padre mi chiese se fossi pronta ed io con voce sottile gli risposi di si, uno di quei si secchi e antipatici.
Indossavo un vestitino nero ricamato in pizzo e un paio di decoltè neri, sembrava di portare i trampoli.
Scesi di fretta e furia le scale, entrai in macchina e mio padre mi disse di allacciarmi la cintura di sicurezza, e me lo ricordava ogni volta che la macchina emettva un ''BIP''.
Il ristornate sembrava così lontano, non esisteva l' arrivava ed io ero annoiata, fra me e me pensavo di ritornare indietro, ma qualcosa mi fermava.
Scesi dalla macchina, salutai mio padre ed entrai in un viale dove, prima o poi, ci sarebbe stata la porta di entrata al ristorante. Di colpo alzo gli occhi e ci sono tavoli disposti in modo disordinato e gente che chiacchierava, dire che mi sentivo osservata non è molto!
Entro, e ci sono tavoli ricchi di cibo e fiori ed in lontanza riesco a vedere la festeggiata, capelli blu e vestito nero elegantissimo, non poteva che essere lei, mi avvicino e le faccio gli auguri, dopodiche mi dileguo.
Esco fuori, fumo la mia solita sigaretta e mi guardai attorno, nessuno d'interessante, meno male che al mio fianco c'era Rose, la mia migliore amica.
Entrammo tutti nella grande sala e ci sedemmo per aprire il buffet, era ricco di dolciumi e rustici, non amavo il cibo delle feste ma devo dire che quella sera era davvero buonissimo.
Ero seduta ad un tavolo con gente molto strana che parlava solo ed esclusivamente di sesso, mi sentivo un po a disagio poichè anche io avevo le mie esperienze sessuali ma esporle a persone sconosciute mi faceva sentire , appunto, una disagiata, ma li sembrava non fregarsene nessuno, forse ero io quella sbagliata.
Dopo aver bevuto e assaggiato qualcosa esco fuori per fumare la mia adorata sigaretta, quella che mi distoglieva dalle stronzate sentite dire a quel tavolo.
Uscendo dalla sala noto un tavolino vuoto con delle sedie in vimini, mi attirava molto, chiamai la mia migliore amica e ci sedemmo, di fornte c'era una sedia ancora libera e li si sedette il mio miglior disastro, all'epoca ancora non sapevo che sarebbe diventata il mio miglior disastro.
Ogni cosa comincia con un sorriso, una stretta di mano e via, ma quella sera le cose erano diverse, poichè tirai il peggio di me, con barzellette stupide e modi di fare non adatti per  conoscere gente nuova.
''Perché si dice fumate come i turchi? Io sono di Milano, eppure fumo tantissimo'' La ragazza che avevo di fornte sorrise, la guardai intensamente e in quel momento, nella mia disordinata testa, tutti i riflettori erano puntati su di lei, mi ci persi in quel sorriso.
C'era qualcosa che non andava.
Continuammo a parlare e scherzare come se la festa fosse stato solo un pretesto per conoscerci, aveva una voce dolce, ogni cosa che mi sussurava era davvero speciale.
Ad un certo punto si sedette al mio fianco e mi disse,con voce sottile: '' Non conosco nessuno'' Così d'istinto mi girai e le dissi: '' Piacere Angie, ora conosci qualcuno'' Ci stringemmo le mani che quasi non avrei voluto lasciarla, sentivo il bisogno di stringerla a lungo, ma nel frattempo mi accorsi di non aver ascoltato il suo nome, ero persa nei miei pensieri, non potevo richiederle il suo nome, sarebbe stata una figuraccia, così annuì e sorrisi,
Lei si allontanò, fin quando non arrivò una ragazza e la baciò, ero furiosa, gelosa... Ma che motivo avevo? Perché ero così arrabiata?
Mi alzai e corsi a ballare.
I balli erano carini, e scatenrami quella sera fu davvero divertente, ma la serata era finita ed io non vidi più quella ragazza, non conoscevo neanche il suo nome, mi sentivo vuota, più o meno.
Il clacosn di mio padre bussò, salutai la festeggiata e corsi via.
Per tutto il tragitto ripensavo a quel sorriso e quando arrivai a casa mi stesi a letto, con occhi spalancati e spervo di rivederla, ma in fondo sapevo che non sarebbe stato possibile.
Improvvisamente, però, mi ricordai di essere ''impegnata'' con un ragazzo alla quale non m'importava nulla e quindi continuai a pensarla, ma non come in genere le ragazze pensano ad altre ragazze, in modo diverso.
''SONO ETERO'' mi ripetevo nella mia folle testa, ma qualcosa era cambiato, c'era qualcosa di nuovo che mi piaceva e anche tanto.
   
 
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