Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Rota    13/09/2014    2 recensioni
-Cosa fai qui, Jeager?
Eren alza lo sguardo al suo Comandante, con il viso sporco di barba incolta e salsedine.
Pronuncia un nome che gli è stato insegnato tempo addietro, con sicurezza.
-Guardo il mare.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eren, Jaeger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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*Nick forum: Rota23
*Nick efp: Rota
*Titolo storia: Dolce nenia bianca
*Pacchetto: 8 Moonlight Shadow
- “I ricordi veramente belli continuano a vivere e a splendere per sempre, pulsando dolorosamente insieme al tempo che passa.” Banana Yoshimoto
- Deve ispirarsi a un’opera o al particolare di un’opera di Claude Oscar Monet
- Deve contenere “elementi” floreali
*Fandom: Shingeki no Kyojin
*Personaggi: Rivaille, Eren Jaeger
*Rating: Giallo
*Livello difficoltà: 3
*Avvertimenti: Shonen ai leggero, What if...?, Tripla Drabble
*Dedica: A Prof (L)
*Note Autore: Cosa assolutamente venuta di getto, dopo un lungo blocco causato dagli esami e mille altre cose ancora.
Il titolo del dipinto da cui ho preso ispirazione è “Morning by the Sea”, giusto per essere chiari, mentre il conteggio delle parole è stato fatto con word: 330 parole per una drabble tripla.
Sperando di non aver fatto pasticci, spero sia una buona lettura (L)










 

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Seconda classificata al "Odore di fragole rosse - Sinestesia drabble contest" indetto da Fox e Ayumu_7 sul forum di EFP

Quarta classificata al Drabble e flashfic contest - Who we are indetto da Stareem sul forum di EFP

 


 


 

 

-Cosa fai qui, Jeager?
Il vento porta refrigero e da lontano il rumore delle onde infrante.
Eren alza lo sguardo al suo Comandante, con il viso sporco di barba incolta e salsedine.
Non sorride, sotto le ciglia stanche di vita, ma brilla della riminiscenza e della vitalità dei sopravvissuti. Indica con il capo il limite che non la razza umana, ma la natura stessa ha posto alla loro volontà, appena oltre la spiaggia dove sono immersi i loro stivali scuri fatti per altre terre e altri suoli. Pronuncia un nome che gli è stato insegnato tempo addietro, con sicurezza.
-Guardo il mare.
Sembra voler aggiungere qualche parola, titubando incerto di fronte all'altro uomo, ma forse gli sfugge dalle labbra il confronto con presenze che ormai non vedono più. “Armin sarebbe più sorpreso”, “Mikasa si emozionerebbe con più forza”: sono convinzioni che serba nel cuore, che si fanno carne ed espressione nel suo viso giovane già pieno di rughe. La mano che fino al giorno prima ha ucciso giganti e persone ora è sporca di sabbia bagnata: stringe gambe rannicchiate. E il dolore, non dimenticato né soppresso, ha scavato nella sua pelle ricordi profondi come cicatrici.
Un bagliore accompagna un'onda spintasi troppo vicino. Suona fragile, nel suo volo quasi senza logica, la lenta e dolce nenia bianca che l'esistenza concede al suo concreto percepire: la farfalla candida trova tra i granelli di sabbia un fiore minuto su cui posarsi, rimanendo sospesa leggera su sottili trampoli.
La morte accompagna la vita, il ricordo esalta il presente.
Eren ammira il mare come lo guarderebbe chiunque, sospira solo per sé stesso. E domani il suo saluto alla guerra sarà come sempre perfetto, accanto a quello del Comandante.
Quella mattina Rivaille aspetta assieme a lui, dritto in piedi di fronte al confine del mondo, che i raggi del sole di un nuovo giorno gli colpiscano le spalle – come la prima, infantile volta: brivido di inafferrabile vita consumata.
Una mano poggiata sulla spalla, e silenzio.

 

 

   
 
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