Fanfic su attori > Tom Hiddleston
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Autore: CinderNella    14/09/2014    3 recensioni
Inizialmente si sentiva un po’ strana per il fatto che avrebbe condiviso una casa con un uomo.
Insomma, Colette aveva detto che quel Tom era simpatico e a modo, ma lei, Colette ed Elspeth erano sempre state con delle ragazze in casa… Tranne il modello. Ma lui non stava mai a casa. Laire era l’ultima aggiunta, una matricola alla loro stessa università e si trovavano benissimo, ma erano sempre state solo ragazze.
E ora Colette le mollava per tornare al suo paese natio e le lasciava in balìa di un tipo che nemmeno conoscevano. Era un po’ ingiusto.
"Ma se Colette lo conosce in qualche modo e dice che è alla mano, gentile e ha viaggiato molto, ci si potrà fidare..." pensò lei, rincuorata.
[...] Tom uscì dal portone, tirando un sospiro di sollievo: quell’Aneira era una tipa stramba. In positivo, ma lo era.
L’aveva convinto a prendere la camera sebbene non fosse la migliore opzione, ma nel suo essere strana gli aveva già fatto sentire la casa come sua, come se ne volesse fare parte.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Yup, il banner l'ha fatto _Lith_, la struttura del titolo del capitolo è liberamente ispirata a quella di tutti gli episodi di FRIENDS e la foto è stata presa da internet per poi essere modificata da me: e voi probabilmente vi sarete rotti di leggerlo ogni volta XD
Buona lettura!















 
The Guy Who Turned Her Down



4. The One With The Thief On The Roof And The Drunk Actor In The Room
 
Le lezioni erano ricominciate e la occupavano per tutta la settimana agli orari più disparati, per non parlare del fatto che le lezioni per il progetto delle Nazioni Unite stavano per finire ma richiedevano tantissimo impegno e lei aveva purtroppo solo ventiquattr’ore a disposizione per giornata.
Faceva difficoltà ad incontrare Laire ed Elspeth per casa, giusto ogni tanto si scontrava con Tom nel traffico per il bagno ed era terribilmente stressata. Voleva calma, dormire e bearsi nel suo letto nelle giornate di pioggia.
Invece doveva affaticarsi, correre a lezione perché usciva leggermente in ritardo di casa – in realtà arrivava sempre appena in tempo per la lezione e quasi sempre sudata per la corsa che era stata costretta a fare – e mangiava fuori: voleva la sua casetta, per un po’.
La lezione era finita un quarto d’ora prima e lei si era catapultata a casa: con tutto il cappotto si era gettata letteralmente sul letto, a braccia e gambe spalancate, come se volesse abbracciare tutta la camera.
Sospirò contenta e si rotolò sorridendo: finalmente la settimana era finita.
«Aneira… cosa stai facendo?» Thomas William Hiddleston si stagliava in tutta la sua figura con il cappottone e la guardava con il sopracciglio alzato.
La ragazza rotolò dall’altra parte per guardarlo e gli sorrise: «Rotolo!»
«E anche questo l’ho notato!»
«Semplicemente mi godo le gioie di casa, finalmente casa.» esalò contenta, e se solo ci fosse stata della neve sotto di lei avrebbe fatto un Angelo di Neve con quei movimenti.
«Ho capito, sei stata troppo tempo fuori di casa per una settimana. Ti direi ci vediamo dopo il teatro, ma non so se ti ritrovo sveglia…»
«Esci?»
«Sì, e non so quando torno. Buona serata!»
«Buono spettacolo!» quasi un mese che lo conosceva e non era ancora andata a vedere Coriolanus. Lei che amava Shakespeare e il teatro poi!
Si alzò dal letto, si liberò del cappotto e infilò il pigiama e l’onesie da Pikachu – aveva tanto freddo, e adorava quel maxi-pigiamone-meglio-conosciuto-dal-mondo-intero-come-onesie – per poi capitombolare per la sua gioia tra le coperte.


Doveva essersi addormentata senza rendersene conto quel pomeriggio: si svegliò di soprassalto e controllò l’orario sul cellulare, notando che erano quasi le due. Solo dopo si rese conto del motivo per il quale si fosse svegliata, ossia Laire che la osservava terrorizzata e in procinto di piangere alla porta.
«Laire—cos’è successo?» chiese immediatamente, stropicciandosi gli occhi.
«C’è un uomo dietro la mia finestra.»
«Come?» Aneira abbassò la voce, riflettendo. Era impossibile, insomma, come ci arrivava a camminare su un tetto un uomo?
«Ho sentito un tonfo enorme, mi sono svegliata e ho visto un ombra umana da dietro la tenda. E sono corsa qua… Elspeth non c’è e Tom è al buio…»
«D’accordo…» il suo cervello macchinava in fretta e la mano andò immediatamente al cassetto, afferrando un martello «Se davvero c’è qualcuno dobbiamo essere preparate.»
Laire emise una risata strana, dovuta alla figura pronta di Aneira con un martello dal manico arancione in mano e la seguì, mentre quella accendeva tutte le luci della casa, controllava le altre finestre e tutte le ante – di armadi, di armadietti e porte – facendo più rumore possibile.
Avevano appena finito di controllare il bagno e Laire ne uscì, iniziando a dirigersi verso la sua camera…
Un urlo squarciò l’assordante silenzio della casa e Laire per poco non prese il martello dalle mani di Aneira per darlo in testa allo sconosciuto rosso mezzo ubriaco che appariva dalla porta della camera di Tom.
«Laire, ferma!» la bloccò Aneira, l’unica che stava pensando qualcosa di vagamente logico in quel momento «Tom, ti sei dato alla sodomia con Eddie Redmayne?»
Dopo quella domanda, Hiddleston comparve sconvolto accanto al rosso «Eh? Che ci fai con un martello in mano?!»
«Shhh!» lo riprese la ragazza, entrando in camera sua seguita da Laire.
«Ma che—
«Laire ha visto un uomo dietro la sua finestra, sul tetto. Shhh, ora.» spiegò la ragazza, camminando furtivamente verso la finestra, mentre Tom strabuzzava gli occhi e si piazzava dietro di lei, lasciando Laire tra lui ed Eddie, che probabilmente era troppo ubriaco per essere utile nel caso di uno scontro con il misterioso ladro.
Aneira spalancò la finestra della camera dell’uomo facendo rumore e sporgendosi per vedere meglio, e sembrava tranquillo: ma non era certa che l’ombra a diversi metri da lei fosse un comignolo: «Ehi tu, vedi di non tornare mai più!»
Nel caso in cui fosse stato davvero un lui e non un comignolo. Tom fece per uscire sul tetto anche lui, ma invece si ritrovò a tirare dentro Aneira, che chiuse la finestra basita, e con il martello ancora in mano.
«Thorneira!» esclamò tra un singhiozzo e l’altro Eddie, ridacchiando palesemente e suscitando la perplessità dei presenti mentre indicava la ragazza col martello in mano.
«Controlliamo le altre stanze» Aneira non si sentiva sicura – soprattutto perché l’aveva creduto impossibile, ma aveva anche lei visto un’ombra umana… e voleva esserne sicura. Perfettamente sicura.
Spalancò la porta della camera di Laire e cercò qualsiasi cosa ovunque, per lasciare per ultima la cucina, fin quando non si sedette sulla sua poltrona preferita, sospirando profondamente e posando il martello sul tavolino di fronte.
«Ma l’hai visto?!» chiese terrorizzata Laire, ma Aneira scosse la testa: «Non sono sicura di averlo visto. Era un’ombra e magari ero solo condizionata…»
Tom la raggiunse sull’altra poltrona, mentre Eddie occupava una sedia movendo lentamente la testa da una parte all’altra: «Ma credi di averlo visto?»
«Non lo so. Non so nemmeno se lo voglio sapere… però c’era quell’ombra e non sembrava un comignolo…» afferrò per sicurezza il martello e tutti ridacchiarono.
«Cerco di tornare a dormire. Grazie per la missione di salvataggio in potenza, ‘Nei.» Laire li salutò con una mano, prima di andare a chiudersi in camera.
Aneira fissava un punto indefinito sul tavolino, mentre Eddie si serviva di una sigaretta del pacchetto lasciato sul tavolino da Elspeth due giorni prima e Tom gliela toglieva immediatamente di mano «Fermo tu! Già sei imbevuto di alcol come una spugna, ti ci manca questo!» e la ripose nel pacchetto, andando a prendergli un bicchiere d’acqua per poi porgerglielo.
La ragazza sorrise guardando quello scambio di gesti e frasi, mentre Tom rioccupava subito dopo l’altra poltrona «Cosa ci fa lui a casa?»
«Era troppo sbronzo per tornare alla sua di casa e l’ho ospitato. Anche se ha vomitato…»
«Non pulirò il vomito di Eddie Redmayne, sappilo. E nemmeno la signora delle pulizie»
«Rilassati, l’ho fatto io» rispose il biondastro con un’espressione schifata «Non avrei mai lasciato a te questo onore.»
«Immagino!» rise la ragazza, rendendosi conto di avere davvero fame – non aveva cenato, era crollata dal sonno alle sei del pomeriggio – e iniziando a tirare fuori un hamburger dal frigo e metterlo sulla piastra.
«Che… stai facendo?» chiese nuovamente curioso il coinquilino.
«Ceno. Non l’ho fatto stasera perché mi sono addormentata per sbaglio alle sei. Volete qualcosa?»
«Sìììì! Voglio una bistecca!» esclamò sognante Redmayne e la ragazza alzò un sopracciglio «Mi dispiace, Campione, ma qui ho solo pollo oltre a questo mio hamburger. Allora?»
«Pfff va bene» acconsentì il rosso mentre lei iniziava a preparare entrambi i piatti, dando un’occhiata ogni tanto alla carne in cottura.
«Lo voglio al sangue!» esclamò sempre delirante Eddie, mentre Aneira lo contraddiceva «E poi muori. Campione, il pollo si cuoce completamente o rischi di stare male!»
«Uffa!»
«Magari smette di ciarlare appena assume del cibo» commentò semplicemente Tom, andando ad aiutare Aneira con l’insalata.
 «Scusatemi ancora: ‘Nei, ho trovato delle chiavi…» Laire, in pigiama, con un’espressione perplessa rendeva altrettanto perplessi tutti i presenti nella cucina.
«E?»
«Penso siano per le sbarre alle finestre. Per chiuderle. Mi aiuti?»
«Sto cucinando per me e per il Campione laggiù…» indicò con il capo Eddie, che giocava con la carta da cucina «Puoi andare tu?» chiese voltandosi verso Tom, e quello annuì, seguendo Laire ancora un po’ preoccupata.
«Ed, vuoi del curry o altre spezie sul poll—
Aneira non riuscì nemmeno a terminare la frase che Eddie prese un vasetto pieno di curry e lo riversò brillantemente sulla sua fettina di pollo «Ma hai finito tutte le nostre scorte di curry!»
«Curryyy
«Ma quanto ha bevuto…» disse tra sé e sé Aneira, alzando gli occhi al cielo e servendo in un piatto il curry al pollo e l’insalata al Campione che era ritornato al tavolo della cucina, mentre portava il suo piatto alle poltrone.
«Cosa è successo?» Tom si ripresentò alla porta con Laire alle calcagna, che si passò stancamente una mano tra i capelli per poi lasciare le chiavi in cucina: «Il tuo brillante amico ha buttato tutto il nostro curry sul suo pollo. Ma quanto l’hai fatto bere?»
«Non è che l’ho forzato…»
«Oh sì, lo so. Lo immagino» aggiunse la ragazza, con entrambi gli occhi spalancati, non appena Eddie iniziò a sputacchiare soffocandosi con il “Curry al Pollo” creato da lui stesso.
«Lo lasci morire?»
«Oh, si riprenderà. Dagli dosi ingenti di acqua e preparagli l’aspirina per domattina» spiegò la ragazza, lanciandogli un’aspirina che Tom prese al volo, stropicciandosi gli occhi.
«Voglio amore-eeeeh!» Eddie si appiccicò a Laire in un abbraccio, e la ragazza iniziò a schiaffeggiargli bonariamente la testa, fin quando lui finalmente non la mollò.
«Pensa che è stato tutto il tempo abbracciato così a me nel letto. Hannah ci ammazzerà. Tutti.» spiegò Tom, sbattendo le palpebre, convinto.
«Tanto non si ricorderà nulla: rivivrà giusto ogni tanto l’esperienza pre-morte dell’urlo di Laire e il fatto che è stato picchiato da lei, avrà qualche flash…» iniziò Aneira, mentre Laire li salutava nuovamente con una mano ed Eddie buttava giù tutto il pollo, troppo preso a strozzarsi con quello e con i pomodori per dare attenzione alla loro conversazione «Oh, non voglio averlo sulla coscienza.»
Aneira versò della Pepsi in un bicchiere e la porse al rosso, che la buttò giù tutta d’un sorso, contento: «Ho sonno! Tommy, andiamo!»
«Tommy, andate!» la ragazza sbatté le ciglia verso il coinquilino, che si passò entrambe le mani tra i capelli «Da ubriaco è insopportabile.»
«Guarda, non me n’ero resa conto!» lo rimbeccò la ragazza, mentre vedeva il gigante di Westminster trascinare il rosso ubriaco fuori dalla cucina con difficoltà e ridacchiava senza ritegno.
«Ridi meno, e buonanotte!»
«‘Notte, innamorati!»
«Sta’ zitta!»
Aneira diede un bacio rumoroso all’aria, conscia del fatto che Tom l’avesse sentito e ridacchiò subito dopo: chi l’avrebbe mai pensato che avrebbe cucinato del Curry al Pollo per un Eddie Redmayne ubriaco e che sarebbe stata anche abbastanza irritata dalla sua presenza, mentre combattevano un’ombra umana non meglio identificata che era atterrata alla finestra di Laire?
La mattina dopo non ci avrebbe sicuramente creduto, avrebbe pensato piuttosto a un sogno. Se non fosse per il fatto che era così spaventata dall’ombra sul tetto che aveva deciso di portare con sé sotto le coperte il suo fidato martello: non l’avrebbe lasciato per molto tempo.

Si svegliò con il campanello che suonava. Chi suonava a quell’ora della mattina? Aneira spalancò gli occhi, si liberò dalle coperte e saltò su con il martello in mano. Iniziò a camminare furtivamente verso la porta, il cui campanello continuava a suonare. Guardò dallo spioncino, non riconobbe la figura e la spalancò, brandendo malamente il martello davanti a lui: «Sei il ladro di ieri sera?! Identificati!»
«Ladro?! Tom sta bene?» il ragazzo entrò in casa automaticamente e Aneira, non più certa che fosse il ladro, portò il martello vicino alla sua gola «Sono Luke, l’agente di Tom. Non sono un ladro, e sono venuto a prendere Eddie per riportarlo a casa!»
«Oh. Okay. Per caso ti occupi anche di riparare ai suoi danni? Perché ci ha appena finito il curry da ubriaco fradicio…»
«No, di quello se ne occupa lui appena si rende conto del casino che ha fatto da ubriaco. È particolarmente irritante da disinibito.»
«L’ho notato!» esclamò Aneira, facendo spallucce e chiudendo la porta d’ingresso. Iniziò a fargli strada verso la camera di Tom, ma lui – in compagnia dell’ormai sobrio Eddie – spuntò da dietro l’angolo, facendola saltare su e brandire nuovamente il martello.
«Aneira! Che ci fa Luke qui?»
«Oh beh, potresti dirmelo tu. L’ho appena conosciuto!»
«Dopo avermi puntato il martello alla gola. Vi hanno rapinato?!» chiese subito dopo Luke, evitando di rispondere alla domanda del suo assistito – si poteva chiamare assistito colui del quale era pubblicista? O gli assistiti sono solo i pazienti dei medici? Eppure aveva assistito Tom parecchie volte in diverse situazioni – poiché non la riteneva importante in quel momento.
«No. Però Eddie ci ha vomitato in bagno, Aneira che hai appena conosciuto è saltata sul tetto e ha urlato contro la supposta ombra umana brandendo il suo martello che hai appena visto e poi Eddie ha rischiato di morire soffocato dal curry che ha eccessivamente messo sul pollo che ‘Nei gli aveva cucinato.»
«Nottata difficile!»
«Nottata impegnativa!» lo contraddisse Aneira, incrociando le braccia fin quando Eddie non le si parò davanti con le dieci dita delle due mani intrecciate: «Perdonami! Non volevo spaventarti…»
«In realtà hai terrorizzato Laire. Lei ha lanciato l’urlo e voleva fracassarti il cranio»
«Oh okay. Dovrei chiederlo a lei…»
«Però potresti scusarti per il curry…»
«E per il vomito…» commentò a bassa voce Tom, guardandosi intorno.
«Hiddleston, non farmelo pesare! Mi hai portato tu in quel pub!»
«E tu poi ne hai finito le scorte!»
«Due bambini!» li rimbeccò Aneira, puntando l’indice contro entrambi.
«Le mie opinioni convergono con quelle della mia nuovissima conoscenza. Redmayne, muoviti, Hannah mi ha lasciato venti chiamate sul cellulare, alla ventunesima ho risposto e mi ha quasi perforato un timpano. Dovrai strisciare ai suoi piedi questa volta»
«Diamine!» il rosso si ravviò i capelli con una mano, fece gli occhi dolci ad Aneira per l’ennesima volta con le mani giunte e poi si incamminò verso la porta con Luke «Arrivederci, Thorneira
«Ah, questo te lo ricordi!» ribatté la ragazza, sentendo la risatina del rosso prima del rumore della porta che si chiudeva.
Tom Hiddleston rise apertamente della sua espressione oltraggiata e lei gli puntò un dito contro: «Vado a fare la spesa prima di andare a lezione, devo comprare il curry che il tuo simpatico strambo e ubriaco amico ci ha finito e il latte. Vuoi che prendo qualcosa anche per te?»
«Avrei bisogno di succo alla pesca…»
«D’accordo.» fece per dirigersi verso il bagno – con tutto il martello, ovviamente – ma venne bloccata dal ragazzo che le piantò un bacio sulla tempia, sebbene lei si fosse inizialmente ribellata «Buongiorno.»
«Lo fai solo per arruffianarmi perché il tuo amico ha fatto casino stanotte.»
«Può darsi. Ma il buongiorno c’è sempre!» rispose comunque l’uomo, lanciandole un sorriso birichino e scomparendo dietro l’angolo. Aneira scosse la testa ed entrò in bagno: finalmente avrebbe potuto iniziare la giornata in modo apparentemente normale.





PS. per chi fosse interessato alla veridicità della situazione: è davvero atterrato sul balcone della mia coinquilina un uomo, l'anno scorso. O almeno... così pensavamo. E comunque non so se siano effettivamente ottimi amici Eddie e Tom, sicuramente erano a Eton e a Cambridge nello stesso periodo e se la fanno spesso insieme in quel di Wimbledon durante il torneo XD
E l'onesie di cui parlo è questa: http://picture-cdn.wheretoget.it/bcwndm-i.jpg !
Alla prossima!!!
  
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