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Autore: Nocturnia    17/09/2014    6 recensioni
Il corpo di Bruce è una sfumatura lungo la notte, un'ombra che risponde alle tue voglie con una facilità imbarazzante.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Batman aka Bruce Wayne, Catwoman aka Selina Kyle
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Di gatte testarde e topi volanti'
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Disclaimer: Selina Kyle, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


"Il sesso è l'arte di controllare la mancanza di controllo."

- Paulo Coelho -



Hic et nunc


La prima volta è frenetica e confusa, la tua schiena contro il bordo della vasca e le sue mani tra la cosce, esigenti.
È tornato dal mondo dei morti il pipistrello e affonda in te come se non ci fosse nient'altro che questo, un buco sperduto nell'East End.
Ti inarchi contro il suo petto e gli riservi un bacio umido e libero, un sospiro che si tramuta in gemito.
"Bruce."
L'alba vi sorprende ancora insieme.

****

Non c'è alcun imbarazzo nell'essere nuda di fronte a lui, nessuna vergogna.
Bruce si è servito una tazza di caffè e ne ha lasciata una per te sul tavolo, ancora calda.
"Quella ferita ha un brutto aspetto."
"Ne ho viste di peggiori." ribatte, scivolando con lo sguardo oltre la finestra "Manca ancora la corrente."
"Bane l'ha interrotta poco dopo la presa della città."
Annuisce Bruce e storna lo sguardo, sfiorandoti il viso con la punta delle dita.
"Fame, Wayne?"
Il suo corpo risponde per lui.

****

Gli si sono aperti i punti.
Hai il palmo della mano sporco di sangue, ma non t'importa, perché Bruce è già sulla tua bocca e sa di te - di voi.
Urla Gotham e riversa una pioggia gelida e affilata sulle strade, riflettendo lo sguardo impietoso del pipistrello - rabbia frustrazione voglia.
Stringi solo polvere e ceramica tra le dita, piegata a un desiderio che i più chiamano amore.
Chiudi gli occhi, lasciandoti scivolare verso il basso e inarcandoti poi di colpo all'indietro, afferrandogli i capelli della nuca e fissando una pupilla contratta e lucida.
"Sai come si chiama questo, Bruce?"
Wayne ride e lascia che l'orgasmo ti colga inaspettato.

****

"Quelle sono coordinate." rifletti, indicando il foglio che sta accuratamente ripiegando "Dove portano?"
"Un giorno te lo dirò."
Alzi un sopracciglio, annodandoti l'asciugamano attorno al corpo e affiancandolo.
"Attrezzatura da scalata, coordinate, torcia e un mazzo di chiavi. Non si frega una ladra, Wayne."
Bruce chiude la borsa e ci scrive sopra un nome, posandola poi a terra.
"No, ma è mio dovere almeno provarci."
Selina butta un occhio e si chiede chi diavolo sia Robin Blake.

****

"È da malati voler andare al proprio funerale." gli ricordi, stirandoti tra le lenzuola sgualcite e calciando di lato un cuscino "Vorrei dirti che non capisco, ma il problema è che, purtroppo, comprendo fin troppo bene."
"Non ti ho chiesto di accompagnarmi."
"Che gentiluomo che sei, Bruce." ribatti, alzandoti e dondolando sulle punte dei piedi "Lo faccio per il bene comune."
"Il tuo?"
"Anche." mormori, scivolando sul suo corpo e blandendolo tra le cosce "E poi mi piace il tuo nuovo aspetto."
"Capelli lunghi e barba?"
"Di quella parleremo poi."
Il suo respiro infrange il tuo.

****

Il corpo di Bruce è una sfumatura lungo la notte, un'ombra che risponde alle tue voglie con una facilità imbarazzante.
Non c'è nulla di gentile in voi, solo pelle strappata e languori quasi dolorosi.
Gemi, e sono le sue labbra a costringerti al silenzio - in quel suo modo prevaricatore che ha di fare l'amore, una bestia riottosa e mai paga.
"Questo non è leale." ansimi tra i suoi capelli, un colpo al fianco e la situazione cambia - sei tu ora al comando.
"Non ho mai promesso niente." replica, stringendoti il seno tra le dita - vuoi davvero giocare sporco?
Ridi, mordendogli il polso e lasciandoti illuminare solo dalla tempesta che scuote Gotham.
"Non sei tu il criminale tra noi due, Bruce."
La tua bocca lo coglie di sorpresa.

****

"Le volevi bene?"
Alzi le spalle, osservando Jen attraversare la strada e scomparire tra la folla.
"Era una randagia, come me. Forse l'affetto è solo una muta comprensione o una condivisione d'eventi, nulla più."
Bruce annuisce, continuando ad accarezzarti la schiena e schermandosi dal sole primaverile.
"Le ho lasciato tutto quello che avevo."
"Tranne il vestito nero."
"Non era della sua taglia."
"E il cappello."
"Non le donava."
Bruce sorride e ascolta il silenzio di Gotham.

****

La notte è piena di rumori e Bruce ti percorre la linea dell'addome con dita possessive e ruvide.
Ti circonda l'ombelico con la lingua e prosegue verso il basso, lasciando che le tue gambe gli circondino il collo.
"Potrei spezzarti le ossa in un colpo solo." ansimi, artigliandogli i capelli in un pugno strettissimo e doloroso.
"Correrò il rischio." replica e ti raggomitoli su quella bocca, lasciando che prenda tutto quello che c'è - che puoi dargli.
Quando lo sovrasti e rafforzi le tue spinte, hai già deciso quale sarà la tua risposta.

****

"Fox lo saprà già."
Lo ascolti tranquilla, le gambe incrociate sul letto e le dita impegnate a cambiargli le bende sulla schiena.
"Anche Blake."
"Il ragazzo meraviglia." annuisci, controllando i bordi della ferita "È riuscito ad arrestarmi, una volta."
"Lo so; non l'avrei scelto, altrimenti."
Soffochi una risata e continui il tuo lavoro lungo il fianco e poi sul petto, sorridendo leggermente.
"Ma manca ancora qualcuno, non è vero signor Wayne?" ribatti poi, cercandolo negli occhi e tra le ombre.
Bruce guarda il cielo e non risponde.

****

Il confine tra dolore e piacere è infinitamente labile, una linea sottile che l'inverno porta via con i suoi primi marosi.
C'erano notti in cui mordeva e stringeva fino a farti stillare sangue e cicatrici, lasciandoti poi sciogliere sulla sua bocca e tra le sue gambe.
Altre volte lo graffiavi così a fondo da sentirlo gemere e lamentarsi, ricevendo in cambio solo uno sguardo vorace e una guerra nel letto.
Conquistavate il cielo lottando e strappando, brani di carne e di cuore - perché per chi ha perso tutto non c'è altra via che quella più difficile.
Gotham vi aveva spezzato, abbandonando la vostra innocenza in un angolo buio che sapeva di cordite e sudore - la disperazione, la sofferenza, lo stupore della morte e il suo inevitabile corollario.
"Avevo otto anni quando i miei genitori sono stati uccisi." era stata la frase con la quale aveva iniziato, raccontando di un bambino intrappolato in quella notte - perle tra le dita e lacrime negli occhi "La vita che conoscevo è finita in quel vicolo, tra la spazzatura e l'odore della mia stessa paura."
"Avevo quindici anni quando ho iniziato a battere la strada." era stata la tua confessione "Ho venduto ciò che rimaneva della mia infanzia per venti dollari e un giorno in più da vivere." il triste seguito, nessuna istantanea da copertina a cui aggrapparsi, nessuna speranza in cui credere.
Gotham vi tende le mani  - sporche di sangue, sporche di voi - e ricorda.

****

Lasciare Gotham non è stato facile.
Bruce ha avuto un tempo di recupero relativamente lungo e la città ha ripreso a respirare ancora più lentamente, un annegato che torna alla vita - o un bambino al suo primo vagito.
Ci sono stati momenti difficili, come quella mattina in cui l'hai trovato immobile a letto, una mano sulla schiena e la colpa a divorare quel poco di orgoglio che ti era rimasto.
Ce ne sono stati di buoni, notti passate a scoprirsi e a fare l'amore - parole spezzate e gesti languidi e affamati.
"Pronta?"
"Sì."
Osservi il tuo appartamento un'ultima volta, allungandoti a prendere un libro che avevi dimenticato - che parlava di voi.
"Gordon l'ha letto al tuo funerale."
"Lo so."
"Mi togli sempre tutto il divertimento, pipistrello."
La porta alle tue spalle viene dimenticata aperta.

****

Firenze è diversa da Gotham, eppure puoi cogliere degli anfratti bui anche tra le sue strade, una decadenza che percorre tutta l'Italia, un passato che ricorda i suoi fasti e un futuro che non vuole arrivare.
Bruce ti morde una spalla, raccogliendoti contro il suo petto e sospirando soddisfatto.
"Perché?" gli chiedi all'improvviso "Perché io?"
Wayne apre gli occhi, accolto solo dall'oscurità della stanza e dalla piega morbida della tua schiena.
"Vorrei poterti dire perché ti amo."
Sorridi senza allegria e ti volti, cercandogli gli occhi e le labbra.
"Mi ami, pipistrello?"
"Non lo so."
Quella è la prima notte in cui ti lasci dominare senza combattere.

****

"Lo voglio."
"Selina..."
"È bellissimo. E piccolo. E nero."
Raccogli quell'informe straccio umido dalla strada, una palla di pelo e unghie che non smette un attimo di soffiare.
"Lo teniamo."
Bruce tenta di ribattere qualcosa, ma poi pensa che la casa è grande e che un gatto in più non sarà certo un problema.
"Va bene." concorda "Come lo vuoi chiamare?"
Il felino si raggomitola contro il tuo petto e sfodera due piccoli canini di tutto rispetto, con i quali fora il pollice di Bruce e gli strappa il polsino della camicia.
"Attila sarebbe carino." ribatti divertita, osservandolo muovere le zampe all'aria e ringhiare verso una farfalla "Ma credo che opterò per Amleto."
Bruce guarda negli occhi il nuovo arrivato - uncinati, verdissimi e già rognosi - e capisce che la sua ritrovata pace è appena finita.

****

È una pelle piena di cicatrici quella sulla quale respiri sudore e voglia, una mappa di vittorie e di sconfitte che Bruce non ha mai nascosto.
C'è quella di Crane, che gli percorre il braccio come un lungo taglio trasversale.
Ci sono quelle del Joker - le peggiori - e il colpo al ginocchio, che l'ha lasciato quasi zoppo e con un cordolo rattrappito a fare da monito.
Ci sono quelle di Ra's al Ghul, della lotta al crimine quotidiana e quelle che si è fatto da bambino - una sul piede, a causa di una caduta dalla bicicletta, e una sulla natica, ereditata dopo una brutta scivolata dalle scale del Manor.
Percorri in punta di lingua lo sfregio che gli ha regalato Talia, sancendo un possesso che è carne e sangue, ascoltandolo mentre geme contro il tuo seno.
Quello che ti mormora nel silenzio dell'alba ha tutto il sapore di una dichiarazione inaspettata.

****

"Ti ha visto?"
"Sì." replica, portandosi il bicchiere alla labbra.
"Era contento?"
Bruce sorride e sembra più giovane - libero, finalmente.
Sai che è solo un'illusione, perché Gotham è un incubo dal quale è impossibile svegliarsi, ma si ha almeno il dovere di provarci - perché cadiamo, Bruce?
"Adesso che si fa?" domandi con leggerezza, rigirandoti tra le mani la brioche e rubandogliene un pezzo quando la crema dentro la tua è finita "Rimaniamo a Firenze?"
"Tu cosa vuoi fare?" ribatte Wayne, sorridendoti.
"Non ho mai visto Madrid."
"E che Spagna sia."
"Ma Firenze è un bel posto." forse possiamo chiamarla casa, mormorano i tuoi occhi.
Bruce amplia il sorriso e annuisce: l'Arno si porta via ciò che resta delle vostre ombre.



Note dell'autrice: le origini di Selina come prostituta sono ampiamente tratte dal fumetto "Anno Uno" di Frank Miller.


   
 
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