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Autore: CinziaBella1987    18/09/2014    4 recensioni
Jane Austen si è appena trasferita a Bath con la famiglia. In un momento particolare della sua nuova vita nella città termale, scrive a sua sorella Cassandra per raccontarle una novità che riguarda il suo passato e che l'ha profondamente turbata, scegliendo, ancora una volta, la sorella come maggiore confidente e amica.
Una one shot su una delle ipotetiche lettere che Jane potrebbe aver scritto alla sua adorata Cassy e che quest'ultima ha bruciato per proteggerle da occhi troppo curiosi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo regency/Inghilterra
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Mia Carissima Cassandra


 
La luce della candela tremolante illuminava appena il piccolo tavolino in legno scuro, gettando un'ombra piuttosto inquietante sulla parete accanto; Jane appoggiò quell'illuminazione precaria sulla superficie ruvida e si sedette davanti a dei fogli bianchi, immacolati.
Era agitata e sebbene fossero soltanto le cinque del mattino, era scesa dal letto, ancora in camicia da notte e si era data da fare per cercare un calamaio e una penna per scrivere a Cassandra, perché troppo era il rumore del suo petto per poter dormire ancora, dopo i fatti del giorno precedente.
 
Bath, 18 Aprile 1800
 
Mia carissima Cassandra,
 
So che è molto presto - ancora non c'è la luce del sole fuori e in casa tutti dormono - e che l'ultima mia risale soltanto a ieri ma ho improvvisamente avvertito l'urgenza di scriverti e non ho potuto fare a meno di alzarmi dal letto e iniziare una nuova missiva per te, che spero leggerai presto, durante il tuo soggiorno dagli zii a Londra.
Da tempo ormai ti ho eletta come mia confidente, oltre che mia più cara amica, pertanto ritengo necessario raccontarti tutto, perché tu possa cercare di comprendere, ponderare e aiutare questo mio povero cuore che da ieri è di nuovo in tempesta, proprio quando credevo fosse a riposo dai sentimenti per sempre.
Prima di raccontarti però a cosa è dovuta questa mia agitazione, voglio rassicurarti: la mamma, il papà e i fratelli stanno bene e godono di buona salute; ieri sera siamo andati ad un ballo organizzato dalla Signora Parker e abbiamo trascorso delle ore davvero piacevoli. 
Mi correggo: il resto della famiglia ha trascorso ore davvero piacevoli, io sono rimasta per lo più in disparte, per paura di esser vista da un ospite in particolare. 
Non ci crederai, ma i Parker sembrano essere in gran confidenza con i Lefroy e tu sai bene che un certo Thomas Lefroy non è estraneo nemmeno alla nostra famiglia e a me, in particolare.
L'ho rivisto, Cassy.
Tom, l'unico uomo che io potrò mai amare e al tempo stesso la mia più grande fonte di disperazione e angoscia, di dolore, è a Bath, ospite dei vicini.
Ci siamo appena sfiorati con gli occhi, non ho avuto modo di scambiare nemmeno una parola con quel gentiluomo che mi ha abbandonata ormai quattro anni fa eppure, il solo suo modo di camminare e sorridere al suo amico, inarcando appena un angolo della bocca, hanno riaperto in me quel vortice di sentimenti che credevo accantonati per sempre.
 
L'ho incontrato la prima volta ieri mattina: accompagnavo Miss Susan a comprare dei nastri e quando siamo uscite dal negozio, lui e un altro gentiluomo erano dall'altra parte della strada, davanti a una carrozza che ho riconosciuto essere quella dello zio di Tom che tanto ha ostacolato il nostro amore.
Credevo di non star bene, non potevo credere che lì, a pochi passi da me ci fosse davvero l'unico uomo a cui ho donato il mio cuore e che lo tratterrà per sempre: per quattro anni non ho fatto altro che evitare di ascoltare le notizie sul suo conto, ho persino smesso di leggere i giornali per non incappare in qualche notizia che lo riguardasse eppure in quel momento era proprio davanti ai miei occhi e  non è la vista ad avermi ingannata perché, poco dopo, la stessa Miss Susan ha detto:
- Oh guardate! L'avvocato Wenthworth è arrivato in città con quel suo amico di Londra. 
- Lo conoscete? - Ho chiesto, cercando di mostrare indifferenza e sperando che non si notasse il mio respiro corto.
- No, non ho avuto il piacere. Ma credo che ci sarà modo di fare le dovute presentazioni questa sera, al ballo di Sir Parker.
All'udire quella notizia, ho temuto sul serio di avere un mancamento, così mi sono limitata ad annuire con la testa, in segno di comprensione.
- Miss Austen, siete sicura di star bene? Siete diventata così pallida all'improvviso!
Ho risposto che no, in effetti non mi sentivo bene e che preferivo tornare a casa, per evitare di prendere un raffreddore.
Ho passato il resto della giornata a pensare a quegli occhi: due iridi possono essere così meravigliosamente profonde, Cassy?
Io ho rivisto, in quelle due gemme di colore, la profondità delle maree, l'infinito spazio che intercorre fra le montagne e il cielo, la forza del vento che soffia fra gli alberi e la scintilla della candela appena accesa, che dà luce tutt'intorno. 
Oh se si potesse descrivere meglio ciò che ho ritrovato nei suoi occhi! 
Ma non trovo aggettivi adatti, né proposizioni adeguatamente lunghe a parlare della bellezza di quello sguardo. Sono rimasta senza parole, proprio io che non faccio che produrne.
 
Arrivare alla sera del ballo è stato un vero tormento: fino all'ultimo sono stata indecisa se partecipare perché temevo di non riuscire a far di nuovo finta di nulla, se lo avessi visto ancora. Il mio cuore però gridava di andare, voleva saperne di più e così ho scelto un abito color avorio e ho occupato il mio posto sulla carrozza degli Austen, assieme agli altri, cercando di sorridere e simulando una frivolezza e una allegria che in realtà non provavo.
Tutti i convenevoli e i balli a cui sono stata invitata sono stati una vera tortura: il mio sguardo continuava a vagare per le sale, dove di tanto in tanto mi spostavo per cercare quella capigliatura castana che avrei riconosciuto ovunque; la mia curiosità mi faceva tremare le mani e tutto l'amore che ho cercato di dimenticare e di sminuire per tutti questi anni è tornato prepotentemente ad occuparmi il petto, facendolo sussultare non appena ho incontrato i suoi occhi.
Mi ha vista. 
Sa che sono a Bath anche io.
Non ho avuto il coraggio di dirgli nulla, sono tornata nel salone centrale, mi sono seduta accanto a nostro padre e lì son rimasta per il resto della serata, sperando in silenzio che venisse lui a cercare me, per rievocare se non l'amore, almeno quel sentimento di amicizia che un tempo ci aveva uniti.
Non è successo e io ho aspettato invano.
Senza destar troppa curiosità in quell'anziana pettegola, quando è venuta a sedersi accanto a me, occupando così l'unica sedia che speravo ospitasse qualcun altro, ho chiesto a Lady Hamilton se vi fosse qualche motivo in particolare per cui il suddetto gentiluomo si trovasse a Bath in quei giorni:
- Oh certo che sì! E' qui per festeggiare il suo primo anno di nozze con Lady Mary Paul e per far respirare un po' di aria buona a quella poveretta, così provata dopo il parto! - Mi ha indicato una giovane donna, dall'aspetto gradevole ma dall'aria stanca e io non ho potuto far altro che pensare a quanto fosse diversa da me.  
Lady Hamilton ha continuato a dire qualcosa a proposito di alcune incombenze legali che Tom doveva comunque sbrigare a Bath e che gli avrebbero permesso di restare qui fino al mese prossimo ma io avevo smesso di prestare attenzione molto prima che finisse la frase.
Si è sposato, Cassy.
Si è sposato un anno fa e io non ne sapevo nulla e ha persino avuto un figlio. 
E' andato avanti, ha seguito la volontà di suo zio e mi ha dimenticata. 
Come può un sentimento come quello che ci univa cessare di esistere dopo così poco tempo?
Perché tu, dopo sei anni, non hai ancora smesso di amare Thomas e il mio Lefroy, solo dopo quattro, ha avuto un figlio da un'altra?
Quanto è labile quel terribile sentimento che è definito con la dolce parola "amore", se smette di sopravvivere solo a causa degli ostacoli che ne impediscono la realizzazione e addirittura permette di giurare fedeltà eterna a qualcun altro? 
Quale meccanismo regola le cose dell'amore? 
Ho scritto molte volte sull'argomento, prendendolo in giro quasi, ma sono convinta che sia proprio il vero amore a dover spingere qualcuno a scegliere di sposarsi. A questo punto però ho dei dubbi: posso credere che Tom sia davvero innamorato di sua moglie?
O, alla luce dei fatti, devo credere che in realtà tutti i sentimenti che ha confessato a me non erano altro che delle menzogne? Una sciocca presa in giro col solo pretesto di vedermi umiliata?
E io posso dire di conoscere l'amore?
Sono tanto confusa, Cassy.
Ho mille dubbi che mi lasciano sveglia e aumentano uno smarrimento che credevo potesse considerarsi un ricordo del passato. Se solo non avessi sfiorato quegli occhi, se solo lui non fosse così in grado di farmi provare tutte quelle emozioni anche solo presentandosi nella stessa stanza dove sono io...
 
Concludo questa mia patetica lettera piena di angoscia e sconforto, consapevole che non rivedrò mai più Tom, anche se lui sarà qui a Bath ancora per un po'. 
Non posso permettergli di farmi ancora del male, non posso gettare ancora nel ridicolo il buon nome della mia famiglia. 
A proposito, a mamma e papà non ho detto niente di questa storia e loro, anche se sanno che Tom è qui non hanno accennato all'argomento. 
Ti prego di fare lo stesso e non menzionare mai il nome di Lefroy nelle tue lettere a loro. So che è inutile doverlo specificare, perché in te posso trovare uno scrigno sicuro in cui custodire qualsivoglia segreto ed è per questo che è a te che mi affido, mia amata sorella.
Spero di ricevere presto una tua risposta, ho bisogno di leggere le tue parole che so già faranno da balsamo per i dolori del mio cuore.
 
Resto in attesa e ti abbraccio, sperando di vederti presto.
 
 
La tua affezionatissima sorella
Jane.
  
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