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Autore: kikka_67    18/09/2014    1 recensioni
Dopo gli avvenimenti di N.Y. Odino condanna a morte Loki, ma per amore di Frigga ne salva l'anima, che trasmigra nel corpicino di un bimbo midgardiano, nato morto, ma che improvvisamente si risveglia.
Adam Z. Inward, ha una trentina d’anni, alto, fisico asciutto ma atletico, capelli neri che gli sfiorano le spalle e come dicevo prima, il suo sguardo, di un verde stupefacente è in grado di tramortirti, di ammaliarti o di terrorizzarti, a sua discrezione, secondo me è il suo tratto migliore, sto mentendo spudoratamente, è l’uomo più bello che io abbia mai visto. Roxy ed Egle invece giurano che solo il suo lato B sia degno di nota, mentono anche loro, ovvio. Si tende a denigrare ciò che non si può avere, qualcuno si ricorda la storia della volpe e dell’uva?!
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Frigga, Loki, Sigyn, Thor, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Osservo la mia stanza come se la vedessi per la prima volta, così come si guarda la stanza di un’amica quando t’invita a condividere questo spazio privato ed esclusivo. Era una vetrina multicolorata, chiassosa e artisticamente ordinata di quello che “erano” i miei più cari ricordi. Sono un’estranea tra le mie cose.
Sfoglio curiosa i libri, gli appunti, tra i CD musicali ben allineati vicino allo stereo ed infine apro il mio armadio. Come nel resto della stanza, c’è un miscuglio di colori e tessuti in netto contrasto tra loro ma coerenti con la persona che fino alla notte scorsa dormiva in quel letto.
Ero stata richiamata ad Asgard e il  colloquio  con Heimdall  non era durato molto, il suo sguardo aveva scandagliato a fondo nella mia anima.
- Le catene, ben salde, che vedo intorno al tuo cuore, non devono mai farti dimenticare chi sei e qual è il tuo destino. –
Non avevo trovato parole adatte a descrivere quanto doloroso fosse  il peso della  ritrovata coscienza di me stessa e quanto  gravasse  sulla mia anima. Non ero mai stata così consapevole  di chi fossi e quale fosse il mio posto.  Ero rimasta in silenzio a lungo,  guardandolo pensierosa. Gli avevo promesso che avrei riflettuto bene prima di prendere una decisione definitiva. Ritornare ad Asgard e rientrare nei miei panni di Dea od indossare quelli di custode del principe esiliato?

Avevo evitato di cercare Adam, sapevo  che aveva bisogno, come me, di stare da solo per  riflettere,  per trovare la forza  di ricominciare a vivere, con questa nuova e ben più ingombrante percezione di se stesso.
Durante il giorno vagavo per la città  come una turista e spesso mi fermavo  in riva al Tamigi ad osservare gli umani che ignari di ciò  che li circondava,  oltre il loro mondo.  Sembrava che  sapessero quale  fosse  il filo del loro destino e che lo seguissero per scelta.  Vorrei  guardare la mia vita sotto un’altra prospettiva, ma è difficile raffrontare ciò che vorrei essere come persona, come donna  e  il  compito che sono destinata a compiere.

- Non dovresti essere a lezione a quest’ora? – sussurra una voce vicino al mio orecchio.
- Si,  avrei dovuto essere a lezione, ma il mio prof è assente. E per non perdere del tempo prezioso inutilmente, ho deciso di investirlo divertendomi. – rispondo  voltandomi  sorridente verso Adam.
- COSA HAI FATTO AI TUOI CAPELLI?! – strillo dopo aver posato gli occhi sulla zazzeretta corta  che inconsapevolmente arruffa  passandoci una mano sopra.
- Ho deciso di cambiare… -  risponde sorridendo  amaro.
Per un lungo momento ci guardiamo senza aver bisogno di parlare,   siamo entrambi consci della dolorosa fatica che ci costerà riprendere in mano le redini della nostra vita.  Adam si riscuote  velocemente  dalla momentanea stasi ed infila le mani nelle tasche dei pantaloni per darsi un contegno.

- E…così sei…ehm…. una dea..? –   chiede cauto,   ma  lo  sguardo perplesso anzi incredulo con cui mi soppesa, mi irrita profondamente  e decido di rispondere alla stessa maniera.
- E …così sei…ehm…un principe…? – squadrandolo dal basso verso l’alto. Siamo ridicoli. Vero?!
- No, non sono io il principe, ma  Loki! – esclama con veemenza.
- Tu sei una parte di Loki e lui di te. Se non fossi stato un membro della famiglia reale, non avrei potuto aiutarti. – gli spiego sicura.
- Suppongo quindi che….…ogni volta che il Dio degli Inganni s’ingegnerà a causare qualche disastro….potrei andarci di mezzo anche io…. –
-  Penso sia poco probabile che le azioni sconsiderate di Loki ricadano su di te. Tutto sommato finora tu non sei stato  altro che un modesto, tranquillo, patetico, insignificante e noioso, ma non per questo meno meraviglioso,  professore universitario  che  non ha  mai aspirato a conquistare o distruggere con la violenza altri mondi….. non è vero? La buona condotta conta anche su Asgard!  -
- Ah….quindi io sarei modesto, insignificante….patetico e noioso? – chiede scoppiando a ridere.
- Ricordati che ho detto anche meraviglioso..-
- E’ vero l’hai detto!….Ehm… così tu saresti ai miei ordini?....- il sorriso  sfrontato con cui mi squadra mi mette a disagio e istintivamente retrocedo di un passo.
- Sono destinata a proteggere la famiglia reale…..beh… su Midgard..ehm.. sulla Terra,  non penso sarà necessario.  Non riesco ad immaginare neanche un’occasione in cui tu  possa aver bisogno di essere protetto. Ma tanto perché tu comprenda bene, io non sono ai tuoi ordini. – chiarire la questione mi sembrava doveroso, se si aspetta che scatto sull’attenti ad ogni suo capriccio, si sbaglia di grosso!
- Ma con Loki l’hai fatto! Hai obbedito ai suoi ordini! – ribatte astuto.
- L’ho fatto per ritrovarti! Decido io se obbedire o no, CHIARO?! –
- Va bene…..e se io mi allontanassi da te senza avvertirti? –
- Ti troverei. Forse è meglio che ti spieghi alcuni concetti essenziali a cui tu non stai dando la giusta importanza. Sei tornato su Midgard su graziosa concessione di sua Maestà il Re degli Dei che ha deciso di tenere la parte più pericolosa di suo figlio con sé e a me ha dato l’incarico di farti da custode finché non verrai richiamato in patria. L’ultimo aspetto ma non meno importante è il fatto che io percepisco qualsiasi cosa tu stia pensando.
- Per dirla in breve…..Sono in libertà vigilata?! –
- Qualcosa del genere…..- confermo soddisfatta che lui abbia finalmente compreso.
- E’ confortante per me,  sapere che sono “obbligato”  a starti vicino…. – sogghigna perfido.
- Puoi tranquillamente vivere dall’altra parte della città e ti posso assicurare che raramente mi vedresti!  L’unica cosa che devi ricordarti è che se mi pensi…..io ti sento! Addio! –  rispondo stizzita e con sussiego gli volto le spalle e mi allontano di qualche passo.
- Me ne ricorderò…..ma forse devo ricordarti un aspetto essenziale a cui tu….. non stai dando la giusta importanza….se mi pensi ….ti sento!  -  risponde serafico.
Decisa ad allontanarmi in più velocemente possibile da lui, aumento l’andatura ma sono costretta a rallentare e poi a fermarmi quando un’immagine straordinariamente nitida m’invade la mente. Adam mi guarda sorridendo tenero e si china su di me e….Oddio mi tremano le gambe e con orrore sento la bocca invasa dall’acquolina e uno strano fremito mi agita gambe e braccia. E lui ha percepito tutte le mie reazioni!! L’ha fatto apposta, per saggiare il suo potere su di me!! Ma non mi farò comandare a bacchetta come un’idiota!!
Torno verso di lui inviperita – Dimmelo!! A voce alta! –
- Cosa ti dovrei dire esattamente? -  mormora fintamente ingenuo.
Strizzo gli occhi  per mantenere la calma – Quello che stavi pensando poco fa!! – gli ingiungo furiosa.
- Vuoi uscire con me questa sera? –  mi chiede all’improvviso, evitando così  di rispondere.
- No!! E adesso smettila!! Buona giornata! –  mi volto di nuovo,  decisa a piantarlo in asso.
- Devi’!! Torna indietro…….Ho bisogno di te! – riconosce esasperato.
La sua insicurezza è un balsamo per la mia rabbia, incontro i suoi occhi incerti mentre si avvicina lentamente.                          
- Ho bisogno di te……per mantenere salda la presa su questa nuova realtà, so che anche per te non è facile, ma ho bisogno di averti vicina. Scusami, ho giocato sporco poco fa. Non si ripeterà ……a meno che …non sia tu a volerlo…… –
- Va bene prof, ti prendo in parola. Allora questa sera cosa facciamo? – gli chiedo tranquilla prendendolo a braccetto.
- Andiamo in piscina e poi a mangiare qualcosa? – suggerisce sorridendo. Non ci penso neanche!! Vederlo di nuovo mezzo nudo in questo frangente,  per me così delicato, decisamente  non è una buona idea!!
- Non potremmo andare adesso a mangiare? Ho una fame terribile! –  propongo.    
- E va bene andiamo a mangiare e poi …. -
- Andiamo… a teatro!-
- Andiamo… a teatro!- pronunciamo  all’unisono.
Dopo qualche passo mi fermo all’improvviso e lo guardo curiosa – Non te l’ho mai chiesto ma a cosa corrisponde la Zeta  puntata del tuo nome intero? –
- E’ davvero ritieni essenziale saperlo…. in questo momento? – mi chiede incredulo.
- Ecco……no…..non è essenziale……ma pura curiosità! Abbi pazienza ma la parte incoerente….ehm… di Devi’… non è andata persa! – rispondo imbarazzata.
- Tanto  per sapere….…esattamente con chi  sto uscendo?  Con Kali’ o con Devi’? –
- Spiritoso! Allora questo nome? Non vorrai farmi perdere tempo a farti il terzo grado per tutto il pomeriggio!!?? – mi lamento spazientita.
- Scherzi??!! Saresti veramente in grado di farmi uscire di testa in questo modo! Potrei cambiare idea e trasferirmi davvero dall’altra parte della città pur di sfuggirti! – scoppia a ridere davanti alla mia espressione offesa.
- Il mio nome per intero è Adam Zachary, è il nome del marito di Jane, contenta? –
- Wow….Zachary…..bellissimo nome! – sospiro felice…. Per un nano secondo ho pensato  con orrore che quella Zeta puntata potesse significare Zeus!!
- Questa non fa ridere! – ribatte burbero. Ops…mi ha “sentito”!
Avremmo un milione di cose importanti  di cui parlare, su cui meditare… ma per questa sera entrambi abbiamo scelto di essere semplicemente un uomo e una donna che vogliono trascorrere una serata…..senza pensieri.
Abbiamo mangiato in un pub affollato, nonostante il frastuono assordante delle chiacchere altrui,  non abbiamo mai  smesso  di parlare. Adam raccontava  di sé con tranquillità, avevo come l’impressione che menzionando   alcuni episodi della sua infanzia e dell’ adolescenza,  li realizzava  per quello che  erano…dei ricordi  solo suoi,  dimostrava sempre di più la necessità che aveva di ritrovarsi  in questa nuova percezione di sé stesso.
- Non hai mai giocato a criket? Dai non è possibile!! – esclamo basita mentre passeggiamo senza meta.
- Ma che c’è di strano? Tu non sai ballare mi sembra….di ricordare. –
- E che cosa  c’entra  questo adesso?  -
- Appunto stiamo parlando di assurdità! Non pensi che se avessi voluto, avrei imparato a giocare? – mi spiega paziente.
- Forse hai ragione. Penso sia ora di tornare a casa,  siamo insieme da troppe ore,  potrei assuefarmi a te e non sarebbe utile  per la mia sanità mentale! – lo derido con un sorriso.
- Cosa vuoi fare per la tesi? – mi chiede all’improvviso.

Ho aspettato  questa  domanda  per  tutta la sera.  Il mio caro patetico,  noioso,  modesto,  tranquillo,  insignificante  ma non per questo meno meraviglioso  professore! Lo guardo sorridendo dolcemente,  le lacrime che m’offuscano gli occhi  per un attimo  e Adam  le osserva bagnarmi le guance   con uno  sguardo perplesso.
- Devi’…. ? ..– mormora basito.
Lentamente alza una mano per accarezzarmi il viso,  le sue  dita affusolate asciugano  le mie  lacrime e  i   nostri sguardi si cercano e si raccontano i  più celati pensieri e desideri del cuore.  Quando mi stringe tra le braccia, io mi aggrappo a lui come ad un’ancora di salvezza e in quel bacio, il nostro  primo  vero  bacio, racchiudo tutto l’amore che brucia in me da tanto, tutto  il dolore che mi strazia,  per la separazione imminente  e tutta  la speranza, che mi sostiene,  di ritrovarlo…..un giorno…..accanto a me.
 
DIMENTICA.
DIMENTICA CHI SEI E TORNA ALLA TUA VITA COME ADAM ZACHARY INWARD.
DIMENTICA CHI SONO.

- Ti ho imposto l’oblio perenne, lo faccio solo per proteggerti.  Non ti ricorderai ciò che è successo e non ne troverai traccia nei pensieri delle persone che ti circondano  ogni giorno.  Non ti ricorderai di Loki, di Sigyn,  della Regina, di tuo fratello  e non ti ricorderai di me….di questa giornata che ti ho rubato….e di questo bacio…..addio …amore mio. –
Mentre gli  sussurro a bassa voce queste parole, con delicatezza sciolgo il nostro abbraccio e mi allontano da lui di qualche passo.  Adam ancora ad occhi chiusi, non s’avvede di nulla.
- Apri gli occhi.. – gli ordino.
 Pochi secondi dopo  li riapre  e quando  si accorge di me, la sorpresa gli altera i lineamenti del viso.
- O’ brain…. – mormora confuso guardandosi intorno incerto.
- Buona sera prof, come sta? Tutto bene? – domando ilare.
- Cosa ci fai qui? Dove…. Siamo? –
- Io sono vicino a casa mia, l’ho vista passeggiare e sono venuta a salutarla. Ma sta bene? – il mio tono preoccupato sembra sincero.
- Si.. credo di si. Non ho la più pallida idea di come sono arrivato fin  qui…ma sto bene. –
- Capisco… vuole che le chiamo un taxi? –
- No, grazie. Buona serata O’ brain. –
- Buona serata prof. –
Lo seguo con lo sguardo camminare con le mani in tasca, pensieroso. Finché non avrà bisogno di me è più giusto che viva la sua vita senza il ricordo della precedente. E se è destino…..imparerà ad amare….Devi’….che lo ricambierà con tutta se stessa. 
 

  
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