Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Ricorda la storia  |      
Autore: Paper Town    18/09/2014    3 recensioni
Calum amava Luke.
Amava le sue strane espressioni nelle foto.
Amava quel piercing nero che avvolgeva il labbro inferiore.
Amava tutte le sue stranezze.
Amava tutte quelle strane espressioni che aveva mentre cantava.
Calum semplicemente lo Amava.
Lo amava con la lettera maiuscola. Perché una lettera minuscola sminuirebbe senza motivo il suo Amore.
Non tutti quelli che si amano stanno insieme, si sa. Ma Calum e Luke si erano trovati. Le loro anime si erano intrecciate, non potevano più separarsi.
-----------------
2.849 words
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Calum Hood, Luke Hemmings
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Love Somebody.

 
 
I really wanna love somebody,
I really wanna dance the night away.
(Love Somebody – Maroon 5)
Calum amava Luke.
Amava le sue strane espressioni nelle foto.
Amava quel piercing nero che avvolgeva il labbro inferiore.
Amava tutte le sue stranezze.
Amava tutte quelle strane espressioni che aveva mentre cantava.
Calum semplicemente lo Amava.
Lo amava con la lettera maiuscola. Perché una lettera minuscola sminuirebbe senza motivo il suo Amore.
Non tutti quelli che si amano stanno insieme, si sa. Ma Calum e Luke si erano trovati. Le loro anime si erano intrecciate, non potevano più separarsi.
Melbourne  non era mai stata troppo fredda, ma loro giravano comunque con le felpe e il cappellino in testa, anche se era inizio Ottobre e non c’era assolutamente bisogno di indossarli. Si erano sistemati, solo lui e Luke, in una piazzetta, sul bordo di un marciapiede, il fodero della chitarra aperto per terra, mentre lo strumento era poggiato delicatamente sulle gambe di Calum, che lo stava accordando.
Luke guardava rapito i suoi movimenti lenti e precisi. Desiderò avere il suo blocchetto e i suoi pennelli per poter dipingere quello che secondo lui era l’Amore.
«Ci sei Lukey? Iniziamo?» Luke annuì, mentre si schiariva la voce e cercava di non arrossire. Il moro iniziò a pizzicare le corde della chitarra, che creava una melodia familiare a molte delle persone che camminavano lì intorno: The A Team di Ed Sheeran. Quando Luke iniziò a cantare alcune persone si fermarono davanti a quei due ragazzi strani con i jeans strappati. Ascoltavano rapiti. E non erano soli. Ogni volta che provavano o che si “esibivano” Calum doveva realmente concentrarsi per evitare di distrarsi e rovinare quella voce con una nota stonata.
Al ritornello cantarono insieme. Le loro voci insieme creavano una melodia che era addirittura più bella di quella creata dalle dita del moro che si muovevano abili e fluide sulle corde della chitarra, improvvisando qua e là qualche nota, modificando leggermente la melodia originale per consentire al biondo di alzare o abbassare qualche nota.
I passanti che si fermavano a guardare erano sempre di più. Calum guardò Luke, perché a lui la folla gli metteva un po’ di soggezione. Luke lo indicò, sorridendo, scoprendo la schiera di denti bianchi. Calum si ritrovò a cantare da solo, mentre le dita si muovevano sulle corde, quasi mosse da una forza ultraterrena che gli impediva di sbagliare.
Luke cantò l’ultima strofa. Gli spettatori si aprirono in un applauso che i due accolsero sorridendo. Qualcuno lanciò qualche moneta nella custodia aperta, qualcuno semplicemente se ne andò.
Continuarono a cantare per un’altra mezz’ora, ma poi tornarono a casa. Avevano guadagnato qualche moneta, non molto, come al solito, ma andava bene così. Cantare e suonare era una distrazione dal lavoro che gli occupava la maggior parte del tempo. Raggiunsero con la macchina di Calum la loro piccola villetta. Da quando avevano iniziato il tour con un cantante famoso in Australia e Nuova Zelanda avevano guadagnato abbastanza da potersi trasferire in un’altra città – per motivi di lavoro, principalmente, dato che i concerti di questo cantante erano principalmente lì. Gli altri due membri della band erano andati a Sydney per il weekend per passare un po’ di tempo con la loro famiglia.
«Ho fame» proclamò Luke appena varcarono la porta di casa. Calum ridacchiò, andando dritto ad accendere lo stereo, facendo partire la riproduzione casuale delle canzoni che aveva salvate sull’Ipod collegato ad esso. La voce di Billie Joe Armstrong si fece sentire per tutta la casa.
Il moro si ritrovò Luke attaccato sulle spalle come una scimmia. Una scimmia molto alta e pesante, però. Caddero miseramente all’indietro, scoppiando in una fragorosa risata.
«Lasciami Luke!» disse Calum tra le risate, mentre si dimenava dalla stretta del biondo. Luke però avvolse le sue gambe lunghe sui suoi fianchi, stringendo a sé il moro che alla fine si arrese, e si lasciò andare contro il petto del biondo sotto di lui. Luke si sdraiò sul parquet scuro che avevano su tutto il salone. Tolse il cappellino a Calum perché senza era ancora più dolce – a detta sua.
«I really wanna love somebody» il biondo alzò le sopracciglia.
«Da quanto abbiamo il cd dei Maroon 5?» domandò al moro che mugolava sdraiato su di lui.
«Da sempre, Lucas» rispose, girandosi nella stretta del ragazzo alle sue spalle, abbracciandolo e rannicchiandosi contro il suo petto ampio. A Luke sembrò un bambino in quel momento. Gli occhi chiusi, i capelli scompigliati e un leggero sorriso decisamente dolce sulle labbra, che faceva riempire le sue guance, e faceva venire voglia a Luke di pizzicargliele.
«Io ho ancora fame, Cal» disse dopo cinque minuti che erano in quella posizione. Il moro allora aprì gli occhi, alzandosi e porgendo una mano al biondo per aiutarlo a fare lo stesso.
Si diressero in cucina, e Calum aprì il frigorifero, piegandosi e infilando in pratica la testa dentro all’elettrodomenstico. Mugolò infastidito, estraendo la testa dal frigo e tirando fuori da esso solo una confezione di formaggio – scaduto, oltretutto.
«Non abbiamo niente da mangiare. Luke! Moriremo!» esclamò esasperato lanciando il formaggio sul tavolo. «Michael non ci ha lasciato niente, lo stronzo. Solo una misera birra.»
«Ed un formaggio scaduto» aggiunse il biondo, prendendo la confezione umidiccia e buttandola nel secchio della spazzatura.
«Ed un formaggio scaduto.» concordò Calum, sedendosi poi su uno sgabello vicino all’isola.
«Pizza?»
«Cinese?» chiesero contemporaneamente, fissandosi a lungo, lanciandosi occhiate micidiali. Era sempre stata una dura lotta fra loro. Luke e Michael potevano anche mangiare tutte le sere pizza, mentre Ashton e Calum preferivano il cinese, o il thailandese.
«Ti regalo il mio orsetto» propose Calum, con un sorriso innocente in volto, convinto di averlo in pugno. In effetti Luke ci pensò per qualche secondo, mordendosi insistemente il labbro inferiore, gesto che costrinse Calum a distogliere lo sguardo.
«Non se ne parla.» concluse poi, incrociando le braccia al petto.
«Eddai Luke, ti prego»
«No, no e ancora no, Cal. Se mangiamo la pizza ti giuro che vediamo in tv quello che vuoi tu e che ti faccio le coccole prima di andare a dormire» propose, gli occhi azzurri vispi e accesi, contenti perché Luke sapeva con tutto se stesso che Calum non avrebbe rifiutato delle coccole da lui.
«Ti odio, Hemmings» proclamò, alla fine, arrendendosi alla decisione del biondo. Infondo, quella sera, non gli dispiaceva poi così tanto mangiare la pizza.
Luke improvvisò un balletto felice, con tanto di urletti. Provò a ballare a tempo con Too Bad che era in sottofondo, fallendo miseramente. Era decisamente un pessimo ballerino. Alla fine saltò – ancora una volta – addosso a Calum, aggrappandosi a lui come una scimmia, lasciandogli piccoli baci sulla guancia sinistra. Il moro rise di gusto, abbracciandolo e tentando di non far cadere quel ragazzo che gli aveva rubato l’anima solo guardandolo negli occhi.
«Io ti amo invece, Calum Hood. E amo la pizza» proclamò, scendendo dalle braccia di Calum, continuando a ballare mentre la canzone cambiava ancora. Ora per tutta la casa si sentiva American Idiot.
«Calum!» gli urlò il biondo, iniziando a ballare e fingere di suonare la chitarra elettrica. Calum si unì a lui, saltellando fino a raggiungere il salone, dove entrambi si esibirono, ballando e facendo espressioni buffe. Quando la canzone finì, entrambi si buttarono sudati e sorridenti sul divano rosso al centro della sala. Luke si avvicinò a Calum, strofinando il naso sul collo del moro.
«Lucas, telefona alla pizzeria e fila a farti la doccia, puzzi più di un animale» arricciò il naso a metà tra il divertito e il disgustato. Luke rise, spalmandosi solo di più contro il moro che squittiva, cercando di staccarselo di dosso. Ma alla fine si arrese e si fece baciare. Sorrise, mentre le labbra di Luke si modellavano sulle sue e mentre le loro lingue umide si intrecciavano.
«Vado, si fa tardi altrimenti» il biondo si staccò, sorridendo debolmente e afferrando l’iphone dal tavolino lì vicino. Digitò il numero della pizzeria e fece l’ordine. Sarebbero arrivate in mezz’ora.
Lasciò un altro bacio a fior di labbra a Calum prima di scomparire in cima alle scale.
«Ah, Cal. La doccia fattela anche tu. Puzzi, amore» urlò dal piano di sopra. Calum rise debolmente, alzandosi e buttando la felpa e la maglietta sulla poltrona. Si stiracchiò leggermente, salendo le scale a sua volta. Lo scroscio dell’acqua era udibile, così come la voce roca di Luke che intonava la canzone che lo stereo stava suonando: Bring Me To Life degli Evanescence. Calum rimase per un paio di minuti immobile sull’ultimo gradino della scala, ascoltando rapito la voce del suo ragazzo che intonava la canzone perfettamente. Nemmeno si accorse che il biondo si era sporto oltre la porta, le gocce che cadevano sul pavimento, creando una leggera pozzanghera.
«Allora? Ti decidi a venire oppure no?» Luke aveva uno strano ghigno che Calum non riuscì ad interpretare. Era un ghigno da maniaco, questo poco ma sicuro. Calum si costrinse a sbloccarsi, iniziando a calarsi i jeans e lanciandoli nella loro camera che incontrò durante il suo cammino.
«Questi? Hai intenzione di farti la doccia con i boxer?» lo prese un po’ in giro Luke, una volta che il moro fu entrato nel bagno. Perché lui era sempre così a suo agio? Calum non riusciva a capire il suo essere così spigliato sempre, in qualunque situazione. Lo invidiava un po’ per questo. Così si costrinse  a fare un sorriso malizioso, per poi infilare gli indici oltre l’elastico dei boxer, calandoli lentamente. Si godette lo sguardo di Luke che saggiava il suo corpo mano mano che veniva scoperto. Il biondo si passò una mano tra i capelli bagnati, tirandoli indietro, chiudendo gli occhi appena i boxer di Calum caddero per terra. Calum potè riguardare gli occhi chiari del ragazzo di fronte a sé solo quando il biondo lo afferrò per il polso, trascinandolo dritto dentro la doccia, sotto il getto fresco d’acqua. Calum si ritrovò schiacciato contro le piastrelle azzurre del bagno, con Luke che si muoveva languidamente sopra di sé. Un gemito fu soffocato dalla bocca di Luke.
«Cal..» sospirò Luke, abbandonando la fronte sulla spalla di Calum, mentre quest’ultimo gli accarezzava la schiena con le punta delle dita, lento, delicato, imbarazzato anche. Ed era questo che faceva impazzire Luke: la sua timidezza, il suo essere così dolce in qualsiasi contesto. E quasi voleva essere come lui: sempre attento alle persone, timido, dolce in una maniera esagerata. Il biondo afferrò il polso destro del ragazzo davanti a lui, portando la sua mano sulla sua erezione. Appena le dita leggere di Calum lo sfiorarono, il suo cuore gli saltò in gola, mentre un inteso bruciore lo avvolgeva in tutto il basso ventre.
«Luke..» sospirò Calum, mentre imbarazzato percorreva con dita tremanti l’erezione del ragazzo davanti a sé. Si sentiva imbarazzato, perché Luke era sempre così spigliato e non si vergognava di fare certe cose, mentre a lui solo il pensiero lo mandava all’altro mondo. Luke muoveva i fianchi contro quella presa leggera, gemendo, facendo acquisire un po’ di fiducia a Calum, che osò addirittura stringere il pugno sull’erezione di Luke.
Il biondo inarcò la schiena, continuando a muoversi.
Fu un momento. E le loro erezioni si toccarono, facendo tremare dal piacere entrambi. Luke continuò a spingersi contro quella di Calum, mentre le dita lunghe e sottili del ragazzo continuavano a percorrere entrambe le loro erezioni. La doccia fredda riusciva a non farli cuocere a causa del calore che i loro corpi emanavano.
«Calum..» riuscì a sussurrare Luke mentre veniva, seguito a ruota da Calum, che poi scivolò lentamente lungo la parete della doccia, le gambe ancora tremanti, le mano sporca di quel liquido appiccicaticcio. Luke si sedette accanto a lui, tirandoselo poi davanti, mettendolo tra le sue gambe, stringendolo leggermente, lasciandogli dolci baci sulla nuca.
«Luke..»
«No, no. Shh. Sei stato perfetto Cal» lo rassicurò il biondo. Sembrava lui il più grande dei due. Calum annuì, e si poggiò con la schiena al petto di Luke dietro di lui.
«Ti amo, Cal» sussurrò Luke mentre il moro si alzava lentamente, per poi sorridergli teneramente. Gli mimò con le labbra un “anch’io”, per poi sparire oltre la porta bianca. Luke si decise ad alzarsi e asciugarsi.
Suonarono il campanello.
«Luke! Vai tu, sono nudo» gli comunicò Cal da dentro la stanza. Luke annuì, stringendo attorno ai suoi fianchi un’asciugamani bianco. Con i piedi scalzi scese le scale, aprendo di fretta la porta, trovandosi davanti una ragazza bionda e con gli occhi azzurri. Non l’aveva mai vista prima, ma a quanto pareva a lei bastò un’occhiata per sorridere compiaciuta.
«Le vostre pizze. Sono 17 dollari» sorrise, passandosi la lingua sulle labbra. Luke recuperò il portafogli dal mobiletto all’entrata.
«Ecco.» disse, estraendo una banconota da venti e prendendo i cartoni con le pizze e le birre. Pregò con tutte le sue forze che l’asciugamano non decidesse di slacciarsi. Riuscì a poggiare le pizze e la bibita sul mobile prima che lo facesse. La ragazza guardò il suo petto e le sue gambe nudi ancora una volta, prima di porgergli il resto. Luke stava per chiudere la porta, ma lei estrasse dalla tasca un foglietto e disse un veloce “aspetta”. Scribacchiò qualcosa su quel pezzo di carta, per poi porgerglielo sorridendo. Luke la fissava con le sopracciglia aggrottate e una goccia fredda che cadeva dai capelli che scivolava leggera tra di esse.
«Amor-» Calum si bloccò quando vide la ragazza che porgeva a Luke quel foglietto. Lei appena lo vide sbiancò, ritraendo velocemente la mano e scappando via. Il moro gli si avvicinò, guardandolo interrogativo e leggermente arrabbiato.
«Cosa c’è?» domandò stupidamente Luke, chiudendo la porta di casa.
«Cosa c’è?!» Calum stava provando a restare calmo, anche perché non voleva rovinarsi la serata. «Luke, ma sei serio? Io ti dico di andare ad aprire perché sono nudo e tu ci vai in queste condizioni?!» Luke si guardò, aggrottando le sopracciglia, più confuso che mai.
«Che c’è che non va?» domandò al moro. A volte era davvero stupido.
«Luke, ti stava scopando con gli occhi. Chiaro?» Luke fece un sorriso divertito, abbracciando Calum. Improvvisamente non gli fregava più niente dell’asciugamano.
«Geloso Hood?» gli sussurrò all’orecchio, ridacchiando.
«Si» ammise Calum, giocando con i capelli biondi del suo ragazzo. Luke gli baciò il collo, dicendogli di preparare una sorta di tavola.
Pochi minuti dopo il biondo tornò. Calum aveva appena fermato la musica. Luke si concesse due secondi per ammirare il moro in tutta la sua bellezza. Apprezzò molto di più la sua vecchia maglietta dei Nirvana su Calum, così come i pantaloncini che a lui erano sempre andati troppo corti.
Si stese sul divano, sorseggiando la sua birra, aspettando Calum che spegneva le luci e accendeva la tv e metteva il film. Finalmente si accomodò accanto a lui, coccolandolo e mangiando distrattamente la sua pizza margherita. Quella di Luke sopra aveva la salsiccia, i peperoni, le melanzane, due tipi diversi di mozzarelle e pomodori. Il moro si chiese dove mettesse tutte quelle calorie che ingurgitava. Forse sui lobi delle orecchie.
«Che film di merda» disse Luke sconsolato, sprofondando nel divano e facendo segno a Calum di raggiungerlo.
«Andiamo a dormire?» gli chiese Calum, gli occhi che già erano stanchi, le palpebre abbassate per metà. Luke in quel momento pensò che era davvero fortunato ad avere Calum con sé. Annuì, prendendolo in braccio, lasciando che Calum si reggesse al suo collo, accoccolandosi contro il suo petto. Cercò di non inciampare mentre spegneva la tv e saliva le scale. Arrivarono in camera e posò dolcemente Calum sul letto. Lui, appena sentì il morbido sotto di sé, gattonò fino al cuscino, abbracciandolo e assumendo l’espressione da cucciolo che Luke adorava.
«Cal.. le coccole che ti avevo promesso?» domandò Luke in ginocchio sul letto, le braccia aperte. Calum allora aprì un occhio, sorridendo ampiamente, aprendo poi anche lui le braccia, accogliendo Luke che ci si stava buttando dentro come un sacco di patate. Quando Calum si ritrovò sotto di Luke, schiacciato contro il letto e con le labbra del biondo sulle sue, si lasciò andare ad un risolino, attirando a sé Luke, che sembrava voler diventare Calum, voler entrare dentro di lui.
Calum morse il labbro inferiore al biondo, che invece rotolò di lato, intrappolandolo tra le sue braccia. Risero, mentre rimanevano in quella posizione un po’ scomoda.
«Mi canti qualcosa?» mugolò Calum, mezzo addormentato. Luke pensò un po’ a che canzone cantare per farlo addormentare. Alla fine optò per una canzone che avevano ascoltato quel pomeriggio: Love Somebody.
Calum quando sentì le prime note intonate dal biondo si rannicchiò più addosso a lui, facendosi piccolo, rilassandosi completamente. Nemmeno a metà canzone si era addormentato. Luke continuò a cantare comunque, per poi lasciargli un bacio sulle labbra e chiudere gli occhi.
Sorrise, mentre anche lui si addormentava.
Rimasero per tutta la notte in quella posizione scomoda, il fresco venticello che entrava da una finestra lasciata aperta da qualche parte. Le stelle vegliavano su di loro, addormentati, innamorati.
Non tutti quelli che si amano stanno insieme, questo è certo, ma Calum e Luke non sono mai stati “tutti”, e a loro va più che bene così.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

writer.
Gente perdonatemi il ritardo.
Ma non trovavo una foto da mettere nel banner per Calum. Lol lasciatemi stare.
Sto guardando XFactor e Mika mi piace da morire. sto sclerando perché mi fa troppa dolcezza. LOL sono tipo MIKAMIKAMIKAMIKAMIKAMIKAMIKAMIKA. Ecco fatto.
A scuola matematica la capisco meglio in inglese che in italiano. Quindi la cosa mi spaventa un po’.
 Okay… XFactor e Mika mi stanno uccidendo. Poi spunta il banner cake. Quindi sono distrutta emotivamente. Voglio anch’io un bacio da Mika *emoji con le lacrime*.
Comunque. Ditemi che ne dite di questa OS. Scusate per il clichè della doccia, ma me li immaginavo troppo haha.
Ci sono dei soggetti *muore*.
Allora. Boh, non ho molto da dire. Ditemi se vi piace. Qualsiasi cosa vi venga in mente.
OKAY MIKA HA APPENA BACIATO LA CABELLO E LA MIA VITA NON HA PIU’ SENSO. Morgan ha baciato Fedez ma okay hahaha.
Okay non ve ne fotte niente.
Vabbè, dopo questo sappiamo che Mika è il mio amore segreto lol.
Allora. Me ne vado. Ho dimenticato di sicuro qualcosa. Però va bene.
La mia Giuls lo sa. Mi è venuta l’ispirazione per una storia su Punk Michael in un mondo strano. Sarà una cosa abbastanza figa. Giuls ve lo garantisce haha.
Comunque… boh ciao. Vado a farmi la doccia e poi finisco di vedere XFactor e poi dormo.
Se volete ditemi come è stata la vostra giornata.
Se volete ho scritto un’altra cake e una storia su Cal. Passate dal mio profilo se vi va di perdere tempo e boh. Me ne vado sul serio lol.
Manu xx
Ps. Giuls se stai leggendo ricordati che Fedez è un panda xx

 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: Paper Town