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Autore: DanzaNelFuoco    22/09/2014    2 recensioni
Questa storia ha partecipato al contest "Wedding planning" indetto da My Pride sul forum di efp.
- Intro:
Perché, suvvia, quando dici alla tua migliore amica - da sempre innamorata di te - che stai per sposarti con un uomo - con un uomo! E quell'uomo per di più è Roy Mustang - e lei ti chiede di organizzarti il matrimonio, non le puoi dire di no.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang, Winry Rockbell | Coppie: Roy/Ed
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di wedding planner impazzite, proposte di incendi ed effetti domino.
 

Avere Winry Rockbell come wedding planner non era stata l'idea migliore che Edward avesse avuto, poteva ammetterlo.
Solo che non lo avrebbe mai fatto. Mai.
Perché, suvvia, quando dici alla tua migliore amica – da sempre innamorata di te – che stai per sposarti con un uomo – con un uomo! E quell'uomo per di più è Roy Mustang – e lei ti chiede di organizzarti il matrimonio, non le puoi dire di no.
Su quello era stato categorico, già che l'idea di sposarsi non gli andava tanto a genio, ma quel Colonnello di merda – forse essendo in prossimità delle nozze avrebbe dovuto cercare un nomignolo più... affettuoso, anche perché Colonnello non lo era più da qualche annolo aveva praticamente obbligato. Almeno aveva scelto lui chi maledire per quell'evento.
D'accordo che un Comandante supremo doveva essere impegnato, avere accanto a sé qualcuno da portare alle occasioni pubbliche, ma Edward credeva che la cosa valesse per le donne, che diamine, lui non sarebbe certo stato una first lady! Ma a quanto pare se sei il Führer puoi sorvolare su questioncine minuscole, microscopiche inezie come per esempio il sesso della persona che vuoi portare all'altare, e far approvare i matrimoni gay nel giro di due mesi.
Solo che Edward aveva pensato che scherzasse quando, avvolti nudi nelle lenzuola, Roy glielo aveva chiesto.
"Ed, mi sposeresti?"
Neanche un "mi vuoi sposare?", no, troppo complicato! Ed aveva riso. "Sì, come no!"
"Lo prendo per un no?"
"Roy, è illegale!" aveva continuato a sghignazzare.
"No, non lo è più." aveva ghignato quello ed Edward aveva improvvisamente smesso di ridere, mentre un brivido gelato gli era corso giù per la schiena.
"Ma sei serio?"
"Certo!" e aveva cominciato ad elencargli tutti i motivi per cui lui, in quanto figura pubblica, aveva bisogno di un compagno stabile, fedelmente legato a lui. Come se Edward fosse un fedifrago che saltava da un uomo all'altro!
Aveva strenuamente opposto resistenza, ma era stato costretto a capitolare davanti all'assurdo ricatto.
"Se tu non accetti di sposarmi, allora sarò costretto a chiedere a Riza."
Se non fosse stato che era assolutamente certo che quell'imbecille sarebbe morto per mano della Hawkeye, Edward avrebbe volentieri mandato il compagno fra le fauci del lupo a chiederle di sposarlo. E si sarebbe seduto a godersi la scena.
"D'accordo. Va bene, ti sposo!"
Quindi ora si trovava al centro della navata del tempio, in un elegantissimo completo nero, guardando impotente una Winry completamente uscita di senno correre avanti e indietro davanti a lui, mulinando le braccia agitata.
Cosa fosse accaduto non era dato saperlo visto che le sue urla raggiungevano gli ultrasuoni e solo Black Hayate avrebbe potuto capirla. Sfortuna voleva che nel tempio i cani non fossero ammessi.
Quando la ragazza gli passò accanto per la dodicesima volta nell'arco di tre minuti Edward ritenne che la situazione stesse degenerando più di quanto fosse legittimo aspettarsi da una situazione degenerata in partenza.
"Winry, vuoi calmarti? Cosa c'è che non va?" le chiese afferrandola per le spalle e costringendola a guardarlo.
"I fiori."
"Cos'hanno i fiori? Sono perfetti."
"Sono troppi! E sono del colore sbagliato!"
Edward alzò gli occhi al cielo. "Di che colore dovevano essere?" chiese, occhieggiando le calle bianche.
"Dovevano essere panna! E... Ommidio! I tuoi capelli! Sono orribili!"
Edward era più che certo che i suoi capelli fossero perfetti. Lisci, legati in un'alta coda di cavallo, sistemati da Winry stessa un quarto d'ora prima. Come in soli quindici minuti fossero passati da "semplicemente meravigliosi" a "talmente orribili da provocare un attacco isterico" non se lo spiegava.
"Winry, vuoi stare calma? Sembra che sia tu quella che si deve sposare!"
La ragazza arrossì lievemente, imbarazzata per il proprio comportamento. Poi gli gettò le braccia al collo, gli occhi leggermente velati di lacrime. "Oh, Ed! Io... non posso credere che tu stia per sposarti davvero!"
Ed ricambiò l'abbraccio dell'amica.
"Ehm ehm." Il tossicchiare divertito di Roy sembrò risvegliare Winry che si staccò da Edward agitatissima.
"No, no, no!"
Roy si incupì, chiedendosi se davvero non avesse interrotto qualcosa, ma Winry sembrò non accorgersene.
"Devi assolutamente andare via! Porta sfortuna! Lo sposo non può vedere la sp... l'altro sposo prima del matrimonio!"
"Stupidaggini!" sbuffò Edward. "Perché sei qui, comunque?"
"Anche io sono contento di vederti oggi." rispose ironico. "Mi chiedevo soltanto perché ci siano così tanti fiori qui fuori."
Edward lo incenerì con lo sguardo, mentre la improvvisata wedding planner ripiombava nel baratro dell'isteria.
"Posso incenerirne qualcuno, nel caso." propose Roy.
"No!" lo fermò Winry. "Mi inventerò qualcosa! Però..." sembrò riflettere pensierosa. "Composizioni floreali! Certo! Integrerò i centrotavola! Ho bisogno di Al!" e fuggì blaterando di cascate di gelsomino e mazzi di amarillis e gigli.
Roy ed Edward si ritrovarono a ridere.
"Non si offenderà se ne prendo uno, no?" chiese Roy, sfilando una rosa dal festone che decorava un banco per gli invitati.
"Non ne sarei così sicuro. L'hai vista, no?"
Roy si limitò a stringersi nelle spalle e ad appuntargli il fiore all'occhiello.
"Ti ucciderà se ne accorge."
"Se mi ucciderà non ci sarà più nessun matrimonio." si limitò a fargli notare Roy.
Winry rientrò, battendo le mani. "Avanti, ognuno ai propri posti. Gli invitati sono arrivati tutti, si comincia!"
E ad Edward cominciò a girare la testa.
La formula di rito, le promesse, l'anello che scorreva sul suo anulare sinistro, la mano che gli era lievemente tremata mentre infilava l'altro a Roy, il bacio, gli invitati che applaudivano. Le immagini gli erano vorticate davanti agli occhi veloci e inarrestabili e, senza nemmeno avere una grande percezione del tempo, si era ritrovato seduto ad un tavolo letteralmente ricoperto di fiori. Supponeva che fosse quello che Winry intendeva con "composizione floreale", oceani di fiori bianchi ovunque che mettevano in risalto con il loro candore l'evidente rossore di Edward.
Davvero, non aveva bisogno dei brindisi. Non aveva proprio bisogno che i testimoni si alzassero in piedi a brindare a loro. Se Al era stato imbarazzato tanto quanto lui e Riza era stata formale, Winry si era sciolta in lacrime e Havoc... Ed si era chiesto perché Roy avesse dovuto scegliere proprio Havoc come secondo testimone. Era stato imbarazzante. Eccessivamente imbarazzante. Le battutine sulla prima notte di nozze non erano nella lista delle cose che voleva sentire e soprattutto sentir dire davanti a tanta gente. E Roy si era limitato a ridere.
Poi, con suo grande orrore si era alzata l'ultima persona che avrebbe voluto che brindasse a loro. Si era voltato verso suo marito, ma aveva visto lo stesso sconcerto dipinto sul suo volto.
"Chi diamine ha invitato il Maggiore Armstrong? Eh?"
Roy l'aveva guardato con uno sguardo di terrore che Edward non aveva mai visto sul volto del Flame Alchimist. "Pensavo l'avessi invitato tu."
E dopo una alquanto veloce conversazione venne fuori che si era invitato da solo.
Imbucato.
Ma d'altronde non era l'unico. Sembrava che mezza Central City si fosse riversata in quella stanza pronta a dire anche solo due parole con un bicchiere in mano. Meno male che Ed aveva insistito per una cerimonia intima.
Armstrong fu sdolcinato come al solito, piccoli cuoricini rosa che sembravano appestare l'aria attorno a lui, ma stranamente per una volta Ed lo trovò carino.
E quando infine anche l'ultima persona si fu seduta e nessuno ebbe più niente da dire, Edward si sentiva stanco come se fosse stato lui a parlare tutto quel tempo.
"Pronto per aprire le danze?"
Edward si strozzò con il vino che stava bevendo.
"Cosa?"
"Ballare, hai presente no?"
"Io non ballo!"
"Se gli sposi non ballano, neanche gli altri possono farlo."
"E perché no? Io non glielo vieto di certo!"
"Avanti, fallo per Winry. Non vedi che scalpita per avere un ballo con Al?" gli sorrise, tendendogli la mano.
"E chi guiderebbe? Tu?"
"È ovvio. Tu non hai mai ballato, non saresti in grado di condurre."
Ed storse le labbra contrariato, ma accettò la mano e si fece condurre in pista, mentre la musica si alzava.
Roy posò la mano sulla sua schiena, attirandolo a sé e il ragazzo non poté fare a meno di seguire i suoi passi. Poi per sbaglio gli pestò un piede, ottenendo la soddisfazione di vedere una piccola smorfia di dolore dipingersi sul suo volto. Continuarono a ballare, senza una parola. Dopo pochi istanti involontariamente il suo piede di nuovo finì con forza su quello del compagno.
Roy emise un gemito strozzato.
"Dimmi che non lo stai facendo apposta, Fullmetal." gli ringhiò in un orecchio.
"Certo che no! Lo hai detto tu stesso: io non ho mai ballato." gli rispose il più innocentemente possibile. E infilò la gamba tra le sue, sbilanciandolo all'indietro e rovinandogli addosso.
Si ritrovarono a terra in un intreccio inestricabile di braccia e gambe, la musica cessata improvvisamente.
"Oh, sei impossibile!" sbottò Roy, ma guardando l'espressione divertita di Ed non poté fare a meno di scoppiare a ridere, seguito dall'intera sala.
"Non si può certo dire che non sia stato un ballo ad effetto!" sghignazzò il biondo.
"Sì, effetto domino!" ricarò lui, alzandosi in piedi. "Non ti chiederò mai più di ballare."
"Meno male!" continuò a ridacchiare Ed, afferrando la mano che gli stava tendendo.
Si tennero per mano anche dopo essersi seduti al tavolo, mentre sotto il loro sguardo gli invitati salivano in pista. Commentarono ogni coppia improbabile e risero apertamente di gusto quando Havoc, chiedendole di danzare, fu brutalizzato da Olivier Milla Armstrong, che per rispondergli si era limitata ad estrarre la pistola e puntargliela in mezzo agli occhi.
Quando fu certo che ogni ospite fosse occupato a divertirsi e non prestasse attenzione a loro, Ed attirò quella di Roy su di sé, sfiorandogli il braccio.
"Credi che la nostra presenza ora si strettamente necessaria?"
Roy lo guardò senza capire. "È il nostro matrimonio, quindi..." la voce gli si affievolì, un sussurrò che si andò a spegnere quando la mano che era sul suo braccio era stata sposata sulla sua gamba. Si guardò intorno per accertarsi che nessuno li stesse guardando, ma il tavolo li nascondeva e la posizione di Edward non dava adito a supposizioni.
"Riformulo: sei assolutamente certo che non possiamo andarcene?"
Roy sbuffò, cercando di regolare il fiato che stava diventando sempre più corto. "Non se ne accorgerà nessuno."
Poi gli afferrò il braccio e con impazienza si precipitarono fuori dalla stanza.
Nessuno parve accorgersi della loro assenza. E chi lo fece sorrise in silenzio.
 
N.d.A.
Non so perché, ma Ed non mi sembra uno che si fa sposare facilmente. DNF
  
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