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Autore: TheBigWingsOfFantasy    23/09/2014    2 recensioni
Cosa succederebbe se, senza apparente motivo, Mika diventasse il protagonista di The Hunger Games?
Una storia scritta con lo scopo di far divertire voi e me, che mentre la scrivevo stavo morendo dalle risate. Spero vi piaccia e buona lettura.
Genere: Comico, Parodia, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Quando mi sveglio l’ altro lato del letto è freddo. Allungo le dita per cercare il calore di mio fratello Fortunè, ma trovo solo la tela grezza della fodera del materasso. Avrà fatto un brutto sogno e sarà andato a dormire con la mamma. Ma certo: oggi è il giorno della Mietitura.
Mi alzo e mi dirigo verso la cucina per fare colazione, probabilmente il mio ultimo pasto decente o l’ ultimo in generale.
Il Distretto 12, dove viviamo noi Penniman, è decisamente un posto molto accogliente, gentili guardie che ogni giorno ci intrattengono durante le nostre misere tavolate, una capitale a cui sta molto a cuore il nostro intrattenimento e la nostra istruzione, foreste talmente splendide alle quali non è permesso entrare per evitarne il danneggiamento. Dimentico qualcosa? A già, gli Hunger Games, ovvero il massacro socialmente accettato di 24 ragazzi dai poveri dodici distretti sfigati per ricordare la supremazia assoluta di Capitol City. Come se non ce lo sbattessero in faccia tutti i santi giorni.
Quando entro in cucina trovo ciò che è rimasto della mia famiglia: mia madre, le mie sorelle Paloma e Yasmine ed il mio fratellino Forty, tremante come una foglia, il che è comprensibile, l’ anno precedenti hanno sorteggiato nostra sorella Zuleika che morì nell’ Arena.
Yasmine e Paloma ormai sono grandi, quindi loro sono salve, questa è la mia ultima Mietitura, ma Forty  ha ancora quattro estrazioni da affrontare ed è terrorizzato.
Mi siedo accanto a lui – Fort, tu lo sai quanti ragazzi ci sono nel Distretto? Lo sai che il tuo nome potrebbe essere sepolto da tutti quelli degli altri? Lo sai che, se proprio andasse male, il tuo musetto carino attirerebbe l’ attenzione di migliaia di giovani capitoline?- Riesco a strappargli un sorriso, almeno questo. La nostra colazione viene interrotta dal suonare di una sirena, segnale che dobbiamo farci belli per andare al macello. Anche se all’ esterno niente sembra mutato credo che mi si sia serrato lo stomaco dall’ angoscia, stringo istintivamente i pugni e cerco di darmi forza.
Devo essere forte, per la mia famiglia, Fortunè soprattutto. Gli prendo una mano e gli dico – Fratellino, mi dispiace tanto, oggi sarà dura per te- lui mi guarda con una faccia perplessa e forse anche un po’ sconvolta – Ti dovrai vestire bene.-
Scoppiamo tutti a ridere, mentre accompagno il mio fratellino a farsi bello.
E’ importante essere presentabili quando si va a morire.
Cerco di lisciarmi i ricci ribelli usando l’ acqua - Sono veramente figo – dico all’ immagine riflessa.
-Si, si lo sei – dice Fortunè infilandosi i pantaloni buoni. – E’ una gioia sentire finalmente la tua voce, vieni qui, dobbiamo fare qualcosa per i tuoi capelli – Lui scoppia a ridere – I miei di capelli? Sembra che una mucca ti abbia leccato la testa – Scoppio a ridere – Almeno non sono sparati come i tuoi - .
Passiamo una buona mezz’ ora così, io che inseguo mio fratello brandendo un pettine e lui che mi tira addosso qualsiasi cosa gli capiti a tiro, finché una mamma infuriata non ci urla di smettere.
Poco dopo ci dirigiamo in piazza, che è gremita di gente come ogni anno. Tutti gli abitanti del Distretto sono qui, speranzosi che venga sorteggiato il ragazzino che non gli ha fatto copiare l’ esame di matematica. Piccolo bastardo.
Io e Fort lasciamo il nostro nome al banco delle iscrizioni, salutiamo ancora un’ ultima volta la mamma e le nostre sorelle e ci dirigiamo nella sezione maschile.
La cerimonia della Mietitura inizia come al solito con un filmato propagandistico sulla grandezza della nostra nazione, sulla storia degli Hunger Games. Un po’ incomprensibile devo ammettere.
Finalmente la nostra colorata accompagnatrice ci annuncia che è il momento di sorteggiare i tributi di quest’ anno. – Come sempre, prima le signore! –
Infila la mano guantata in una boccia alla sua sinistra, piena per metà di bigliettini ripiegati. Guardo le ragazze alla mia destra, per una di loro questa è una condanna a morte, per le altre è un sospiro di sollievo, si stringono tutte le mani, dandosi forza, ma sono sicuro che, sotto sotto, magari talmente sepolto nel loro animo da venir costantemente censurato da una tempra mentale molto forte, c’è il barlume di speranza che sia preferibile veder morire la propria migliore amica, piuttosto che andare loro stesse in quell’ inferno.
- Katniss Everdeen ! –
Un groviglio di mani si scioglie intorno a quella che deve essere la ragazza sorteggiata, che completamente sbiancata si dirige meccanicamente verso il palco.
Il cerone sulle guance dell’ accompagnatrice sembra un’ abbronzatura tropicale a confronto col viso della ragazza, che sembra avere massimo sedici anni.
Dopo aver salutato con una stretta di mano la nostra Barbie Accompagnatrice si dirige al posto che le spetta vicino al sindaco del Distretto, che la guarda sconsolato. Qualche anno fa sua figlia era nella stessa situazione e quella fu l’ ultima volta che sedettero vicini.
- Ed ora i ragazzi – annuncia la Barbie con una voce acuta da far fischiare i microfoni.
Sento una morsa intorno allo stomaco, un’ ansia viscerale mi assale, mentre guardo la mano della donna passare in rassegna tutti noi ragazzi. Se riesco a passare questi pochi secondi, questi spostamenti casuali che mi portano indipendentemente da me più lontano o più vicino alla morte, potrei vivere tranquillamente la mia vita. Tranquillamente per modo di dire.
La mano sembra aver preso la sua decisione
- Fortunè Penniman! –
Il ragazzo di fianco a me sta per svenire, si aggrappa alla mia camicia e le ginocchia gli cedono.
E’ un attimo, una di quelle decisioni che semplicemente prendi naturalmente, senza pensarci, che si rivelano essere una pessima idea.
- Mi offro volontario! Mi offro volontario come tributo! -  Comincio a prendere coscienza del mio gesto solo dopo aver chiuso la bocca. Ho firmato la mia condanna a morte.
Forty mi guarda ancora più spaventato di prima, ma sa che non può fare nulla per fermarmi. Sono le regole.
Mi dirigo verso il palco, ogni passo che faccio mi sembra più lungo del normale, è come se non arrivassi mai, eppure quando arrivo mi sembra di aver fatto troppo in fretta.
Ormai sono in quella fase in cui stai ancora assorbendo e assimilando il cambiamento e tutto sembra così surreale, ma proprio perchè sta volta è reale e sta succedendo proprio a te.
E’ comunque meglio che cedere alle emozioni, sarebbero così forti da farmi impazzire, ma prima o poi dovrò affrontarle, spero il più tardi possibile.
- Come ti chiami, caro ? – Mi chiede la donna porgendomi il microfono – Mi chiamo Michael Holbrook Penniman Jr – dico arrossendo. Sto arrossendo? Sto andando agli Hunger Games e mi preoccupo di come suoni lungo e strano il mio nome? Davvero?
- Ci scommetterei il cappello che quello laggiù era il tuo fratellino, vero? Siete identici ! –
Annuisco e poco dopo aver capito che evidentemente sono noioso, la donna mi lascia andare a sedermi con la ragazza.
La cerimonia si conclude e ci accompagnano verso una sala d’ attesa, dove avremo la possibilità di dire addio ai nostri cari e partire verso la grande capitale.
Non ho voglia di farlo, sarebbe toccare con mano la realtà che mi sto accingendo a vivere, devo apparire loro forte.
Appena si apre la porta entra il mio fratellino che corre verso di me e mi abbraccia forte – Mika, sei un idiota – ricambio l’ abbraccio e appoggio la testa sulla sua – Mai quanto te –
Mia madre e le mie sorelle si avvicinano a noi e ci stringono forte – Questa non dovevi farcela, Michael – dice Yasmine accarezzandomi la testa. Okay, penso che potrei sprofondare in una voragine tipo subito. Tutti noi sappiamo che questa è l’ ultima volta in cui mi vedranno fra loro ancora intero. Mi sembra di rivivere la scena dell’ anno precedente con Zully, solo che quella volta io sarei rimasto a casa. Ora sarò io a dover salire sul treno, andare a Capitol City, sfilare coi tributi e fare l’ amicone, per poi ammazzarne un buon numero nell’ Arena, prima che il cannone suoni la mia morte. Bello schifo.                        
Dopo poco arriva il Pacificatore, che intima ai miei cari di andarsene
- Tu devi vincere, Mika! – mi urla un disperato Fortunè trascinato via da me
Okay, ora, sarebbe il caso di non dare loro false speranz...
- Lo farò –
Uhm, sono un genio.
 
 
 
  
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