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Autore: letmein    23/09/2014    0 recensioni
Sentivo la vita scivolarmi lentamente tra le dita, e non potevo fare nulla per impedirlo.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Kol Mikaelson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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(Questa è solo una piccola introduzione alla storia,perciò si inserirà più avanti nel contesto della serie televisiva)


-Cazzo,non di nuovo.
Esclamai, sbattendo malamente i pugni sul volante dell’auto di mio padre. Tentai più volte di riaccendere il motore, senza alcun successo, quindi grugnii, spazientita. Fuori pioveva.
La macchina, per la terza volta in una settimana, s’era appena bloccata in mezzo alla strada, facendomi imbestialire. Scesi sbattendo la portiera, sbuffando ed alzandomi sulle punte cercando di far funzionare quel maledetto cellulare usato. Erano appena le undici di sera, ma il freddo riempiva le mie narici e mi stuzzicava la pelle come fosse piccoli aghi fastidiosi, provocandomi un brivido.
Ovviamente, nessuna traccia di campo. Buttai a terra il cellulare ormai bagnato, gettando poi il viso all’indietro e gridando di rabbia, passandomi distrattamente una mano tra i capelli biondi resi scuri dalla pioggia. Le dita mi si bloccarono vicino alla testa a causa dei molteplici nodi, facendomi stringere le dita attorno ad essi. Feci quindi scivolare le dita lentamente, guardando diritto davanti a me, completamente bagnata. Bagnata, esausta ed arrabbiata. Se qualcuno mi avesse vista in quel momento, ferma sotto la pioggia, con lo sguardo perso nel vuoto, avrebbe chiamato sicuramente un bravo psichiatra. O la polizia. O i pompieri.
Scossi il capo, alzando poi il viso verso il cielo. In quel momento sentii le lacrime calde riempirmi gli occhi e rigarmi le guance, confondendosi così con la pioggia fredda. Il contrasto di sensazioni mi provocò una leggera scossa, che partì dalla fine della spina dorsale ed arrivò fino al cuore.
Allungai le mani fino al mio petto, cercando di capire se il cuore ancora batteva, incontrando così il ciondolo d’argento che portavo sempre al collo da quando Daerios me lo aveva regalato per il compleanno.
Pensai a lui. Pensai ai baci, all’apocalisse che avevo causato per quasi due anni a costo di stare con lui. Pensai ai sogni, al futuro che avevamo progettato insieme. Daerios m’aveva fatta perder la ragione come nessun altro era mai stato in grado di fare. Un’altra lacrima mi rigò il viso quando mi resi conto che non avremmo mai comprato una casa nel centro di Londra, con grandi vetrate ed un arredamento moderno. Che non avremmo mai deciso il luogo in cui sposarci, che non avremmo frequentato l’università insieme. Che non avremmo mai apprezzato il nostro amore come doveva essere.
Un amore come quello si può incontrare solo una volta nella vita. Ed era capitato a me. Solamente, non era finita come avrebbe dovuto.
Mi passai una mano sul viso, scacciando così i ricordi. Aveva smesso di piovere.
Mi guardai attorno, osservano i ciuffi d’erba bagnata appena visibili muoversi dolcemente a causa del vento. Il buio mi circondava.
Sospirai, portando le mani ai fianchi, cercando di trovare una soluzione. Improvvisamente, un fruscio attirò la mia attenzione, facendomi quindi voltare di scatto. Sussultai non appena vidi una ragazza mora, voltata nella mia direzione ma a testa bassa, probabilmente di appena qualche anno più grande di me.
Feci qualche passo verso di lei, incerta, cercando nel frattempo di nascondere il viso rigato di mascara.
-Stai bene?
Chiesi, piuttosto stranita dalla situazione. Per qualche strano motivo il mio cuore iniziò a battere più velocemente, probabilmente a causa del mio animo profondamente inquieto, data la ragazza decisamente più strana di me che mi stava davanti.
-Sento il tuo cuore.
Sussurrò ad un tratto la ragazza, con voce piuttosto roca, facendomi rabbrividire. Aggrottai le sopracciglia, facendo poi un passo indietro.
-Chi sei?
Le chiesi, mantenendo un’espressione confusa ed impaurita, cercando però di apparire calma.
Fu allora che la vidi.
La ragazza misteriosa alzò la testa, mostrando un viso angelico, ma visibilmente distrutto. Un’espressione muta ed indecifrabile affievoliva la sua immensa bellezza. Piegò la testa di lato, lasciando scivolare i capelli bagnati verso destra, ed iniziando ad avvicinarsi lentamente a me. Feci un altro passo indietro, avvicinandomi di più alla portiera della macchina: guardai quindi la maniglia e la afferrai poco dopo, tirandola verso di me, ma con mia grande sorpresa ritrovai la ragazza a qualche centimetro dal viso. Sussultai, portandomi una mano al petto. Mi guardò negli occhi. Nel buio della notte, i suoi apparivano ancora più cupi di quanto non fossero, ed avevo la sensazione di perdermi dentro ad essi, senza poter distogliere lo sguardo.
-Stai ferma,non urlare.
Rimasi immobile. La guardai, e non mossi un muscolo vedendo le vene sotto i suoi occhi ingrossarsi, mentre essi diventavano di un colore che mi ricordava terribilmente il sangue. Trattenni un conato. Odiavo il sangue.
I suoi canini si allungarono, penetrando la mia carne velocemente. Si strinse di più a me. Sentii le mie vene svuotarsi, mentre enormi quantità di sangue si riversarono sul cemento scuro della strada ogni volta che per qualche secondo staccava le labbra dal mio corpo. Mi accasciai, tenendomi alle spalle di colei che mi stava succhiando via tutta la vita. Sentivo dolore. Volevo urlare, volevo scappare, ma ogni atomo del mio corpo me lo impediva, come una forza incontrastabile.
Sentivo la vita scivolarmi lentamente tra le dita, e non potevo fare nulla per impedirlo.

   
 
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