“Well, you being happy isn’t really a big priority of mine… since you stabbed me. Twenty times, with knives.”

 
Ti rigiri fra le mani i suoi coltelli, appollaiato sul bordo di una sedia. È successo tanto in fretta che nemmeno te ne rendi conto: stai lì, senza piangere, e aspetti che torni da te, come hai sempre fatto. Aspetti che la porta del suo studio si spalanchi e si tolga le scarpe, sfoggiando il sorriso di cui ti innamorasti tanto tempo fa; aspetti che avvicini il viso al tuo e i vostri respiri si fondano, le vostre mani si stringano, i vostri corpi si sfiorino. Ma la porta non si apre e le lacrime scendono, bollenti, lungo le tue guance; e lei non sorride più, non ti stringe più, non ti tocca più.
 

“They were actually Chinese ring daggers, but… sorry.“