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Autore: Sam27    24/09/2014    4 recensioni
Ci sono alcune cose che ho imparato da brava fan girl:
1. “Asjdnbvfuhuj” riassume tutto. E con tutto intendo qualsiasi cosa talmente pucciosa da poter essere riassunta.
2. La nutella è la tua migliore amica. Nonché la soluzione a qualsiasi tuo problema.
3. Si può sopravvivere dormendo solo tre ore. E mangiando molta Nutella, mi sembra sottointeso.
4. Libri e computer sono l’ingresso per il paradiso. Potete anche sostituire il computer con uno Smartphone, un Iphone o un tablet. Ed ovviamente aggiungete la Nutella.
5. Quale marca di fazzoletti è più resistente. I fazzoletti Tempo sono eccezionali, me ne servono solo cinque pacchetti a libro.
6. I personaggi immaginari sono migliori di quelli reali. Infatti sembra che il mio ragazzo ideale non esista. Io vorrei solo che avesse la dolcezza di Peeta Mellark, l’umorismo di Fred Weasley, il coraggio di Peter Pevensie, la bellezza di Finnick Odair, il sarcasmo di Jace Shadowhunters e l’intelligenza di Caleb Prior. Forse chiedo troppo?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Potremmo Volare'
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3.Sono etero, eterissimo
 “Sai cosa c’è di triste nel leggere libri?
Che ci si innamora dei personaggi,
Crescono con te.
Quando si legge, si inizia a sentire ciò che sentono, si diventa loro.
E quando hai finito, non sei mai più lo stesso.
Certo che sei ancora tu:
 hai lo stesso aspetto,
 parli nella stesso modo,
ma qualcosa in te è cambiato.
Qualcosa nel tuo modo di pensare,
il modo in cui scegli,
a volte, anche le cose che dici possono essere diverse.
È incredibile, ma in qualche modo,
ti senti lasciato solo da quel mondo di cui una volta eri parte.
È travolgente.
Ma ti rende triste.
Perché una volta eri in questo altro mondo…
e poi improvvisamente devi dirgli addio.”
Suzanne Collins
Questa mattina devo essermi svegliata dalla parte sbagliata del letto o forse sono solo di malumore perché invece di stare in spiaggia devo aiutare mamma con la montagna di bucato.
Credo che non finiremo mai.
Qualche Hobbit deve divertirsi a farci qualche subdolo scherzo.
Più vestiti stendiamo e più ce ne sono.
Magari mentre mi giro mia mamma rimette la roba al suo posto.. In effetti mi sembra di aver già steso questa maglietta tre volte. O forse è solo lo zio che ha i vestiti tutti uguali.
-Tieni: rimetti questo nella roba da lavare, è caduto- mi dice mamma porgendomi un indumento sporco e stropicciato.
Annuisco e , trascinando i piedi per cercare di metterci più tempo possibile, mi dirigo dall’altra parte della terrazza.
Improvvisamente mi immobilizzo e guardo l’oggetto tra le mie mani come se fosse il mio tesoro –con tante ‘s’, sì-.
-La padrona ha dato a Dobby-Eleonora un calzino!- esclamo voltandomi verso di lei con un enorme sorriso.
-Cosa.. cosa vai blaterando?-
-La padrona ha dato a Dobby-Eleonora un calzino- ripeto imperterrita –Dobby-Eleonora è un elfo libero!-
E così dicendo la prendo sotto braccio improvvisando una strana danza.
-Vado in spiaggia- le annuncio dandole un bacio sulla guancia e fiondandomi giù dalle scale prima che abbia il tempo di riprendersi o dire qualcosa.
Saltellando arrivo finalmente al bagno, decido di passare prima in una cabina per cambiarmi.
Entro tranquilla nella prima e per poco non mi viene un infarto.
Ho aperto appena la porta di qualche centimetro ed ora sto fissando Luca ed il bel biondino di ieri sera che si baciano.
Ma no: mi starò sbagliando.
Magari mi è entrato un Hagrid in un occhio e ho un abbaglio.
Richiudo la porta di colpo e faccio per andarmene quando una mano mi blocca.
Ecco, questo è il punto del  film in cui lui mi dice che tra lui e il suo amico non c’è nulla, che è pazzo di me e subito dopo mi bacia.
-Scusa, io.. pensavo fosse libero- dico guardandolo di sottecchi.
Peccato che la mia vita non sia un film.
-Stai tranquilla, possiamo essere ancora amici vero? Non vorrei che tu fossi una di quelle ragazze contro gli omosessuali, non mi va di perdere una ragazza speciale come te- dice arrossendo.
-Certo che siamo ancora amici- gli dico sforzandomi di ricomporre la mia faccia distrutta in 1000 pixel mischiati alla sabbia e deformarla in un sorriso.
-Torna da lui ti starà aspettando-
-Grazie mille Ele!- esclama dandomi un buffetto sulla guancia e tornando nella cabina con il suo ‘amico’.
Mi dirigo verso l’ombrellone sconvolta.
-Nora!- esclama mio padre appena mi vede –Sei riuscita a liberarti?-
Mi fa l’occhiolino ed io accenno una smorfia divertita.
-Perché sei ancora vestita?- mi domanda zio osservando corrucciato i leggings e la canotta sbiadita.
Merlino! Me ne ero completamente dimenticata.
-Giusto: vado a cambiarmi-
-Non c’è tempo!- esclama zia prendendomi saldamente sottobraccio. –Arrivano dei nostri amici di vecchia data-
-Sì, ti ricordi Alessandro? Giocavate sempre insieme da piccoli- dice papà.
-Veramente no..- dico preoccupata.
Mentre lo zio si volta per salutare qualcuno e la zia mi tiene ancorata a sé ho lo spaventoso flashback di un bambino piccolo e paffutello che mi tira le lunghe trecce e tiene il mio libro preferito lontano dalla mia portata.
-Ah ora ricordo- mormoro senza che nessuno mi senta.
Gli ‘amici’ sono composti da mamma, papà, figlia e Alessandro.
Deglutisco.
E ti pareva che un bambino paffutello non potesse che diventare un figo di Venere.
Devo essere l’unica ragazza sulla terra ad essere rimasta paffuta tale e quale al primo anno di vita.
Dopo una serie di immancabili e interminabili “Ma ciao Nora quanto sei cresciuta!”, “Ma come sei bella!” e “Ricordo quando eri piccola così” -tutti falsi e fastidiosi, soprattutto perché io non ho il minimo ricordo di loro- ho modo di appurare che non solo Alessandro è molto carino ma anche molto antipatico: non ha fatto altro che restare tutto il tempo attaccato al suo cellulare.
Che noia.
A meno che non stia su EFP a leggere sulle sue Ship preferite non credo proprio che andremo d’accordo.
Finalmente ci diamo appuntamento all’ora di cena e loro tolgono il disturbo –letteralmente- siccome devono disfare le valigie.
-Non sei contenta Nora? Resteranno con noi per il resto delle vacanze-
Lo ammetto: non avevo recepito questo piccolo particolare.
 
 
O è lo specchio distorto e dispettoso o potrei essere presentabile.
Mi sono già cambiata d’abito cinque o sei volte, tutte per colpa di mamma.
I pantaloncini erano troppo poco eleganti, la tute jumpsuite troppo elegante, la camicia e quegli altri pantaloni troppo colorati, i jeans troppo lunghi, quella gonna –che, tra l’altro, non avrei messo neanche sotto tortura- troppo corta.
Così indosso un vestito –ultimamente sono così fissata con gli abiti da essermene riempita l’armadio- bianco a fiori gialli e blu, con lo scollo a cuore, sopra una giacca a mezza manica gialla e un paio di sandali bassi e bianchi.
-Che ti vada bene o no: vengo così- dico piazzandomi davanti a mia madre.
-Sei bellissima!- esclama.
Questo è molto strano: non è mai propensa ai complimenti quando non si tratta di Aurora.
-Hai sbattuto la testa da qualche parte?- le domando apprensiva.
-Ma che dici?- mi chiede distrattamente –Piuttosto vieni che ti sistemo i capelli-
-I miei capelli stanno benissimo così, grazie- dico sempre più sospettosa.
E mi allontano da lei con circospezione.
Mezz’ora più tardi siamo davanti al ristorante, stranamente questa volta Alessandro non ha il cellulare tra le mani.
Ovviamente mi accollano mr. ‘Non ti saluto perché so’ più fico’ , la sorella, Aurora e Elena.
Appena arriva la pizza inizio a mangiare con foga e con molta finezza, ovviamente.
-Come ti chiami?- domando alla bambina dai corti capelli chiari, tanto per rompere il silenzio interrotto solo dai discorsi su Violetta da parte di Aurora e Elena.
-Sofia- dice guardandomi con grandi occhi color cioccolato.
Non può guardarmi così: non so resistere a quegli occhioni.
-E quanti anni hai?- le domando spostandole una ciocca di capelli dietro all’orecchio.
-Sei- dice continuando a guardarmi.
Perché i bambini sono così belli e così terribili?
-Che film ti piacciono?-
-Harry Potter, Peter Pan, Cenerentola e Frozen-
Credo di amare questa bambina.
Appena crescerà un po’ la rapirò e ci sposeremo nelle Canarie.
E’ illegale la pedofilia nelle Canarie?
In questo momento, sul televisore dietro mia zia, annunciano che tra poco andrà in onda la seconda parte del film d’amore più amato del momento: Twilight.
Sofia segue il mio sguardo e nota Edward e Bella baciarsi.
-Bleah- commenta ridacchiando.
-Li conosci?-
-Lui è una specie di fata che luccica no?- mi chiede innocente.
Non serve qualche anno.
Forse se riesco a procurarmi un documento falso potrei sposarla subito.
Ovviamente il mio momento di gloria nonché ritrovata fiducia sul genere umano e le generazioni future deve essere smentito da mia madre.
-Perché voi ragazzi non andate a prendervi un gelato?- domanda mamma indicando me e Mr. Cellulare che ha continuato a fissarmi per tutto il tempo.
Bello, antipatico ed anche maniaco.
Proprio non è il mio tipo.
-Non credo che papà sia d’accordo- dico impaurita dal sorriso serafico di mamma.
-Ma certo che sono d’accordo! Andate e divertitevi- esclama lui allungandomi cinque euro –E non tornate prima delle undici e mezza-
Ora capisco la premura di mamma, guardando le facce di tutti capisco che è un complotto. Vogliono fregare il lavoro a Cupido, poverino, tra i genitori e gli avvocati separatisti finiranno per mandarlo in cassa integrazione.
Però, mio padre, gran bell’uomo figlio di una gran bella donna –scusa tanto nonna-.
Se devo uscire con un mio amico, gay tra le altre qualità, no.
Se devo uscire con uno straniero, maniaco ed antipatico va tutto bene.
Figo.
Prima che io possa protestare mi ritrovo fuori dal ristorante al fianco di Alessandro.
Ed adesso arriva il bello.
-Andiamo?- mi domanda facendo una smorfia, come se fosse annoiato.
E no eh bello! Sono io che dovrei essere annoiata di stare con un individuo del genere! Cosa ti sbuffi che ti è capitata la fortuna di essere costretto ad andartene in giro con una come me?
Ma mi limito ad annuire e a lasciargli l’arduo compito di farmi strada.
Inizio ad osservare i passanti: mi è sempre piaciuto osservare le persone e affibbiare loro un libro, una delle case di Harry Potter, una delle fazioni o semplicemente immaginare chi siano nella vita, cosa facciano, perché lo facciano e se ne siano contenti o no.
Arriviamo in gelateria e Alessandro prende un cono puffo e bacio; io, canticchiando “Noi puffi siam così, allegri puffi blu, puffiamo su per giù due mele poco più, la la la la la..” ordino un cono con nutella, cioccolato fondente e nocciola, giusto per tenermi leggera.
Con mio sommo stupore paga lui.
Non farti strane illusioni, mi rimprovero tra me e me, è stato un gesto dettato sicuramente dall’obbedienza verso i suoi genitori.
Ci sediamo ad un tavolo per due ed iniziamo a mangiare il gelato.
-Venite qui in vacanza?- gli domando solo per rompere il silenzio fastidioso che si è creato.
Lui, con gli occhi che sfuggono ai miei, lecca un po’ di puffo e dice: -Sempre-
Ora, giusto per mostrargli la mia sanità mentale, inizio a fangirlare.
-OMG! Sempre? Davvero? Cioè ovviamente tu non potrai capire ma hai appena detto sempre! Non so se comprendi.. Come Sev o Peeta! Per la miseriaccia hai davvero detto sempre?! Certo sarebbe stato meglio se io ti avessi chiesto “Dopo tutto questo tempo” e tu avessi risposto “Sempre” ma io non potevo di certo immaginare che tu l’avresti detto! Ci sposiamo? Già volevo sposare tua sorella ma ora che ci penso non ne varrebbe la pena se poi dovessi passare 12 anni ad Azkaban perciò potremmo sposarci io e te, che dici?- mi fermo giusto due secondi per riprendere fiato prima di continuare –Non è che per caso sei fan di Harry Potter? O Hunger Games? E Divergent? Personalmente ho appena finito di leggere Shadowhunerts. OMG! Non è che hai letto anche Colpa delle Stelle? Ancora non ci credo! Hai risposto sempre! Ho bisogno di una boccata d’aria o rischio di svenire.. aspetta: ma qui siamo all’aperto!-
Lui apre e chiude la bocca parecchie volte mentre un rivolo di gelato azzurro gli cade sulla camicia bianca.
-Qual è la domanda?- mi domanda grattandosi il sopracciglio destro.
Io alzo gli occhi al cielo.
-Ma non hai sentito una parola di quello che ho detto?- sbuffo continuando a mangiare il mio gelato ma senza levargli gli occhi di dosso.
-Sì.. be’ sì.. non ho capito proprio tutto- dice sottolineando quest’ultima parola con molta enfasi –Ma anche a me piace Harry Potter e sto aspettando con ansia il trailer del terzo di  Hunger Games ma Divergent e Shadowcoso non so che siano..-
La mia mente taglia i pezzi in cui dice “non so che siano” e “Shadowcoso” per rimpiazzarli con “piace, Harry Potter” e “aspetto con ansia, Hunger Games”.
-Qual è il tuo personaggio preferito di Harry Potter? E la tua casa?- domando incredula.
Continuiamo a parlare anche dopo aver finito il gelato, camminando per i marciapiedi intasati di gente.
Verso le 11 decidiamo di rientrare ed iniziamo, quasi senza accorgercene, a camminare più lentamente.
Non avrei mai sospettato che Mr. Cellulare fosse fan di Hunger Games e Harry Potter.
Miseriaccia! Due ragazzi fanboys in solo due giorni..
Improvvisamente uno strano dubbio popola la mia mente, oscurando tutto il resto.
-Hai detto che ti piacciono Harry Potter e Hunger Games, giusto?- gli chiedo titubante, bloccandomi in mezzo alla via pedonale.
Lui si blocca a metà di un discorso sicuramente importantissimo e mi squadra, come se fossi una strana creatura aliena e per di più sorda.
-Già- dice incrociando le braccia e fermandosi a sua volta.
-Allora porti una maschera e in realtà sei bruttissimo?- gli domando mentre rincominciamo a camminare.
-No!- esclama indignato.
-Abiti a Narnia o in Groenlandia?-
-No.. ti ho detto prima che..-
-Soffri di brufoli particolarmente fastidiosi al fondoschiena?-
-Cosa… no!-
-Sei schizzofrenico?-
-Ma..-
-Ho capito: sei gay!- esclamò sospirando –Avrei dovuto capirlo prima-
-Ma io sono etero, eterissimo!- esclama arrossendo e alzando le mani, come a farsi scudo da una rara malattia.
-E allora non capisco, devo analizzare meglio i fatti Watson.- dico sfregandomi le mani.
-Anche io ho visto Sherlock Holmes- mi dice con un sorriso trionfante-
-E che libro hai letto? Quello di Conan Doyle o Andrew Lane?-
-Libro? Io ho visto il film- dice facendo una smorfia.
E pian piano un insano terrore inizia a farsi spazio su per le mie viscere.
-Non.. non hai letto i libri di Harry Potter?-
Siamo ormai arrivati davanti a casa di zia e lui suona il campanello.
-Perché dovrei leggere i libri se hanno fatto i film?- mi domanda stupito.
-E’ uno scherzo vero?- sussurro incredula.
Ecco dov’era la trappola: fan delle mie saghe preferite, etero, carino ma analfabeta.
-Perché tu leggi?- mi chiede guardandomi di nuovo come se fossi un alieno.
-Certo che leggo- sibilo a denti stretti.
-Che noia- dice alzando le spalle mentre il cancello viene aperto con un piccolo ronzio.
-I libri non sono noiosi- dico scandendo ogni sillaba e, richiusami il cancello alle spalle, entro in casa senza salutarlo, a grandi falcate.
Arrivo in salotto e mi accorgo che sono ancora tutti svegli e ci sono ancora tutti: persino i genitori di Alessandro.
Oh oh, pensò spaventata.
Faccio per indietreggiare, sperando che nessuno mi abbia vista ma, proprio quando penso di essere salva mamma si gira verso di me.
Io salto all’indietro finendo nel corridoio buio e corro fuori dove Alessandro sta prendendo a calci una pietra.
-Vieni con me- dico dopo avergli aperto il cancello.
-Come mai hai cambiato idea?- domanda lui.
-Perché non volevo che mamma mi schiavizzasse davvero, Dobby-Eleonora è un elfo libero- dico con voce atona facendogli strada su per le scale.
-Per natale mi ricorderò di regalarti un calzino- mi dice guardandomi di sottecchi.
Mi sforzo di non dare alcun segno di aver colto la sua battuta e raggiungiamo nuovamente il salotto.
-Eleonora! Perché sei scappata prima?-
-Avevo il mantello dell’invisibilità- le rispondo evasiva.
-Com’è andata?- mi domanda la mamma di Alessandro osservando le mie guance arrossate e i suoi capelli arruffati.
“Illusa” borbotto tra me e me.
-Bene- risponde Alessandro sbuffando e tirando fuori il cellulare.
-Sedetevi se volete- dice papà indicandoci una poltrona abbastanza larga da poterci ospitare entrambi, troppo stretta per poterci tenere a distanza di sicurezza.
-Mi è venuto un certo mal di testa- dico scoccando un’occhiataccia a Mr. Cellulare –Vado a dormire-
-Povera cara- dice nonna abbracciandomi.
E, mostrando la mia superiorità, abbraccio e bacio tutti, biascicando un forzato: –Notte- a Alessandro.
Finalmente mi butto nel mio morbido letto, in pigiama, dopo una doccia fredda.
Diciassette giorni, penso sistemando il cuscino.
Almeno non dovrò passarli tutti sotto lo stesso tetto di Alessandro.

 
 
________________
Angolo dell'autrice:
prima che qualcuna di voi mi lanci addosso forconi e tridenti io NON sono OMOFOBA.
E non lo è neanche Alessandro, è solo un essere umano di sesso maschile.
Spero che questo capitolo vi piaccia.
Nnonostante io sia in fase "scuola" come tutti voi cercherò di aggiornare al più presto
Sam
  
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