Ritorno al
passato (3)
Masaru
capì che portare la Sfera dei Quattro Spiriti era stata una
pessima idea. Ma
del resto non poteva sapere cosa sarebbe successo in seguito a quel
gesto...
Suo padre non gliene aveva mai parlato e forse non ne era nemmeno al
corrente.
Tenendo la Sfera tra le mani aveva iniziato a pregare, ma ad un tratto
un forte
vento si era alzato nel piccolo tempio. Non riuscendo a capire cosa
stesse
succedendo, Masaru aprì gli occhi e si meravigliò
alla vista del pozzo aperto:
il padre gli aveva raccontato che esso era stato sigillato da molto
tempo
poiché era un collegamento con un'altra epoca...e ci si
poteva accedere solo
con la Sfera dei Quattro Spiriti e un grande potere spirituale. Si
ritrovò a
guardare una Sfera dei Quattro Spiriti che brillava e a capire tutto.
Il vento
divenne furioso e lui non riuscì quasi a rimanere in piedi,
ma raggiunse lo
stesso il pozzo e, affacciandosi, vide soltanto buio...e nemmeno il
fondo!
Sentì una gran voglia di saltare dentro e confermare le
parole del padre, ma
sapeva che non era giusto: avrebbe dovuto scappare a gambe levate e
andare a
chiedere consiglio. Ma suo padre gli avrebbe creduto? No, si disse,
l'avrebbe
ritenuto pazzo. Non attese oltre e si gettò nel pozzo.
****
Strinsi
tra le mani la
sfera che mio nonno mi aveva dato, senza capire però che
significato potesse
avere quell’oggetto, nonostante lui mi avesse spiegato che
avesse il potere di
trasportarti in un’altra epoca, di aumentare la forza ed
esaudire qualsiasi tuo
desiderio. Ma vederla lì fra le mani che non faceva niente
di magico, era
impossibile poter capire cosa intendesse mio nonno. Sapevo che per
poter
comprendere l’utilizzo della sfera, sarei dovuta andare nel
tempietto, il posto
che odiavo di più della casa e che mi metteva inquietudine,
e fare lo stesso
procedimento che aveva fatto lui un tempo. Ma se questo era
l’unico modo per
capire bene se questa storia fosse vera , allora ci sarei andata. Ci
sarei
andata per lui.
Così
uscii dallo
sgabuzzino in cui ero dove c’erano racchiuse tutti gli
oggetti antichi e sacri
e corsi al tempio. Non feci in tempo ad aprire la porta scorrevole del
tempio
che una voce mi fermò.
<<
Non avere così
fretta, nipotina mia… >> sentii mio nonno. Mi
girai e lo guardai di
fianco all’albero secolare chiamato Goshimboku.
<< Devo raccontarti tante
altre cose prima che tu possa andare..!! >>
<<
Io stavo solo…
volevo solo verificare se… avrei potuto passarci attraverso!
>> mi
giustificai io.
Mio
nonno fece un sorriso
storto. Ed io abbassai lo sguardo, vergognandomi per il fatto di
avergli fatto
credere di non credere a lui.
<<
Anche tua madre è
come te. >> disse << Non crede a quello che
le racconto e che
racconterò a te ora…. Ma come darvi
torto… Dopotutto sono passati anni e non
avendo vissuto queste esperienze in prima persona per voi è
difficile poter
credere a ciò che dico. Tra voi due c’è
solo una piccola differenza: mentre tu
cerchi di trovare se quello che ti racconto sia vero o no, lei non ha
mai
cercato di trovare una verità a quello che le dico; lei
sostiene che sia frutto
della mia immaginazione, ed ha sempre cercato di evitare
l’argomento. >>
Guardai
mio nonno con
compassione comprendendo quanto si sia sentito inutile a tale proposito
con
lei. Ora riesco a comprendere perché lei cerca di evitare
sempre l’argomento
che abbiamo affrontato ora e riesco a capire perché non
voleva che io
sapessi. Mi
ricordai dell’inizio di tale
conversazione di quando in tutti i modi cercò di evitare che
lui parlasse di
tali leggende con me. Sulle mie scelte di vita lei mi ha sempre
influenzato
fino ad ora ed ha sempre evitato che io ascoltassi questi argomenti
perché
voleva che io non credessi al nonno. Ma questo perché ?! Non
riesco a capirlo.
E’ la mia vita potrò pensare con la mia testa una
volta tanto ?!
<<
Tu invece cerchi
conferma di quello che dico >> continuò lui
<< e anche se non mi
credi del tutto ne sei affascinata e provi a cercare la
verità >>
Gli
sorrisi. E mi avvicino
a lui a piedi dell’albero. A sua volta lui si gira verso
l’albero e l’osserva.
<< Sai questo albero è un albero secolare, un
albero antico. Voglio
proprio partire da qui la mia storia. Da questo albero. Dove ero
arrivato …? Ah
sì! Ho attraversato il pozzo. Non so per quanto tempo rimasi
sospeso in aria
prima di atterrare in fondo, ma so che prima di toccare i piedi per
terra una
luce rosea mi trasportò fino ad arrivare in fondo.
Dopodichè guardai sopra di
me e capì di essere veramente stato trasportato nel tempo.
Uscii fuori dal
pozzo e mi guardai in giro. Mi ritrovai in una foresta; poco
più avanti
riconobbi l’albero, ossia l’albero secolare proprio
questo che ora abbiamo qui
davanti. E’ tramite questo che possiamo viaggiare attraverso!
Ed è l’unico
punto in comune, oltre al pozzo, tra quest’epoca e
l’altra. >>
****
Mi
fermai sotto i
piedi del Goshimboku capendo che mio padre aveva ragione: esisteva
un’altra
epoca. Mi guardai intorno e vidi attorno a me il bosco. Il sole era
caldo in
cielo sembrava una splendida giornata d’estate, ed invece era
solo primavera.
Decisi che avrei esplorato l’ambiente per poter capire meglio
dove mi trovavo e
se magari trovavo qualcuno con cui poter parlare e chiedere
informazioni. Così
misi la strana sfera che avevo ancora tra le mani in tasca ed andai
oltre al
Goshimboku.
Camminai
per
svariati minuti finchè vidi una dolce fanciulla indaffarata
a raccogliere delle
erbe, da non accorgersi di me.
<<
Ciao…
>> iniziai io, non sapendo di preciso cosa dire. La vidi
girarsi nella
mia direzione un po’ sorpresa. E mi persi nei suoi occhi
color della notte.
<< Volevo sapere dove siamo possibilmente….
>> tornai a dirle.
Lei
in tutta
risposta mi squadrò per bene ma non mi rispose. E poi con
tranquillità, come se
non ci fossimo mai incontrati, tornò a posare
l’attenzione su quello che stava
facendo.
<<
Ehy,
scusi! Mi ha sentito, stavo parlando con
lei…>> dico in modo gentile.
Senza
degnarmi di
uno sguardo continuando a fare quello che faceva disse <<
Ci conosciamo
per caso ?! A me non sembra. Ad ogni modo mi hanno detto di non parlare
con gli
sconosciuti. >>
<<
Mi chiamo
Masaru, se può facilitare a poter parlare con questa
bellissima fanciulla
>> dico. La vedo sorridere un attimo imbarazzata
<< Ora sapendo il
mio nome, può considerarmi un conoscente….! E con
i conoscenti può parlare,
signorina ? >> chiedo sorridendo.
Lei
mise una mano
nella bocca e rise con grazia divertita da quello che le dicevo. Poi la
vidi
pensarci un attimo << Mmm… non
saprei… >> disse <<
…Forse…
>>.
Sarei
andato
avanti per ore a poter parlare con lei ma una terza voce
s’intromise.
<<
Kaede!
Insomma quante volte ti ho detto che non devi parlare con il primo
che
capita! >> urlò.
Mi
voltai e vidi
colei che aveva parlato: una giovane ragazza altrettanto bella come
l’altra ma
con lineamenti da donna più che da giovane. Indossava un
kimono da sacerdotessa
e percepii infatti subito la sua forza spirituale (in quanto mio padre
mi aveva
insegnato a distinguere).
<<
Scusa,
Somma Kikyio. >> disse l’altra timidamente ed
inchinandosi << non
accadrà più! >>
<<
D’accordo. Ora torna a casa. Io ti raggiungo subito.
>>
La
giovane che
doveva chiamarsi Kaede annuì. Ma prima di prendere la strada
opposta guardò me
di sfuggita. Poi se ne andò.
Io
seguii con lo
sguardo la direzione in cui era andata finchè poi spostai lo
sguardo sulla
sacerdotessa intenta ad osservarmi.
<<
Che cosa
vuoi ? >> disse.
La
guardai
stranito non capendo. << Niente… volevo solo
fare conoscenza e capire in
che strambo posto sono capitato. >>
<<
Bè
sicuramente questo non è un posto per te. E soprattutto non
è il posto adatto
per portare l’oggetto che hai tra le mani. >>
Guardai
la ragazza
perplesso. Come faceva a sapere che oggetto avevo in tasca ?!
<<
Quell’oggetto è pericoloso per noi attira solo
guai, ed è meglio che sparisca!
>> continuò lei << Ero stata io
stessa a portare la pace in questo
mondo facendo scomparire quell’amuleto. L’avevo
buttato in quel dannato pozzo
chiamato pozzo mangia ossa e grazie all’aiuto di un saggio
monaco ero riuscita
a sigillarlo. Ma a quanto pare dopo 50 anni dalla scomparsa il pozzo si
è
riaperto! Quindi ora che so vattene da dove sei venuto e torna nel tuo
mondo e
non tornare più qui, sono stata chiara ? >>
Non aspettò nemmeno la mia
risposta che prese e
sene andò ed io
rimasi solo in quel posto.
****
<<
E tu hai dato
retta a quella sacerdotessa, nonno ? >> chiese la mia
nipotina facendomi
ritornare alla realtà.
<<
Certo che no!
>> esclamo come se fosse un fatto ovvio. Poi specifico
continuando
<< Non sono certo il tipo da dar retta ad una
sacerdotessa qualunque!
>> sorrisi << Continuai a fare avanti ed
indietro in quell’epoca
alla nostra. Nella nostra epoca continuai ad addestrarmi da mio padre per diventare un
potente sacerdote, e
quando andavo dall’altra parte ero sempre nascosto a guardare
quella giovane
fanciulla che mi aveva attratto dal nostro primo incontro. Lei se ne
accorse
e ne fu felice. Ci
scambiavamo diversi
sguardi d’intesa…. Ma non aveva mai svelato a
quella sacerdotessa il mio
continuo spiarla. Poi sempre di nascosto iniziammo a frequentarci.
Stavamo
molto bene insieme e la nostra relazione andava a gonfie vele. Mio
padre era
all’oscuro di tale cosa, ma aveva intuito qualcosa. Un giorno
però la nostra relazione
fu in grave pericolo quando scoprii che lei era incinta. Incinta di mio
figlio.
Doveva essere una bella notizia invece non lo era in quanto lei era una
sacerdotessa e non poteva avere relazioni amorose. Così la
nostra relazione
sarebbe stata svelata al mondo intero. Le proposi di fuggire di andare
lontano
con me, di venire nella mia epoca, ma era tutto inutile. Lei non voleva
fuggire,
lei voleva stare con me senza più nascondersi dagli altri e
secondo lei
rimanere incinta era stato come un segno: che dovevamo svelare la
nostra
relazione. Ma quando la sacerdotessa, ovvero sua sorella Kikyo, lo
venne a
sapere andò su tutte le furie. Lei voleva che abortisse
perché sarebbe stato
uno scandalo per loro. Kaede, la ragazza di cui mi ero invaghito, non
voleva
spezzare la vita a quella povera creatura nel suo grembo e la
minacciò, perchè
sapeva che anche lei nascondeva una relazione con un mezzo demone e
sapeva che
diceva quelle cose solo perché era invidiosa del fatto che
lei non poteva avere
figli. Avrebbe voluto averli, ma oltre al fatto che le sacerdotesse
sono
destinate a non avere relazioni amorose, lei aveva avuto anche la
spregevole
scongiura di non poterli avere. Capivo quanto doveva soffrire. Alla
fine si
arrese alle preghiere della mia amata e accettò la mia
permanenza accanto a
Kaede. Ed è lì che cominciarono i guai. La
presenza della sfera portò scompiglio
in quel luogo di pace, milioni di demoni cercarono di impossessarsi di
essa. Ed
era tentato anche il mezzo demone al fianco di Kikyo. Ma quello da
temere di
più era un demone potentissimo di nome Naraku. Il demone
originariamente si
chiamava Onigumo ed era un brigante pieno di inganni e di odio per gli
altri;
un tempo si era miracolosamente salvato da un incendio, che
però lo aveva
sfigurato orrendamente e non poteva muoversi a causa delle fratture di
entrambe
le gambe. La stessa Kikyo lo curava ogni giorno e lui si
invaghì subito di lei.
Cominciò a bramare in maniera carnale la sacerdotessa che
non ricambiava i suoi
sentimenti. Voleva anche impossessarsi della sfera che sapeva che un
tempo era
custodita dalla stessa sacerdotessa di cui lui era innamorato. Appena
venne a
sapere del ritorno della sfera, invocò milioni di demoni
minori, che avevano
come capo un potente demone ragno, e ciò riuscì a
farlo grazie alla sua anima
corrotta; permise loro
di divorare il
suo corpo in cambio di uno nuovo, formando così un unico
corpo che prese il
nome di Naraku.
La
vita della mia amata
era in pericolo come quella del nostro piccolo. Non bastava
più la forza della sacerdotessa
insieme a quella del mezzo demone. Gli aiutai più che potevo
ma non riuscimmo
mai a sconfiggere quel demone, riuscimmo solo a farlo fuggire via ogni
volta
che si avvicinava.
Poi
passarono diversi
momenti di serenità finchè Kaede
partorì. Partorì una dolce femmina che chiamammo
Katsumi. >>
****
Rimasi
a bocca aperta da
quello che scoprii mi coprii la bocca ed esclamai << Mia
madre! >>.
Lui
sorrise felice di aver
mascherato tutto << Esattamente. >>
<<
Come sarebbe ?? >>
intervenne una terza voce. Ci girammo entrambi dalla sua parte e
vedemmo
proprio mia madre sconvolta davanti a noi. Chissà da quanto
è qui… Noi non ce
ne siamo minimamente accorti mentre eravamo assorti nel racconto.
<< Al
di là di quel pozzo c’è mia madre ??
>>
continuò indicando il tempietto incredula.
<< Come hai potuto non
dirmelo, papà! >>
<<
Io ci ho provato!
Ma tu non ne hai mai voluto sapere di queste cose, tesoro! Come avrei
potuto
dirtelo quando eri tu stessa a non volerlo sapere ?? >>
<<
Avresti dovuto
insistere, invece! >> disse amareggiata.
Lui
abbassò lo sguardo.
<< Mi dispiace. >> pronunciò
sottovoce.
Rimasimo
qualche minuto in
silenzio sconcertati dalle notizie che ci stava fornendo il nonno
finchè non
fui io stessa a rompere il silenzio << Quello che mi
chiedo è come mai ora
Katsumi e tu nonno, vi trovate qui ? Dovresti essere con la tua dolce
metà. Che
cosa è successo ? >>
Masaru
alzò lo sguardo,
ancora abbassato da prima e lo rivolse a me poi a Katsumi che lo
guardava in
attesa di una sua risposta alla mia domanda e poi tornò ad
osservarmi. <<
Le cose stavano andando parecchio bene con Kaede , quindi in teoria
sarei
dovuto rimane con lei… Ma le cose si sono complicate
dopo… >> si fermò e
fece un respiro profondo prima di continuare il racconto
<< Kikyo vedendo
che la sfera attirava troppi demoni decise che era giunto il momento di
distruggerla
del tutto. Ma per distruggerla non poteva farcela da sola, aveva
bisogno di un
monaco ed un’altra sacerdotessa per unire le forze ed andare
nel monte chiamato
monte Hakurei il posto dove era nata la sfera un tempo da una
sacerdotessa di
nome Midoriko. Avrebbero dovuto unire le forze per andare là
e distruggerla.
Trovò al suo fianco un monaco buddhista di nome Miroku molto
sensibile al
fascino femminile, un ragazzo serio e intelligente dotato di grande
saggezza e
pace interiore. Kaede sarebbe dovuta partire con loro, per completare
così l’operazione.
Ma ella non volle lasciare la piccola bimba, chissà per
quanto. Nonostante le
proteste di Kikyo della sua scelta decise di partire ugualmente
sperando che
durante il viaggio incontreranno un’altra sacerdotessa.
Così Miroku, Kikyo ed
Inuyasha ovvero il suo compagno partirono con la sfera alla volta del
monte, ma
non riuscirono ad andare molto lontano in quanto Naraku li raggiunse.
Pianificò
tutto: su Miroku lanciò una maledizione alla sua famiglia,
sul palmo della mano
destra del bonzo si formò un vortice che
risucchia tutto ciò che incontra e che presto lo
porterà alla morte, inglobando
egli stesso, poiché l’apertura si ingrandisce col
passare del tempo; mentre poi
fece litigare Inuyasha e Kikyo facendo credere alla sacerdotessa che il
mezzo
demone era interessato a diventare un demone completo e non a vivere
per sempre
con lei. Inuyasha cercò in tutti i modi di spiegare alla
sacerdotessa che un
tempo era così, ma che dopo aver incontrato lei aveva smesso
di impossessarsi
della sfera. Naraku non riuscì mai, nonostante il suo piano,
ad impossessarsi
della sfera. Riuscì solo a ferire gravemente Kikyo ala
spalla ed a non
farli partire.
Kikyo tornò furiosa da
me e Kaede ed ordinò prima di cadere stremata al
suolo di riprendermi la sfera e di tornarmene da dove ero venuto. Lessi
la
disperazione negli occhi della mia amata dopo aver capito che Kikyo era
in
rischio di vita e vidi Inuyasha affranto più che mai.
Così capii che era l’unica
soluzione ascoltare quello che aveva detto Kikyo. Presi la sfera tra le
mani e la
piccola nelle mie braccia. Senza lasciare il tempo a Kaede di
replicare, troppo
sconvolta per l’accaduto, la baciai e poi corsi fino al
pozzo. Ordinai al
monaco Miroku di sigillarlo una volta che l’ebbi attraversato
come io avrei
fatto dall'altra parte del pozzo e non tornai più.
>>
Concluse con le lacrime agli occhi.
Mia mamma si inginocchiò davanti a
lui con gli occhi lucidi anche ella << Che cosa
terribile…! Lasciare la
propria donna per non creare pericolo a quel mondo! >>
<< Lottai con tutto
me stesso per sigillare quel pozzo nonostante
avrei dato la vita per poter rivederla un’ultima volta, ma mi
feci forza ed
andai avanti per la mia strada fino ad ora. >>
<< Nonno quanto mi
dispiace! Chissà quanto avrai sofferto.
>> gli dissi appoggiando una mano nella sua spalla per
dargli conforto.
<< Già. Ma
ora è giunto il momento, Kagome. Ora tocca a te
partire all’attacco dopo 50 anni e dovrai farlo per il tuo
nonno. >>
annuii non capendo. << Devi sconfiggere la sfera e devi
aiutare a
sconfiggere Naraku per poter dare pace a quel mondo e proteggere
così
anche la mia amata,
ossia tua nonna.
>>
<< Ma se ora fosse
tutto risolto nonno ? Cosa devo fare ?
>> chiesi.
<< Non credo sia
tutto risolto mia cara. Se Naraku è ancora in
vita Miroku avrà ancora la maledizione e bisogna ucciderlo
per far sì che svanisca.
Ad ogni modo anche se è tutto risolto bisogna far sparire
quell’oggetto tanto
desiderato dai demoni. >>
Strinsi tra le mie mani l'oggetto e
decisa dissi << Questo e altro per
te nonnino. >> e sorrisi. Mio nonno mi guardò
entusiasto di sapere che
aveva il mio appoggio. << Stai attenta Kagome, mi
raccomando. >>
<< Tornerò
appena me ne sarà possibile. >> detto questo
lo
abbraccia. Solo dopo essermi sciolta dal suo caloroso abbraccio sentii
la voce
della donna che mi aveva messa al mondo che era stata lì
fino ad adesso ad
osservare la scena << Kagome… >>
ed è lì che iniziai a preoccuparmi.
Dopo la verità venuta a galla non poteva impedirmi di andare
là, non ora che c’era
la necessità di aiuto e che potevano aver bisogno di me! Ma
le sue parole mi
stupirono. << Salutami mia madre da parte
mia….e falle sapere che sto
bene. >> sorrise poi con gli occhi lucidi.
La guardai sorpresa e con le
lacrime agli occhi l’abbraccia e dissi <<
Grazie mamma! >> lei stupita rispose
all’abbraccio e scoppiò anch’ ella
in lacrime. Mentre Masaru guardò la scena felice
più che mai ed anche lui poco
dopo si aggiunse all’abbraccio.
ANGOLO AUTRICE:
Eccomi alla riscossa.... bè che dire. Innanzitutto mi scuso
per il ritardo tremendo ma èè stato difficile per
me completare questo capitolo. Ero quasi decisa a lasciare stare la
storia. Ma poi piano piano... l'ispirazione è arrivata. Sono
sincera non sono mmolto soddisfatta del capitolo.... ho bisogno delle
vostre opinioni quindi.... per capire se prende la storia se piace e
così poterla continuare...! Spero che il capitolo sia di
vostro gradimento... scusate in antiicipo per eventuali errori.
Ringrazio chi ha messo la storia
tra le preferite/seguite/da ricordare; ringrazio i letttori silenziosi
e chiunque lascerà una piccola recensione anche negativa!
Alla prossima, Miley.