Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Melissa Miley Renga    26/09/2014    0 recensioni
Ciao a tutti!! È da un po che volevo scrivere una storia che sto scrivendo da tempo... ed eccomi qui!! Ecco ora ci scrivo un pezzo della storia e poi spero che possa stimolarvi a leggerla!
"...Inuyasha afferrò la mano di Kikyo ed il movimento fu lento. Kikyo lo guardò ed anche lui lo fece.Finché poi lui abbassò la testa per baciarla, lei si allungò, le loro bocche s'incontrarono ed il loro bacio divenne più voglioso, più passionale, finché non si staccò, ma non era Kikyo la donna tra le sue braccia: io con sguardo provocatorio, seducente e me ne andai via lasciandolo a bocca aperta seguita dal suo sguardo interrotto da una voce che lo fece tornare alla realtà, abbassò di poco lo sguardo davanti a se e vide Kikyo.Quest'ultima disse "Inuyasha, stai bene? Hai fatto un altro sogno ad occhi aperti?". Ancora scosso rispose "sì" ma poi se ne pentì e disse "No! Va tutto bene."
Mi sembrò strano, era come se ci fossimo dati un bacio reale...."
Genere: Commedia, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo, Miroku/Sango
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo
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Ritorno al passato (3)

Masaru capì che portare la Sfera dei Quattro Spiriti era stata una pessima idea. Ma del resto non poteva sapere cosa sarebbe successo in seguito a quel gesto... Suo padre non gliene aveva mai parlato e forse non ne era nemmeno al corrente. Tenendo la Sfera tra le mani aveva iniziato a pregare, ma ad un tratto un forte vento si era alzato nel piccolo tempio. Non riuscendo a capire cosa stesse succedendo, Masaru aprì gli occhi e si meravigliò alla vista del pozzo aperto: il padre gli aveva raccontato che esso era stato sigillato da molto tempo poiché era un collegamento con un'altra epoca...e ci si poteva accedere solo con la Sfera dei Quattro Spiriti e un grande potere spirituale. Si ritrovò a guardare una Sfera dei Quattro Spiriti che brillava e a capire tutto. Il vento divenne furioso e lui non riuscì quasi a rimanere in piedi, ma raggiunse lo stesso il pozzo e, affacciandosi, vide soltanto buio...e nemmeno il fondo! Sentì una gran voglia di saltare dentro e confermare le parole del padre, ma sapeva che non era giusto: avrebbe dovuto scappare a gambe levate e andare a chiedere consiglio. Ma suo padre gli avrebbe creduto? No, si disse, l'avrebbe ritenuto pazzo. Non attese oltre e si gettò nel pozzo.

 

 

 

 

****

 

 

 

 

Strinsi tra le mani la sfera che mio nonno mi aveva dato, senza capire però che significato potesse avere quell’oggetto, nonostante lui mi avesse spiegato che avesse il potere di trasportarti in un’altra epoca, di aumentare la forza ed esaudire qualsiasi tuo desiderio. Ma vederla lì fra le mani che non faceva niente di magico, era impossibile poter capire cosa intendesse mio nonno. Sapevo che per poter comprendere l’utilizzo della sfera, sarei dovuta andare nel tempietto, il posto che odiavo di più della casa e che mi metteva inquietudine, e fare lo stesso procedimento che aveva fatto lui un tempo. Ma se questo era l’unico modo per capire bene se questa storia fosse vera , allora ci sarei andata. Ci sarei andata per lui.

Così uscii dallo sgabuzzino in cui ero dove c’erano racchiuse tutti gli oggetti antichi e sacri e corsi al tempio. Non feci in tempo ad aprire la porta scorrevole del tempio che una voce mi fermò.

<< Non avere così fretta, nipotina mia… >> sentii mio nonno. Mi girai e lo guardai di fianco all’albero secolare chiamato Goshimboku. << Devo raccontarti tante altre cose prima che tu possa andare..!! >>

<< Io stavo solo… volevo solo verificare se… avrei potuto passarci attraverso! >> mi giustificai io.

Mio nonno fece un sorriso storto. Ed io abbassai lo sguardo, vergognandomi per il fatto di avergli fatto credere di non credere a lui.

<< Anche tua madre è come te. >> disse << Non crede a quello che le racconto e che racconterò a te ora…. Ma come darvi torto… Dopotutto sono passati anni e non avendo vissuto queste esperienze in prima persona per voi è difficile poter credere a ciò che dico. Tra voi due c’è solo una piccola differenza: mentre tu cerchi di trovare se quello che ti racconto sia vero o no, lei non ha mai cercato di trovare una verità a quello che le dico; lei sostiene che sia frutto della mia immaginazione, ed ha sempre cercato di evitare l’argomento. >>

Guardai mio nonno con compassione comprendendo quanto si sia sentito inutile a tale proposito con lei. Ora riesco a comprendere perché lei cerca di evitare sempre l’argomento che abbiamo affrontato ora e riesco a capire perché non voleva che io sapessi.  Mi ricordai dell’inizio di tale conversazione di quando in tutti i modi cercò di evitare che lui parlasse di tali leggende con me. Sulle mie scelte di vita lei mi ha sempre influenzato fino ad ora ed ha sempre evitato che io ascoltassi questi argomenti perché voleva che io non credessi al nonno. Ma questo perché ?! Non riesco a capirlo. E’ la mia vita potrò pensare con la mia testa una volta tanto ?!

<< Tu invece cerchi conferma di quello che dico >> continuò lui << e anche se non mi credi del tutto ne sei affascinata e provi a cercare la verità >>

Gli sorrisi. E mi avvicino a lui a piedi dell’albero. A sua volta lui si gira verso l’albero e l’osserva. << Sai questo albero è un albero secolare, un albero antico. Voglio proprio partire da qui la mia storia. Da questo albero. Dove ero arrivato …? Ah sì! Ho attraversato il pozzo. Non so per quanto tempo rimasi sospeso in aria prima di atterrare in fondo, ma so che prima di toccare i piedi per terra una luce rosea mi trasportò fino ad arrivare in fondo. Dopodichè guardai sopra di me e capì di essere veramente stato trasportato nel tempo. Uscii fuori dal pozzo e mi guardai in giro. Mi ritrovai in una foresta; poco più avanti riconobbi l’albero, ossia l’albero secolare proprio questo che ora abbiamo qui davanti. E’ tramite questo che possiamo viaggiare attraverso! Ed è l’unico punto in comune, oltre al pozzo, tra quest’epoca e l’altra. >>

 

 

 

 

****

 

 

 

 

Mi fermai sotto i piedi del Goshimboku capendo che mio padre aveva ragione: esisteva un’altra epoca. Mi guardai intorno e vidi attorno a me il bosco. Il sole era caldo in cielo sembrava una splendida giornata d’estate, ed invece era solo primavera. Decisi che avrei esplorato l’ambiente per poter capire meglio dove mi trovavo e se magari trovavo qualcuno con cui poter parlare e chiedere informazioni. Così misi la strana sfera che avevo ancora tra le mani in tasca ed andai oltre al Goshimboku.

Camminai per svariati minuti finchè vidi una dolce fanciulla indaffarata a raccogliere delle erbe, da non accorgersi di me.

<< Ciao… >> iniziai io, non sapendo di preciso cosa dire. La vidi girarsi nella mia direzione un po’ sorpresa. E mi persi nei suoi occhi color della notte. << Volevo sapere dove siamo possibilmente…. >> tornai a dirle.

Lei in tutta risposta mi squadrò per bene ma non mi rispose. E poi con tranquillità, come se non ci fossimo mai incontrati, tornò a posare l’attenzione su quello che stava facendo.

<< Ehy, scusi! Mi ha sentito, stavo parlando con lei…>> dico in modo gentile.

Senza degnarmi di uno sguardo continuando a fare quello che faceva disse << Ci conosciamo per caso ?! A me non sembra. Ad ogni modo mi hanno detto di non parlare con gli sconosciuti. >>

<< Mi chiamo Masaru, se può facilitare a poter parlare con questa bellissima fanciulla >> dico. La vedo sorridere un attimo imbarazzata << Ora sapendo il mio nome, può considerarmi un conoscente….! E con i conoscenti può parlare, signorina ? >> chiedo sorridendo.

Lei mise una mano nella bocca e rise con grazia divertita da quello che le dicevo. Poi la vidi pensarci un attimo << Mmm… non saprei… >> disse << …Forse… >>.

Sarei andato avanti per ore a poter parlare con lei ma una terza voce s’intromise.

<< Kaede! Insomma quante volte ti ho detto che non devi parlare con il primo che capita! >> urlò.

Mi voltai e vidi colei che aveva parlato: una giovane ragazza altrettanto bella come l’altra ma con lineamenti da donna più che da giovane. Indossava un kimono da sacerdotessa e percepii infatti subito la sua forza spirituale (in quanto mio padre mi aveva insegnato a distinguere).

<< Scusa, Somma Kikyio. >> disse l’altra timidamente ed inchinandosi << non accadrà più! >>

<< D’accordo. Ora torna a casa. Io ti raggiungo subito. >>

La giovane che doveva chiamarsi Kaede annuì. Ma prima di prendere la strada opposta guardò me di sfuggita. Poi se ne andò.

Io seguii con lo sguardo la direzione in cui era andata finchè poi spostai lo sguardo sulla sacerdotessa intenta ad osservarmi.

<< Che cosa vuoi ? >> disse.

La guardai stranito non capendo. << Niente… volevo solo fare conoscenza e capire in che strambo posto sono capitato. >>

<< Bè sicuramente questo non è un posto per te. E soprattutto non è il posto adatto per portare l’oggetto che hai tra le mani. >>

Guardai la ragazza perplesso. Come faceva a sapere che oggetto avevo in tasca ?! << Quell’oggetto è pericoloso per noi attira solo guai, ed è meglio che sparisca! >> continuò lei << Ero stata io stessa a portare la pace in questo mondo facendo scomparire quell’amuleto. L’avevo buttato in quel dannato pozzo chiamato pozzo mangia ossa e grazie all’aiuto di un saggio monaco ero riuscita a sigillarlo. Ma a quanto pare dopo 50 anni dalla scomparsa il pozzo si è riaperto! Quindi ora che so vattene da dove sei venuto e torna nel tuo mondo e non tornare più qui, sono stata chiara ? >> Non aspettò nemmeno la mia risposta che prese  e sene andò ed io rimasi solo in quel posto.

 

 

 

 

****

 

 

 

 

<< E tu hai dato retta a quella sacerdotessa, nonno ? >> chiese la mia nipotina facendomi ritornare alla realtà.

<< Certo che no! >> esclamo come se fosse un fatto ovvio. Poi specifico continuando << Non sono certo il tipo da dar retta ad una sacerdotessa qualunque! >> sorrisi << Continuai a fare avanti ed indietro in quell’epoca alla nostra. Nella nostra epoca continuai ad addestrarmi da mio  padre per diventare un potente sacerdote, e quando andavo dall’altra parte ero sempre nascosto a guardare quella giovane fanciulla che mi aveva attratto dal nostro primo incontro. Lei se ne accorse e  ne fu felice. Ci scambiavamo diversi sguardi d’intesa…. Ma non aveva mai svelato a quella sacerdotessa il mio continuo spiarla. Poi sempre di nascosto iniziammo a frequentarci. Stavamo molto bene insieme e la nostra relazione andava a gonfie vele. Mio padre era all’oscuro di tale cosa, ma aveva intuito qualcosa. Un giorno però la nostra relazione fu in grave pericolo quando scoprii che lei era incinta. Incinta di mio figlio. Doveva essere una bella notizia invece non lo era in quanto lei era una sacerdotessa e non poteva avere relazioni amorose. Così la nostra relazione sarebbe stata svelata al mondo intero. Le proposi di fuggire di andare lontano con me, di venire nella mia epoca, ma era tutto inutile. Lei non voleva fuggire, lei voleva stare con me senza più nascondersi dagli altri e secondo lei rimanere incinta era stato come un segno: che dovevamo svelare la nostra relazione. Ma quando la sacerdotessa, ovvero sua sorella Kikyo, lo venne a sapere andò su tutte le furie. Lei voleva che abortisse perché sarebbe stato uno scandalo per loro. Kaede, la ragazza di cui mi ero invaghito, non voleva spezzare la vita a quella povera creatura nel suo grembo e la minacciò, perchè sapeva che anche lei nascondeva una relazione con un mezzo demone e sapeva che diceva quelle cose solo perché era invidiosa del fatto che lei non poteva avere figli. Avrebbe voluto averli, ma oltre al fatto che le sacerdotesse sono destinate a non avere relazioni amorose, lei aveva avuto anche la spregevole scongiura di non poterli avere. Capivo quanto doveva soffrire. Alla fine si arrese alle preghiere della mia amata e accettò la mia permanenza accanto a Kaede. Ed è lì che cominciarono i guai. La presenza della sfera portò scompiglio in quel luogo di pace, milioni di demoni cercarono di impossessarsi di essa. Ed era tentato anche il mezzo demone al fianco di Kikyo. Ma quello da temere di più era un demone potentissimo di nome Naraku. Il demone originariamente si chiamava Onigumo ed era un brigante pieno di inganni e di odio per gli altri; un tempo si era miracolosamente salvato da un incendio, che però lo aveva sfigurato orrendamente e non poteva muoversi a causa delle fratture di entrambe le gambe. La stessa Kikyo lo curava ogni giorno e lui si invaghì subito di lei. Cominciò a bramare in maniera carnale la sacerdotessa che non ricambiava i suoi sentimenti. Voleva anche impossessarsi della sfera che sapeva che un tempo era custodita dalla stessa sacerdotessa di cui lui era innamorato. Appena venne a sapere del ritorno della sfera, invocò milioni di demoni minori, che avevano come capo un potente demone ragno, e ciò riuscì a farlo grazie alla sua anima corrotta; permise  loro di divorare il suo corpo in cambio di uno nuovo, formando così un unico corpo che prese il nome di Naraku.

La vita della mia amata era in pericolo come quella del nostro piccolo. Non bastava più la forza della sacerdotessa insieme a quella del mezzo demone. Gli aiutai più che potevo ma non riuscimmo mai a sconfiggere quel demone, riuscimmo solo a farlo fuggire via ogni volta che si avvicinava.

Poi passarono diversi momenti di serenità finchè Kaede partorì. Partorì una dolce femmina che chiamammo Katsumi. >>

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

 

Rimasi a bocca aperta da quello che scoprii mi coprii la bocca ed esclamai << Mia madre!  >>.

Lui sorrise felice di aver mascherato tutto << Esattamente. >>

<< Come sarebbe ?? >> intervenne una terza voce. Ci girammo entrambi dalla sua parte e vedemmo proprio mia madre sconvolta davanti a noi. Chissà da quanto è qui… Noi non ce ne siamo minimamente accorti mentre eravamo assorti nel racconto. << Al di là di quel pozzo c’è mia madre ?? >>  continuò indicando il tempietto incredula. << Come hai potuto non dirmelo, papà! >>

<< Io ci ho provato! Ma tu non ne hai mai voluto sapere di queste cose, tesoro! Come avrei potuto dirtelo quando eri tu stessa a non volerlo sapere ?? >>

<< Avresti dovuto insistere, invece! >> disse amareggiata.

Lui abbassò lo sguardo. << Mi dispiace. >> pronunciò sottovoce.

Rimasimo qualche minuto in silenzio sconcertati dalle notizie che ci stava fornendo il nonno finchè non fui io stessa a rompere il silenzio << Quello che mi chiedo è come mai ora Katsumi e tu nonno, vi trovate qui ? Dovresti essere con la tua dolce metà. Che cosa è successo ? >>

Masaru alzò lo sguardo, ancora abbassato da prima e lo rivolse a me poi a Katsumi che lo guardava in attesa di una sua risposta alla mia domanda e poi tornò ad osservarmi. << Le cose stavano andando parecchio bene con Kaede , quindi in teoria sarei dovuto rimane con lei… Ma le cose si sono complicate dopo… >> si fermò e fece un respiro profondo prima di continuare il racconto << Kikyo vedendo che la sfera attirava troppi demoni decise che era giunto il momento di distruggerla del tutto. Ma per distruggerla non poteva farcela da sola, aveva bisogno di un monaco ed un’altra sacerdotessa per unire le forze ed andare nel monte chiamato monte Hakurei il posto dove era nata la sfera un tempo da una sacerdotessa di nome Midoriko. Avrebbero dovuto unire le forze per andare là e distruggerla. Trovò al suo fianco un monaco buddhista di nome Miroku molto sensibile al fascino femminile, un ragazzo serio e intelligente dotato di grande saggezza e pace interiore. Kaede sarebbe dovuta partire con loro, per completare così l’operazione. Ma ella non volle lasciare la piccola bimba, chissà per quanto. Nonostante le proteste di Kikyo della sua scelta decise di partire ugualmente sperando che durante il viaggio incontreranno un’altra sacerdotessa. Così Miroku, Kikyo ed Inuyasha ovvero il suo compagno partirono con la sfera alla volta del monte, ma non riuscirono ad andare molto lontano in quanto Naraku li raggiunse. Pianificò tutto: su Miroku lanciò una maledizione alla sua famiglia, sul palmo della mano destra del bonzo si formò un vortice che risucchia tutto ciò che incontra e che presto lo porterà alla morte, inglobando egli stesso, poiché l’apertura si ingrandisce col passare del tempo; mentre poi fece litigare Inuyasha e Kikyo facendo credere alla sacerdotessa che il mezzo demone era interessato a diventare un demone completo e non a vivere per sempre con lei. Inuyasha cercò in tutti i modi di spiegare alla sacerdotessa che un tempo era così, ma che dopo aver incontrato lei aveva smesso di impossessarsi della sfera. Naraku non riuscì mai, nonostante il suo piano, ad impossessarsi della sfera. Riuscì solo a ferire gravemente Kikyo ala spalla ed a non farli  partire.

Kikyo tornò furiosa da me e Kaede ed ordinò prima di cadere stremata al suolo di riprendermi la sfera e di tornarmene da dove ero venuto. Lessi la disperazione negli occhi della mia amata dopo aver capito che Kikyo era in rischio di vita e vidi Inuyasha affranto più che mai. Così capii che era l’unica soluzione ascoltare quello che aveva detto Kikyo. Presi la sfera tra le mani e la piccola nelle mie braccia. Senza lasciare il tempo a Kaede di replicare, troppo sconvolta per l’accaduto, la baciai e poi corsi fino al pozzo. Ordinai al monaco Miroku di sigillarlo una volta che l’ebbi attraversato come io avrei fatto dall'altra parte del pozzo e non tornai più. >>

Concluse con le lacrime agli occhi. Mia mamma si inginocchiò davanti a lui con gli occhi lucidi anche ella << Che cosa terribile…! Lasciare la propria donna per non creare pericolo a quel mondo! >>

<< Lottai con tutto me stesso per sigillare quel pozzo nonostante avrei dato la vita per poter rivederla un’ultima volta, ma mi feci forza ed andai avanti per la mia strada fino ad ora. >>

<< Nonno quanto mi dispiace! Chissà quanto avrai sofferto. >> gli dissi appoggiando una mano nella sua spalla per dargli conforto.

<< Già. Ma ora è giunto il momento, Kagome. Ora tocca a te partire all’attacco dopo 50 anni e dovrai farlo per il tuo nonno. >> annuii non capendo. << Devi sconfiggere la sfera e devi aiutare a sconfiggere Naraku per poter dare pace a quel mondo e proteggere così anche  la mia amata, ossia tua nonna. >>

<< Ma se ora fosse tutto risolto nonno ? Cosa devo fare ? >> chiesi.

<< Non credo sia tutto risolto mia cara. Se Naraku è ancora in vita Miroku avrà ancora la maledizione e bisogna ucciderlo per far sì che svanisca. Ad ogni modo anche se è tutto risolto bisogna far sparire quell’oggetto tanto desiderato dai demoni. >>

Strinsi tra le mie mani l'oggetto e decisa dissi << Questo e altro per te nonnino. >> e sorrisi. Mio nonno mi guardò entusiasto di sapere che aveva il mio appoggio. << Stai attenta Kagome, mi raccomando. >>

<< Tornerò appena me ne sarà possibile. >> detto questo lo abbraccia. Solo dopo essermi sciolta dal suo caloroso abbraccio sentii la voce della donna che mi aveva messa al mondo che era stata lì fino ad adesso ad osservare la scena << Kagome… >> ed è lì che iniziai a preoccuparmi. Dopo la verità venuta a galla non poteva impedirmi di andare là, non ora che c’era la necessità di aiuto e che potevano aver bisogno di me! Ma le sue parole mi stupirono. << Salutami mia madre da parte mia….e falle sapere che sto bene. >> sorrise poi con gli occhi lucidi.

La guardai sorpresa e con le lacrime agli occhi l’abbraccia e dissi << Grazie mamma! >> lei stupita rispose all’abbraccio e scoppiò anch’ ella in lacrime. Mentre Masaru guardò la scena felice più che mai ed anche lui poco dopo si aggiunse all’abbraccio.

 

 

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE: Eccomi alla riscossa.... bè che dire. Innanzitutto mi scuso per il ritardo tremendo ma èè stato difficile per me completare questo capitolo. Ero quasi decisa a lasciare stare la storia. Ma poi piano piano... l'ispirazione è arrivata. Sono sincera non sono mmolto soddisfatta del capitolo.... ho bisogno delle vostre opinioni quindi.... per capire se prende la storia se piace e così poterla continuare...! Spero che il capitolo sia di vostro gradimento... scusate in antiicipo per eventuali errori. Ringrazio chi ha messo la storia 
tra le preferite/seguite/da ricordare; ringrazio i letttori silenziosi e chiunque lascerà una piccola recensione anche negativa!

Alla prossima, Miley.

  
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