Di domenica, il 26 maggio 2013, il mio migliore amico, il professor Cavaliere, tornò a precipizio verso la sua piccola casa situata al 19 di una antica via di Padova. Alla nostra cuoca Giulia dovette sembrare di essere in gran ritardo per il pranzo poichè le pentole avevano appena iniziato a cantare sui fornelli della cucina. "Adesso", dissi tra me, "se il mio amico che è il più impaziente del mondo arriva affamato, farà sentire la sua voce riprensiva".
"Già il signor Cavaliere?" esclamò Giulia stupefatta socchiudendo la porta della stanza da pranzo."Si Giulia: ma il pranzo ha il diritto di non essere pronto, non sono ancora le due. Mezzogiorno e mezzo è suonato adesso."
"E allora perchè il signor Lindenbrock viene così presto?".
"Lo sapremo presto da lui".
"Eccolo, io me ne vado signor Alex: pensate voi a farlo ragionare".
Giulia si nascose nel suo laboratorio culinario e restai solo.Per il mio carattere un po' indeciso non sarei riuscito a far ragionare il più irascibiledei professori: mi preparavo dunquea tornarmene prudentemente nella mia camera: quando sentii la porta sulla strada stridere sui cardini; piedi pesanti fecero scricchiolare gli scalini di legno e il padrone di casa, attraversata la sala da pranzo, si precipitò nel suo studio."Alex, vieni subito!". Prima che avessi il tempo di muovermi, il professore gridava con impazienza:
"Ma che fai? Non arrivi ancora?"
Mi preicipitai nello studio del mio terribile padrone. So benissimo che Christopher Cavaliere non era cattivo; ma, a meno di cambiamenti poco probabili, era destinato a morire nei panni di un incorregibilie stravagante.