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Autore: Wonderful_me    30/09/2014    1 recensioni
Molte fan dei 5SOS credono nell'esistenza di bromance e romance tra i componenti della band. Io credo che, se esistessero, i CAKE sarebbero nati così.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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About me and you

 
“Oddio mi piace tantissimo questo gruppo” gracchio alla mia amica, mentre nelle cuffiette che condivido con lei esce la canzone dei McFly – All About You – che adoro. Con gli occhi chiusi inizio a canticchiarla, ma all’improvviso Meredith mi dà una gomitata sul fianco perché me ne stia zitto. Sto per dirle di non rompere le scatole, quando il ragazzo seduto davanti a noi si volta e mi dice di continuare.
Rimango semplicemente pietrificato dal suo sorriso prima di riuscire a notare gli occhi azzurrissimi e i capelli biondi e scompigliati all’indietro sulla testa coperta da un capellino di lana. Al labbro inferiore porta un anello che mi fa provare la strana voglia di leccarlo e ricoprirlo di baci.
Scuoto la testa ricomponendomi e intanto parte il secondo ritornello alla canzone che sto ascoltando. Il ragazzo si allunga verso di noi e stacca la cuffietta all’orecchio di Meredith che sta per dirgliene quattro. La fermo prendendole la mano con la mia mentre lui parte a canticchiare lo stesso motivetto che stavo cantando io prima.
Non posso credere che lui conosca questa canzone!
“Sarebbe stupenda da suonare con una chitarra” mormora di colpo e io spalanco gli occhi.
“E’ esattamente quello che penso io!” gli dico e lui mi sorride di rimando, allungando una mano per scompigliarmi i capelli. Mi ripassa la cuffietta di Meredith e quindi si alza in piedi.
“Io devo scendere alla prossima, ma spero che potremo vederci ancora” mi dice, ammiccando con malizia.
“Io prendo quest’autobus ogni giorno per andare a scuola!” sussurro prima di riuscire a fermarmi, ma lo vedo chiudere gli occhi e scoppiare in una risatina deliziosa.
“Allora ci vedremo presto” mi saluta, mentre già sta scendendo dal bus.
Quando rimaniamo di nuovo soli e mi rimetto seduto accanto a Meredith lei mi osserva e sghignazza.
“Che c’è?” le chiedo, sfiorandomi la faccia alla ricerca di qualcosa che possa farla ridere così. Mi punta un dito al naso e sorride.
“Guardati, Calum, sei tutto rosso. Quel ragazzo ti piace, vero?” mi dice e io vorrei negare perché non mi piace che la gente si faccia gli affari miei, ma Meredith è la mia migliore amica da sempre quindi non faccio altro che abbassare lo sguardo e arrossire ancora di più. Alla fine sbuffo e fisso fuori dal finestrino mentre all’orecchio destro arrivano indistinti i rumori di qualche altra canzone che ha sostituito la precedente.
 
 
 
Sono passati due giorni da quando ho visto quel ragazzo, ma non è più salito sull’autobus quindi mi stupisco alquanto quando quella mattina vedo la sua chioma bionda già seduta in decima fila. Mi sorride e mi fa segno di avvicinarmi. Ha tenuto un posto per me e uno per Meredith sul sedile davanti. Mi scuso silenziosamente con la mia amica e mi lascio cadere, con finta disinvoltura, accanto al ragazzo che – appena inspiro un attimo – sa di un fresco profumo che non riconosco.
Prima di accorgermene mi ha messo una cuffietta all’orecchio sinistro e mi sta sorridendo.
“Dimmi che ne pensi” mi dice e quando la musica parte, quella che sento, è chiaramente la sua voce e quella di un’altra persona – un ragazzo presumibilmente – accompagnato dal suono di una chitarra.
“Che cos-?”
“Ssst, prima ascoltala tutta e poi dimmi se manca qualcosa” mi sorride ancora e mi passa anche la seconda cuffietta allungandosi su di me per infilarmela.
“Ok” sussurro accanto al suo orecchio e un brivido mi percorre la schiena. Cosa sta accadendo?
Chiudo gli occhi e mi rendo conto che questa canzone è All About You, la stessa che ascoltavamo due giorni prima insieme. La voce dell’altro sembra ad un tratto troppo acuta e quella del biondo troppo stridula, stringo gli occhi cercando di ricordarmi il momento in cui l’ho sentita per poterglielo dire una volta finita la musica.
Quando sento i suoni delle chitarre scemare apro finalmente gli occhi e lui mi sta osservando con interesse. Mi accorgo che i suoi occhi puntano alla mia bocca e, senza rendermene davvero conto, passo la lingua sulle labbra, facendolo deglutire inavvertitamente.
Riprende subito il controllo di sé e mi sorride.
“Allora, che ne pensi?” chiede.
“Io non sono un discografico. Non ne capisco niente di musica. Sembra… Buona” dico, cercando di mascherare quello che penso.
“No! Tu stai mentendo. Voglio sapere quello che pensi, non quello che vuoi che io voglia sentire!” il suo tono si fa concitato nonostante lo scioglilingua che ha appena pronunciato, le sopracciglia si uniscono al centro della fronte e io rimango senza parole per quanto è bello anche così.
“Io non… non ti conosco. Come pensi che possa giudicare quello che suoni o canti?” cerco di mettermi sulla difensiva.
“Che cosa centro io con quello che suono?! Che io sia bianco o nero, felice o triste, vecchio o giovane, che il mio nome sia Mark o Bill che differenza fa con quello che canto?” si sporge verso di me e io, di riflesso, mi ritiro un pochino. Ho paura che – altrimenti – non riuscirei a trattenermi dal baciarlo.
“Beh, io…” inizio.
“Ok, d’accordo. Ricominciamo” sorride e mi porge la mano “Mi chiamo Lucas Hemmings, ti prego chiamami Luke” adesso sembra un filino più rilassato.
“Ok, Luke” pronunciare il suo nome fa accellerare i battiti del mio cuore. “Io sono Calum Hood” dico a mia volta.
“Bene, Cal, dimmi che ne pensi di quella canzone. Ti prego” e afferra la mia mano tra le sue. “Tengo moltissimo alla tua opinione”
Cal? Ci conosciamo da nemmeno due giorni e già si prende tutte queste libertà? Nemmeno Meredith ci ha messo tanto poco a prendersi tutta ‘sta confidenza!
“D’accordo. La canzone di per sé non è male, il suono è pulito per quello che ne posso capire io, ma ci sono momenti in cui la tua voce sale in falsetto e quella del tuo amico stecca di brutto” dico tutto d’un fiato e sono terrorizzato dall’idea che possa gridarmi di farmi gli affari miei, ma quando lo guardo lui tiene un dito sulla bocca e ha gli occhi chiusi. Li riapre di scatto, guardando fuori dal finestrino inespressivo.
Merda!
Alla fine annuisce, lasciandomi senza parole, e si volta a guardarmi negli occhi marroni con i suoi cieli tersi.
“Penso anch’io che non sia perfetta e riscontro gli stessi errori che hai notato tu. È proprio per questo che ti chiedo: vuoi unirti alla mia band?”
Che cosa?
“Come?” chiedo stupito.
“Sì, ti va!? La tua voce è perfetta per arrivare dove la mia e quella di Ashton non sa arrivare, non credi?” sorride compiaciuto della sua idea come se fosse ovvio che avrei accettato.
“No! Non ci penso nemmeno!” sbotto all’improvviso e mi sto dando del cretino da solo per aver urlato così in un bus pieno di gente.
Il pullman frena di colpo e rischio di sbattere addosso al sedile di Meredith. Luke si alza di colpo.
“Ti prego, pensaci prima di dirmi di no” sorride ancora e scende al volo dall’autobus salutandomi dal marciapiedi al di là della strada. Ricambio il saluto di slancio, ma poi mi mordo il labbro dandomi del deficiente.
Meredith salta sul sedile accanto al mio ed è tutta eccitata come una ragazzina. Mi da fastidio perché so già quello che sta per dire.
“Dovresti accettare, Cal” sghignazza e io la fulmino con lo sguardo.
“Non ci penso nemmeno!” sentenzio e mi volto verso il finestrino.
 
 
 
Sabato sera io, Meredith, il mio compagno di classe Michael e altri amici andiamo al solito bar dove sappiamo che fanno serata karaoke, per sfogarci un po’ per la settimana tremendamente noiosa che abbiamo appena passato.
Michael e i suoi capelli rossi attirano l’attenzione di tutti appena entriamo e ci salutano perché siamo clienti abituali. Ci pazziamo nei pressi del microfono e Michael è il primo a cantare un pezzo di cui non riesco nemmeno a pronunciare il titolo e io e Meredith sghignazziamo facendo il tifo per lui. Quando finisce l’intera sala gli applaude e mi accorgo di un ragazzo biondo che si avvicina velocemente.
Meredith mi da una inutile gomitata.
“L’ho visto, Mery, non serve infierire grazie!” le scocco un’occhiata di fuoco mentre mi dirigo a salutare Luke, ma lui mi evita apertamente e si sbraccia verso Michael con convinzione. Si presenta alla velocità della luce e gli chiede se suona o canta con qualche gruppo. Il mio amico fa segno di no e ride della domanda, ma si zittisce quando il biondo gli dice qualcosa all’orecchio. Senza accorgermene mi sto avvicinando e alla fine Luke mi vede e mi saluta tutto contento.
“Ciaooooo, Cal!” grida festoso. Ha bevuto?
“Luke!” dico, sorpreso di vederlo lì.
“Sono davvero contento di vederti cavoli. Guarda che ho trovato? Un cantante fantastico vero? Perfetto per quel ruolo che mancava alla mia band, non è vero?” sorride ed è così innocente quel sorriso che mi chiedo se stia fingendo di non avermi mai chiesto di avere quel ruolo o se, semplicemente, vi sia già passato sopra. Annuisco, incosciamente.
“S-si…” mi riprendo a stento “Sì, lo conosco. È un mio compagno di scuola” cerco di essere felice per Mike, ma un nodo si è chiuso all’altezza del cuore. “E penso sia perfetto. La sua voce è esattamente quello di cui hai bisogno”. Luke si volta verso il mio amico e lo abbraccia.
“Quindi è deciso, no?”
“Per me è indifferente. Si può provare se ti va” Michael alza le spalle e si fa dare il numero di Luke per contattarlo per accordarsi sul luogo e giorni per le prove.
Qualcosa si stringe all’altezza dello stomaco e devo uscire per continuare a respirare.
 
 
 
Pochi giorni dopo Michael mi invita a partecipare con Meredith alle prove del gruppo di Luke, che non ha ancora un nome peraltro.
Così ci ritroviamo tutt’e quattro in una stanzetta ricoperta di scatole di uova per insonorizzarla e un silenzio pesante cala su tutti noi.
All’improvviso la porta si apre ed entra un ragazzo dai capelli scompigliati e castani, degli occhiali dalla montatura fina e un sorriso a 32 denti stampato in faccia.
“Oddio che sono quei musi!?” chiede e si presenta a tutti, prendendosi un paio di minuti per flirtare con Meredith.
Ashton si siede quindi dietro una batteria immensa e quasi scompare lì dietro. Luke ride facendoglielo notare e quindi si sistema alla destra di Ashton; Michael si mette alla sua sinistra.
Tremenda visione, direi. Sembrano così spaiati.
Poi, appena partono a suonare, una canzone dei Busted – Year 3000 – mi rendo conto che c’è qualcosa che non va, ma prima di accorgermene mi metto a cantare con loro e tutt’intorno la melodia sembra perfetta. Vorrei dire che è la mia voce quella che manca, ma la verità è che questo ammasso di voci così diverse a rendere tutto perfetto sul serio.
Luke, quando la musica finisce, mi viene appresso e mi abbraccia fortissimo.
“Lo sapevo, mancavi solo tu!” grida e mi prende per le spalle, fissandomi dritto negli occhi.
“Ti prego, Cal, non dirmi di no! Ti voglio nella mia band, anzi, nella nostra band!!!” mi implora quasi, ma alla sbuffo, passandomi una mano tra i capelli.
“Non credo di essere portato per questa cosa, Luke. Forse è meglio se fate senza di me” me lo stacco di dosso e afferro lo zaino, andandomene.
 
 
 
Due settimane dopo Michael e Luke sono una cosa sola. Si chiamano di continuo e il rosso è dure diventato più divertente e più vivace del solito. Escono insieme quasi ogni giorno, e con loro non c’è mai Ashton – che ha sempre da fare, guardacaso! – e io mi sto mangiando il fegato per la gelosia che inizio a provare nei confronti di Mike. So perfettamente che la causa di tutto è la mia stupida attrazione per Luke, ma so anche che ormai lui non fa più parte della mia vita. Non riesco ad incontrarlo nemmeno in autobus e non faccio altro che chiedermi se sembrerebbe stupido presentarmi alle prove del gruppo.
Alla fine decido che me ne strafrego il cazzo di quello che avranno tutti da dire della mia presenza lì e mi avvinghio nel mio cappotto partendo con il vento freddo di fine febbraio addosso e diretto alla baracca dove i ragazzi stanno provando.
Meredith oggi non ha potuto andarci e quindi ci sono soltanto loro tre: una massa di uomini pieni di ormoni. Potrei morire lì dentro!
Quando arrivo alla baracca tutto è troppo silenzioso perché stiano provando. Mi avvicino in punta di piedi e quello che riesco a vedere dalle finestre sono Mike e Luke troppo vicini perché stiano facendo qualcosa di diverso dal baciarsi.
Semplicemente corro via, fingendo che non abbia visto niente e intanto il mio cuore esplode e vorrei così tanto piangere!
Il mio amico sta baciando il ragazzo che mi piace. Come ha potuto?
Cal, calmati! All’improvviso mi blocco e dico a me stesso che Mike non ha nessuna colpa, lui non sa quello che provo per Luke.
Non lo sa nessuno. Nemmeno Luke.
Giro i tacchi e torno verso il capanno e addesso quello che trovo sono festoni con la scritta “Buon Compleanno”, palloncini ovunque e un ragazzo biondo accovacciato in un angolo mentre tenta di sistemare delle luci che di colpo illuminano tutta la baracca di mille colori.
“Finalmente ce l’ho fatta” lo sento mormorare a bassa voce.
“Wow” mi lascio sfuggire e lui si alza di colpo, spaventato.
“Che diavolo ci fai qui, Cal?” il suo tono risulta sospetto. La porta alle mie spalle si apre di scatto facendo entrare un Mike stupito a sua volta. Si affretta a posare la scatola che tiene tra le mani ed esce velocissimo.
“No, aspetta!” gli grido fermandolo. “Non sei tu quello che deve andarsene, ma io…” faccio per fare un passo, ma Mike mi sbatte una mano al petto.
“Sta fermo qua, cretino. Quello” indica con la testa Luke che se ne sta fermo in un angolo aspettando che succeda qualcosa “sta facendo tutto questo per te. Dovresti almeno ringraziarlo” si volta verso il biondo e indica la scatola. “ Ho messo tutto qui dentro Luke, ora vado a casa. Ci vediamo domani alle prove” saluta ed esce, semplicemente. Né io né Luke facciamo niente per fermarlo.
Mi volto a fissare il biondo con un sopracciglio alzato.
“Allora…” chiedo “che sta succedendo qui?” apro le braccia indicando tutto quello che mi sta attorno. La stanza, i festoni, i palloncini, le luci, lui.
“Doveva essere una sorpresa, dannazione” sospira, lasciando cadere il filo delle luci e sedendosi sul divano. Batte la mano sul posto vuoto accanto a sé, facendomi segno di sedermici.
“Vuoi spiegarmi che succede, Luke? Che significa che è per me?”
“Mike mi ha detto che hai già compiuto gli anni quest’anno”
“Beh è la verità”
“E io avrei così tanto voluto festeggiarlo con te, quindi lui e Ashton hanno proposto di fare una festa per il tuo compleanno, ma non sapevo se ti sarebbe andato. Meredith ha aggiunto che se era una festa a sorpresa tu non potevi arrabbiarti” Luke alza lo sguardo dal punto in fondo alla sala che ha fissato per tutto il tempo e mi osserva.
“Beh Mery mi conosce più di qualunque altro”
“Sono così geloso di lei!” sbotta di colpo sorridendo e io lo fisso stupito.
“Come hai detto?” chiedo e prima di accorgermene la faccia di Luke si fa troppo vicina e le sue labbra sfiorano le mie per un solo, piccolissimo, istante poi lui si ritira e aspetta la mia reazione.
Non riesco a spiaccicare parola e invece porto due dita alla bocca e mi chiedo se l’ho solo sognato o se mi ha davvero baciato.
“Mi piaci, Calum, per questo voglio festeggiare il tuo compleanno e per questo sono geloso di Meredith. Vorrei che fossi soltanto mio!” mi dice, sorridendo e sfiorando le mie dita che stanno ancora sulla mia bocca.
“Ma tu… prima ti ho visto che baciavi Mike… come puoi…?” non riesco a finire di dire nulla.
“Oh, ti prego, amore mio, non piangere. Mi dispiace!” Luke mi abbraccia di colpo e mi accorgo solo in quell’istante che sto piangendo.
“Non ho mai pensato di baciare nessuno che non fossi tu. Ti sogno dal momento esatto in cui ti ho visto la prima volta due mesi fa”
“Due mesi fa? Ci conosciamo da un mese appena!” lo corrego e lui mi allontana un poco da sé, asciugandomi le lacrime, baciando le mie guance bagnate e sorridendomi ancora.
“Tu non hai davvero idea di quanti giorni ho passato ad osservarti semplicemente prima di avere il coraggio di parlarti, amore mio” solleva il capelli dal mio viso, lo afferra e mi bacia di nuovo. Stavolta si sofferma un poco di più su di me e io piano ricambio il bacio, lievemente.
“Ma Mike…?”
“Non so che cosa tu abbia visto, stavamo soltanto controllando queste dannate luci che sembrano essere bruciate. Non so come fare a ripararle e lui è andato a casa a prendere l’occorrente per sistemarle” sorride ancora e io afferro le sue mani tra le mie, stringendole forte.
“Mi piaci Luke” sbotto di colpo, ricordandomi quello che ero andato a fare alla baracca.
“Mi piaci anche tu, Cal. Moltissimo” sorride sfiorandomi il naso col suo.
“Voglio suonare e cantare con te, Luke”
“Ma certo, amore mio. Non aspettavo altro di sentirtelo dire. Vieni qui, fatti abbracciare” mi tira a sé, stringendomi forte, riempiendomi di questo suo freschissimo profumo.
Mi bacia ancora e io ricambio, sfiorandogli i capelli e leccando quell’anello che ha al labbro inferiore.
 
 
 
 
Sono passati due anni da allora, la nostra band ha finalmente un nome – 5 Seconds Of Summer – come quei cinque secondi di piena estate che io e Luke abbiamo provato nella baracca circondata dal freddo di fine febbraio. Stiamo per salire sul palco, ma io e il mio ragazzo troviamo comunque un istante per scambiarci l’ultimo bacio, prima che Mike e Ash inizino a prenderci in giro.
La musica parte all’impazzata e noi corriamo sul palco, imbracciando le nostre chitarre e gridando a squarciagola le nostre canzoni.
Poi Luke mi si avvicina, mi osserva, mi fa l’occhiolino e canta il pezzo che fa ululare le ragazzine di tutto il mondo:
 
She looks so perfect standing there
In my American Apparel underwear
And I know now, that I’m so down
I made a mixtape straight out of ‘94
I’ve got your ripped skinny jeans lying on the floor
And I know now, that I’m so down
 
E io sorrido perche sono l’unico a sapere che questa canzone l’ha scritta la notte in cui, sdraiati a letto, diventavamo una cosa sola.
 
 
 
*_*_*_*
 


Luke si avvicina e guarda che sto faccendo da sopra la mia spalla e io chiudo il quaderno di scatto.
“Eddddaaaaaaiiiii, voglio sapere che stai scrivendo. È la mia biografia?” chiede ridendo e mi avvolge in un morbido abbraccio.
“Ti sbagli! È la nostra biografia”
Nostra, intendi della band o…” non lo lascio finire, baciandolo morbidamente e zittendolo.
“Una biografia che parla di me e di te” sorrido, mentre lui ricambia il bacio e mi stringe a sé.
Dovrei davvero dirgli quanto lo amo.
  
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