Film > Thor
Segui la storia  |       
Autore: PollyFTSissi    01/10/2014    1 recensioni
[AU- L'unica differenza con la storia originale è che Loki non è mai stato adottato da Odino, quindi è cresciuto tra i giganti di ghiaccio]
[Thor/Loki]
"All’improvviso vide la tenda muoversi, e dall’entrata vide una mano emergere tra la stoffa, per aprirsi un varco.
Vide entrare un altro gigante di ghiaccio, o almeno così credeva, perché era profondamente diverso dagli altri Jotun. Era molto più piccolo e minuto, tanto che credeva essere poco più basso di lui, ma il colore della pelle era identico, come il colore degli occhi. I suoi, però, erano molto più profondi e penetranti, come se il rosso scarlatto non lo mettesse abbastanza in soggezione.
Aveva i capelli lunghi e neri, tirati elegantemente all’indietro ed era a petto nudo, come tutti gli altri, coperto solo una specie di gonnellino fatto di pelli di animali.
[...]
Lo scrutò con i suoi occhi intensi, con un sorriso sghembo stampato sulle labbra bluette «Io sono Loki, figlio di Laufey… Nonché principe e futuro erede al trono di Jotunheim»"
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor, Un po' tutti
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Premessa iniziale: Pur essendo una AU, non ci sono differenze abissali, l’unico grande cambiamento è quello riguardante Loki. In questa fanfiction è cresciuto tra i giganti di ghiaccio e non è mai stato adottato da Odino, quindi non è in nessun modo fratello di Thor. Il rating è arancione perché ci sarà una lime, in seguito.
Detto questo, buona lettura, spero che vi piaccia!

 

Thor era il giovane figlio di Odino, destinato a diventare il re di Asgard.
Però vi era un piccolo inconveniente: il ragazzo era estremamente egoista, impulsivo e bellicoso. Questi suoi difetti lo cacciavano spesso nei guai, da cui poi suo padre doveva sempre tirarlo fuori.
Spesso aveva osato attaccare da solo interi regni per futili sciocchezze, ed era questa la ragione per cui Odino non intendeva cedergli il trono per il momento… Cosa che ovviamente faceva infuriare terribilmente Thor.

La sua rabbia sfiorò il limite quando, un giorno, i giganti di ghiaccio riuscirono ad entrare ad Asgard per cercare di sottrarre loro lo scrigno, che un tempo apparteneva agli Jotun*.
«Se io fossi il re, quegli Jotun sarebbero già stati puniti per la loro insolenza!» disse il ragazzo.
«Non ho dubbi al riguardo. Peccato che il re sono io e la decisione spetta a me»
Thor lo guardò adirato, vergognandosi del suo stesso padre, poiché con la vecchiaia si era indebolito. Ed un re non può permettersi di essere debole.
Allora andò dai suoi amici di sempre, che lo avevano seguito in diverse fantastiche quanto pericolose battaglie.
«Mio padre è un folle… Si rifiuta di attaccare i giganti di ghiaccio!» sbottò.
«Non ha tutti i torti, Thor…» intervenne Sif «La tregua con Jotunheim dura da secoli ormai, è ovvio che lui non la voglia rompere»
«Loro hanno appena violato quella tregua! Sono entrati e ci hanno attaccati!»
«Erano in pochi, se avessero voluto dichiararci guerra, avrebbero mandato un esercito»
Fece finta di non averla sentita «Ma io voglio vendicare il mio popolo… Chi vuole venire con me a Jotunheim?»
I quattro si guardarono a vicenda, bisbigliando con aria preoccupata.
«Noi ti abbiamo sempre seguito, Thor…» riprese la donna «Ma questa volta la posta in gioco è troppo alta. Non siamo più dei ragazzini a cui viene perdonata ogni marachella. Siamo degli adulti ormai, ed un nostro attacco scatenerebbe una guerra…»
Thor pareva ferito nel profondo della sua anima. Li guardò uno ad uno, con profondo ribrezzo «Tradito dai miei stessi compagni… Molto bene…»
Si incamminò verso l’uscita in fretta e furia, senza nemmeno lasciare che gli altri lo fermassero. Non volevano seguirlo in battaglia? Bene, ci sarebbe andato da solo.
Si incamminò verso il bifrost, affiancato solo dal suo fedele Mjolnir. Si avvicinò ad Heimdall, furioso «Lasciami passare»
«Non tradirò il mio re» rispose freddo il guardiano «Ma nessuno aveva mai eluso la mia guardia… Vorrei sapere come hanno fatto»
«Allora non dirai nulla fino al mio ritorno, chiaro?»
Heimdall sembrò accettare silenziosamente il compromesso. Infilò la sua spada d’oro nel piedistallo, per poi parlare brevemente «Non aprirò il bifrost se questo significasse mettere in pericolo la sicurezza di Asgard»
«Non hai di che preoccuparti» disse spavaldo.
Il guardiano non rispose, ma lo catapultò nella landa desolata che era Jotunheim.
Il ragazzo provò subito ribrezzo per quel luogo, sede del potere dei giganti di ghiaccio, popolo da lui odiato sin dalla fanciullezza.
Faceva freddo, troppo freddo, tanto che sentì il ghiaccio insinuarsi nelle sue ossa, tagliando i suoi vestiti e la sua carne come un coltello.
Camminò per diversi minuti nel nulla più assoluto, circondato solo da ghiaccio e profondi strapiombi. All’improvviso vide una struttura alta e azzurrina ergersi all’orizzonte, in lontananza; avvicinandosi notò che era un trono. Si potevano anche permettere il lusso di un trono? Si chiese.
«Non avvicinarti oltre» ruggì una voce bassa, roca ed inquietante.
«Io sono-»
«Sappiamo chi sei» continuò la voce «E non gradiamo stranieri non invitati… Specialmente se appartenenti alla stirpe di Odino»
«Io sono principe e futuro re di Asgard! Come osi rivolgerti così a me?!»
«Re? Beh, lo sarai se vivrai abbastanza da diventarlo…»
«Pecchi di presunzione, uomo di ghiaccio»
Un sorriso si increspò sulle labbra del gigante. Si alzò dal trono e si avvicinò al ragazzo, con passo lento ma deciso. Era altissimo, decisamente sopra i due metri, ed era interamente blu, con due occhi rossi come il sangue.
«Io sono Laufey, re dei giganti di ghiaccio. Che cosa ti fa pensare di potermi sconfiggere?»
«Lo ha fatto mio padre, molti secoli fa, io sono anche più abile di lui»
Intanto, attorno a loro, spuntarono altri Jotun, alti quanto il loro re, ma alcuni di loro erano decisamente più grossi e spaventosi.
Strinse il Mjolnir tra le dita, pronto a colpire.
Il gigante rise «Torna a casa finché sei in tempo…»
Thor ringhiò di rabbia, ma poi gli diede le spalle, intenzionato a tornarsene a palazzo.
«… principessina»
Il biondo sorrise. Si girò di scatto e fece partire il Mjolnir, cosa che fece istantaneamente scattare i giganti di ghiaccio, pronti all’attacco.
Lottarono per minuti che sembrarono ore, quando scagliò lontano il martello, colpendo 10 Jotun in un colpo solo.
Ma sorse un piccolo problema. Il Mjolnir cadde a terra e non riuscì più ad alzarlo. Lo guardò con orrore, realizzando di essere in guai seri.
«HEIMDALL!» gridò «APRI IL PONTE!»
Guardò al cielo, ma non vide nulla. Certo, era troppo pericoloso riportarlo a casa. Rivolse lo sguardo verso i giganti, che ormai non erano più tanto di corsa, visto che il loro avversario era disarmato.
Lo presero in un batter d’occhio, facendolo fluttuare a mezzo metro dal terreno «Cosa ne facciamo di lui?» chiese uno di loro.
«Ci farebbe molto comodo come ricatto, non credi?»
«Lo porto a palazzo, mio sovrano?»
«No, non ancora… Portalo nella tua tenda, poi decideremo cosa farne nel frattempo»
Lo trasportarono in una tenda scura, illuminata solo da una lampada ad olio, e fu legato al centro della stessa, bloccato contro il palo che manteneva la stoffa tesa.
Perché il martello non gli rispondeva più? Solo il padre degli dei poteva annullare il suo potere…
Poi ebbe una rivelazione.
Che stupido.
Adesso la vera domanda era una sola: Perché?
All’improvviso vide la tenda muoversi, e dall’entrata vide una mano emergere tra la stoffa, per aprirsi un varco.
Vide entrare un altro gigante di ghiaccio, o almeno così credeva, perché era profondamente diverso dagli altri Jotun. Era molto più piccolo e minuto, tanto che credeva essere poco più basso di lui, ma il colore della pelle era identico, come il colore degli occhi. I suoi, però, erano molto più profondi e penetranti, come se il rosso scarlatto non lo mettesse abbastanza in soggezione.
Aveva i capelli lunghi e neri, tirati elegantemente all’indietro ed era a petto nudo, come tutti gli altri, coperto solo una specie di gonnellino fatto di pelli di animali.
«Chi sei?» chiese Thor.
«Salute anche a te…» rispose l’altro «Dalle tue parti non si usa salutare?»
«Sì, ma si usa anche presentarsi»
Il gigante rise, avvicinandosi di più al biondo «Che caratterino… Tu sei Thor, vero? Il figlio di Odino, il dio del tuono… Ho sentito tanto parlare di te»
Lo scrutò con i suoi occhi intensi, con un sorriso sghembo stampato sulle labbra bluette «Io sono Loki, figlio di Laufey… Nonché principe e futuro erede al trono di Jotunheim»
Loki? Aveva sentito parlare di lui, più volte.
«Loki? Il dio degli inganni?»
L’altro rise di nuovo «Potrei farti tagliare la lingua per frenare la tua insolenza, lo sai? Ma mi piaci, non ti lasci intimidire come gli altri prigionieri… Sì, il dio degli inganni, il mutaforma… Sono conosciuto con molti nomi»
Il dio del tuono rimase interdetto «Sei un gigante di ghiaccio, come puoi essere un dio?»
Loki rimase in silenzio, girando attorno al palo a cui era legato «Avevo sentito dire che non sei proprio intelligente, ma… Insomma, mia madre era una dea, mio padre un gigante. È per questo che sono più piccolo degli altri giganti… Ed inoltre questa non è la mia sola forma»
Si parò davanti al biondo, che alzò lo sguardo di scatto, in tempo per vedere una cosa che aveva dell’incredibile: con un lampo verde il corpo del dio degli inganni cominciò a trasformarsi… La pelle da blu diventò bianca come il latte, quelle striature azzurrine sparirono… E gli occhi diventarono verdi come due smeraldi, addirittura più penetranti ed intensi di prima. Non credeva nemmeno possibile che due occhi così verdi potessero esistere, ed addirittura essere più profondi di quelli scarlatti.
L’unica cosa ad essere rossa, in quel quadro di perfezione immacolata, era la sua bocca, che si increspò presto in un sorriso.
Entrò nella tenda il gigante di prima, che rimase leggermente stupito dalla trasformazione del dio, anche se evidentemente non era così rara da vedere «Che cosa ha deciso di fare con lui, mio principe?»
«È forte, in buona salute… Direi che andrà benissimo come mio schiavo… L’altro è morto di stenti…» disse con una voce falsamente dispiaciuta.
«Molto bene mio signore… Lo scorterò nelle sue stanze»
«Oh» esclamò il principe «Non ce ne sarà bisogno! Ce lo porterò io stesso…» poi si voltò verso Thor «Non avremo bisogno delle catene, non è vero?»
Il biondo serrò la mascella, ma fece un debole segno di assenso.
Uscirono assieme dalla tenda, ma il dio del tuono si tenne leggermente distante da Loki, poiché non si fidava di lui. Sapeva come venivano trattati gli schiavi, ne aveva visti a migliaia passare da Asgard. Lui non ne aveva mai avuto uno, perché non ne aveva mai avuto bisogno, ma oltre ad essere sfruttati come muli da soma, venivano anche spesso e volentieri abusati sessualmente. A volte potevano anche saltare la parte di sfruttamento nel lavoro, ma gli stupri erano davvero all’ordine del giorno.
«Perché così pensieroso, figlio di Odino?»
Thor rimase in silenzio e guardò davanti a sé «È quello il palazzo?» chiese, sperando di scampare alla sua domanda.
«Oh sì, è quello» gli rispose, come riportato alla realtà.
Lo scortò al suo interno, che non era molto meglio dell’esterno: era scarsamente illuminato, freddo, spoglio, pieno di lampadari di ghiaccio e scale trasparenti. Salirono una di queste e salirono fino ad una delle torri più alte, e quest’ultima aveva un’infinità di stanze diverse «Tutta la torre è mia, e tu avrai accesso a tutte le stanze. Ma solo a queste, non osare avvicinarti alle altre torri senza essere accompagnato da me!»
La torre dedicata al principe era profondamente diversa dal resto del palazzo: era piena di lampade, gli arredi erano decisamente più accoglienti e raffinati. Era ovvio che appartenesse per metà alla stirpe divina.
«Non mi sta bene che porti questa armatura…» disse, severo, cominciando a frugare in un armadio «Indossa questi»
Gli consegnò degli abiti con colori smorti e materiali molto economici, tanto da sembrare sacchi per il grano.
«Dove posso andare a cambiarmi?» chiese d’istinto il biondo.
Loki rise «Hai vergogna nel cambiarti qui? Non sei nella stanza di una fanciulla»
Ecco, quel che temeva «No, ho solo timore di quel che ne potrebbe seguire» rispose secco.
Il bruno alzò un sopracciglio scuro, perdendo la sua espressione spavalda «Prego?»
Thor rimase in silenzio, abbassando lo sguardo ed arrossendo leggermente per la tensione. Il cuore gli martellava in petto come se volesse sfondargli la cassa toracica e fuggire via.
«Oh…» sussurrò, come colto da un’illuminazione «È così che trattate gli schiavi ad Asgard, non è vero? Li sfruttate e come se non bastasse li stuprate spesso e senza pietà…»
Si avvicinò al biondo e gli prese il mento, costringendolo a guardarlo negli occhi. I loro sguardi si incatenarono ed il dio del tuono si sentì avvampare, perché quello dell’altro gli stava leggendo nell’anima.
«Anche qui succede…» osservò «Ma io non abuserò di te, no…»
«Bugiardo…» sibilò.
I tratti del dio degli inganni si indurirono di colpo, infatti si scagliò contro di lui, afferrandolo per la gola e sbattendolo contro il muro «Proprio non capisci, figlio di Odino?» alzò il viso verso il suo, ormai separati da pochi centimetri di spazio «Così perderei tutto il divertimento… Non ti farò nulla finché non sarai tu a volerlo… Voglio che sia tu a desiderarlo, così intensamente da arrivare ad implorarmi…»
La sua espressione mutò nuovamente, ed un sorriso sadico si dipinse sul suo volto niveo, mentre gli occhi verdi si ridussero a due fessure brillanti, coperte dalle lunghe ciglia nere.
Thor rabbrividì, ed era certo che non fosse colpa del freddo.
«Allora dovrai trovare un altro modo per soddisfare i tuoi appetiti sessuali, perché io non desidererò mai fare quel genere di cose con te…» disse con tono di sfida.
Loki scosse il capo «Se fossi stato un altro ti avrei già ucciso… Ma sei un principe, sei forte, sei in salute… Sei incredibilmente bello… Sei troppo prezioso e ci servi»
«Mio padre verrà a salvarmi!» esclamò.
«E perché ci sta mettendo tanto?»
Il biondo restò in silenzio. Aveva colpito il punto giusto, quella domanda lo prese al cuore come una freccia con la punta di ghiaccio.
«Beh…» continuò il gigante, visibilmente soddisfatto «Intanto che aspetti, resterai qui finché ci sarai utile…»

Si cambiò le vesti senza più protestare, senza nemmeno lamentarsi del fatto che fossero larghi, slabbrati e decisamente poco adatti a quel clima rigido.
«È ora di coricarsi…» osservò Loki, guardando fuori dalla finestra.
«Dove dormirò?»
«Per terra, temo» la sua voce era falsamente affranta, il che era facilmente deducibile dal ghigno dipinto sul suo volto. Gli lanciò un paio di pelli pesanti, ma utili come fogli di pergamena, in confronto a quel freddo glaciale.
«Buonanotte, figlio di Odino» disse sottovoce, infilandosi tra diverse pellicce poste sul letto sfarzoso. Era così grande da poter contenere tranquillamente 4 persone, cosa che fece infuriare il dio del tuono.
Si raggomitolò sul tappeto, coprendosi come meglio poteva con le pelli, che non sembrarono migliorare molto la situazione.
Tra mille pensieri, mille dubbi ed una rabbia incontenibile, Thor cadde in un sonno profondo, che gli permise di scappare per un po’ dalla realtà attorno a lui, sicuramente non rosea e felice.

*Chiedo venia, ma ho trovato “jotun” scritto in 2000 maniere e non so quale sia quella giusta.

 

Note dell’autrice: Grazie per essere arrivati fino a qui! Questa sarà una storia a capitoli, non molti naturalmente, ma spero che deciderete di seguirmi fino alla sua conclusione. Per ora questo è il primo capitolo, se vedrò che piace ed interessa a diverse persone, la continuerò, in caso contrario non vedo perché aggiornarla. Comunque, in tal caso, se avete dei dubbi saranno sicuramente chiariti nei prossimi capitoli.
Ringrazio come sempre la mia Jade per la sua infinita pazienza! <3
Vi ringrazio mille per aver letto! Alla prossima! (Si spera! XD)
-Sissi


   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Thor / Vai alla pagina dell'autore: PollyFTSissi