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Autore: corvonero83    01/10/2014    3 recensioni
Steve rimase immobile per un attimo, soppesando quelle parole. Lo teneva stretto al suo petto, sentiva il suo respiro irregolare e caldo contro la sua pelle. Era piacevole.
“Non sei più solo! Ci sono io con te….non ti lascerò mai più!” Steve non gli chiese il perché o di cosa avesse paura…no! Lo rassicurò e basta. “Anche io ho paura…molte volte. Ma io ci sono per te e tu ci sei per me. Non siamo più soli”.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Steve Rogers
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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……Tu chi sei?

 

 

 

 

Impalcature spartitraffico, 
fari alonati blu monossido 
Due solitudini si attraggono: 
tu chi sei? 

 

Il rumore del traffico notturno fuori dalla finestra avvolgeva i suoi sensi.

Era intorpidito e un po’ dolorante ma stava bene, Bucky dormiva tranquillo tra le sue braccia. Questo gli bastava.

Non era stato facile ritrovarsi, non lo era stato per niente! Ma alla fine ci erano riusciti. Se lo era trovato davanti alla porta di casa due settimane prima, il Soldato d’Inverno. Quel ragazzo malconcio e puzzolente era ancora il Soldato d’Inverno che lo fissò con occhi vuoti dicendogli solo “Sono andato allo Smithsonian, devo capire, devo ricordare!”

“Ti aiuterò io!” e lui gli aveva risposto così, con tre semplici parole “Ti aiuterò io!” e credeva sarebbe stato semplice.

Si sbagliava!

Ritrovare Bucky fu un tormento. Riabituarlo alla normalità, alla vita. Riabituarlo a lavarsi con acqua calda, a mangiare cose commestibili, riabitualo a passare il tempo guardando stupidi show alla tv o leggendo qualche libro, riabituarlo ad avere un rapporto civile con gli altri esseri umani (Sam era stato una cavia più che perfetta!) ad avere un contatto con lui, stare attento a non fargli toccare troppo i coltelli riducendosi a sminuzzandogli lui tutta la frutta.

Non lo riconosceva, non riusciva a trovare il “suo” Bucky in quel ragazzo impaurito e pieno di rabbia e si stava preoccupando. Forse spaventando.

E Bucky era diventato insofferente alla sua presenza, lo sentiva. Bucky lo stava odiando!

E sapeva bene il perché, tutti i suoi “Tu eri solito fare così, tu non avresti mai detto una cosa simile….” Lo stavano innervosendo e portando allo sfinimento.

Finché quella tensione che si era creata tra di loro, quella tensione che c’era sempre stata tra di loro esplose quella sera stessa, portandoli a culminare in una notte d’amore.

Perché ora Steve poteva concretizzare quella tensione in qualcosa di vero, poteva dare un nome a quella tensione, quella era una tensione sessuale, quello era amore.

 

Come due intrusi che sorvolano 
le tangenziali dell'intimità 
Fiutando diffidenze e affinità. 
Resta qui! 


 

Quell’attrazione tra loro due c’era sempre stata ma Steve non era mai riuscito a capirla fino in fondo.

Troppo innocente per capire il calore che provava ogni volta che da bambini, giocando alla guerra, si ritrovava sempre a cavalcioni sopra l’amico; troppo ingenuo per capire il sudore freddo che gli veniva sempre quando a 17 anni Bucky volle a tutti i costi stringerlo a se per insegnargli a ballare; troppo razionale per capire il battito accelerato del suo cuore quando da Capitan America era andato a salvarlo dai nazisti e lo aveva stretto a se come se non ci fosse un domani; troppo irrazionale per capire il senso di vertigine che sentiva combattendo corpo a corpo con il Soldato, ormai smascherato, su quel maledetto helicarrier!

Attrazione incondizionata, amore e lui capì il senso di quelle parole quando lesse negli occhi di Peggy quella stessa attrazione nei suoi confronti avendone paura. Paura perché capì finalmente i sentimenti che lo legavano a Bucky.

Quel Bucky che non avrebbe più riavuto. Ora lo sapeva. Dopo aver fatto l’amore con il Soldato, Steve capì che James Barnes, il suo Bucky era morto. E dovette fare i conti con un qualcuno di altrettanto bello e magnetico per lui ma ancora tutto da scoprire.

 

Da quanto siamo qua non chiederlo, 
Dalle finestre luci scorrono, 
Lenzuola stropicciate...che ora è? 
Stai con me! 


 

Avevano fatto l’amore per tre volte di seguito, mai sazi, con piccole pause per riprendere le forze.

Nonostante ora dormisse come un cucciolo tra le sue braccia, fu Bucky a dominare il gioco e di questo Steve ne era stato consapevole da subito. Non aveva mai fatto l’amore con nessuno, era un novellino alle prime armi, ma decise di lasciarsi andare, abbandonarsi completamente al nuovo Bucky. Perché lui si fidava e sempre si sarebbe fidato del suo migliore amico.

Con o senza quel braccio di metallo!

Si era lasciato sopraffare dalla fame che l’amico aveva di lui.

La luce dell’alba cominciò a filtrare dalle tapparelle della finestra. Un piccolo movimento.

Bucky si stava svegliando “Che ore sono?”

“Non lo so, forse le tre o quattro di mattina, è rilevante?”

“No!” si strinse di più a lui “Ti ho massacrato stanotte, scusa!”

“E chi ha detto che a me sia dispiaciuto?” Steve sorrise tra se. Stava bene.

E anche Bucky si sentiva bene, perso nelle braccia di quell’amico sconosciuto e ritrovato.

“Steven?” esitazione.

“Dimmi?”

“Resta con me…”

“Io sarò con te fino alla fine!”

Gli occhi di Bucky si illuminarono nel buio a quelle parole ma poi un brivido percorse la schiena del ragazzo e Steve lo percepì.

“Che c’è?” era preoccupato.

“Steve? ho paura….” una confessione.

 

Se c'è un motivo trovalo con me 
Senza ingranaggi senza chiedere perché. 
Dentro i miei vuoti puoi nasconderti, 
Le tue paure addormentale con me 
Se c'è un motivo. 


 

Steve rimase immobile per un attimo, soppesando quelle parole. Lo teneva stretto al suo petto, sentiva il suo respiro irregolare e caldo contro la sua pelle. Era piacevole.

“Non sei più solo! Ci sono io con te, non ti lascerò mai più!” Steve non gli chiese il perché o di cosa avesse paura, no! Lo rassicurò e basta. “Anche io ho paura. Molte volte. Ma io ci sono per te e tu ci sei per me. Non siamo più soli”.

Due super soldati impauriti. Impauriti da un mondo troppo diverso da quello in cui erano cresciuti, impauriti da sentimenti troppo strani e proibiti secondo la loro educazione, impauriti da loro stessi.

 

Due solitudini si avvolgono 
Esitazioni
Due corpi estranei s'intrecciano 
Solitudini
Duemila esitazioni sbocciano 
Stai con me. 


 

Era stato come scoprirsi di nuovo dopo tutto quel tempo. Era stato come rivivere quel giorno quando sua madre lo lasciò dalla vicina di casa, la signora Barnes, per la prima volta dovendo andare a lavorare e lui piangeva, piangeva spaventato per quell’abbandono non previsto, e all’improvviso un bambino, poco più grande di lui, lo prese per mano e dopo avergli dato una fumante fetta di torta di mele lo fece giocare e lo distrasse dalla sua ansia finché la signora Rogers non tornò a riprenderlo.

Da quel giorno furono inseparabili.

Ecco, quella notte si incontrarono di nuovo e silenziosamente decisero di iniziare tutto da capo. Fu Bucky a fare il primo il passo, gli si buttò al petto abbracciandolo dopo aver litigato violentemente, dopo avergli urlato contro “Il TUO Bucky è morto! fattene una ragione!” per rimangiarsi subito quelle parole non appena vide lo sguardo triste e colpevole di Steve.

Steve accolse quell’abbraccio di perdono “Si, hai ragione. Perdonami. Io, io devo accettarlo e devo iniziare a conoscerti di nuovo per amarti allo stesso modo!”

AMARTI. Ecco la parolina magica. Steve se la fece scappare dalla bocca. Semplice. Diretta. Dolce.

Bucky la incassò come un pugno nello stomaco. La incassò e la usò come scusa, mise le labbra su quelle dell’amico, un semplice bacio a stampo ma appena capì che Steve non lo avrebbe rifiutato approfondì il bacio e iniziò un gioco da lui dimenticato e da Steve mai provato.

Un gioco bellissimo che li ritrovò stesi sul letto poco dopo e su quel letto finalmente Bucky poté saziarsi di Steve.

“Stai con me…”

“Sarò con te fino alla fine!”

 

Se c'è un motivo trovalo con me 
Senza ingranaggi senza chiedere perché 
Dentro i miei vuoti puoi nasconderti

 

 

Bucky si fissò la mano di metallo “Come posso piacerti, con questo?”

“Ti amerei anche se fossi tutto di metallo!”

“Ho paura di questo braccio…”

Steve non fiatò. Il cuore a mille dentro il suo petto.

“Ho paura perché questo braccio ha provato ad ucciderti….”

“James!”

Ecco! Un altro nome che aveva dimenticato ma se Steve lo chiamava con il suo nome di battesimo era per una cosa seria “Questa mano stanotte mi ha toccato con dolcezza, estrema dolcezza e mi ha amato! Ha amato il mio corpo e la mia pelle come credo nessuno avrebbe mai potuto fare! Io amo questo braccio e la tua mano, non ho paura di lei…”

Stavolta fu Bucky a non chiedere perché.

 

Se c'è un motivo trovalo con me. 
Senza ingranaggi senza chiedere perché 
Dentro i miei vuoti puoi nasconderti. 
Le tue paure addormentale con me 
Le tue paure addormentale con me 
Le tue paure addormentale con me 
Le tue paure addormentale con me 
Le tue paure addormentale con m

 

Si erano ritrovati, si erano riscoperti. Si erano amati.

Non c’era altro da aggiungere, non c’era niente da spiegare.

L’amore non ha logica e va oltre il tempo e lo spazio, solo questo.

Steve e Bucky.

Dopo settant’anni….

Dopo ghiaccio, freddo. solitudini e sieri da super soldato….

Dopo dolore, rabbia e sangue.

…solo Steve e Bucky.

Solo loro due.

 

Se c’è un motivo….

(Dentro i miei vuoti-Subsonica)

  
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