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Autore: MaryTheFangirl01    01/10/2014    3 recensioni
Salve gente! Ci rivediamo con la mia nuova storia! Dunque, come forse alcuni di voi sapranno io AMO Jack Frost e Elsa come coppia, perciò eccomi qui a pubblicare una storia con pairing Jack Frost/Elsa.
Questa storia comincia con Jack che si è perso nei dintorni di Arendell... altro non vi dico, solo che ci saranno colpi di scena! Buona lettura!
Genere: Fantasy, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Frost
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ice 7 Non sapevo nemmeno io dove mi portava il vento. Nella testa sentivo in continuazione rimbombare le sue parole: Questa non è la tua guerra. Ma come poteva dire che non lo era? Io c'ero dentro tanto quanto... Ok, forse un po' meno, in realtà. Non capivo nemmeno come c'ero arrivato in quel posto. Improvvisamente pensai che, davvero, non avevo idea di come c'ero finito e perché. Sapevo solo che ero svenuto per qualche motivo mentre ero da Nord (forse uno dei suoi Yeti mi aveva tirato una botta in testa, magari anche bella forte) e mi ero risvegliato durante una tempesta di neve, in un posto completamente diverso. All'inizio ero spaventato, ma poi ho conosciuto Elsa. Quello che non mi spiegavo era perché lei avesse i miei stessi poteri e non era nemmeno una leggenda come me. Era completamente umana. Forse non riusciva a controllarsi proprio per questo: essendo umana, era un potere troppo grande da sopportare. Speravo solo di essere riuscito ad insegnarle qualcosa di utile. Io, fin dall'inizio della mia esistenza come Jack Frost, ho sempre saputo come dominare il ghiaccio. Ma poi ho scoperto che era per la mia natura spiritosa che non avevo problemi, perché ero un tutt'uno con il gelo. Per Elsa invece non era così. A quanto avevo capito era stata lei a portare l'inverno perenne nel suo regno, Arendelle, e per questo tutti la volevano morta. Come se non bastasse è spuntata fuori la persona che meno mi sarei aspettato di vedere: Merida. La mia Merida... Anzi no, non più mia. E questa cosa non l'avevo mai capita. Perché ad un certo punto aveva iniziato ad odiarmi a morte? Donne: che le capisce è bravo! 
Accidenti, non potevo lasciare Elsa a combattere da sola! Che razza di idiota! Non avrei mai dovuto lasciarmi convincere, ma vederla in quel modo... No. Niente scuse. Ero stato uno sciocco, punto. Dovevo correre a salvarla! 
-Vento, portami ad Arendelle. Devo aiutare Elsa.- ma il vento non seguì il mio ordine. Mi fece scontrare contro un albero con tale forza da farmi svenire e, quando mi risvegliai, la neve era sparita. 
-Jack? Jack! Dove diavolo eri finito, si può sapere?! Sei sparito per giorni!- la voce di Dentolina mi suonò troppo alta di parecchi decibel. 
-Calmati Dentolina, non strillare! Non sono sordo, ma credo che lo diventerò dopo le tue urla.- 
-Sì, scusa. Solo, sono felice di vederti, Jack. Non ti facevi vivo da quasi una settimana, nessuno sapeva dove fossi finito. Qui è pieno inverno e la neve non è arrivata, perciò eravamo tutti preoccupati per te.- fantastico, così neanche i bambini avrebbero avuto ancora fiducia in me. Un attimo, pieno inverno? Ma se fino a ieri sera era estate, a quanto ne sapevo solo ad Arendelle era inverno, a causa di Elsa. Che significava? 
-Oh, ehm, ero... In Australia! Stavo... Stavo cercando di far nevicare, ma a quanto pare è molto più difficile farlo fuori stagione rispetto al normale. Poi ho perso la cognizione del tempo, mi sono fermato ad ammirare il paesaggio e... Beh, tutto qui.- ok, una scusa peggiore no, eh? Ma che razza di idiota! 
-Bene, allora è tutto apposto. Ora però sbrigati a provocare una tempesta di neve, cosa che avresti dovuto fare giorni fa. Oh, a proposito Jack: mi sei mancato.- non sembrava essersi bevuta la storia dell'Australia, ma si accontentò. Fece un sorriso strano mentre pronunciava le ultime tre parole. No, un attimo, non anche lei! Ok, magari poteva esserci qualcosa tra noi tipo due anni fa, ma adesso no! E che cavolo! Avevo abbastanza problemi a cui pensare, non mi serviva anche un altro cuore spezzato da, indovinate un po'? Proprio da me. Mi serviva una vacanza in un posto dove non nevicava mai, così mi sarei allontanato anche dal mio lavoro. Una bella pausa era quello che ci voleva. Separarmi da tutto per un po' mi avrebbe aiutato ad affrontare le preoccupazioni a mente lucida. Oh, ma che diamine! Non era possibile, per quanto lo volessi: non avevo idea di come tornare da Elsa e Merida. 
Mentre pensavo, feci scoppiare una bufera, che in poche ore ricoprì completamente il terreno di almeno mezzo metro di neve. Decisi che era meglio smettere a quel punto, ma non riuscii nel mio intento: probabilmente ero troppo confuso e spaventato. Non capivo più niente, tanto era il caos nella mia testa. Quando mi calmai, anche la neve smise di cadere e il vento di soffiare. A quel punto una decina di bambini, tra cui Jamie e i suoi amici, uscirono in strada, coperti di tutto punto. 
-Jack! Era ora che ti facessi vivo, amico! Ma dove sei stato?- 
-In Australia Jamie. Ehm... è una lunga storia. Ciao ragazzi!- 
-Senti, potrei parlarti un minuto, solo noi due?- ero sorpreso da quella richiesta, ma acconsentii. Ci spostammo in un luogo più isolato, dove i suoi amici non potevano sentirci. 
-Allora, che volevi dirmi?- 
-Ecco, ho fatto un sogno, la scorsa notte. C'eri tu ed eri in un palazzo fatto di ghiaccio. Abiti lì?- sgranai gli occhi quando disse quelle parole. Lui sapeva dov'ero? Che cosa dovevo dirgli allora? 
-Beh, diciamo di no. Vai avanti.- 
-Sì, giusto. C'era questa ragazza, bionda, mi sembra, con un vestito che dovevi averle fatto tu, perché sembrava tessuto di ghiaccio. E poi c'era una ragazza con i capelli più ricci che abbia mai visto, incredibilmente rossi. A un certo punto quella ti è saltata addosso e ti stava quasi strozzando, ma poi la bionda l'ha fermata un attimo e ha attaccato a strozzarti anche lei. Ti stavano strozzando tutte e due, capisci? E poi è arrivato Pitch. Cioè, sembrava tipo un ombra che vi sovrastava e ghignava. Non te l'avrei neanche detto se non fosse apparso lui. Che significa, Jack?- 
In quel momento non seppi dire se ero più sorpreso, impressionato, preoccupato o terrorizzato. Cercai di rimanere impassibile, ma i miei occhi probabilmente riflettevano la confusione che provavo. Jamie aveva sognato me, Elsa e Merida, loro due tentavano di uccidermi e alla fine arrivava Pitch. Ma che poteva voler dire? Di sicuro io non lo sapevo, ma forse conoscevo qualcuno che poteva aiutarmi. 
-Non sono la persona giusta per parlare di sogni, proviamo a chiedere a Sandy, ok?- era l'unica cosa possibile da fare. 
Tornammo dagli altri, Jamie senza risposta, io con ancora più domande di prima. Ci mettemmo a giocare a palle di neve, ma ero parecchio distratto e ogni volta che me ne lanciavano una mi beccavano in pieno. E io non perdevo MAI a palle di neve. 
Dovevo tornare ad Arendelle immediatamente, ma non sapevo come fare. In più ci si metteva il sogno di Jamie a farmi preoccupare. Dove lo trovavo a Sandman? Mi serviva urgentemente, ma di sicuro stava lavorando da qualche parte del mondo. Avrei dovuto aspettare che si facesse notte, perché non sapevo proprio dove andare a prenderlo.
Dopo un paio d'ore smettemmo di giocare con la neve. Era il tramonto. Ancora qualche ora e avrei chiarito i miei dubbi. Feci nevicare, giusto per ammazzare il tempo e pensai a un modo per tornare ad Arendelle. Il vento sembrava contrario a portarmici, perciò avrei dovuto escogitare qualcos'altro. Decisi che avrei aspettato Sandy per delle spiegazioni sul sogni di Jamie, così mi sdraiai sul tetto di una casa e attesi.
Finalmente si fece buio. Le stelle erano più brillanti che mai in quella notte senza luna. Non potevo contare sull'aiuto della luna di solito, figuriamoci quando non si vedeva. Lo sconforto a poco a poco si fece strada in me, mentre il cielo si oscurava sempre di più, mostrandomi la bellezza della volta celeste. Proprio quando stavo per abbandonarmi all'idea di non rivedere mai più Elsa, notai una scia dorata, che sembrava sabbia. Sandman. 
Lo fermai prima che potesse superarmi e lui mando la sabbia in ogni casa della città, per restare a "parlare" con me. 
-Sandy, devo chiederti una cosa. Tu sai del sogno che Jamie ha fatto la scorsa notte?- annuì, ma sulla sua testa comparve un punto interrogativo. 
-Vedi, quel sogno potrebbe essere molto importante. Devo tornare nel luogo mostrato dal sogno, ma non so come fare. E visto che era comparso anche Pitch, beh, credo che lui sia dentro questa storia. Tu non ne sai niente? Voglio dire, lui è tipo un collega per te, sai per la storia degli incubi.- 
Gli apparve un fiocco di neve in testa, poi l'immagine di un castello e infine... lui? L'ultima immagine era proprio Sandman. Ma che significava? Che mi ci doveva accompagnare Sandy? Gli dissi il mio dubbio, ma scosse la testa. Allora che poteva essere? Accidenti a Sandman e al suo modo criptico di comunicare! 
-Che cavolo vuoi dire allora? Cosa significano quelle immagini?- fece una faccia offesa e mi resi conto di essere sbottato. 
-Scusa Sandy, è solo che è stata una giornataccia. Ho assolutamente bisogno del tuo aiuto, ma davvero non capisco cosa cerchi di dirmi.- lui allora sbuffò, come a dire "ma che cosa mi tocca fare?" e fece comparire un martello sopra la testa. Ma cosa ci dovevo fare con un martello? 
Lo scoprii molto presto. Io non ci dovevo fare niente, ma Sandman mi diede una fortissima botta in testa e svenni sul tetto di quella casa. Solo che quando mi risvegliai non ero più lì, infatti mi trovavo ai piedi di un albero in un bosco verdeggiante. Ma come diavolo c'ero finito? 
Cominciai a camminare. Avanzai per un paio d'ore, fino a che non intravidi un paese dall'aria familiare. Sembravano bloccati nel tempo, con vestiti molto all'antica. Parevano tutti molto felici. Avrei potuto chiedere a qualcuno indicazioni, ma sapete com'è, è difficile farsi capire quando nessuno ti può vedere. Avvicinandomi notai che loro non camminavano. Pattinavano. Stavano pattinando sul ghiaccio! Tutta la piazza era ricoperta di ghiaccio! Fantastico. Poi vidi due persone, un ragazzo e una ragazza. Lui se la cavava bene, ma lei era una totale imbranata, non riusciva a stare in piedi per più di tre secondi! Però mi sembrava di averli già visti: la ragazza aveva i capelli rossi raccolti in due trecce, lui invece era biondo. Mi avvicinai a loro e solo in quel momento mi accorsi di chi avevo avuto davanti: la sorella di Elsa, Anna, e il ragazzo che l'accompagnava. Gli corsi incontro, ma poi mi ricordai che non potevano vedermi, così mi fermai. Strano, l'ultima volta che ero stato ad Arendelle (il giorno prima) era tutto coperto di neve, mentre ora sembrava estate. Solo che l'intera piazza era una pista di pattinaggio. Mi diressi al castello, deciso a rivedere Elsa. Era solo un giorno che non la vedevo e già mi sentivo morire, ma quella sensazione era amplificata dalla paura che le fosse accaduto qualcosa. L'avevo lasciata nel palazzo fatto da lei, che mi allontanava perché voleva combattere da sola. E mi sentivo terribilmente in colpa per averglielo permesso. Non avrei mai dovuto farlo, avrei dovuto aiutarla, battermi al suo fianco. Anche se non era la mia guerra. 
Arrivato alla porta del castello la trovai quasi spalancata, così entrai senza troppi complimenti. Era davvero un bel posto. Corsi per i corridoi, cercando la stanza di Elsa. Ma realizzai solo in quel momento che non avevo idea di che aspetto avesse la porta o di dove si trovasse. Finii in cucina, nelle stanze della servitù, negli innumerevoli bagni, nei saloni. Poi finalmente, aprendo una porta, trovai una stanza da letto. Non era quella che cercavo, ma molto probabilmente l'avrei trovata in quello stesso corridoio. Chiusa quella, mi guardai intorno. C'erano altre due porte. Mi accorsi che, dalla più vicina, usciva fuori una sottile lastra di ghiaccio. Avevo trovato la stanza che cercavo. Bussai delicatamente alla porta e mi rispose una voce che conoscevo bene. Quando entrai, trovai una ragazza bionda seduta sul letto, con i capelli lasciati sciolti e un semplice corsetto verde con una gonna dello stesso colore. 
-Ehi, stavi così bene con l'abito color ghiaccio, perché ti sei cambiata?- sobbalzò. L'avevo sorpresa, bene. 
-Jack? Credevo te ne fossi andato!- il suo volto era quasi del tutto indifferente, ma intravidi l'ombra di un sorriso passarle sulle labbra. 
-Contro la mia volontà, sì- la fulminai con lo sguardo -ma non so come sono finalmente riuscito a tornare qui.- stavolta sorrise per davvero. Era bellissima quando sorrideva. Anzi no, era bellissima sempre. 
-Allora com'è andata? Le hai suonate a quelli che ti avevano attaccata?- 
-Beh, diciamo di sì. Ma non ero sola.- il suo sorriso si spense per un secondo, ma poi tornò come prima. 
-Bene.- si creò un silenzio imbarazzante che non sapevo proprio come spezzare, ma ci pensò un'altra persona al mio posto. 
-Elsa, mio padre vorrebbe... Oh. Ancora tu.- il tono di Merida era drasticamente mutato appena aveva visto che c'ero anch'io. Ma poi, chissà che le avevo fatto. Non ricordavo di averle mai fatto niente di male, ma un giorno, quando andai a trovarla al castello, mi disse di sparire e non farmi più vedere. Provai a farla ragionare, ma non ci fu verso. E non aveva smesso di odiarmi da allora. 
-Scommetto che tuo padre vuole discutere del motivo per cui è venuto qui. Lo raggiungo subito nella sala conferenze.- detto questo si alzò e, seguita da Merida, uscì dalla stanza. Mi sentii un verme, ma non capivo perché. Forse il motivo era che mi faceva ancora stare male vedere Merida rivolgermi quello sguardo. Ma perché le donne erano così complicate? 
Decisi di seguirle di nascosto, anche se sinceramente non ero granché interessato ai commerci tra Arendelle e il clan principale della Scozia. 
-Vostra maestà, lieto di fare la vostra conoscenza.- re Fergus era proprio come lo ricordavo: grande, grosso e rosso. 
-Il piacere è mio, re Fergus. Dunque, siamo qui per parlare di affari. Come sapete Arendelle desidera intrattenere commerci con il vostro clan.-
-Conoscendo le grandi possibilità, tutte pienamente sfruttate, del vostro regno, non posso che accettare. Vedete, noi abbiamo...- e continuò a parlare per un pezzo di quante ricchezze possedesse il suo clan e che quindi sarebbe stato un contratto vantaggioso per entrambi eccetera eccetera, mentre Elsa annuiva soddisfatta e ogni tanto rispondeva a delle domande. Mi allontanai per non rischiare di farmi vedere e tornai in camera della bionda. C'era una sottilissima lastra di ghiaccio che ricopriva il pavimento e il davanzale, ma per il resto era la normalissima stanza di una regina. Aveva un letto matrimoniale perfettamente rifatto, una grande cassettiera con sopra uno specchio decorato con fiocchi di neve, una porta che probabilmente dava alla cabina armadio, una che forse era del bagno e una grande portafinestra che si apriva su un terrazzo, che a sua volta dava alla piazza del paese, dove ancora la gente pattinava allegramente. Una cosa che prima non avevo notato era un quadro con due persone all'interno, probabilmente i suoi genitori. Avevano proprio l'aspetto di un re e una regina, non solo per gli abiti e per il portamento, ma anche per lo sguardo severo ma giusto. Lo stesso che vedevo negli occhi di Elsa. Ero certo che sarebbe stata un'ottima sovrana. 
Sobbalzai, sentendo la porta aprirsi. 
-Jack.- mi piaceva come diceva il mio nome, era... Che diamine! Mi stavo proprio rammollendo! 
-Elsa, cos'è successo dopo che mi hai mandato via?- volevo saperlo, perché avevo lasciato Arendelle coperta di neve e l'avevo ritrovata calda ed estiva. Sapevo che in teoria doveva essere estate, conoscevo la storia, ma non me l'aspettavo, ecco tutto. 
-Beh, ho combattuto contro Hans e quelli che erano venuti al palazzo, ma sono riusciti a riportarmi qui e a buttarmi in cella. Però grazie ai miei poteri mi sono liberata e sono andata ad avvertire Anna di che razza di persona fosse il suo fidanzato, ma non ce n'era bisogno perché ci aveva già pensato Merida. E poi è successo che...- e così mi ritrovai a sentire di come Hans si fosse tradito subito, ma che razza di idiota! Poteva almeno fingere di essere felice di rivederla viva, quello sciocco. Ma dico, Calmoniglio avrebbe saputo recitare molto meglio di lui! 
Mi raccontò dello scontro e dell'incidente e anche di quello che accadde dopo. 

La ragazza sentì una mano che si posava sulla sua schiena, delle braccia che la circondarono e la voce di sua sorella. Alzò la testa di scatto, credendo che fosse un sogno dal quale non voleva svegliarsi. Anna era viva!
-Anna, grazie al cielo stai bene! Ti prego perdonami!- 
-Non ti preoccupare Elsa, so che non l'hai fatto apposta. So che volevi colpire Hans, ora è tutto finito.- la ragazza sorrise mentre la sorella la stringeva a sé come non aveva mai fatto. 
-Oh, questo mi ricorda qualcosa che ho già vissuto, solo che mia madre non era una statua di ghiaccio ma un orso!- tutte le persone nella stanza si girarono a guardare straniti la rossa, mentre lei, imbarazzata, rispondeva con qualche frase borbottata a mezza voce e abbassava lo sguardo. 
-Prima o poi dovrete raccontarci questa storia, principessa.-
-Ehm, potremmo darci del tu? Il fatto è che non sono abituata a tutta queste buone maniere e poi abbiamo quasi la stessa età!-
-Giusto, Merida.- sorrise la bionda, insieme alla sorella. Ancora non credevano di essere di nuovo insieme, dopo quello che era successo. A quel punto parlò il pupazzo di neve, Olaf. 
-Un atto di vero amore può sciogliere un cuore di ghiaccio! Con il vostro amore fraterno avete spezzato il sortilegio! Anna, è sparita anche la tua ciocca bianca!-
-Un atto di vero amore?... Ma certo! L'amore! So come far tornare l'estate!- dopo quelle parole la regina aprì la finestra e, a poco a poco, tutta la neve e il ghiaccio si raccolsero in un unico gigantesco fiocco di neve nel cielo, che esplose in un mare di scintille azzurre, incantando gli abitanti di Arendelle. Poco dopo si videro la sovrana e la principessa, insieme al ragazzo biondo, alla principessa del clan di Scozia e al pupazzo di neve, uscire dalla porta principale del castello. La regina Elsa mosse alcuni passi verso il centro della piazza, che fu subito ricoperta da una lastra di ghiaccio. Poi trasformò le scarpe ai piedi di tutti in pattini stupendi e da allora Arendelle fu un turbine di risate e acrobazie. 
La principessa Anna mostrò una slitta nuova di zecca a Kristoff, nominato da Elsa "mastro consegnatore del ghiaccio". Quello che successe dopo è storia. 

Ecco com'era andata. Erano riusciti a catturarla. Non sarebbe mai accaduto se ci fossi stato anche io a proteggerla, ma era da sola. Per fortuna se l'era cavata ed era finito tutto nel migliore dei modi. Non me lo sarei mai perdonato se fosse finita male, perché in parte sarebbe stata anche colpa mia. Ormai da un pezzo avevo ammesso di provare qualcosa di forte per Elsa, ma rivedere Merida mi aveva fatto capire che non l'avevo del tutto dimenticata. Adoravo ancora quegli indomabili ricci rossi e quegli occhi azzurri come il cielo senza nuvole. Ma amavo anche gli occhi color ghiaccio e i capelli morbidi come la neve di Elsa. Prima di scegliere tra le due, però, dovevo assolutamente scoprire perché Merida mi odiava. Ed ero deciso a farlo subito. 
Andai a cercarla e la trovai dopo appena due minuti. Appena mi vide il suo sorriso si spense e mi riservò il suo solito sguardo astioso, dedicato solo a me. 
-Ancora tu? Ma quando ti deciderai a sparire dalla circolazione?- 
-Ascolta, so che mi odi e non vorrai nemmeno saperne di me, ma almeno dimmi cosa ti ho fatto per aver riservato questo trattamento!- 
-Non dire sciocchezze, lo sai benissimo cosa mi hai fatto!-
-No invece, non ne ho idea! E se ti degnassi di spiegarmelo mi risparmierei un viaggio nel tempo!-
-Davvero non lo sai?- ora sembrava più confusa che arrabbiata. Forse iniziava a credermi. 
-Davvero. Ora dimmelo, però.- dovevo insistere, o non me l'avrebbe mai detto. 
E cominciò a raccontare. 

Merida era felicissima. Quel giorno avrebbe rivisto il suo Jack dopo due settimane di lontananza. Si aggiustò i capelli come meglio poteva (quindi non fece praticamente niente, era impossibile domarli) e si mise addirittura un po' di leggero trucco. Voleva apparire al meglio per quando si fossero incontrati. Indossò il suo abito verde fortunato (beh, insomma... Però era il suo preferito e voleva avere quello) e si sedette sul letto perfettamente rifatto, in mezzo alla stanza un po' meno caotica del solito. Aspettò e aspettò e aspettò, ma il suo amato Jack non arrivava mai. Allora decise che avrebbe fatto un giro nella foresta per vedere se era lì. 
Uscì dal castello e si addentrò nel bosco. Era una splendida giornata di sole, si sentiva il canto melodioso degli occelli e il fruscio rilassante delle foglie. Adorava quel posto, lì si sentiva libera. Non era nata per fare la principessa, preferiva essere uno spirito libero e il bosco la faceva sentire così. "Le principesse non dovrebbero possedere armi", "Non ingozzarti in quel modo!" e "Quando imparerai a comportarti come si deve?" erano solo alcune delle frasi che sua madre le ripeteva continuamente, ma negli ultimi tempi "continuamente" si era trasformato in "una volta ogni tanto" grazie alla storia dell'orso. Così chiamavano quell'avventura e a tutti piaceva ricordare il coraggio di Merida in quell'episodio. 
Si voltava ad ogni minimo rumore, sperando che da qualche parte spuntasse fuori il suo Jack. E poi lo vide. Eccome, se lo vide. Era incollato ad una ragazza bionda dai capelli assurdamente lunghi. Quando si staccarono, Jack si accorse di lei e le fece un ghigno derisorio, la biondina nemmeno si voltò. E Merida scappò, corse come non aveva mai fatto e pianse come mai prima di quel momento. Arrivò nel pieno della foresta e gridò di dolore e di frustrazione, versando tutte le lacrime che aveva in corpo. Poi non pianse più. 

Era stata davvero una cosa orribile! Sul serio, non c'era modo peggiore di tradirla. Ma il fatto era che non ero stato io. Non avevo mai fatto niente del genere, non mi sarei neanche mai sognato di compiere un gesto così ripugnante. E, pur sapendo che non mi avrebbe mai creduto, glielo dissi. E avevo ragione. 
-Non ho mai fatto una cosa del genere e non ho nessuna intenzione di farla. Probabilmente sarà stato qualcuno che mi somiglia!- 
-Adesso osi anche negare?! Non dire sciocchezze, eri tu! E adesso gradirei sapere chi era quella ragazza!- sì, anch'io. davvero, non avevo idea di chi potesse essere la biondina. 
-Sai una cosa? Vorrei tanto saperlo anch'io!!! Te l'ho detto, io non ti ho mai tradita, quella là non so neanche chi sia!- avevamo iniziato ad urlare, abbastanza forte da far accorrere Elsa e sua sorella, che si trovavano al piano di sotto. 
-Si può sapere che sta succedendo? Non mi piace che vi mettiate a litigare nel mio palazzo! Vi abbiamo sentito dal pianoterra! - ecco, era arrabbiata anche lei. 
-Eh? Merida, con chi stavi litigando? Sei sola qui.- Anna aveva una faccia terribilmente confusa. Già, mi ero dimenticato che solo Elsa e Merida potevano vedermi, da quelle parti. 
-Ehm, u-un ragazzo che è andato via un momento prima che arrivaste. Ma non è niente di grave, non preoccuparti. Elsa, hai ragione, scusa. Non accadrà più.- in realtà ero ancora lì, ma Anna non riusciva a vedermi, perciò qualunque scusa andava bene. Elsa si girò a guardarmi, come per accertarsi che non me ne fossi andato, poi parlò di nuovo a Merida. 
-Sarà meglio. Ma dopo gradirei parlare anche con questa persona.- in pratica voleva dirmi qualcosa. Dal suo sguardo capii che dovevo preoccuparmi -Anna, ti va di andare in cucina a prendere un po' di torta al cioccolato? Raggiungici in camera mia, dopo.- non sembrava tanto convinta, ma andò lo stesso. 
-Sentite, fate la coppietta in guerra quanto vi pare, ma non mi va a genio che vi urliate contro qui. E poi, qualcuno sentendoti parlare da sola, potrebbe allarmarsi.- sembrava più indispettita che altro, ma era brava a nasconderlo. 
-Ehi, non siamo una coppietta! E sta' sicura che non sentirai più niente, perché non ho intenzione di parlare ancora con questo sporco traditore!- 
-Ancora?! Ti ho detto che non ho fatto niente! Lo vuoi capire o no che non sono quel tipo di persona?- la faccia di Elsa, da infastidita, divenne perplessa. 
-Se non vi dispiace vorrei capirci di più in questa storia. Cosa avrai mai fatto per farti odiare così, Jack?- 
-Merida è convinta di avermi visto appiccicato a una ragazza mentre stavo ancora con lei, ma vi giuro che non è così! E tanto per la cronaca, non è successo neanche dopo che mi hai mollato!- 
-Smettila di negare!- aveva le lacrime agli occhi. 
-Forza, andiamo nella mia stanza prima che arrivi Anna e raccontatemi tutto per bene. In questa storia c'è qualcosa che non va.- aveva qualcosa nello sguardo che identificai come una profonda tristezza. Ma per quale motivo? Non mi pareva che si fosse fatta influenzare tanto dalla mia spiegazione sintetica. 
Ci avviammo verso la camera di Elsa, in totale silenzio. In effetti era parecchio imbarazzante già il fatto che fossi io solo in mezzo alle due parti più importanti della mia vita, se poi stavamo completamente zitti era anche peggio. Una volta entrati e comodamente seduti, Merida cominciò a raccontare per bene. Ad ogni parola, sembrava che Elsa sprofondasse sempre di più in un baratro senza fondo. 
-Dunque è così che è andata.- 
-Certo che no! Non ero io quello lì! E poi, come facevi tu a sapere che sarei tornato quel giorno? Quando ci siamo rivisti mi hai detto che era passato "solo un giorno da quando mi avevi beccato attaccato alla biondina".-
-Mi sei apparso in sogno e me l'hai detto. Mi sembrava strano, ma visto che sei una leggenda ho creduto che fosse normale per te.- 
-Io non posso apparire nei sogni della gente, solo Sandy può, ma non lo fa mai.- quella era una cosa davvero strana. Non era tra le mia capacità comparire nei sogni delle persone. 
-Che cosa ti ho... Anzi, cos'hai sentito esattamente?- 
-Beh, mi hai detto di non essere triste per la lontananza, perché saresti tornato il giorno dopo e non te ne saresti più andato. Mai più. E poi, l'indomani, ti ho trovato appiccicato alla bionda con i capelli lunghi tipo un chilometro.- 
-Punto uno: lo capisci o no che non ero io? Punto due: non ho mai visto in vita mia una ragazza come quella che hai descritto tu, o forse sì, ma non l'ho mai conosciuta, in ogni caso. Quindi smettila di dire così.- la mia faccia era così seria che parve convincersi. L'espressione di Elsa, invece, era indecifrabile. 
-Ottimo, tutto apposto adesso. Ora abbiamo un mistero da risolvere.- anche il suo tono di voce era impossibile da capire. 
-In questo caso, credo di doverti delle scuse. Per tutto questo tempo ti ho creduto un traditore e un imbroglione, accusandoti ingiustamente. Perdonami.- Merida si era notevolmente addolcita. 
-Ehi, vi ho portato la torta! Aspettate, ma dov'è il tuo ragazzo, Merida?- 
-Ehm, abbiamo chiarito tutto, è uscito cinque minuti fa. E non è il mio ragazzo!- 
-Allora, se non vi dispiace, la quarta fetta la mangerò io!- accidenti, ma perché ero invisibile? Avrei voluto davvero quella fetta di torta! Mentre erano impegnate a ridere l'agguantai e me la mangiai in tre bocconi, quasi soffocando. Deliziosa. 
Fortunatamente nessuna delle tre si accorse della fetta scomparsa e continuarono a ridere di gusto. A quel punto decisi di andarmene, per lasciare loro un po' di privacy per parlare di "cose da ragazze", perché ero certo che alla fine l'argomento si sarebbe spostato su, beh, qualunque cosa fossero gli affari femminili. Uscii dalla finestra aperta, non prima però di aver dato un bacio sulla guancia a Elsa. Ma prima che potesse accorgersene, ero già sparito. 








Nota dell'autrice: Ehi là gente!!!!!! Visto che non mi sono fatta attendere come al solito? Beh, vi dico una cosa: visto che mi era venuta un'ispirazione pazzesca, ho scritto questo capitolo subito dopo aver pubblicato il precedente, così vi ho risparmiato la solita attesa di tre mesi e passa :-)
Allora, che vene pare? Siamo finalmente tornati dal punto di vista di Jack! Non c'è un ordine preciso, se mi viene l'ispirazione per i fatti visti da Elsa,li scrivo con il suo punto di vista, così come con Jack. Devo dire che mi mancava scrivere dalla sua parte. 
Dunque, il capitolo vi è piaciuto? Scommetto che aspettavate con ansia di sapere cosa aveva fatto Jack per farsi odiare tanto da Merida e, beh, ecco qua! Avete capito tutti chi è la biondina, vero? Non vi aspettavate di trovare anche lei, eh? Lettori:<< Sì certo, come no, vai convinta -_-' >>
Comunque, in questo capitolo non succede niente di che, serve pricipalmente per alcuni chiarimenti (e per creare ancora più dubbi). Il nostro Jack si è accorto di provare ancora qualcosa per Merida, come si evolveranno gli eventi da ora in poi? Io lo so e non ve lo dico muhahahahaha *coff coff*.
Ora vi lascio, mi raccomando recensite in tanti, fatemi sapere cosa ne pensate, se notate errori fatemeli notare e continuate a seguirmi!
Baci
Mary <3
   
 
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