[Thuban] USA, Beverly Hills

<< Millie, tesoro, e’ pronta la colazione! >> la ragazzina dai capelli castani percorsi da venature verdi e lucenti si alzo’ dalla sedia in mezzo al giardino. 

<< Arrivo, mamma un attimo. >> con un balzo scavalco’ la staccionata che separava la sua villetta dal marciapiede. Si avvicino’ lentamente ad una vecchia quercia che sembrava stesse per morire da un momento all’altro: era completamente divorata dai parassiti e quel pomeriggio sarebbero venute delle persone ad abbatterla. Aveva provato a protestare, ma l’opinione di una semplice ragazzina di appena quattordici anni non contava niente rispetto a quella degli adulti. Ma quell’albero cosi’ antico e maestoso c’era da quando era appena nata, ricordava bene il momento in cui aveva appoggiato la sua fronte al tronco ruvido e le foglie erano improvvisamente diventate di un verde smeraldo vivido e luminoso. 

Vi appoggio’ le mani lunghe e affusolate e poi anche la fronte. 

Improvvisamente, senti’ la linfa scorrere sotto il palmo. La quercia era salva.

[Rastaban] Europa, Varsavia

<< Ehi, tu, visto che sei cosi’ brava, perche’ non provi a centrare il canestro con questa palla! >> una piccola folla di ragazzi e di cheerleader si riuni’ attorno a lei. La ragazza dai capelli biondo platino non sapeva se accattare o no, ma viste le condizioni, forse era meglio dire di si’.

Beh, del resto, se non ci fosse riuscita, si sarebbe umiliata davanti a tutta la classe, cosa che non aveva mai fatto. << Oh, e va bene... >> tra le urla e le esclamazioni dei ragazzi, si fece strada fino al piccolo campo da basket. Senti’ un gruppetto di femmine ridacchiare dietro di lei. No, forse non era stata una gran buona idea. Ma ci poteva provare. Almeno le sue amiche la incitavano con dei “Forza Juliet!” eccitanti.

Si concentro’ fino a quando non pote’ piu’ udire le voci che urlavano attorno a lei. C’erano solo la palla, il canestro e il suo potere. La telecinesi. Alzo’ la palla e salto’. Entro’ in modo perfetto nel canestro.

[Kuma] Europa, Londra

Pioveva a dirotto mentre tutti gli studenti del primo e del secondo anno dell’istituto di scuole superiori nella city. C’erano alcuni fidanzatini che si sbaciucchiavano seduti sulle panchine sporche, altri che fumavano sigarette e le buttavano sulla strada asfaltata quando erano ancora a meta’.

Elly se ne stava in piedi sotto la pioggia senza essersi presa un minimo di raffreddore. Le piaceva quando la pioggia le scivolava innocua sull’impermeabile. Anzi, se avesse potuto se lo sarebbe tolto subito. Ma sua 

madre non ne voleva sapere. << Vuoi il mio ombrello? >> senza accorgersene, un ragazzo si era messo accanto a lei e aveva messo a sua disposizione un omrello azzurro. << No, grazie, a me piace stare qua sotto... >> 

<< Ma non hai freddo? >> Elly scosse la testa. << Come ti chiami? >>

<< Michael. >> non era un brutto nome. Per un attimo incrocio’ i suoi occhi dorati incrociarono quelli di lei di un bel blu scuro. Dietro le nuvole, si stava formando l’arcobaleno.

ANGOLO AUTRICE: Salve a tutte! Volevo scrivere qualcosa di alternativo rispetto alle solite storie sui soliti sei ragazzi...ed eccovi qua questa storia!

Alla prossima! MaryTheSpiri